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•ACCRESCIMENTO DIAMETRICO IN STRUTTURA PRIMARIA
Accrescimento che si realizza in monocotiledoni di grandi dimensioni e notevole consistenza che
sono privi di accrescimento secondario per cui il fusto non è veramente lignificato ed è
fondamentalmente basato su una struttura primaria molto dilatata e con la presenza di un
numero molto elevato di fasci conduttori.
L’accrescimento di diametro avviene solo nelle prime fasi dello sviluppo e una volta raggiunto il
diametro sperato inizia lo sviluppo in altezza con la formazione di un palco di foglie portato in
posizione sempre più elevata.
•LA STRUTTURA SECONDARIA DEL FUSTO NELLE GIMNOSPERME E NELLE ANGIOSPERME
È la struttura definitiva nelle dicotiledoni legnose e nelle gimnosperme; ha consistenza legnosa ed
è principalmente presente in alberi e arbusti.
L’accrescimento secondario deriva dall’evoluzione della struttura primaria per azione dei due
meristemi laterali quali Il Cambio ( cui è dovuto l’aumento del diametro della stele) ed il cambio
subero-fellodermico cui è dovuto l’accrescimento della zona corticale e tegumentale.
Con il termine cambio intendiamo il tessuto meristematico presente tra il legno ed il libro; in
questo modo si viene a formare un cerchio cambiale completo intorno al fusto attraverso al quale
manteniamo all’esterno il floema primario (epidermide, corteccia) ed all’interno lo xilema primario
ed il parenchima midollare.
Le cellule del cambio hanno la capacità di creare cellule dello xilema e del floema, anche se la
produzione di xilema è + abbondante.
•LEGNO SECONDARIO
È differente nelle angiosperme rispetto che nelle gimnosperme; nelle prime è Omoxilo, nelle
seconde è eteroxilo.
- Legno Omoxilo–>formato da tracheidi e fibrotracheidi con scarso parenchima limitato ai
raggi parenchimatici; ricordiamo che nelle cerchie annuali troviamo nel legno primaverile
le trachiedi a lume maggiore, e nel legno estivo le tracheidi a lune ridotto; ricordiamo
anche presenza di canali resiniferi.
- Legno eteroxilo–>formato da tracheidi, trachee,fibre Xilari e cellule parenchimatiche;nel
legno primaverile troviamo trachee di lume maggiore e nel legno estivo scarse trachee,
tracheidi con lume ridotto e fibre xilari.
Ricordiamo che nel caso sia presente un forte contrasto tra la porosità fine del legno estivo e
quella grossolana del legno primaverile, si dice che il legno è caratterizzato da porosità anulare; se
non vi è tale contrato, abbiamo porosità diffusa.
Il numero delle cerchie annuali di legno nel fusto corrisponde al numero di anni di accrescimento
della pianta.
Il legno opera la sua funzione di conduzione solo nella parte più recente ed esterna caratterizzata
da colore chiaro; mentre la parte centrale spesso scura per accumulo di pigmenti, è inattiva in
quanto i vasi sono bloccati.
•FLOEMA SECONDARIO
Costituito da cellule cribrose nelle gimnosperme e da tubi cribrosi nelle angiosperme.
L’aumento di diametro del corpo legnoso centrale implica il fatto che solo il floema più recente
riesce a costruire una cerchia completa, mentre quello più vecchio ed esterno finisce con l’avere
una circonferenza troppo ridotta per riuscire ad avvolgere completamente il fusto.
•CAMBIO SUBERO-FELLODERMICO O FELLOGENO
Questo tessuto meristematico è responsabile della formazione del tegumento del fusto
secondario in quanto, per l’aumento diametrico, l’epidermide risulta insufficiente al suo
rivestimento.
Il fellogeno si origina per differenziazione dal parenchima corticale o dall’epidermide; anch’esso ha
attività dipleurica in quanto produce all’esterno sughero mentre verso l’interno il felloderma.
Il complesso di sughero-fellogeno-felloderma costituisce il Periderma.
Quando avviene la produzione del sughero, i tessuti che rimangono all’esterno vengono isolati e
muoiono, costituendo la scorza.
Con il termine corteccia, dal punto di vista farmacognostico, si intende:
- Cribro secondario
- Cribro primario
- Periciclo
- Parenchima corticale primario
- Felloderma
- Fellogeno
- Sughero
•LA STRUTTURA SECONDARIA DEL FUSTO NELLE MONOCOTILEDONI
I fasci presenti nelle monocotiledoni sono tutti fasci chiusi, quindi un accrescimento secondario
analogo a quello visto per le spermatofite non è presente.
In alcuni casi si ha la comparsa di un meristema secondario che produce tessuto parenchimatico.
•IL FUSTO CASI PARTICOLARI E STRUTTURE DERIVATE
Vi sono alcuni fusti con anatomia e morfologia particolare:
- CULMO–>fusto erbaceo con internodi molto allungati, nodi pieni muniti di meristemi
intercalari.
- SCAPO–>fusto erbaceo privo di nodi e quindi di rami e di foglie, che porta all’apice
l’apparato floreale.
- STIPITE–>fusto colonnare privo di ramificazioni con superficie ricoperta da cicatrici fogliari.
- FUSTO SUCCULENTO–>fusto ingrossato e carnoso per grande sviluppo dei parenchimi
acquiferi; forma cilindrica con superficie verdastra in quanto si ha attività fotosintetica, a
causa della bassa quantità di foglie trasformate in spine.
- STOLONE–>fusto orizzontale che si sviluppa sulla superficie o nel suolo, caratterizzato da
lunghi internodi sottili; sono presenti stoloni epigei (RUNNERS) che sono sottili fusti con
uno o due internodi allungati che crescono sopra la superficie del suolo e possono essere
muniti di foglie squamiformi; vengono anche emesse radici avventizie da cui poi nasce un
nuovo fusto
- RIZOMA–>fusto orizzontale ingrossato sotterraneo da cui prendono origine radici
avventizie verso il basso e al cui apice vi è la gemma destinata a produrre il fusto epigeo.
- TUBERO–>fusto ipogeo poco allungato in cui la forma generale è sferica do ovalare e senza
una chiara distinzione tra nodi ed internodi; si sviluppa generalmente all’apice di un ramo
per proliferazione dei tessuti parenchimatici del floema, della corteccia o del midollo.
- BULBO-TUBERO–>breve fusto verticale sotterraneo molto ingrossato composto da più
internodi e foglie a scaglie; i rami laterali del fusto possono trasformarsi in organi
spinescenti appuntiti oppure in organi prensili.
CLALODI–>Sostituzione foglie (come in pungitopo)che sono in realtà rami appiattiti che hanno
superficie fotosintetizzante.
3. ORGANOGRAFIA –> RADICE, FOGLIA,FIORE
•LA RADICE
In generale la radice è un organo assile,ipogeo, privo di foglie,ramificato ma non articolato in noti
ed internodi;
Le sue funzioni principali sono:
- Assorbimento di acqua e sali minerali, essenziale per la crescita della pianta.
- Ancoraggio al terreno
- Funzione di riserva
- Funzione di propagazione vegetativa
- Funzione fotosintetica in particolari piante tropicali.
La ramificazione della radice è un fenomeno endogeno, ossia le radici laterali derivano dal cilindro
centrale; sulle radici vi è la possibilità di presenza di gemme caulinari che permettono la
formazione di fusti epigei.
–APICE RADICALE
L’apice radicale(quello più in basso) è ricoperto da un cappuccio generato dalle cellule
meristematiche dell’apice stesso; questo cappuccio viene chiamata Cuffia.
L’organizzazione dei tessuti meristematico è diversa a seconda dei gruppi tassonomici:
- Nelle pteridofite, la cellula iniziale è spesso unica e si divide in corrispondenza di tutte le
sue facce
- Nelle gimnosperme vi sono due gruppi di cellule iniziali, l’uno esterno che produce la
corteccia, RIZODERMIDE e cuffia, uno interno che produce il cilindro centrale.
- Nelle angiosperme vi sono più gruppi di cellule iniziali.
- Nelle angiosperme monocotiledoni, uno strato più esterno chiamato caliptrogeno produce
la cuffia, uno strato più interno, il protoderma, che produce la RIZODERMIDE, è a contatto
con le cellule iniziali della corteccia.
- Nelle angiosperme dicotiledoni il dermacaliptrogeno produce sia la rizodermide che la
cuffia, sotto di esso esiste gruppo di cellule iniziali della corteccia e sotto ancora il gruppo
di cellule che produce il cilindro centrale.
Anche nell’apice radicale esiste un centro quiescente dove non vi è moltiplicazione.
In senso longitudinale,la radice presenta portandosi dal suo apice inferiore verso l’alto, parti
diverse che nell’ordine sono:
- Cuffia
- Apice meristematico
- Zona di allungamento
- Zona pilifera
- Zona suberosa
–CUFFIA
Riverse l’apice radicale ed è formata da cellule meristematiche;si sfoglia continuamente verso
l’esterno, perdendo mano a mano le sue cellule + esterne che si rompono e liberano una grande
quantità di mucillagini di natura pectica, che oltre ad esercitare funzione protettiva, favoriscono
l’adesione al suolo e intervengono nei processi di scambio con le soluzioni ed i colloidi del suolo.
NB–>cellule della cuffia presentano anche degli statoliti di amido.
–ZONA DI ALLUNGAMENTO
Definita anche zona liscia in quanto la RIZODERMIDE appare priva di peli radicali; in
corrispondenza di essa avviene l’accrescimento per distensione delle cellule che si differenziano
abbandonando la loro condizione meristematica e formando tessuti definitivi.
Mano a mano che la zona si allunga per attività meristematica, si ottiene la trasformazione in zona
pilifera.
–ZONA PILIFERA
Costituita da tessuti definitivi in stato perfettamente funzionale; il suo aspetto è caratterizzato da
peli radicali sviluppati dalle cellule della RIZODERMIDE; all’interno troviamo una struttura primaria,
anatomia del tutto funzionale che permette alla zona pilifera di svolgere il modo efficiente la
funzione di assorbimento di acqua e sali minerali.
Allo sviluppo di peli radicali nella parte dell’apice al confine con la zona di
accrescimento,corripsonde la caduta di peli radicali più vecchi, per cui la zona pilifera rimane
anch’essa di lunghezza costante.
–ZONA SUBEROSA
Tratto di radice formato dalla zona pilifera dopo la perdita di peli radicali;questa zona non ha
azione assorbente, ed è ricoperta da isoderma, che isola e protegge la radice.
Nella zona suberosa hanno origine le ramificazioni laterali endogene della radice, ciò permette a
questa zona di avere un ruolo importante dal punto di vista dell’ancoraggio e della riserva.
–RAMIFICAZIONE E MORFOLOGIA
La radice primaria deriva dal primordio radicale dell’embrione;le radici che derivano dalla
ramificazione di questa prendono il nome di radici secondarie, che si possono ulteriormente
ramificare a dare radici di ordine progressivamente superiore.
Le radici appaiono allineate lungo file longitudinali.
La radice principale si pu&ogr