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PLASTIDI
Tipologie:
1. cloroplasti, di colore verde, vi avviene la fotosintesi
clorofilliana, di due fasi, costituiti da un sistema di
membrane. La prima fase o fase luminosa avviene nelle
membrane dei tilacoidi (pseudomembrane costituite da
tilacoidi), che consiste nella produzione di energia e di
potere riducente sotto forma di NADH+.
Nello stroma avviene la fase oscura (o ciclo di Calvin) di cui il primo
impiego è la rubisco (proteina più presente dal punto di vista
quantitativo sul pianeta).
Si produce molto alfa glucosio che verrà trasformato in amido
primario, sarà poi idrolizzato e prenderà la via del floema, il quale
porta acqua e zucchero ai tessuti di riserva (dentro gli amiloplasti)
infine si ripolimerizza.
2. Cromoplasti: plastidi che contengono carotenoidi; sono di
due tipi:
▪ cromoplasti veri e propri
▪ cromoplasti derivanti dalla degenerazione dei cloroplasti, i gerontoplasti
3. Leucoplasti quando si riempiono molto di amido primario e diventano granuli di amido
(amiloplasti), possono essere studiabili
Ezioplasto: Plastidio di una pianta eziolata: pianta fatta crescere al buio, così la pianta
4. invece di essere verde sarà gialla. Piante hanno sistema di pseudo membrane (le stesse dei
cloroplasti) chiamate corpo prolamellare- esposti alla luce diventano tilacoidi…
Amido
Polimero dell’alfa glucosio (prodotto nella fase oscura), riconoscibile dal carbonio 1 e 4 (H e OH
stanno nella stessa posizione) permette un legame alfa 1-4 glicosidico (comporta un
allontanamento della molecola d’acqua e così i due gruppi si legano).
Esiste in due forme
o Amilosio: catena lineare di molecole di
alfa glucosio legate con legame 1-4
o Amilopectina: catena centrale di amilosio,
glucosio legato con legame alfa 1-4,
presenta però delle ramificazioni- alfa
1-6); è molto più digeribile perché
essendo ramificata offre una maggior
superficie all’alfa amilasi per essere
digerita
È insolubile in acqua, ma se messo in acqua calda si forma una struttura colloidale (a 70 gradi),
ossia salda d’amido
5. Proteoplasti: granuli specializzati contenuti solamente nelle cellule
vegetali; sono di colore bianco, rari e contengono proteine; se presenti lo
sono nei semi (alla germinazione dei semi, i prodotti bio, ad esempio, lo
sono perché non hanno contatto con il terreno per prendere l’azoto che
necessitano, lo prendono infatti dalle proteine che stanno o nei
proteoplasti o nei granuli di aleurone; sono un tipo di plastidi e
appartengono alla famiglia dei leucoplasti (plastidi di riserva).
6. Lipidoplasti: la loro funzione primaria è l'accumulo di lipidi, benché tale
funzione sia l'eccezione piuttosto che la regola nei vegetali. Hanno origine
dal disfacimento dei cloroplasti. Sono costituiti da una doppia membrana
che contiene le gocce lipidiche.
D
A CHE COSA DERIVANO I PLASTIDI ADULTI NELLA PIANTA
Vi sono due tipologie di cellule vegetali: adulte e quelle che rimangono per sempre adulte (staminali);
possiedono i proclastidi, quando le cellule si dividono per formare le cellule adulte questi si trasformano in
plastidi veri e propri;
I proclastidi sono molto simili ai batteri (a testimonianza della veridicità della teoria endosembiotica). Un
tempo si pensava che la luce fosse un qualcosa che stabiliva se un plastido dovesse trasformarsi nelle varie
forme in cui esiste, ma oggi si sa che non è vero (es epidermide vegetale costituita da cellule che
contengono proclastidi, i quali sono sempre a contatto con luce, ma non si trasformano mai; le radici delle
piante bianche pur essendo messe a contatto con luce non diventano verdi): la loro genesi dipende invece
dall’impronta genetica.
MITOCONDRI
Sono le centrali energetiche di cellule animali e vegetali, dove avviene la respirazione cellulare, durante la
quale si formano i radicali liberi dell’ossigeno, ma se sono troppi bisogna utilizzare antiossidanti. Hanno una
membrana esterna ed una interna, la quale si ripiega su se stessa per aumentare la superficie
LISOSOMI
Contengono enzimi litici, che degradano macromolecole che all’interno della cellula non servono più e sono
arrivate alla fine della loro vita e scopo. Posso incombere in malattie genetiche che portano alla distruzione
dei lisosomi e che comporta la digestione della cellula sana
PEROSSISOMI
Contengono l’enzima perossidasi, il quale porta alla distruzione del perossido di idrogeno. La loro mancanza
porterebbe alla diffusione dell’acqua ossigenata e al danneggiamento della cellula.
CHITOSCHELETRO
formano una impalcatura, dando forma e consistenza alla cellula eucariote e danno sostegno anche nel
nucleo. Gli elementi principali sono i microtuboli, che formano il fuso mitotico, contenete i cromosomi.
Dimensioni di 25 nm e costituiti da tubulina.
RIBOSOMI
Costituiti da rna ribosomiale, si formano all’interno del nucleolo (dove si formano i tre tipi di rna)
NUCLEO
Delimitato da una dobbiamo membrana nucleare con la presenza di pori, che permettono l’uscita dell’rna
ribosomiale. Nel regno vegetale, abbiamo cellule che continuano a dividersi continuamente, chiamate
CELLULE STAMINALI VEGETALI. Le cellule vegetali adulte hanno una parete cellulare, prevalentemente
formata da carboidrati e proteine. È da immaginare com è una scatola rigida che contiene la cellula,
perfettamente adesca alla parte cellulare. Le cellule vegetali adulte NON SI DIVIDONO MAI e sono SEMPRE
IMMOBILI. La vediamo al microscopio praticamente vuota, perché dentro la cellula vegetale adulta c’è un
organulo molto grande che si chiama VACUOLO, delimitato da una membrana biologica ed è pieno di una
sostanza acquosa, chiamata SUCCO VACUOLARE, contenente anche i metaboliti secondari. La sua presenza
fa sì che il citoplasma e gli organuli sono confinati vicino la parente cellulare, favorendo gli scambi.
SFEROSOMI
Organuli citoplasmatici con forma sferica abbondanti negli organi di riserva specialmente nei semi.
PARETE CELLULARE
La parete cellulare circonda la cellula adulta: possiamo considerarla come una scatola rigida al cui interno è
perfettamente adattata la membrana cellulare.
Le cellule meristematiche/staminali (ovvero quelle che non muoiono mai) possiedono una parete
sottilissima che gli permette di dividersi per mitosi.
Essa è costituita da:
• Carboidrati
• Alcune proteine
A differenza di quella animale, inoltre, la cellula vegetale adulta non si divide più.
UTILITÀ DELLA PARETE CELLULARE
La parete cellulare, che contiene l’acqua nelle cellule vegetali, impedisce alla cellula di esplodere durante il
suo accrescimento, in seguito ad assorbimento eccessivo di acqua.
• Il succo cellulare/vacuolare ha una concentrazione di soluti molto più alta rispetto all’acqua che sta
attorno alla cellula, in natura esiste però il fenomeno dell’osmosi: passaggio di acqua da una
soluzione più concentrata a una meno concentrata con lo scopo di diluire quella più concentrata,
fenomeno nel quale la membrana funge da setto poroso), al fine di riequilibrare il sistema.
• Negli animali ciò non avviene in quanto l’acqua che sta nei tessuti ha la stessa concentrazione
dell’acqua nelle cellule.
I vegetali, non avendo uno scheletro, si sorreggono grazie alla somma delle rigidità di tutte le pareti
cellulari di cellule specializzate dedite a questo compito.
La parete cellulare rappresenta, infine, una barriera all’ingresso di piccoli microorganismi e si difende
producendo dei segnali chimici (fenoli) per indurre la pianta a produrre molecole sempre più potenti e
potersi difendere.
FORMAZIONE DELLA PARETE CELLULARE
Essa inizia a formarsi nel momento in cui la cellula staminale si divide.
Cellula batterica: nella divisione batterica il setto che separa le due cellule figlie nate da una divisione
cresce dalla periferia verso il centro;
Cellula vegetale: si divide per un setto che inizia dal centro e si allarga verso la periferia (setto= piastra
cellulare dedita all’allargamento; non esiste in quella animale)
Formazione della piastra cellulare (stampo su cui si forma il primo strato della
parete cellulare): si raccolgono una serie di vescicole, provenienti dal Golgi,
destinate a fondersi insieme e a dare origine alla piastra.
La mitosi, ovvero il processo che permette la formazione della parete cellulare, è
costituita dagli stessi step di quella animale:
a. Profase
b. Metafase
c. Anafase
d. Telofase – inizia la formazione della piastra cellulare: il fuso mitotico deve
essere ben sviluppato, con i due nuclei figli perfettamente separati che
stanno ai due poli del fuso.
Contemporaneamente alla formazione della piastra cellulare vi è anche la
scomparsa in quei punti del fuso mitotico, mentre si forma in maniera più
densa in quei punti in cui la piastra cellulare non è ancora ben sviluppata
(fuso mitotico così modificato prende il nome di fragmoplasto).
I microtubuli del fragmoplasto trasportano in continuazione vescicole
provenienti dal Golgi (o dictiosoma nella cellula vegetale), tali vescicole
liberano il contenuto che verrà poi distribuito dalla piastra cellulare
(sostanze peptiche/pectine come acido galatturonico).
L’involucro delle vescicole sarà invece utile per la
formazione della membrana cellulare delle due
cellule figlie nascenti.
Il primo strato della parete cellulare (lamella
mediana, utile a tenere insieme le cellule in un
tessuto) quindi si formerà durante questa fase. La
parete cellulare, fatta di strati, si accresce
dall’esterno verso l’interno (lamella=strato più
esterno) in direzione centripeta
.
C ITODIERESI
Durante il processo della divisione della cellula meristematica si otterranno due cellule figlie:
• Una rimarrà meristematica;
• L’altra invece inizia un accrescimento per distensione (cellula si distende e raggiunge il volume e le
dimensioni che deve avere) e poi si differenzia.
All’interno della lamella mediana durante l’accrescimento si forma la parete primaria (secondo strato
parete cellulare), verso il centro della cellula. Nella parete primaria vediamo comparire la cellulosa
(costituita da beta glucosio), più nello specifico si tratta di microfibrille di cellulosa, in quanto è presente in
quantità ridotte.
Essa può essere immaginata come un insieme di fasci di microfibrille di cellulosa e di microfibrille di
emicellulosa (costituite da polimeri di zuccheri esosi e pentosi) che formano un intreccio reticolare molto
denso, il quale è immerso in una matrice gelatinosa, fatta di sostanze peptiche.
Il compito dei fascetti di emicellulosa è quello di tenere uniti fra loro i fascetti di cellulos