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LA CELLULA VEGETALE.
Nelle cellule di tutti gli organismi viventi è indispensabile che si crei una superficie di scambio il più ampia
possibile: il rapporto superficie-volume (cioè la superficie relativa della cellula, attraverso cui avvengono
gli scambi) deve essere più grande possibile. La cellula vegetale però ha alcune caratteristiche che ci
permettono di differenziarla da quella animale.
Al microscopio possiamo riconoscere le cellule vegetali perché al loro interno distinguiamo tanti piccoli
organelli chiamati cloroplasti che tendono ad aumentare la superficie relativa; nelle Alghe, piante molto
primitive, spesso troviamo solamente uno o due cloroplasti, mentre nelle piante superiori è presente una
maggiore quantità di cloroplasti che aumenta la capacità della cellula di orientarsi verso la luce (i
cloroplasti, infatti, possono orientarsi nel citoplasma).
Le foglie di un albero sono milioni, in modo da aumentare le superfici di scambio. I tessuti delle singole
foglie sono formati da cellule molto piccole: sulla porzione superiore la funzione principale è quella
fotosintetica (nelle piante dicotiledoni si nota una differenza anche ad occhio nudo fra le due facce della
foglia), mentre sulla porzione inferiore della foglia gli spazi intercellulari sono maggiori, per favorire gli
scambi gassosi. Nelle foglie dicotiledoni il tessuto fotosintetico della faccia superiore della foglia è detto “a
palizzata” perché le cellule sono molto ravvicinate fra loro.
Osservando una singola cellula con un microscopio molto sensibile si può distinguere il vacuolo, pieno di
liquidi o sostanze utili alla cellula (alcaloidi, cristalli, metaboliti o, nelle piante iperaccumulatrici, metalli
pesanti). Il vacuolo occupa la porzione centrale della cellula e permette a questa di svilupparsi in
dimensioni maggiori (poiché, a differenza di altri organelli, non ha bisogno di energia per svolgere la sua
funzione). Inoltre, il vacuolo spinge il materiale che metabolicamente richiede energia verso la parete
esterna della cellula, facilitando l’assorbimento di sostanze e la comunicazione con le cellule vicine.
La comunicazione fra diverse cellule vegetali adiacenti avviene attraverso i plasmodesmi: canali in cui
passa un tubulo del citoscheletro, che attraversano le pareti cellulari.
I primi organismi vegetali ritrovati sono organismi Procarioti, è attraverso un lungo processo di evoluzione
che sono nati gli organismi Eucarioti:
Nei Procarioti non è presente una compartimentazione, il nucleo non è presente, ma si può
distinguere solo un nucleoide che contiene la molecola circolare di DNA. La struttura dei Procarioti
risale a 3,5 miliardi di anni fa, quindi non sono presenti nemmeno i pigmenti fotosintetici.
Nei Procarioti fotosintetici sono presenti alcuni pigmenti legati alle membrane che hanno la
capacità di operare la fotosintesi (i Cianobatteri, anche chiamati Alghe azzurre, sono Procarioti
fotosintetici che vivono in colonie. Nella colonia solitamente si trovano cellule non colorate dette
eterocisti, in grado di accumulare azoto molecolare e di mantenere in vita la colonia anche in
assenza di ossigeno. Gli eterocisti sono presenti anche in molti altri organismi che hanno proprietà
di azotofissatori come la Felce acquatica, inoltre si possono utilizzare nell’agricoltura di specie
acquatiche come fertilizzante naturale, per esempio nelle risaie).
L’Eucariote fotosintetico unicellulare: a partire da questa fase dell’evoluzione possiamo distinguere
una compartimentazione a livello degli organelli cellulari, circondati da una o due membrane. gli
organismi Eucarioti unicellulari presentano un nucleo ben delimitato, con un grande unico
cloroplasto a coppa e un pirenoide, sito preferenziale di accumulo di amido dentro al cloroplasto (il
cloroplasto ha la doppia funzione di portare a compimento la fotosintesi e di accumulare l’amido,
quindi ha bisogno di un’ulteriore organizzazione interna; nelle piante superiori queste due funzioni
si trovano in cellule diverse specializzate). Secondo la teoria endosimbiotica, il passaggio da
Procarioti a Eucarioti fotosintetici può essere interpretato come il risultato dell’inglobazione da
parte di un Eucariote ancestrale di un Procariote (il mitocondrio) e di un Procariote fotosintetico
(un Cianobatterio); questa mancata fagocitazione è alla base della conquista della terraferma da
parte dei vegetali circa 450 milioni di anni fa.
I vegetali superiori, organismi ben organizzati ed evoluti, sono frutto di una simbiosi molto antica
che ha permesso la colonizzazione della terra emersa. Sono organismi fotosintetici pluricellulari; le
loro cellule si sono specializzate per svolgere diverse funzioni e permettono la divisione
dell’organismo in tre parti fondamentali con diverse funzioni (radici, fusto e foglie). In ogni cellula
fotosintetica sono presenti non solo nucleo, reticolo endoplasmatico ed apparato del Golgi, ma
anche vacuolo e cloroplasti (nelle cellule non fotosintetiche dei petali non sono presenti cloroplasti
ma cromoplasti, nelle radici sono presenti amiloplasti). Le cellule degli attuali organismi
pluricellulari sono simili a quelle degli eucarioti unicellulari, ma sono specializzate a svolgere una
determinata funzione, utile alla vita dell’organismo di cui sono parte (per esempio le cellule delle
foglie di mais sono fotosintetiche come quelle di molte Alghe unicellulari, ma a differenza di queste,
facendo parte di un organismo complesso, dipendono da altre cellule per l’acqua, i minerali e la
protezione dal disseccamento).
Differenze fra cellula animale e vegetale
Molti degli organelli presenti nella cellula animale appaiono molto simili a quelli della cellula vegetale, ma
fra queste due esistono alcune differenze:
La presenza del vacuolo nelle cellule vegetali (sostituito dai lisosomi nella cellula animale)
La presenza della membrana cellulare nelle cellule vegetali
La presenza di plastidi nelle cellule vegetali (sede di molte funzioni metaboliche della pianta)
La presenza di lisosomi nella cellula animale
Alcune diversità nel processo di divisione per mitosi (fra cui l’assenza di centrioli nelle cellule
vegetali, che conferiscono al fuso mitotico una forma più tozza e meno appuntita).
Gli organelli della cellula vegetale non restano fermi, ma si muovono scorrendo sul citoscheletro a causa
delle cosiddette correnti citoplasmatiche, o ciclosi.
Si indica con il termine protoplasto l’insieme di citoplasma (composto da organelli, sistemi di membrane e
ribosomi sospesi nel citosol, e delimitato dal plasmalemma) e nucleo, privo di membrana e parete
cellulare. All’interno del citoplasma possiamo anche trovare delle cavità piene di liquido dette vacuoli,
delimitate da una sola membrana, il tonoplasto.
Per studiare i trasporti della cellula vegetale è indispensabile utilizzare enzimi che siano in grado di
digerirne la parete cellulare. È utile ottenere protoplasti in vitro perché alcune cellule vegetali mantengono
la loro capacità di riproduzione totipotente per tutta la vita e possono essere indotte alla produzione di
particolari tipi di cellule a scopi farmaceutici o di floricoltura.
Nucleo delle cellule vegetali
Il nucleo delle cellule vegetali non è molto diverso da quello delle cellule animali, ma ha alcune
particolarità. Le piante hanno un metodo di accrescimento diverso perché agli apici del tronco e delle radici
mantengono gruppi di cellule totipotenti che garantiscono la crescita durante tutta la vita (nel corpo di un
essere umano adulto non sono presenti cellule totipotenti, infatti la crescita si arresta, mentre quando
formiamo una talea di una cellula vegetale sfruttiamo le cellule totipotenti di questa per permetterle di
ricrescere). Il nucleo giustifica la potenzialità dei vegetali di riprodursi anche in vitro a partire da un
espianto anche molto piccolo posto in opportuni ambienti di crescita (ricchi di sali minerali) che sono
idonei allo sviluppo di un callo e, successivamente, di una nuova pianta completa.
Le cellule totipotenti rimangono sempre in ciclo di riproduzione; quando devono diventare adulte e
specializzarsi sviluppano la parete cellulare, il vacuolo e i plastidi (che diventeranno cloroplasti) per le
foglie, piuttosto che una parete lignificata nelle cellule del fusto.
Schema tridimensionale della cellula vegetale
Se osserviamo una sezione della cellula vegetale, noteremo sicuramente alcune caratteristiche principali:
- La parete cellulare, formazione semirigida, all’esterno della membrana plasmatica. Esistono dei
canali citoplasmatici detti plasmodesmi che attraversando lo spessore della parete (tramite
perforazioni chiamate punteggiature) connettono i protoplasti di cellule adiacenti (continuità
citoplasmatica, nota come simplasto). I plasmodesmi hanno una struttura piuttosto complessa:
attraverso un plasmodesma non passa solo la membrana plasmatica, ma anche un tubulo di
reticolo endoplasmatico, chiamato desmotubulo, che è in connessione con il reticolo della cellula
adiacente. Il trasporto via plasmodesma avviene tramite il manicotto citoplasmatico che circonda il
desmotubulo stesso. I plasmodesmi permettono il passaggio di acqua, soluti e molecole a basso
peso molecolare. Più plasmodesmi possono essere riuniti nella parete primaria in un campo di
punteggiature primarie. I plasmodesmi non sono dei semplici canalicoli, ma sono punti di passaggio
selettivi, ed il flusso simplastico può essere modulato dall’anello contrattile, presente ai due lati e
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formato da proteine Ca sensibili.
- I cloroplasti discoidali, localizzati nello strato di citoplasma subito al di sotto della parete;
- Il vacuolo, delimitato dal tonoplasto, che occupa gran parte del volume della cellula ed è
attraversato da alcune briglie di citoplasma;
- Il nucleo delimitato dall’involucro nucleare e contenente il nucleolo. Il nucleo ha un’organizzazione
molto complessa (eterocromatina / eucromatina, proteine istoniche / non istoniche) ed ha
molteplici funzioni: controlla lo svolgimento delle attività della cellula, determinando quali
molecole proteiche debbano essere prodotte e in quale momento; racchiude la maggior parte
dell’informazione genetica della cellula e la trasmette alle cellule figlie con la divisione cellulare.
Alcune specificità del nucleo della cellula vegetale sono: l’organizzazione spaziale della cromatina (che può
presentare diverse tipologie), i meristemi (che permettono differenziazione e accrescimento indefinito e
assenza di distinzione tra linea generativa e linea somatica), totipotenza e rigenerazione.
La mitosi nella cellula vegetale
Quando la cellula va in mitosi si ha una progressiva condensazione della cromatina e la comparsa dei
cromosomi, le cui molecole di DNA portano l’informazione genetica. Diverse piante hanno diversi numeri
di cromosomi (per esempio il frumento ne ha 42, mentre un tipo di