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PIANTE E ANIMALI

Piante e animali sono molto simili come composizione chimica, sia elementare che molecolare. Presentano invece notevoli differenze nella morfologia, nella fisiologia e nel comportamento, inteso come modo in cui si rapportano con gli organismi e con l'ambiente.

Differenze nella modalità di acquisizione del nutrimento:

  • Animali - acquisiscono dall'ambiente sostanza organica; in forma concentrata ma spesso rara (preda) e con un contenuto energetico elevato. Gli animali utilizzano il movimento per trovare nutrimento, per sfuggire ai pericoli e per trovare un partner.
  • Piante - acquisiscono dall'ambiente composti chimici inorganici, che possiedono una diffusione diluita ma piuttosto uniforme, ma con bassa concentrazione energetica; le piante devono fare rifornimento quasi costantemente. Le piante ovviano l'incapacità di muoversi mediante accrescimento indefinito, elevata capacità di rigenerazione, elevata plasticità.
biocenosi: scambi gassosi, relazioni trofiche (le catene alimentari e i livelli trofici, da produttore a consumatore 1, 2…). Altri rivestono importanza per particolari specie: piante rifugio per molti animali, le piante forniscono materiale da costruzione per diverse specie animali. Animali (insetti) trasportano il polline e disperdono i semi. I Detrivori sono una categoria particolare di consumatori svolgono la funzione di triturare (processo fisico) e/o degradare (processo chimico) i residui organici animali e vegetali. Si ottengono frammenti e molecole organiche più piccole e più semplici (esempio vermi, lombrichi). I Decompositori sono anch'essi una categoria particolare di consumatori. I più rappresentativi sono i funghi e i batteri. Questi organismi trasformano la sostanza organica in composti inorganici mediante una serie di processi chimici che prendono il nome di mineralizzazione. Svolgono l'ultima tappa del ciclo della biocenosi.

Per micorriza si intende un particolare tipo di associazione simbiotica tra un fungo e una pianta, localizzata nell'ambito dell'apparato radicale del simbionte vegetale, e che si estende, per mezzo delle ife o di strutture più complesse, nella rizosfera e nel terreno circostante. Queste simbiosi sono, nella maggior parte dei casi, di tipo mutualistico, per cui i due organismi portano avanti il loro ciclo vitale vivendo a stretto contatto e traendo benefici reciproci, sia di natura nutrizionale sia di altro tipo. Alcuni esempi più conosciuti di simbiosi micorriziche si hanno fra i tartufi e le querce, i porcini e i castagni.

RIEPILOGANDO: la biomassa (materia vivente o materia organica) è prodotta dalle piante, consumata dagli animali (erbivori e carnivori) ed è completamente degradata a sostanza inorganica dai decompositori.

Ciclo della materia senza decompositori→ la materia organica viene decomposta da agenti abiotici.

sostanza organica si decompone grazie all'azione di agenti chimici e fisici come le pressioni meccaniche, l'azione erosiva dell'acqua, dell'aria e del vento, i cicli di gelo/disgelo e il fuoco. Questi agenti agiscono lentamente, ma senza di loro la sostanza organica si accumulerebbe nell'ecosistema e i nutrienti minerali per le piante sarebbero scarsi. Nell'ecosistema, l'energia solare che raggiunge viene immagazzinata nella biocenosi dagli organismi vegetali. Attraverso la fotosintesi, le piante trasformano l'energia solare in energia chimica, sintetizzando glucosio, una molecola organica. Questa energia chimica immagazzinata nelle molecole organiche è disponibile per tutti i processi della biocenosi. Gli animali, a loro volta, utilizzano indirettamente l'energia solare attraverso l'assunzione di molecole organiche sotto forma di cibo. In sintesi, in un ecosistema la sostanza organica si decompone grazie all'azione di agenti chimici e fisici, mentre l'energia solare viene immagazzinata e utilizzata dagli organismi vegetali e animali.la forma di una classificazione sistematica, che permette di raggruppare gli oggetti in base alle loro caratteristiche comuni. Nel caso delle piante, la classificazione sistematica si basa su diversi criteri, come ad esempio la struttura delle radici, il tipo di foglie, la forma dei fiori e il modo in cui si riproducono. Questi criteri permettono di suddividere le piante in diverse categorie, chiamate taxa. Le piante possono essere suddivise in diversi taxa, a partire dal regno delle piante, che comprende tutte le piante presenti sulla Terra. All'interno del regno delle piante, si trovano i diversi phylum, che raggruppano le piante in base a caratteristiche più specifiche. Ad esempio, il phylum delle angiosperme comprende tutte le piante che producono fiori e frutti. All'interno dei phylum, si trovano le classi, che suddividono ulteriormente le piante in base a caratteristiche ancora più specifiche. Ad esempio, la classe delle monocotiledoni comprende piante come il grano e il mais, mentre la classe delle dicotiledoni comprende piante come il fagiolo e il girasole. Oltre alle classi, ci sono anche altri taxa, come gli ordini, le famiglie, i generi e le specie. Questi taxa permettono di suddividere le piante in gruppi sempre più specifici, fino ad arrivare alla singola specie. La classificazione sistematica delle piante è un processo in continua evoluzione, in quanto vengono scoperte nuove specie e vengono apportate modifiche alla classificazione esistente. Tuttavia, grazie a questa classificazione, è possibile studiare e comprendere la diversità nel mondo vegetale, e utilizzare queste conoscenze per scopi pratici, come il controllo delle infestanti o l'analisi dei mangimi.

Il nome di Classificazione, ed è un pre-requisito indispensabile per ogni tipo di conoscenza. Gli scopi finali della classificazione sono: dare un nome agli organismi, raggruppare gli organismi secondo criteri di affinità e stabilire legami fra i gruppi creati. Le discipline coinvolte nel procedimento di classificazione sono la Sistematica e la Tassonomia. La sistematica analizza le caratteristiche degli organismi viventi e suddivide un insieme eterogeneo in più sottoinsiemi secondo grandi affinità. La tassonomia invece, costruisce categorie definite in cui organizza i sottoinsiemi creati dalla sistematica, ordina queste categorie in modo gerarchico. La composizione dei gruppi ed il loro abbinamento dipendono quindi dai caratteri scelti e dall'importanza relativa che gli viene data ai singoli caratteri. È importante scegliere caratteri che rimangono stabili nel tempo. Al termine del lavoro di classificazione si ottiene un ordinamento sistematico;

I livelli sono detti ranghi, i singoli gruppi taxon (plurale taxa). La nostra capacità di percezione della variabilità del mondo vegetale ci porta a distinguere abbastanza intuitivamente i taxa appartenenti ai ranghi di: Famiglia e Genere. Ai generi corrispondono i nomi volgari assegnati alle piante (avena, rosa, trifoglio...) per distinguere le specie occorrono competenze ed esperienze maggiori. I ranghi di livello superiore (Ordini, Classi...) sono, invece, raggruppamenti artificiali. La nomenclatura di tutto il mondo biologico è in latino. I criteri sono stabiliti da un sistema di classificazione internazionale. Ciascun nome si compone di un prefisso e di un suffisso:

  • Il prefisso fa riferimento a caratteristiche peculiari del raggruppamento (Papilionaceae = fiore a forma di farfalla) e al sottogruppo più caratteristico ad esso appartenente;
  • Il suffisso individua il rango (-aceae = individua il rango di famiglia).

La specie costituisce il rango fondamentale.

di tutta la sistematica. Descrive compiutamente le caratteristiche di un individuo reale. In tutto il mondo (piante, animali, funghi, batteri...) il rango di specie è identificato mediante un binomio latino. Il Binomio di Linneo – primo termine, riprende spesso il nome volgare (comune della pianta, rosa); è comune a tutte le specie che appartengono ad uno stesso genere. Il secondo termine è un attributo, una specificazione del primo termine; serve a distinguere una particolare specie da tutte le altre dello stesso genere (esempio “Sinapis arvensis” = senape dei campi). Salendo di rango diminuisce il numero di caratteri comuni ai taxa che ne fanno parte. Ad esempio: i caratteri comuni a tutte le specie appartenenti allo stesso genere sono più numerosi di quelli comuni a tutti i generi della stessa famiglia. Di conseguenza più saliamo di rango, più ci allontaniamo dall'individuo reale e risulta più difficile percepire.intuitivamente le somiglianze tra i taxa chevi appartengono. L'ordinamento sistematico delle Angiosperme è basato essenzialmente sui caratteri fioreali. Nei sistemi naturali per ricostruire i legami filogenetici (evolutivi) tra i taxa, i caratteri utilizzati per la classificazione devono essere distinti in forme primitive e forme derivate. Nelle angiosperme sono considerati primitivi: il portamento (habitus) arboreo rispetto a quello erbaceo, il fiore composto da tanti pezzi inseriti a spirale rispetto al fiore composto da verticilli, il fiore grande (solitario rispetto ai fiori piccoli riuniti in infiorescenze) e l'ovario supero rispetto a quello infero. Le Angiosperme sono inoltre suddivise in 2 classi: Dicotiledoni e Monocotiledoni. Le Monocotiledoni hanno origine monofiletica, ovvero derivano tutte da un progenitore comune ormai estinto, mentre le Dicotiledoni si sono separate in 2 linee evolutive molto precocemente, prima ancora della separazione dellein un nucleo ben definito. Autotrofi perché sono in grado di produrre il proprio cibo attraverso la fotosintesi clorofilliana. Le piante si suddividono in due grandi gruppi: le monocotiledoni e le dicotiledoni. La principale differenza tra questi due gruppi risiede nel numero di cotiledoni presenti nel seme. Le monocotiledoni hanno un solo cotiledone, mentre le dicotiledoni ne hanno due. Le monocotiledoni sono caratterizzate da foglie con venature parallele, fiori con petali multipli di tre e radici fibrose. Alcune delle piante più comuni appartenenti a questo gruppo sono il grano, il riso, il mais e il bambù. Le dicotiledoni, invece, hanno foglie con venature reticolate, fiori con petali multipli di quattro o cinque e radici a fittone. Alcune delle piante più comuni appartenenti a questo gruppo sono le leguminose, come i fagioli e i piselli, e le solanacee, come i pomodori e le patate. La classificazione delle piante è fondamentale per comprendere le loro caratteristiche e le loro relazioni evolutive.all'interno del nucleo, autotrofi perché tramite la fotosintesi essi sono capaci di produrre da sé il proprio
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A.A. 2019-2020
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SSD Scienze biologiche BIO/01 Botanica generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher bonamicialessia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Botanica agraria generale e sistematica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Arduini Iduna.