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LE FORMULAZIONI
La necessità di una formulazione deriva dal fatto che le proteine hanno dei problemi nella
somministrazione in vivo , infatti :
.vengono attaccate dai sistemi di difesa dell’organismo e quindi eliminati dalle cellule B e T; possono essere
degradate dalle proteasi ( soprattutto se somministrate per via orale); piccole proteine idrosolubili possono
essere filtrate attraverso i reni, possono dare reazioni allergiche e possono essere perse per la loro poca
solubilità se sono lipofile, e per il basso assorbimento. In effetti a seconda della via di somministrazione
abbiamo visto che se somministrata sotto cute per esempio, l’80% della proteina somministrata come
farmaco viene perso. Il che vuol dire che rispetto alla dose necessaria per avere l’effetto farmacologico,
questo dosaggio sarà il 20% dell’80% utilizzato. Le vie di correzione di questo tipo di problemi :
aumento della stabilità della proteina; mutagenesi sito-‐specifica che sia in grado di aumentarne la stabilità
senza alterarne la funzione , il che vuol dire che la mutazione dovrà essere progettata ad hoc in una
posizione della proteina che non influenzi la funzione ( catalitica se fosse un enzima).
Poi c’è la PEGylation che è l’utilizzo di polietilenglicole e derivati che vengono attaccati in posizioni
particolari , soprattutto alle lisine delle proteine , in modo da formare filamenti che circondano la proteina,
tenendone lontane le proteasi e aumentandone la solubilità.
Questa è la pegylation, che utilizza polietilenglicole che è un polimero biocompatibile. Anche la PEGylation
deve essere fatta in modo strategico : i gruppi peg devono essere legati in posizioni opportune in modo da
non influenzare la funzionalità della proteina . quindi capite che per fare questo tipo di studi è necessaria
una ingegnerizzazione e un disegno sperimentale adeguato.
LA Proteinilazione, è l’attaccamento di un’ulteriore proteina alla prot di interesse : questa puo avere
funzioni come : proteggere l’enzima dall’attacco delle proteasi; aumentarne la solubilità. Facilitarne la
produzione a livello del sistema ricombinante ecc
L’alternativa è utilizzare delle sfere di dimensione micro e nanometriche .sfere minuscole che conterranno
le proteine ( oppure anche altri farmaci ).
Oppure la formulazione con sostanze permeabilizzanti : sappiamo che una somministrazione orale di una
proteina che anche sia stabile puo incontrare il problema dell’assorbimento attraverso le membrane,
perche la proteina è grande la possibilità di entrata dev’essere facilitata. La modificazione sito specifica è
fatta in una posiz particolare : tutta la prot rimane inalterata e anche la sua funzionalità viene conservata.
Per fare questo tipo di approccio bisogna conoscere la struttura legata alla sequenza della proteina e la
struttura 3D e le sue proprietà : funzionali e strutturali. Le proprietà funzionali bisogna conoscerle in
relazione alla topologia cioè dove sono collocati i residui fondamentali per l’attività della proteina. Le
proprietà strutturali invece sono importanti per sapere quali sono le parti della proteina che sono
fondamentali affinchè venga mantenuta la struttura tridimensionale. Voi sapete che ci sono zone di una
proteina , esempio le proline che sono elementi strutturali di rigidità che possono aiutare nella formazione
dei beta sheet, quindi gli elementi di rigidità della struttura secondaria di una proteina. Se noi sostituiamo
la prolina in un punto fondamentale e mettiamo un aa flessibile come una valina noi distruggiamo la
struttura secondaria :
non avremo piu la curva fatta cosi, il ripiegamento prima costretto dalla prolina ora è libero di muoversi.
Modifica di un residuo aa in una posizione specifica causa l’unfolding della proteina , quindi non ha senso
fare una cosa cosi ( magari dopo avremmo una proteina piu solubile ma cmq non ha senso farlo).
Sostituendo una met ad una leu si riduce la facilità di ox della proteina; l’inserimento di cys in posizioni
opportune fa si che si possano formare ponti disolfuro, che sono elementi di struttura terziaria che
permettono un certo tipo di folding proteico , infatti quando si opera con le proteine c’è sempre da stare
attenti agli agenti riducenti e anche ossidanti . L’elemento ossidante piu diffuso è l’ossigeno: è ossidante
fino alla combustione . è l’elemento piu ossidante piu diffuso, è anche sciolto nel sangue, dentro alle cellule
e quando ci sono delle alterazioni dell’O2 , come i radicali liberi dell’O2 abbiamo danni cellulari rilevanti.
Una modulazione dello stato redox della cell causa dei danni. E per noi che manipoliamo sulla cellula non
possiamo fare tanto , ma sulla manipolazione delle prot che usiamo come farmaci si! E allora si usano
agenti antiox o si individuano delle strategie per ridurre la pox di ossidazione della prot, come l’uso di ponti
disolfuro, che è il sistema di controllo delle cys che sono all’interno delle prot per valutare che il sistema sia
nel