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LA RIDUZIONE
La scala è il rapporto di riduzione tra gli oggetti geografici presenti nella realtà e quelli raffigurati sulla carta.
Una carta ben realizzata riporta sempre la scala geografica in forma grafica o numerica.
Non è possibile assicurare la stessa scala all'intera area rappresentata. La stessa misura sulla carta non
corrisponde sempre alla medesima dimensione nella realtà. Inoltre non è sempre rispettata la condizione che
la dimensione di tutti gli oggetti rappresentati sono ridotti nella stessa misura.
Gli oggetti rappresentati non hanno tutti la stessa scala. Siccome la carta deve essere leggibile, spesso per
indicare le città si usa un pallino che occupa una porzione di territorio più estesa di quella realmente
occupata.
Il territorio va ridotto a dimensioni riproducibili sulla carta ma di quanto ridurlo lo decide il cartografo. La
scala è decisiva per stabilire il livello informativo. Più la scala è grande e più informazioni di hanno.
SELEZIONE
La carta non può riportare tutti gli elementi presenti sul territorio ma impone una selezione, per operare una
selezione bisogna stabilire preliminarmente i criteri. La selezione impilca che pochi sono i termini
selezionati e molti quelli deselezionati. La selezione rileva la natura arbitraria e parziale della carta
geografica.
La carta non è una descrizione del territorio ma una interpretazione. Anche quando il cartografo rappresenta
un oggetto geografico si limita a denotarlo(indicarlo) e a connotarlo (attribuirgli qualche carattere).
Un criterio generalmente seguito è privilegiare i nomi delle capitali. Un altro esempio solo le carte coloniali
che nella selezione degli oggetti rispecchiano gli interessi delle potenze occidentali.
Cancellare dalle carte geografiche significa negare l'esistenza e spazzare via la memoria pubblica. “Israele
deve essere cancellato dalle carte geografiche” cit. Ahmadinejad 2005.
Brian Harley → l'importanza dei silenzi della carta, cioè l'assenza di informazioni circa le strutture e gli
elementi geografici. Il silenzio può essere di due tipi:
− assenza di segno, es: mancanza del segno di confine. Durante la germania nazista furono realizzate
sul finire degli anni Trenta molte carte etniche sulle comunità germanofone. Decine di macchie
riempivano la carta d'europa ma il sudtirolesi vennero dimenticati perchè appartenenti a uno stato
amico.
− Omissione di alcuni caratteri peculiari di un oggetto geografico-politico. Negli atlanti spagnoli
veniva omessa la sovranità britannica su Gibilterra perchè considerata dai nazionalisti spagnoli come
un buco territoriale da nascondere.
La selezione degli oggetti da rappresentare sulla carta, che tanto ne condiziona la lettura, deriva dal vincolo
di riduzione. Un vincolo esterno e inevitabile, che tende a mascherare il fatto che all'interno di questo vincoo
il cartografo compie sceltesoggettive.
LA SIMBOLIZZAZIONE
Si dice che la carta è una rappresentazione simbolica perchè utilizza un sistema di simboli per raffigurare gli
oggetti sul territorio.
La cartografia è un linguaggio, permette infatti di comunicare attraverso un proprio sistema di codici vale a
dire un insieme di segni che consente di leggere la carta e viene riportato nelle legende.
Il linguaggio è rudimentale ma il sistema di segni non è molto noto. Il linguaggio della cartografia possiede
un grado di universalità (riconoscità e accettazione diffusa) molto basso. Si può affermare che in linea teorica
il sistema di codici della cartografia fa appello a convenzioni generalizzate che dovrebbero consentire al
destinatario un'immediata decodifica. In realtà è molto meno conosciuto e standardizzato di quanto si creda.
A volte succede che gli stessi atlanti non riportano tutti i segni utilizzati. Inoltre i segni sono raramente
iconici (riproducono l'oggetto rappresentato) ma spesso sono simbolici quindi non richiamano l'oggetto reale
istintivamente.
Le carenze della simbolizzazione cartografica aprono squarci di ambiguità i quali si possono insesire
operazioni di strumentalizzazione. I segni grafici a disposizione del cartografo sono quelli che richiamano a
un connotato politico del territorioe sono riconducibili in 4 categorie:
− i tratti, per indicarele linee di confine statale e di entità amministrative subordinate
− le sottolineature, per indicare le capitali o altri centri con funzioni amministrative
− i caratteri tipografici e le dimensioni delle scritte, ogni categoria ha i propri, per esempio il nome
dello stato sarà scritto diversamente dal nome della regione
− le campiture di colore, per distinguere i territori degli stati
tutti questi segni rimandano allo Stato e al suo assetto amministrativo.
Tra tutte le aree del pianeta quella che lascia una senzazione maggiore di frammentazione politica è l'Europa,
contrariamente è proprio il continente deve l'integrazione sovrastatale ha compiuto i maggiori progressi
grazie all'opera della Comunità economica europea. Nelle carte politiche l'unica entità politica che viene
considerata è quella statale e delle sue emanazioni di livello inferiore(regioni, province) senza riguardo ad
altri soggetti politici come gli organismi sovranazionali o raggruppamenti regionali. Quindi l'unico modo è
incastrare le terrese/Stati per arrivare al quadro completo. La cartografia moderna si è sviluppata in funzione
degli interessi dello Stato (controllare il territorio e facilitare l'autoidentificazione dei cittadini) e non è più
riuscita a cambiare dalla sua condizione originaria.
Se la carta raffigurasse gli elementi materiali presenti sul territorio, sia di origine naturale che antropica
sarebbe la rappresentazione di ciò che l'occhio umano vede. Per gli elementi materiali il cartografo ritrae
quello che ritiene importante. Gli elementi immateriali sono quelli che hanno un significato politico, sono
numerosissimi e presenti anche su carte non specificatamente politiche. Questo fa riflettere sull'importanza
che i produttori di carte geografiche attribuiscono al valore politico del territorio. Nella produzione
cartografica contemporanea è decisivo il riferimento statale, in queste produzioni si ordina il territorio, lo
gerarchizza, lo ripartisce avendo interiorizzato una logica nata ai fini di controllo politico. Queste operazioni
sono naturalmente artificiali e tendono a legittimare sé stesse in quanto tracciare un confine sulla carta
contribuisce a farlo percepire al lettore come un dato scontato e originario del territorio. La simbologia
relativa a elementi politici in uso privilegia lo Stato. Le carte politiche che vengono proposte riproducono gli
spazi politici in un' ottica statocentrica, cioè orientata a valorizzare il dato statale e sottovalutare le altre
dimensioni geografiche della politica.
La carta politica moderna nasce in europa nell'epoca di affermazione degli Stati nazionali.
CAPITOLO 3
Le convenzioni sono uno strumento molto potente perchè tendono a far apparire naturale e scontato ciò che
invece è semplicemente attribuibile a un accordo o a consuetudini e prassi consolidate. Una convenzione
svolge una funzione legittimante, passiva registrando la percezione comune e attiva rafforzando la stessa
percezione o costruendone una nuova.
IL BARICENTRO DELLA CARTA
La terra è rotonda, non ha inizio e fine naturali. Quindi si può osservare il planisfero con qualsiasi continente
al centro. È prassi mettere l'Europa al centro della carta. Certamente non è una prassi neutrale, se l'Europa
fosse messa esterna il lettore la degraderebbe a una penisola del continente euroasiatico. Posta al centro
l'Europa acquista una sua dimensione e una rispettabilità.
LA SUDDIVISIONE IN QUADRANTI
Il cartografo tende ad assegnare ogni tavola a uno stato, confermando l'attrazione per la visione statocentrica,
ma si è costretti a nserire più Stati su una tavola. Come raggruppare Stati su una tavola è un'operazione
altamente arbitraria che si affida alla sensabilità degli ideatori e a convenzioni.
LA NOMENCLATURA TOPONIMICA
I nomi geografici sono soggetti a uso strumentale. Il rilievo politico della nomenclatura toponimica è a volte
implicito nella denominazione ufficiale dello Stato (esempio: cina popolare, urss socialista). Anche le catene
montuose possono cambiare nome (alpi tirolesi 1911, alpi trentine 1917, alpi tridentine 1925 stesso atlante).
L'ORDINE DELLE TAVOLE
Le tavole degli atlanti non hanno un ordine prestabilito e ogni combinazione è possibile, ma questo non
significa è per la comunicazione sia indifferente. Il lettore tenderà istintivamente a percepire il primo
argomento trattato come il più importante e l'ultimo come trascurabile. Inoltre l'indice dell'atlante tende a
legittimare un ordine, una gerarchia che non è affatto naturale ma decisa dall'ideatore dell'opera.
Spesso si usa il criterio di raggruppare gli Stati dello stesso continente, soprattutto nel passato però si
collocavano le colonie subito dopo le tavole del paese colonizzatore.
CAPITOLO 4
Ci sono elementi di una carta che non sono indispensabile ma sono utili per orientare il messaggio da
trasmettere.
L'USO DEL COLORE
Il colore è la prima cosa che si percepisce di un'immagine. Non tutti i colori hanno lo stesso rilievo di
percepibilità e su una carta politica il colore è assegnato a un paese e gli accostamenti con i colori circostanti
variano la percepibilità di quel paese agli occhi del lettore. (Es: in un atlante italiano del 1921 l'Italia e le sue
colonie erano colorate di rosso vermiglio; nello stesso atlante i colori erano assegnati ai paesi posessori di
colonie mentre gli altri erano pari all'Antartide. In questo caso il colore era assegnato per stabilire una
gerarchia). I colori producono un effetto psicologico e simbolico che genera reazioni sensoriali e percettive
quindi condiziona la percezione che il lettore ha degli oggetti presenti sulla carta, alcuni accostamenti
producono effetti piacevoli, altri spiacevoli e altri di indifferenza. Inoltre i colori hanno acquisito significati
convenzionali → rosso pericolo, minaccia
Il colore nella carta fisica fornisce informazioni riguardanti l'altimetria e la batimetria mentre nelle carte
politiche viene utilizzato per evidenziare il territorio, quindi è un artificio comunicativo ed estetico. Il colore
contribuisce ad evidenziare il ruolo dello Stato.
Nel caso di fenomeni quantitativi, il colore introduce una graduatoria (es profondità marine con diversi blu).
Se invece il fenome da rappresentare è di tipo qualitativo l'unica funzione che dovrebbe avere è distinguere
più nettamente gli ogge