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BOTANICA FARMACEUTICA
Esame: scritto con domande aperte
LIBRI CONSIGLIATI: Botanica farmaceutica, fondamenti di fitochimica
Prof: Bruno Tirillini
La botanica studia le piante. La botanica farmaceutica è una botanica applicata alle erbe medicamentose. La botanica farmaceutica si compone di una parte generale in cui si considerano i principali aspetti morfologici e funzionali del mondo vegetale e di una parte sistematica in cui si descrivono tutte le piante sistemando secondo un ordine logico e si trattano soprattutto quei gruppi di piante che hanno impiego terapeutico. La farmacognosia è la disciplina che studia le piante medicinali.
PROGRAMMA GENERALE:
- Principi generali di biologia vegetale, tessuti meristematici, tegumentali, meccanici, conduttori, secretori.
- La radice: struttura primaria e secondaria, sue modificazioni.
- Lo stelo: struttura primaria e secondaria, sue modificazioni.
- La foglia e le sue modificazioni.
- Il fiore e il frutto.
PARTE SISTEMATICA:
- Uso delle chiavi dicotomiche per l'identificazione delle specie vegetali.
- Descrizione delle principali famiglie di importanza farmaceutica.
FITOCHIMICA
sengono descritte le principali classi di composti chimici presenti nel fitocomplesso
- Carboidrati: monosaccaridi, disaccaridi, oligosaccaridi (triaccaridi, tetrasaccaridi, omologhi superiori), polisaccaridi (cellulosa, amido, fruttani, polisaccaridi del momarino, polisaccaridi pectici, chitina, ecc.)
- Composti contenenti azoto: ammine, composti cianogetici, alcaloidi (tropanici, piroolidicinici, pirolli, ) xantine, betaini
- Composti contenenti zolfo: gliosionolati, ditioacileosalidini, tioeni
FASI DELLO STUDIO DELLE PIANTE
La scelta delle piante da studiare si basa sulla etnomedicina in alcuni paesi venivano studiate delle piante e le informazioni venivano tramandate oralmente. Allora alcuni chimici hanno iniziato degli studi in questi paesi per prendere delle informazioni su queste piante, in seguito vennero fatti degli studi scientifici su queste piante. Il primo aspetto dello studio riguarda la ricerca di fitochimici. L’analisi chimica ci seleziona il gruppo di piante da studiare. Il secondo aspetto è quello di mettere la piante nel laboratorio e capire da quali sostanze sono formate e vedere quali molecole ci sono nelle piante. Questo è la fase fitochimica. Se c’è la fase tecnologica, cioè vedo come possiamo usare le sostanze in un tonico, in seguito c’è la fase farmacologica, cioè vedere come le molecole agiscono. Infine c’è la fase clinico, cioè la presentazione all’uomo.
Alcuni termini importanti:
- Droga: parte della pianta che viene utilizzata per la terapia.
- Le parte della pianta che posso utilizzare varia a seconda della terapia.
- organuli e altre suddivisioni interne, non quindi assenti i mitocondri, il reticolo endoplasmatico,
- il materiale contenuto è disciolto nel nucleoide
- la parete esterna è per lo più formata da peptidoglicani
- si riproducono attraverso la scissione binaria.
Benché generalmente non vi siano strutture interne limitate da membrane, nei cianobatteri si trovano numerose strutture membranose dette mesosomi. Questi contengono una maggior parte dei citocromi e degli enzimi respiratori, contengono gli enzimi per la sintesi di numerosi composti utili alle piante e intervengono nella duplicazione della cellula procariotica.
La cellula procariotica ha una struttura estremamente semplice. All’esterno, a ridosso della membrana citoplasmatica o plasmalemma, si trova quasi sempre una parete.
All’interno della parete può essere presente un rivestimento esterno variabile come composizione che può essere indicato con nomi differenti (capsula, glicocalice, strato mucoso.)
dalla cellula possono sporgere strutture quali flagelli e pili.
Alcuni procarioti presentano inoltre delle strutture dette prostecchie, che sono prolungamenti sottili della cellule, delimitati dalla parete.
La membrana batterica è nelle cianoficee nel processo di divisione cellulare, nella formazione del setto e nella segregazione dei cromosomi, nelle cellule figlie.
Questa compito è svolto da una particolare struttura detta mesosoma. Si ha l’immaginazione della membrana cellulare alla quale è attaccato il cromosoma.
All’interno del plasmalemma, nei procarioti possono essere presenti più o meno approfondite e la localizzazione è il citoplasma in cui risiede il nucleoide (se ce può essere anche più di uno) e altre materiali genetici costituiti da plasmidi da ribosomi, da particelle di vario tipo proteine, sostanze di riserva e diverse molecole (zuccheri, acidi organici e inorganica, nucleotidi, ioni).
psicologia, riproduzione, cicli ontogenetici. Inoltre tiene conto delle
esigenze ecologiche e della distribuzione geografica. Studia le possibili
origini evolutive ed indaga sui rapporti filogenetici esistenti tra gli
organismi. La sistematica non è stabile e tanto meno definitiva, ma
subisce aggiornamenti via via che nuove conoscenze si aggiungono a quel
che già è acquisito, grazie alle più recenti metodologie di ricerca.
La tassonomia si occupa di stabilire i criteri utili per raggruppa-
re ed ordinare gerarchicamente in un sistema classificato le unità
naturali di diversità individuale (taxa singoler taxon) sulla base
del complesso dei dati raccolti dallo studio sistematico.
Se il compito della sistematica è quello di individuare i gruppi na-
turali di diversità, quello della tassonomia è di ordinarli in insie-
mi (taxa) di ordine crescente, assegnando nomi scientifici.
L’unità tassonomica elementare è la specie che sulla base della
nomenclatura binomia di Linneo, viene indicato con un binomio
di vocaboli latini (in corsivo); il primo indica il genere a cui la
specie appartiene e si scrive con l’iniziale maiuscola. Il secondo
(epiteto specificativo) si scrive con la lette-
ra minuscola. Al binomio poi, si fa seguire il nome dell’autore che
le ha descritte per prima la specie (Es. Castanea sativa Miller)
La specie è considerata l’elemento di base, ma non costituisce il
più basso rango tassonomico, esso può avere delle categorie subordinate
(sottospecie, varietà, forma ecc.). Le specie sono raggruppa-
te in taxa di livelli progressivamente superiori: genere, famiglia,
ordine, classe, divisione.
interno S2 e uno più interno S3 (più mimore).
In un complesso cellulare c’è un certo diaologo tra le cellule di aredele grazie a sistemi detti apoplasto e simplasto.
APOPLASTO: per le proprietà idrofila dei suoi componenti (cellulosa, emecellulosa, pectine) le pareti cellulari è permeabile all’acqua. L’acqua può agevolmente fluire attraverso le pareti cellulari senza dover meccanicamente attraversare membrane ed entrare quindi nel protoelplasto. L’apoplasto è pertanto costituito dall’insieme delle pareti che non sono state rese impermeabili all’acqua a causa di modificazioni commi sottople (le lignificazioni e cutinizzazioni ma ablerificazioan). L’apoplasto comprende quindi il lume degli ele- menti vascolari, entro cui l’acqua può liberamente fluire con la cosetta transpirastia.
SIMPLASTO: È l’insieme dei protoplasti comunicanti tra loro. Esso è dato dalle cellule adiacenti il cui citoplasma (ovvero la matrice liquida in esso contenute) è in comunicazione attraverso dei ponti (nelle pecifice mettono in comunicazione il reticolo endopls- matico di due cellule adiacenti) chiamati plasmodelmsi. L’acqua che è trasportata per via simplastica non più fluire liberamente come nell’apoplasto; segue delle vie: o atraverso les membrane o attraverso i plasmodemi.
S3 dunque rappresenta la regione interna di regolazione del flume di H2O e dello sostanze da la piante normale attraverso la radici.” Invertie in altri distretti della pianta le vedanba di domani sim- plastica indicisla i’insieme di cellule che sono in relazione tra loro per gli scambi di sostanze conqu regolatori di crescita, ioni, zuccheri cresto una certta plasticità dei domani simplastici Ad esempio le cellule delle foglie sono isolate dal simplasto delle cellule epidermidale della foglia.