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COSA PASSA NEL PLASMODESMA???
Il plasmodesma è una struttura attiva che permette il passaggio di RNA e gioca un ruolo nella
coordinazione delle fasi di sviluppo e crescita della pianta. Inoltre permette il passaggio di
corrente elettrica che può essere più o meno intensa a seconda della densità (o frequenza) e del
n° di plasmodesmi. Ricordiamo che actina e miosina corrono lungo il plasmodesma e giocano un
ruolo nella contrazione del suo lume regolando l'ampiezza dell'apertura.
CICLO CELLULARE (G1, S, G2, M)
E' come nella cellula animale ma la vegetale NON
presenta i centrioli.
Un problema della divisione cellulare è la presenza
del vacuolo. Il nucleo schiacciato contro il
plasmalemma si aggancia alle briglie citoplasmatiche
e si avvicina nella zona centrale. Iniziano a formarsi
una serie di vacuoli e quando le briglie
citoplasmatiche sono collegate formano il fragmosoma
dividendo in 2 la cellula. Dopo si formerà il
fragmoplasto (struttura tubulare) permettendo la
divisione.
Un problema per la divisione è il
vacuolo poiché deve portarsi al
centro. Le briglie citoplasmatiche
dividono il vacuolo in diversi vacuoli.
Dopodichè le briglie si uniscono in
una piastra centrale che divide in 2
la cellula -fragmosoma- (d). Dopo
avvenuta mitosi si nota la piastra
cellulare (e) e importante la
presenza del fragmoplasto che
forma un anello intorno al nucleo
ed è formato da microtubuli.
Le vescicole contengono emicellulose e pectine che si
fonderanno per formare la piastra cellulare,
fondamentale per la formazione della parete primaria.
La crescita della parete inizia dal centro e si protende
verso l'esterno ossia alla membrana (produzione
centrifuga). Mitosi nella cellula vegetale
Un'altro elemento della cellula vegetale è la formazione della banda preprofasica, formata da
microtubuli. Essa scompare prima del completamento del fuso mitotico
Queste strutture sono formati da
microtubuli e direzionate da filamenti di
actina. notiamo la banda preprofasica. In (d)
compare la piastra cellulare formata da
vescicole che partecipano alla formazione
della membrana, lamella mediana e parete
primaria. Essa divide in 2 i micro formando il
fragmoplasto. in (f) la parete primaria è
fatta e in (g) i micro sono paralleli tra loro.
In (h) la cellula è ingrandita e si spacca la
parete della cellula madre per poi essere
ricostituita intorno.
DIFFERENZE ALL'INTERNO DEL CICLO CELLULARE
VEGETALE
Nella fase G1 abbiamo certe cellule della pianta ad
intensa attività mitotica entrano in una fase di
quiescenza a causa di particolari condizioni
ambientali. Esse entrano in una fase chiamata G0.
Nella fase S alcune piante svolgono la
endoreduplicazione: il DNA viene duplicato più volte
con la formazione di nuclei giganti.
CENNI SULLA FOTOSINTESI
CAPITOLO 7
Partiamo dal cloroplasto in cui possiamo individuare delle zone
bianche chiamate granuli di amido. Inoltre sono presenti i tilacoidi
stromatici che attraversano lo stroma che uniscono i vari grana
(tilacoidi del grana ossia quelli impilati). Essi catturano la luce con la
clorofilla e gli altri pigmenti. Le reazioni di sintesi del glucosio
avvengono nello stroma.
REAZIONE DELLA FOTOSINTESI
6CO2 + 6H2O + LUCE ---> C6H12O6 + 6O2
Robin Hill nel 1937 prova che l'ossigeno prodotto nella fotosintesi proviene dall'acqua. Isola i
cloroplasti senza CO2 e li illuminò e in presenza di un accettore artificiale di elettroni, producono
O2 senza la CO2.
Nel 1956 Calvin e collaboratori disegna il pathway dell'assimilazione del Carbonio nella fotosintesi
usando anidride carbonica con C14. Premio nobel nel 1961.
Nel 1960 Woodward sintetizza la clorofilla. Premio nobel nel 1965.
Nel 1988 vinsero il premio Nobel altri 3 scienziati che cristallizzarono il centro di reazione
fotosintetica da un batterio purpureo e usano i raggi X per determinare la struttura.
La luce percepita dal nostro occhio umano va dal 380 nm
ai 700 nm.
Il pigmento è qualsiasi sostanza che assorbe la luce.
Abbiamo:
• Spettro d'assorbimento: grafico che mostra
l'assorbimento in % di luce da parte di una sostanza
alle varie lunghezze d'onda.
• Spettro d'azione: grafico che mostra la % di efficacia
delle diverse lunghezze d'onda per il processo di
fotosintesi. Misura la velocità di fotosintesi in base alla
produzione di O2. Maggiore nelle radiazioni del blu
(esperimento in classe).
Engelmann scopri che la capacità di fotosintesi varia a seconda della lunghezza d'onda. Egli prese
un'alga (spirogyra) caratterizzata dalla presenza di un cloroplasto a spirale, prese una piastra ad
agar, la inoculò (ossia mise i batteri sensibili all'O2 che aumentano quando c'è maggior gradiente di
O2) che iniziarono a crescere. La mise nel microscopio e prese un prisma e la luce passò attraverso
il prisma e si suddivise nelle diverse lunghezze d'onda. Egli notò che nella zona del blu e nella zona
del rosso quell'alga produsse più ossigeno e quindi la maggioranza dei batteri crebbero in quel
punto.
I pigmenti quando vengo colpiti dalla luce entrano in uno stato eccitato (grazie al movimento degli
e-). Quando tornano nello stato fondamentale perdono energia in parte in calore e in parte in
energia. Parte di questa energia serve a colpire un altro pigmento in stato fondamentale che a sua
volta entra in uno stato eccitato con uno stato energetico più basso di prima e questa forma energia
che è utile da accumulare per la fotosintesi.
La foglia è formata da vari strati:
- Cuticola in cui spesso al di sopra ci sono strati di
cera e cutina. Non passa niente!
- Parenchima a palizzata
- Fascio vascolare
- Parenchima spugnoso: cellule più lasse con spazi
intercellulari permettendo la circolazione dei gas
(CO2 e O2)
- Cuticola
- Stoma è l'apertura della foglia che si apre e si
chiude per far entrare l'aria, uscire l'H2O, far uscire
i gas di scarto. Lo stoma è nella pagina inferiore
della foglia e questa posizione è obbligatoria perché
non deve essere condizionato dalle condizioni
presente nella pagina superiore della foglia. E'
fondamentale per i processi fotosintetici.
TIPI DI CLOROFILLA
- Clorofilla a
Presente in tutti gli organismi autotrofi compresi i cianobatteri. Presente per i 2/3.
Picco 1 a 430 nm; picco 2 a 663 nm.
- Clorofilla b
Pigmento accessorio in cui il CH3 è sostituito con CHO. Presente insieme alla
clorofilla a in piante, alghe verdi e euglenoidi (alghe). Questa molecola esiste per
mutazione della a. Picco 1 a 480 nm; picco 2 a 650 nm.
Esistono altre differenze a seconda della disposizione degli atomi di C e in base ai picchi di
assorbimento della luce:
- Clorofilla c: nel gruppo C8 abbiamo il CH=CH2 invece che il CH2CH3. In varie alghe. Picco 1 a 434
nm; picco 2 a 666 nm.
- Clorofilla d: presente solo nei cianobatteri e nel gruppo C3 abbiamo il CHO invece che il CH=CH2
Picco 1 a 400-470 nm, picco 2 a circa 700 nm.
Esistono altri pigmenti utili alla funzione della cellula:
• Carotenoidi: pigmenti liposolubili che si trovano nei cloroplasti e nei cianobatteri: caroteni e
xantofille.
• Ficobiline: pigmenti idrosolubili che si trovano nello stroma dei cloroplasti delle alghe rosse e
cianobatteri: ficocianine e ficoeritrine.
Se aumentiamo la tipologia di pigmenti ognuno assorbe a diverse lunghezze d'onda.
IL PROCESSO DELL'EVOLUZIONE
CAPITOLO 11
• Selezione naturale
• Selezione artificiale
All'origine dell'evoluzione:
- Mutazioni: modificazioni ereditarie del genotipo (cambiamento casuale o indotto di un allele o di
interi cromosomi)
- Flusso genico: é il movimento degli alleli in entrata o in uscita da una popolazione causato
dall'immigrazione o emigrazione di individui in età riproduttiva
- Deriva genetica: é una modificazione del pool
genico.
- Accoppiamento non casuale La mutazione è uno degli elementi all'origine
dell'evoluzione.
Deriva genetica (EFFETTO DEL FONDATORE)
L'accoppiamento non casuale porta:
- alla riduzione della frequenza degli eterozigoti e all'aumento degli omozigoti
Nelle piante è determinato da:
- Inincrocio (unione sessuale di individui strettamente imparentati)
- Autoimpollinazione: gli omozigoti vengono favoriti (pianta fiori bianchi WW darà origine a solo
fiori bianchi WW).
Le modificazioni evolutive possono avvenire anche rapidamente.
Esempio: in alcune aree il pascolo ha selezionato popolazioni di piante di taglia minore e questo è
avvenuto nel giro di pochi anni.
In altri casi la pressione selettiva è dettata dall'inquinamento (es.piombo) in cui avremo una
selezione per tolleranza a inquinanti ambientali.
N.B. Clini ed ecotipi riflettono l'adattamento all'ambiente e rappresentano la base biologica su cui
opera la selezione:
• Clini: modificazione graduale in cui una popolazione segue un gradiente ambientale
• Ecotipi: ogni gruppo di popolazioni di una specie geneticamente distinto e adattato a specifiche
condizioni ambientali
Specie: gruppo di popolazioni naturali i cui
membri sono interfecondi tra loro e non
possono incrociarsi con membri di gruppi
simili. Ciò porta all'isolamento genetico. Ma
questo concetto non è sempre applicabile alle
piante perchè specie anche morfologicamente
distinte possono dare ibridi fertili come per il
PLATANO.
Come si formano le specie?
In che modo un pool genetico si divide da un
altro per costituire un'altra specie?
Speciazione allopatrica: separazione geografica di una popolazione di organismi. Una specie che
dissemina o disperde il polline su lunghe distanze può separarsi in specie diverse solo a grandi
distanze.
Una specie che si disperde su brevi distanze può differenziarsi in specie diverse a brevi distanze.
Speciazione simpatrica: speciazione senza isolamento geografico. Essa può avvenire grazie al
fenomeno della poliploidia:
- Autopoliploidia
- Allopoliploidia
AUTOPOLIPLOIDIA
Avviene per un errore nella meiosi con
formazione di gameti diploidi invece che
aploidi.
Il poliploide è molto forte ecologicamente e
tende a imporsi nell'ambiente. Quindi non è
un elemento negativo come nell'uomo che è
mortale.
ALLOPOLIPLOIDIA
Produzione di ibrido sterile (es. platano).
Quando si forma l'ibrido esso va incontro a
autopoliploidia ottenendo un organismo
allopoliploide.
Il regno degli eucarioti primordiali danno
origine a tutti gli altri regni.
PROTISTI (PAG. 283)
I protisti &egrav