Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 220
Caratterizzazione e Funzionalizzazione delle Superfici dei Biomateriali Pag. 1 Caratterizzazione e Funzionalizzazione delle Superfici dei Biomateriali Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 220.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Caratterizzazione e Funzionalizzazione delle Superfici dei Biomateriali Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 220.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Caratterizzazione e Funzionalizzazione delle Superfici dei Biomateriali Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 220.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Caratterizzazione e Funzionalizzazione delle Superfici dei Biomateriali Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 220.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Caratterizzazione e Funzionalizzazione delle Superfici dei Biomateriali Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 220.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Caratterizzazione e Funzionalizzazione delle Superfici dei Biomateriali Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 220.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Caratterizzazione e Funzionalizzazione delle Superfici dei Biomateriali Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 220.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Caratterizzazione e Funzionalizzazione delle Superfici dei Biomateriali Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 220.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Caratterizzazione e Funzionalizzazione delle Superfici dei Biomateriali Pag. 41
1 su 220
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

CHITOSANO: CHITIN DEACETILATA

Il chitosano è un polisaccaride lineare ottenuto trattando i gusci di chitina di gamberetti e altri crostacei con una sostanza alcalina, come l'idrossido di sodio. È composto da D-glucosamina con legami β-(1→4) distribuiti casualmente (unità deacetilata) e N-acetil-D-glucosamina (unità acetilata). Sia la chitina che il chitosano sono polisaccaridi lineari composti da N-acetil-D-glucosamina (unità acetilata) e D-glucosamina legata β-(1-4) (deacetilata unità) distribuiti casualmente, con XY rispettivamente.

Eteropolisaccaridi

Acido ialuronico (HA) L'esempio più semplice è l'acido ialuronico (HA): è formato da due zuccheri diversi con due modificazioni diverse (acetilglucosammina e acido glucuronico). Questa unità formata da due monosaccaridi diversi viene ripetuta in maniera continua; quindi, abbiamo un eteropolimero che riproduce sempre la stessastruttura. Vediamo un primo esempio di utilizzo di un acido ialuronico o meglio dell'acido glucuronico. L'acido glucuronico, avendo il gruppo carbossile, in soluzione acquosa ci dà una carica parzialmente negativa. Pur avendo dei legami di tipi differenti, entrambi sono di tipo β, ma uno è di tipo 1-4, mentre l'altro è di tipo 1-3. Il legame β(1-3) lega i due monosaccaridi che fanno parte dell'unità fondamentale di questa catena, mentre il β(1-4) lega le unità che ci danno il polimero finale. L'acido ialuronico fa parte di una classe più grande di polimeri, i glicosamminoglicani, i quali hanno un acido e un altro zucchero. I glicosamminoglicani hanno una solfatazione, ossia un gruppo solfato all'interno della catena, mentre l'acido ialuronico è l'unico a non avere questo tipo di modifica. HA è un polimero lineare di unità disaccaridiche costituito da GlcA (acido

D-glucuronico) e GlcNAc (N-acetil-D-glucosamina)legati insieme da un legame glicosidico β-(1→3). È un eteropolisaccaride non ramificato appartenente a un gruppo chiamato Glicosaminoglicani (GAG). È l'unico GAG non solfatato. 250-25.000 di tali unità disaccaride basiche sono collegate in una catena polimerica da un legame glicosidico β-(1→4).

HA è una delle molecole più idrofile in natura grazie alla sua struttura e alle porzioni laterali idrofile. La capacità di legare efficacemente l'acqua rende HA perfetto per la lubrificazione di parti mobili come le articolazioni e anche per controllare l'idratazione e il trasporto dell'acqua in diversi tessuti del corpo. Grazie alle sue proprietà idratanti, l'HA ha la capacità di sopportare carichi di compressione in vivo e fornire lubrificazione allo stesso tempo.

Nei mammiferi l'HA è un importante componente GAG del tessuto connettivo, del

liquido sinoviale (articolazioni) e dell'umorvitreo dell'occhio, dove svolge un ruolo importante nella lubrificazione.

La proprietà fondamentale dell'acido ialuronico riguarda l'interazione che può fare con l'acqua: è uno dei polimeri più idrofilici che troviamo in natura (tutti i gruppi laterali sono idrofilici) quindi ha un'ottima interazione con l'acqua. Queste interazioni con l'acqua formano dei legami tra i diversi gruppi che stabilizzano ancora di più la struttura.

Il fatto che l'acido ialuronico riesca a tenere così tanta acqua fa sì che sia un polimero che rimane sempre idratato e che abbia delle funzioni di lubrificante.

Pertanto, in tutte le parti del corpo in cui abbiamo elementi che sono in contatto l'uno con l'altro, l'acido ialuronico crea una matrice piena di acqua che mantiene sempre la minima interazione tra le due parti, per cui si ha sempre un movimento.

continuo senza attriti. Inoltre, si trova in quei tessuti in cui c'è bisogno di una forte resistenza alle compressioni, questo è dovuto al fatto che l'acido ialuronico possiede pochissima fase solida, ma tantissima acqua (è un gel), risultando quindi incomprimibile riuscendo a mantenere bene gli sforzi di compressione.

Entrambi i monosaccaridi dell'unità dell'acido ialuronico sono nella configurazione ß. Questa è una struttura energeticamente stabile perché ogni gruppo funzionale voluminoso (ossidrile, carbossile, acetamido, carbonio anomerico) è in posizione equatoriale stericamente favorevole. La struttura è quindi lineare e rigida.

A pH fisiologico, ogni gruppo carbossilico ha una carica anionica, quindi in soluzione acquosa, l'HA è caricato negativamente e forma sali generalmente indicati come acido ialuronico. Le molecole d'acqua collegano i gruppi carbossilico e acetamido con legami H.

che stabilizzano la struttura secondaria del biopolimero. Tutti i monosaccaridi all'interno, quindi l'acido glucoronico e la N-acetil-D-glucosammina, sono in conformazione β per quanto riguarda il legame che si forma e anche proprio per la carica che si forma sull'acido carbossilico quando si trova in ambiente acquoso e soprattutto a pH fisiologico, si formano questi legami che danno ancora più stabilità alla struttura e ancora più legami secondari. Questi legami che sono dovuti appunto alla idrofilicità e alla carica del gruppo e ricordatevi la configurazione β e i due legami 1-3 e 1-4 e anche i due zuccheri che lo formano. Esistono alcuni microbi che producono l'HA, ma fino a poco tempo fa si estraeva dalla cresta dei galli (perché è una concentrazione estremamente alta, più di 7,5 mg/ml) ora non si fa più così, ma si produce per sintesi. Alginato Gli alginati sono polimeri

anionici tipicamente ottenuti da alghe brune. Gli alginati sono i polisaccaridi non ramificati comprendenti due blocchi copolimerici lineari di α-(1-acido L-guluronico 4) legato (G) e acido D-mannuronico β(1-4)-legato(M). Entrambi i blocchi sono acidi uronici e il gruppo carbossilico è il sostituente più voluminoso. Questo tenderà a rimanere nella posizione più favorevole che è l'equatoriale. Questo, a sua volta, rende la configurazione della sedia la più stabile per entrambi gli zuccheri.

Il secondo polimero è l’alginato, è un polisaccaride costituito da acido guluronico e acido mannuronico. In questo caso però abbiamo una struttura un po’ più randomica. Abbiamo delle parti in cui principalmente abbiamo un tipo di acido, altre parti con l’altro tipo di acido e delle zone in cui abbiamo sia uno che l’altro in maniera non più organizzata: per questa ragione l’alginato

è un po' più complesso in quanto non è organizzato come l'HA, ma presenta diverse strutture e anche diverse proprietà rispetto alla struttura. Vediamo i legami: abbiamo un legame α tra gli acidi guluronici e un legame β tra i mannuronici. Tutti questi zuccheri hanno una buona interazione sia dal punto di vista del solvente acquoso che di determinati ioni di carica opposta, quindi positiva. La quantità di uno o dell'altro monomero fa sì che ci siano delle proprietà differenti. Alginato. Estrazione L'acido alginico viene estratto da diversi tipi di alghe brune nelle zone temperate e tropicali. Per estrarre l'alginato si rompe l'alga in pezzi e mescolato con una soluzione calda di un alcali, solitamente carbonato di sodio per convertire alginato in sale sodico solubile. La soluzione solubilizzata viene filtrata per dividere la soluzione di alginato di sodio dai residui fibrosi di alghe. Il polisaccarideviene precipitato utilizzando una soluzione acida per isolare l'acido alginico dalla soluzione diluita dialginato di sodio. L'acido alginico umido viene quindi essiccato.

Come si estrae l'alginato? Questo deriva dalle piante acquatiche, quindi da alcune alghe: si parte dall'alga e la si fa essiccare, si lavora con carbonato di sodio in modo da convertire quello che è un polimero non solubile in un sale solubile (ovvero l'acido alginico) - ovviamente da qui avremo tutti i residui della pianta, quindi si filtra per avere una soluzione trasparente del solo componente che vogliamo e poi si fa riprecipitare con una soluzione acida in modo da avere il polimero solido da una parte e il solvente dall'altra. Non serve sapere tutti i passaggi, è solo per capire più o meno come si fa. Ovviamente poi bisogna fare asciugare tutta l'acqua che si è assorbita al suo interno facendola evaporare.

Una delle cose principali è il

Rapporto che c'è tra i due acidi, la quantità ma anche l'organizzazione. Questo perché? Questo rapporto dipende dal tipo di alga e la zona del mondo dalla quale proviene.

Il rapporto tra acido guluronico e l'acido mannuronico non è fisso e dipende dalla fonte naturale ed è un importante determinante delle proprietà dell'alginato. La sequenza dei monosaccaridi non è regolare come per l'acido ialuronico. Nella catena possono esserci regioni omopolimeriche (es. poli-b-Dmannuronato) o casuale disposizione dei monomeri.

L'acido carbossilico sostituito in C6 garantisce la solubilità in acqua del polimero. Vedete subito che i due acidi hanno due strutture diverse, una è più lineare e una è quasi chiusa in sé stessa, presenta una forma a C. Questa C se si incontra con un'altra catena forma uno spazio vuoto centrale e questo è particolarmente reattivo con alcuni ioni di e polivalenti.

questo succede perché questo spazio vuoto è ben riempito solo da ioni con determinate funzioni. Qui vediamo il caso più emblematico: Alginato. Crosslinking Il tipo di legame glicosidico rende rigida la struttura dell'alginato. Più guluronato è presente nella catena, più rigido è il polimero. Gli alginati sono polianioni e possono interagire con cationi. I cationi bivalenti e polivalenti possono interagire fortemente con gli alginati e agire come reticolanti. Un modello proposto per questa reticolazione è il modello EGG-BOX. I blocchi di poliguluronato interagiscono anche meglio con ioni di una certa dimensione (Ca) mentre il polimannuronato non può discriminare. Gli alginati con più alto contenuto di guluronato sono più rigidi ma più fragili degli alginati con più mannuronato che sono, al contrario, più elastici. Vediamo uno ione calcio che interagisce con diversi gruppi di diverse catene.Questo è uno dei modi più semplici per polimerizzare l'alginato, cariche di ioni bivalenti, in questo caso positive, che vanno a legare due catene differenti. I blocchi di poliguluronato interagiscono meglio con ioni di una certa dimensione co
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
220 pagine
1 download
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/34 Bioingegneria industriale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher unaltraelena di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Caratterizzazione e funzionalizzazione delle superfici dei biomateriali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Brusatin Giovanna.