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ALTRI PROPRIOCETTORI

terminazioni di Ruffini → info sul senso di posizione e sulla direzione del mov.

• Siti nel tessuto connettivo profondo, capsule articolari e derma

corpuscoli di Pacini → siti nelle capsule articolari

• recettori di Pacini → info su variazioni pressione cutanea, posizione delle estremità e delle

• articolazioni a esse vicine

terminazioni libere → danno origine a sensazioni dolorifiche

APPARATO VESTIBOLARE

contenuto nel labirinto posteriore osseo immerso in un liquido: perilinfa.

:

(R.C qsto liquido può essere soggetto ad infiammazioni: labirintite = mancata funzione delle sensibilità vestibolare; xk

tramite qst liquido vengono mandati i segnali ai muscoli x mantenere l'equilibrio).

UTRICOLO → parte interna: macula utricolare (orientate in orizzontale) → costituita da cellule

recettrici cigliate, immerse in massa gelatinosa contenente minuscoli cristalli di carbonato di calcio:

otoliti.

(se la testa si piega di lato, peso degli otoliti stira le ciglia da quella parte, stimolando le

terminazioni sensitive). Quando un soggetto si muove improvvisamente l'utricolo aiuta a mantenere

l'equilibrio. (es nel salto).

Controlla accellerazioni a liv lineare/orizzontale.

SACCULO → rotondeggiante, sotto l'utricolo. Macule del sacculo orientate in verticale.

Controllo accellerazioni a liv lineare verticale. (es.salire-scendere kn ascensore).

CANALI SEMICIRCOLARI → connettono con utricolo. Sono 3.

ampolla: contiene recettore sensoriale detto cresta ampollare, costituita da massa gelatinosa di

cellule cigliate, detta cupola. La membrana basale di tali cellule fa sinapsi su neuroni sensoriali del

nervo vestibolare. Quando il liquido si muove le creste ampollari trasmettono al SN i movimenti (es

rotazione capo).

CERVELLETTO

da sistema vestibolare info arrivano al cervelletto.

Funzione: coordinazione e precisione del mov.

Favorisce le capacità di anticipazione.

SISTEMA VISIVO

coopera kn sistema vestibolare e propriocettivo.

RETINA → cellule gangliari capaci di segnalare lo spostamento delle immagini.

Segnali inviati ai nuclei vestibolari e cervelletto, dv si combinano kn altre info e assicurano la

stabilità posturale.

Sistema molto impo nel mantenimento della postura; eventuali difetti dei sistemi vestibolari e

propriocettivi spesso possono essere rilevati solo se la visione viene esclusa.

(es. test di UnTerberger)

Ricostruisce l'orientamento spaziale della verticalità e orizzontalità utilizzando riferimenti visivi.

SEGNALI IN CONTRASTO: si verificano quando le diverse stimolazioni sensoriali non sono

congrue tra loro. (es quando si legge in macchina → nausea, vomito, vertigine xk movimento auto e

pagina fissa).

Il soggetto percepisce stabilità dello spazio e del corpo solo se i segnali: visivi, vestibolari,

propriocettivi sono omogenei tra loro; mentre si disorienta e percepisce vertigine se non lo sono.

Qual'è il sistema più preciso?

Sistema propriocettivo → il + rapido

• Sistema visivo → il + preciso

• Sistema vestibolare → il + tardivo, impreciso, ma di emergenza.

STRATEGIE DI MIGLIORAMENTO DELLA CAPACITA' DI EQUILIBRIO:

1. riduzione della base di appoggio

2. instabilità della base di appoggio

3. elevazione della base di appoggio

4. variazione volontaria nell'allineamento dei segmenti

5. preclusione dell'uso vista

6. combinazione di tutti i fattori

CAPACITA' DI COMBINAZIONE

(o di accoppiamento)

Ci consente di integrare efficacemente in un unica struttura motoria movimenti parziali e segmentari

secondo criteri temporali di successione e/o simultaneità. Risultato di questa combinazione: risposte

globali e complesse.

→ Ordina e collega tti gli atti parziali ke concorrono x progettare ed eseguire un'azione.

(es. flessione – estensione braccio)

→ stretta interdipendenza tra: apparato locomotore e SNC

→ associazione controllata e volontaria se in fase di apprendimento; associazione abituale se in fase

automatizza (attivazione pattern)

Dipende da 3 fattori:

1. contrazione sinergica agonisti + decontrazione/rilascio antagonisti

2. timing (scelta di tempo adeguata) x: inizio, durata, fine di ogni movimento

3. differenziazione cinestetica relativa ad ogni singolo muscolo

FATTORI CHE INFLUENZANO:

numero degli atti parziali da combinare

– numero di accoppiamenti contemporanei/successivi degli atti parziali

– grado di automatizzazione del gesto

TIPI DI COMBINAZIONE:

C. parziale segmentaria → associata (stesso piano-direzione-ritmo)

• → dissociata (diverso piano-direzione-ritmo)

C. globale → tte le forme di SMB e gesti sportivi individuali

• C. percettivo-motoria → costante controllo visivo, controllo di un oggetto (es.nei lanci,

• ricezioni)

STRATEGIE DI MIGLIORAMENTO:

esperienze di adattamento in situazioni nuove

– ( es: variazioni attività usuali, tempo, regole, ruolo, ritmo...)

Combinazione e precisione avviene anche nei movimenti segmentari.

M. AGONISTI e ANTAGONISTI= realizzano l'azione

M. SINERGICI = concorrono alla realizzazione di un' azione

Allenare → aumentare la difficoltà progressivamente x avere un miglioramento.

Attraverso la creazione di situazioni di disequilibrio (variazione)

CAPACITA' DI DIFFERENZIAZIONE CINESTETICA

→ ( “cines”: movimento - “tesi”: il senso di )

Ci consente di prendere coscienza del tono muscolare e la relativa capacità di dosarlo al fine di

coordinare il giusto grado di tensione negli interventi segmentari o parziali.

Consente di gestire le giuste alternanze di contrazione e di rilasciamento muscolare ed i dosaggi di

tensione x ogni componente muscolare parziale; ci permette di graduare la forza.

KONZAG → la diff cinestetica nei giochi sportivi esprime il senso della palla e di tti i gesti di

precisione ke possono essere effettuati kn qsta (cm il passaggio e il tiro).

SENSIBILITA' CINESTETICA = trasmette info su grado di apertura/chiusura delle articolazioni e

sul grado di contrazione/rilascio muscolare in situazione dinamica

Da il SENSO MUSCOLARE ED ARTICOLARE del movimento.

Si avvale di recettori:

1. fusi neuromuscolari

2. organi muscolo-tendinei di Golgi

3. propriocettori vestibolari

4. propriocettori articolari

Permette di: percepire, riconoscere, memorizzare le sensazioni muscolari interne k ci danno senso

della posizione e di occupazione dello spazio → e di conseguenza effettuare aggiustamenti/

adattamenti.

TONO MUSCOLARE = 3 tipi

T. BASALE → minimo grado di tensione presente nel muscolo anke a riposo

• T. POSTURALE → atto al mantenimento di posizoni

• T. FUNZIONALE → serve x realizzare i movimenti

Saper gestire capacità cinestetica permette all'uomo di controllare il Tono Funzionale! (utile x

compiere i movimenti)

RILASCIAMENTO MUSCOLARE = è dovuto a mancanza di tensione e della componente

elastico-connettiva k riporta il muscolo nelle condizioni iniziali (prima della contrazione). E'

connesso kn la capacità di elasticità muscolare.

Buona capacità di rilasciamento → consente di risparmio energetico

Buona capacità di differenziazione cinestetica permette di rimanere “decontratti”* quando serve!

*capacità di decontrazione → influenza capacità motorie: forza, rapidità, resistenza.

STRATEGIE PER SCOPERTA DELLA CAPACITA' CINESTETICA:

esecuzioni ad occhi chiusi

– esperienze motorie basate su contrasto statico-dinamico

– esercizi di mira e precisione

– CAPACITA' DI ORIENTAMENTO SPAZIO – TEMPORALE

Ci consente di organizzare i movimenti nella dimensione spazio-temporale.

Spazio e tempo sono le “coordinate” nelle quali avviene il rapporto tra sé e il mondo.

PERCEZIONE → = elaborazione cognitiva delle sensazioni provenienti dagli analizzatori: tattile –

uditivo – visivo – cinestetico.

Punto di partenza x la consapevolezza delle 2 dimensioni (spazio & tempo).

Spazio e Tempo sono in interazione costante. (non separabili x permettere l'orientamento)

Sia Spazio k Tempo si rivolgono in primis all'Io e, in secondo, al resto del mondo

(necessaria prima acquisizione soggettiva e poi cronologica)

Evoluzione dei concetti spaziali:

1. CONCETTI SPAZIALI SEMPLICI

a) = (fino 3 anni) primi elementi di spazio percepiti in riferimento al

SPAZIO TOPOLOGICO

sé (Io)

es: sopra/sotto – davanti/dietro – alto/basso

2. CONCETTI SPAZIALI COMPLESSI

a) = (da 2 a 6) concetti applicati agli oggetti e soggetti

SPAZIO PROSSIMO / PROIETTIVO

es. spazio periferico (lateralità) – spazio occupazionale

b) = relativo allo spazio geometrico

SPAZIO EUCLIDEO

es: distanze – forme – traiettorie

Evoluzione dei concetti temporali:

(difficile da concepire x il bambino xk il Tempo è astratto)

1. CONCETTI TEMPORALI SEMPLICI → riguardano la soggettività

a) = ciò k accade subito (adesso / ora)

TEMPO CONTINGENTE

b) = la durata dipende dalla

TEMPO SOGGETTIVO / PSICOLOGICO / EMOZIONALE

soggettività

2. CONCETTI TEMPORALI COMPLESSI

a) = è uguale x tutti

TEMPO CRONOLOGICO / OGGETTIVO

Orientamento spazio-tempo permette di valutare:

timing azione

– velocità esecuzione

– durata motoria

– distanze e parabole

– spazio necessario x esecuzione movimento

– spazio necessario x realizzare un gesto

– orientamento corpo

– situazione spaziale corpo in rapporto kn il mondo

Strategie di miglioramento:

a) distanza = misurazione di spazi kn il proprio corpo o attrezzi o atto motorio

b) traiettoria = spostarsi su percorsi kn traiettorie vincolanti, parabole, lanci

c) velocità = movimenti di traslocazione a varie velocità

d) durata = vivere la durata temporale attraverso uno spazio percorso, svolgere un compito

CAPACITA' DI RITMIZZAZIONE

E' la capacità che ci permette di organizzare nel tempo le sequenze del movimento,

determinandone: intensità – periodicità – velocità – durata – pause .

(x migliorare la capacità di rimo lavoro su queste condizioni).

(in musica il ritmo = distribuzione dei suoni e della loro durata nel tempo).

Il ritmo è un elemento del mondo naturale; caratterizza alcune importanti funzioni organiche:

respirazione, battito cardiaco, spinte staturali, gesti motori ciclici.

Ciascuno di noi possiede un proprio senso del ritmo. !!!

Ogni azione motoria k compiamo è legata ad un ritmo esecutivo individuale e personale (es. nella

camminata)

Dettagli
A.A. 2016-2017
14 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher micheladelucca di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria e metodologia del movimento umano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Casolo Francesco.