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PARTE V – DAL DOPOGUERRA ALLA CADUTA DEL MURO – L’ETA’ DELLO “SPAZIO STRETTO”
CAP. 13 – DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE ALLA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Lo scoppio della seconda guerra mondiale colse i paesi più industrializzati in una situazione contraddittoria:
ancora indeboliti dalle conseguenze della grande depressione, cercavano contemporaneamente di
incoraggiare i propri imprenditori a sfruttare tutti i vantaggi e le opportunità economiche generate dalle
tecnologie, ormai mature, della seconda rivoluzione industriale. Alla fine del decennio 1930 i settori
industriali capital intensive erano ormai presenti in tutto il mondo e contribuivano a sostenere la crescita
del PIL di molti paesi, anche se importanti differenti nazionali ne caratterizzavano la distribuzione e
l’impatto economico. Complessivamente, però, uno degli esiti più evidenti di questa rivoluzione tecnologica
era la presenza diffusa della grande impresa, un attore economico capace ora di assumere un ruolo
centrale nel processo di sviluppo. Spiccavano tre aspetti distintivi della large corporation: l’ampia
articolazione delle strutture organizzative; la presenza di una constituency complessa, che intrecciava le
esigenze, spesso conflittuali, di attori diversi; infine, l’importanza strategica, sempre più marcata, della
funzione di ricerca e sviluppo. Poi fa un pippotto su ricerca e sviluppo: il processo di innovazione aveva 34
progressivamente assunto una fisionomia istituzionale e diventava parte di network scientifici e tecnologici
nazionali e internazionali: i dipendenti dei laboratori aziendali di R&S mantenevano infatti i rapporti con i
rispettivi doventi e stabilivano una rete diffusa di cooperazione fra le imprese e i dipartimenti di ricerca
delle maggiori sedi universitarie; questo processo di “istituzionalizzazione dell’innovazione” era
particolarmente accentuato nelle economie guida statunitense e tedesca.
La ricerca arrivava quindi ad assumere il carattere di risorsa strategica, soprattutto in quei settori che
basavano il proprio sviluppo su una tecnologia sofisticata. Il possesso delle più avanzate conoscenze
scientifiche e di una tecnologia superiore era fondamentale per la competitività sui mercati interni e
internazionali.
L’industria modellata dalla tecnologia: il ruolo della seconda guerra mondiale
Il funzionamento dei “sistemi nazionali dell’innovazione”, progressivamente strutturati nella prima metà
degli anni venti, venne seriamente messo alla prova nel corso del secondo conflitto mondiale. Questo
impose ai paesi coinvolti un intenso sforzo di mobilitazione industriale, con il rapido accantonamento di
gran parte dei vincoli di bilancio che avevano frenato la ricerca in tempo di pace, sia sul versante pubblico
sia si quello privato.
Durante la guerra gli USA e la Germania furono così in condizione di procedere sulla via dell’avanzamento
tecnologico in diversi settori della ricerca applicata all’ambito militare.
Le più efficienti tra queste innovazioni avrebbero poi avuto effetti importanti in guerra e anche nel
dopoguerra, come nel caso della tecnologia del radar.
In altri casi, le emergenze derivate dalla guerra stimolavano indirettamente la selezione e l’applicazione di
nuove tecnologie, per esempio causando la scarsità di alcune materie prime per le quali si rendeva
necessario individuare validi sostituti.
Nuovi settori per una nuova rivoluzione industriale
Larga parte dell’ondata di innovazioni di prodotto e di processo della seconda rivoluzione industriale aveva
un comune denominatore nella scienza chimica, cui si potevano ricondurre le scoperte e le applicazioni nei
settori chimico, farmaceutico etc etc. Le nuove tecnologie sviluppate a livello industriale dal secondo
dopoguerra – microelettronica, internet, motori jet e trasporto aereo di massa, energia nucleare – hanno
invece la loro base scientifica e di innovazione in processi fisici, e sono accomunate dallo sforzo di superare
i precedenti limiti di spazio, tempo e materia. La terza rivoluzione industriale ha visto la creazione di settori
completamente nuovi e di nuove opportunità di mercato che hanno indotto cambiamenti radicali in tre
ampi cluster di attività economica.
Il primo è quello delle comunicazioni, con l’affermazione di internet e dei moderni sistemi di
telecomunicazione.
La seconda area riguarda invece i trasporti. Queste innovazioni trasformavano dopo la guerra anche
l’aviazione civile, che, potendo contare sulla considerevole riduzione dei costi di trasporto, inaugurava l’era
del trasporto aereo di massa.
La terza area di addestramento delle innovazioni tecnologiche della rivoluzione industriale è quella della
fisica della materia: la bomba atomica. Ma anche energia atomica a fini pacifici nel dopoguerra.
Infine, negli anni cinquanta e sessanta, le sperimentazioni nel campo della biologia molecolare, della
biochimica e della genetica aprivano il campo completamente nuovo di ricerca e applicazione delle
biotecnologie: per la prima volta le cellule erano considerate “piccole fabbriche” per la produzione di
sostanze nuove e naturali.
Come era già avvenuto nel corso delle precedenti rivoluzioni industriali, anche per lo sviluppo di tutti i
settori coinvolti nella terza, il fattore chiave era la disponibilità di un nucleo di tecnologie “generali” o
“multifunzione” (general purpose technology, GPT), punto di partenza per un ampio ventaglio di
applicazioni in diversi processi industriali. Un esempio di GPT è il dispositivo a semiconduttore (il transitor e 35
i suoi successori, il circuito integrato, o microchip, e il microprocessore), che svolge nella terza rivoluzione
industriale lo stesso ruolo che era stato della macchina a vapore nella prima e dell’elettricità e della chimica
nella seconda.
Trend globali
Alla metà del decennio 1950 le tecnologie della terza rivoluzione industriale avevano cominciato a generare
nuove, formidabili opportunità economiche, evidenti dapprima nelle nazioni più avanzate e poi ovunque. Si
parta di un “restringimento dello spazio”, vale a dire la riduzione delle distanze fisiche e l’eliminazione delle
barriere al movimenti di persone e merci, capitali e risorse e, soprattutto, conoscenze e informazioni.
“spazio stretto”.
Nell’ultimo quarto del XX secolo si è assistito a una nuova globalizzazione, testimoniata innanzitutto
dall’incremento del volume e dell’intensità del commercio mondiale. Nelle aree economicamente avanzate
la globalizzazione si è presentata come un processo veloce e relativamente lineare, che ha avuto come
risultato un incremento impressionante del flusso di investimenti esteri effettuati dalle maggiori imprese
mondiali; queste, grazie alle nuove tecnologie, hanno ottenuto un sostanziale abbassamento dei costi di
informazione e supervisione delle proprie controllate.
I mercati finanziari rappresentano un’altra area in cui la combinazione di innovazioni istituzionali e nuove
tecnologie ha avuto come effetto la crescita esponenziale del flusso di risorse finanziarie disponibili a livello
globale per prestiti e investimenti.
Oltre a incidere sul valore e sul volume dei flussi di denaro, merci e investimenti, la globalizzazione ha avuto
importanti effetti anche nel determinare i movimenti e la valutazione del capitale umano.
L’intenso processo di globalizzazione esploso dopo il ciclo negativo degli anni settanta ha quindi provocato
un radicale rimescolamento dello scenario competitivo: imprese e imprenditori hanno subito notevoli
pressioni, che hanno indotto un’evoluzione delle strategie, delle strutture e delle performance
organizzative.
Imprese e imprenditori nell’era dello “spazio stretto”
Le nuove tecnologie della terza rivoluzione industriale hanno dato origine a una gamma differenziata di
risposte imprenditoriali. Le aziende consolidate hanno dovuto rinnovare le loro strategie per riaffermare la
posizione di first mover, mentre si aprivano spazi e opportunità per nuove attività imprenditoriali e nuovi
produttori di nicchia. Questi sviluppo sono ben rappresentati nell’industria elettronica, in particolare nelle
vicende di sue comparti collegati: quello impegnato nella produzione di mainframe e minicomputer e
quello dei semiconduttori. Anche nel caso dell’industria dei computer si riafferma la logica già delineata per
le imprese della seconda rivoluzione industriale, relativamente alla posizione di first mover e all’importanza
dell’apprendimento e della formazione di capacità tecniche, industriali e commerciali.
Poi in sto paragrafo ci sono un po di storie di aziende americane, se vuoi vedi pag. 206.
Nuove forme organizzative?
Come abbiamo fin qui evidenziato, l’introduzione delle nuove tecnologie caratteristiche della terza
rivoluzione industriale ha avuto un impatto rilevante sulle strategie e sulle strutture delle imprese
impegnate a sviluppare, promuovere e commercializzare i nuovi prodotti e servizi. La grande imprese è
uscita rafforzata dalla rivoluzione tecnologica, diventando sempre più globale ed espandendo le proprie
attività su una scala considerevolmente maggiore rispetto al passato. La crescente rilevanza dei settori ad
alta intensità di tecnologia e di conoscenze, con forti investimenti in ricerca e sviluppo, ha enfatizzato
l’importanza dei processi di apprendimento e diffusione della conoscenza all’interno dell’organizzazione. Gli
investimenti in capitale intangibile, che in precedenza rientravano nelle attività di competenza della grande
impresa integrata, ora diventavano vitali per tutte le aziende che volessero operare nei nuovi mercati. Le
maggiori aziende partivano comunque in vantaggio, perché potevano contare su una consolidata pratica di
gestione delle competenze e delle capacità. 36
Se dunque il big business ha riaffermato la sua preminenza anche nella terza rivoluzione industriale,
nondimeno l’emergere di nuovi settori, prodotti e servizi ha causato dei cambiamenti nel comportamento e
nelle strategie delle imprese. L’adozione delle nuove tecnologie a partire dai primi anni settanta ha infatti
spinto verso una riorganizzazione delle strutture: frequentemente si è imposto come una necessità il
decentramento, e questo processo ha premiato le unità produttive di piccole e medie dimensioni a guida
imprenditoriale.
Come abbiamo accennato a proposito degli zaibatsu, i network di imprese legate da processi di
coordinamento informale non sono, storicamente, una novità. L’età dell’informatica e dell’innovazione
digitale ha abbassato i costi di informazione, contribuendo alla formazione di network di produttori
coordinati da una grande impresa.
CAP. 14 – L’EGEMONIA AMERICANA E IL SUO DECLINO
Quando ha termine il se