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"LIBRIAMO" La cura di sé come processo formativo (Franco Cambi)
Il testo "La cura di sé come processo formativo" di Franco Cambi è una raccolta di saggi, alcuni dei quali già pubblicati in precedenza, che si interroga sull'identità e sullo statuto, sulle forme e sul ruolo del dispositivo della cura nella società contemporanea e nella teoria pratica pedagogica. Un volume che prosegue un programma di ricerca, ormai ben articolato e intorno al quale si è strutturato un nutrito gruppo di ricercatori che mira a rileggere la struttura e il senso del fare formazione all'interno di un tempo, quello presente, la cui rappresentazione risulta essere difficile da delineare. Un tempo che si pone come oltrepassamento di un modello, quello della modernità rigida o d'acciaio, nel senso weberiano del termine. È di questo tempo che Cambi, da un punto di vista pedagogico, ha cercato di delineare la cartografia.
introdurre nel dibattito italiano una visione decostruttiva della pedagogia ermeneutica o comprensiva, incentrata sulle posizioni post-strutturaliste della filosofia francese, ma non solo. L'autore pur puntando alla costruzione di una pedagogia capace di cogliere le spinte del postmoderno, non ha mai rinunciato ad assegnarle il compito, da un punto di vista epistemologico, di un controllo metateorico sulla produzione conoscitiva tanto dei saperi che la costituiscono internamente tanto di quelli che l'accompagnano attraverso il ruolo di saperi ausiliari. Ma che cos'è la cura sui? Qual è la sua storia? Foucault col suo studio sulla sessualità, disegna un quadro ben preciso: è stato certamente Socrate il primo grande modello, filosofico e pedagogico, di cura auto formativa attraverso il suo "conosci te stesso", che nell'epoca ellenistica si traduce nella progettazione di esercizi (fisici, pratici, mediativi, spirituali) atti acoltivare l'umanità del soggetto mediante il dire il vero su di sé e la vigilanza delle proprie paure e passioni. Cambi passa in rassegna le diverse forme di cura di sé, soffermandosi sulla funzione della narrazione, sia nella sua caratterizzazione orale che in quella scritta, sia nella sua dimensione autoriale che spettatoriale. Gli studi della narrazione hanno ben sottolineato la sua funzione primaria, fondamentale e permanente del narrare nell'attività di strutturazione del mentale inteso come luogo non solo del cognitivo ma anche del mondo emotivo-affettivo. La narrazione consente al soggetto di attivare la comunicazione intrapersonale, interpersonale e gruppale. I saggi della terza parte del volume, analizzano forme di cura di sé più legate alla condizione antropologica vissuta dall'uomo del postmoderno: attraversare, camminare, errare, possono essere intesi come nuove forme di cura esistenziale per il soggetto debole, multiplo e
incerto della metropolicontemporanea esposto alle tendenze di uno sviluppo socio-economico-tecnologico nonben gestito. Ma queste forme possono assumere una reale valenza pedagogica solo apatto che questi atteggiamenti siano frutto di una pratica auto-riflessiva e auto-formativache mira a decostruire le rappresentazioni dominanti, tradizionali, quali il linguaggiocomune al fine di creare nuovi spazi di sperimentazione di sé. Come si vede la cura di sépassa attraverso varie forme.
John Dewey in Italia. La ricezione/ripresa pedagogica. LetturePedagogiche (franco Cambi e Maura Striano)
In occasione del 150° anniversario della nascita di John dewey nel 2009, l'Italia è stata frai paesi più impegnati nel mondo a celebrare il maestro americano e a rivisitarne l'eredità. Il volume curato da Franco Cambi e Maura Striano si può considerare come l'approdo finaledelle serie di iniziative intraprese; dall'altra fornisce la migliore
chiave di lettura delle ragioni di questo protagonismo italiano. Non si tratta del primo incontro dei due studiosi con l'opera deweyana. Già nel 2003 avevano lavorato insieme ad un dossier monografico della prestigiosa rivista "studi di formazione" dedicato a dewey. Cambi e Striano si concentrano sull'intero ambito storico in cui si sviluppa l'opera di dewey. L'attenzione degli autori si focalizza sul periodo del secondo dopoguerra. Cambi scrive "Dewey si fa interlocutore di una cultura postbellica, si pone come dispositivo culturale assai avanzato nel dibattito politico-culturale e entra in tale dibattito in forma massiccia". Quello che interessa è la ricezione/ripresa pedagogica, ossia la fondamentale operazione culturale di introduzione del pensiero di dewey, attraverso la traduzione e pubblicazione delle sue opere e la loro indagine in saggi e monografie. La ricezione/ripresa pedagogica sta ad indicare una definitainterpretazione storica. Il volume attraverso la chiave di accesso, ovvero una lettura pedagogica, costituisce una via d'accesso privilegiato all'iter storico percorso da Dewey in Italia. Il volume costituisce un contributo a una autobiografia intellettuale della pedagogia laica del secondo dopoguerra. Prospettive pedagogiche tra costruttivismo e realismo (Enricomaria Corbi) recensione di Stefano Oliverio Corbi nel suo testo "Le verità negata. Riflessioni pedagogiche sul relativismo etico" aveva sottolineato l'esigenza che l'idea di verità non scompaia dall'orizzonte pedagogico. Corbi inizia a fissare le ragioni sociali e culturali che hanno sancito il successo dell'opzione costruttivista: i tumultuosi processi di trasformazione sociale che hanno messo al centro dei percorsi esistenziali le idee di auto-orientamento e auto-realizzazione, sicché l'individuo non deve pretendere di modificare la realtà. Ma imparare.A modificare se stesso e asfruttare le risorse immediatamente presenti nel contesto sociale. Il secondo motivo è più squisitamente pedagogico: il costruttivismo sembra rompere con un'imposizione autoritaria l'autonomia dei soggetti in formazione. La terza ragione è stata la consonanza, ovvero gli intrecci/innesti con il pensiero postmoderno e la sua opera di indebolimento. Corbivalorizza Bruner, un Bruner che secondo lui può convergere sulla tematizzazione del dialogo pedagogico e della democrazia come valore etico-epistemico. L'autore ci consegna uno sguardo critico sul costruttivismo pedagogico che ci aiuta a riconoscere sia i suoi "trionfi" che i suoi "limiti". Secondo l'autore si dovrebbero sviluppare un paio di piste che l'autore accenna solamente: quello ad esempio della percezione, come luogo il cui il soggetto incontra il reale.
Michele Corsi, Massimiliano Stramaglia
DENTRO LA FAMIGLIA.
Pedagogia delle relazioni educative familiari. Recensione di Pascal Perillo. L'uomo da sempre sperimenta nuove e numerose forme dello Stare Insieme da cui sono derivate differenti configurazioni delle dinamiche e dei legami parentali in famiglia. Dinamiche che, secondo Corsi e Stramaglia, sembrano fare a meno della Stanzialità ossia della Stabilità Personale. Dentro La Famiglia vede proprio l'intreccio di due voci che formalmente si alternano ma che nella sostanza sono accumunate da un consolidato Framework teorico. Corsi, attento studioso e teorico della questione Educativa, si fa accompagnare nel viaggio "Dentro la Famiglia" da un giovanissimo ricercatore il quale condivideva col maestro la passione pedagogica per il tema delle relazioni educative familiari. Quest'ultima rappresenta il dispositivo con il quale i due autori ci accingono ad entrare Dentro la Famiglia valorizzando la cultura della Stanzialità. Essi si interrogano anche sul reale.significato della famiglia e sui valori che la compongono. Giungono alla conclusione che la Tenerezza è l'ESSENZA della famiglia mentre l'Educazione risulta essere il FONDAMENTO. I due autori fanno della famiglia un laboratorio aperto per cui le loro valutazioni e le loro analisi gireranno intorno alla Vita del quotidiano domestico fatto di relazioni incarnate. E' proprio nelle pareti di casa che bisogna rinnovare la Cultura della Stabilità familiare, della Fermezza Educativa nonché la Cultura del No. Lo Spazio ed il Tempo nel quale il progetto pedagogica degli autori prende forma sono il tempo e lo spazio della Stanzialità: il tempo del riposo e lo Spazio della convivialità. Spazi e tempi che purtroppo non sono garantiti dalla società contemporanea basti pensare alle famiglie Metropolitane le quali sono sempre di corsa per cui il disordine appare la loro caratteristica principale. Significativa appare anche la scelta di Corsi di