vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
FUSTO IN STRUTTURA SECONDARIA
In struttura primaria troviamo delle cellule che funzionano come una epidermide e sottostante un
parenchima corticale che potrebbe anche essere verdeggiante quindi avere dei cloroplasti, questo in
struttura primaria. Ma quando si passa alla struttura secondaria alcune cellule del parenchima
corticale si disferenziano e assumono attività di un meristema secondario che prende il nome di
FELLOGENO. Quindi, cellule del parenchima sono cellule differenziate che diventano cellule
indifferenziate tipiche di un meristema di origine secondaria, queste cellule si dividono in modo da
dare origine a cellule come loro e si dividono anche verso l'esterno dando origine a nuove cellule
parallele a loro. Queste cellule che si generano inizialmente sono cellule vive e poi
progressivamente la loro parete si impregna di SUBERINA. La suberina è una sostanza
impermeabile all'acqua e all'aria ed è pertanto incompatibile con la vita. Queste cellule hanno la
parete che suberfica, la suberificazione è una bonificazione di parete e durante il processo di
suberificazione queste cellule vanno incontro a MORTE CELLULARE PROGRAMMATA, il loro
destino è morire. Morte cellulare programmata che porta, alla fine, a cellule completamente vuote
senza residui di citoplasma e quindi è uno strato che non solo è protettivo per il fusto ma è anche
pochissimo appetibile dagli animali non ci sono sostanze che possono essere utilizzate a scopo
nutritivo, gli animali non hanno interesse a cibarsi di sughero. Quindi, si forma questo strato di
sughero che può essere più o meno spesso a seconda delle specie. Nella quercia da sughero
(Quercus Suber), lo strato di sughero, può raggiungere anche numerosi centimetri di spessore, ma a
mano a mano che il fusto si allarga, cresce dall'interno, questo determina la lacerazione dello strato
esterno delle cellule suberificate e quindi il fellogeno deve di nuovo entrare in azione, deve
nuovamente formare nuove cellule.
Il fellogeno entra in azione, molto spesso, entro il primo anno di vita. L'insieme di fellogeno e dello
strato di sughero e, certe volte, anche di uno strato di rivestimento sottostante chiamato
FELLODERMA, il quale si origina dal fellogeno, quindi corrisponde a un endodermide interna.
Questi tre strati: FELLOGENO (in mezzo), SUGHERO e FELLODERMA costituiscono il
PERIDERMA. La parte esterna di un tronco d'albero, che noi chiamiamo corteccia ma in botanica
si chiama SCORZA, inizialmente epidermide si trasforma in periderma costituito da sughero
fellogeno e, qualche volta dal felloderma. L'epidermide nel passaggio alla struttura secondaria viene
sostituita dal periderma. Questo periderma è come se fosse una vera barriera nei confronti
dell'acqua e dell'aria e questa barriera non è compatibile con la vita delle cellule corticali interne,
cellule vive all'interno del fusto allora si introduce la presenza di strutture che prendono il nome di
LENTICELLE. Le lenticelle sono visibili a occhio nudo quando la scorza (parte esterna) è sottile,
nella corteccia di quercia, per esempio, non sono visibili a occhio nudo. Le lenticelle sono delle
cellule che entrano in attiva divisione e che hanno anch'esse la parete suberificata ma hanno la
caratteristica di lasciare degli spazi tra le pareti, quindi l'aria penetra attraverso questi spazi mentre
le cellule che si vengono a formare premono contro lo strato superfiale del sughero contro quello
più esterno e vanno a sollevare i lembi. Le lenticelle hanno forma arrotondata e consentono lo
scambio di gas tra l'interno e l'esterno attraverso il passaggio tra gli spazi intercellulari delle cellule
delle lenticelle. Quando la stagione vegetativa si conclude si forma un sottile strato di sughero che
chiude la lenticella e quindi impedisce l'ingresso di batteri, funghi, microrganismi patogeni, quindi
un'ulteriore protezione. In primavera lo strato di sughero viene facilmente lacerato dalle cellule che
proliferano e poi suberificano e si forma una nuova lenticella.
All'esterno abbiamo il fellogeno che dà origine a sughero e felloderma, all'interno abbiamo il
cilindro centrale delimitato dal periciclo. Nel cilidro centrale di una dicotiledone inizialmente
abbiamo un'eustele quindi dei fasci disposti in modo ordinato. In questi fasci dell'eustele c'è un
cambio che è detto CAMBIO INTRAFASCIALE , quando si passa alla struttura secondaria si
forma anche, per disferenziamento, il CAMBIO INTERFASCIALE. Il cambio interfasciale dà
origine a nuovo legno verso l'interno e a nuovo fluoema verso l'esterno formando i cerchi annuali,
al centro abbiamo tessuto parenchimatico che rappresenta il midollo. Anche quando si formano i
cerchi annuali è possibile capire se si tratta di fusto andando a vedere qual è la condizione dei vasi
più piccoli. I vasi che si sono formati per primi e prendono il nome di PROTOXILEMA e hanno
una posizione interna rispetto al fascio e quindi possiamo dire che è un PROTOXILEMA
ENDARCO.
LA STRUTTURA DEL LEGNO CHE SI E' FORMATO
Immagine a microscopio a scansione:
Sezione di legno. In basso ci sono dei grossi buchi che corrispondono al lume dei grossi vasi
(grosse trachee, grossi buchi che portano l'acqua), questi vasi si differenziano nel momento in cui
c'è maggior necessità di acqua per la pianta (non siamo in estete ma in primavera). Vediamo un
insieme di tracheidi piccoline e di fibre finchè si arriva in una zona in cui i vasi piccoli non si
formano più, si forma il cosiddetto LEGNO DI CHIUSURA. In autunno non si formano più nuovi
vasi e quindi il cambio smette di funzionare e sta a riposo per tutto l'inverno. I vasi sottostanti non
funzionano più durante l'inverno e questo tessuto non è un tessuto completamente morto perchè si
vedono cellule che partono dal midollo centrale e quindi sono cellule vive, sono i RAGGI
MIDOLLARI. Il legno non è un tessuto completamente morto però quando si forma il legno di
chiusura e si entra in inverno allora anche queste cellule degenerano e alcune di queste di
estroflettono andando ad occupare il lume del vaso, si formano le TILLE. Questo ha il significato di
impedire ai vasi di essere attaccati dallo sviluppo di ife fungine o di colonie batteriche, fenomeno
chiamato TILLOSI. Questo strato di legno in inverno cessa di funzionare, nella primavera
successiva si formano i vasi grandi e così via. Il tipo di legno che vede assieme trachee tracheidi e
fibre, quindi vasi grandi e vasi piccoli, è un legno ETEROGENEO. Il legno eterogeneo mi dice
subito che ho davanti una dicotiledone perchè nelle gimnosperme i vasi hanno tutti le stesse
dimensioni. Questo è un legno eterogeneo per di più la presenza di questi grossi vasi determina una
caratteristica che prende il nome di POROSITA', in questo caso la disposizione dei vasi ad anello fa
dire che questa è una POROSITA' ANULARE. Non tutte le piante hanno porosità anulare, alcune si
altre no.
IL SIGNIFICATO FISIOLOGICO DI QUESTA POROSITA' ANULARE
Perché in primavera si formano i vasi grandi e perché in estate si formano i vasi piccoli
In un vaso in sezione longitudinale l'acqua sale per effetto della FORZA DI TRASPIRAZIONE,
cioè quando le foglie perdono acqua dalla loro superficie (=TRASPIRAZIONE FOGLIARE),il
perdere acqua richiama acqua dal basso. Alla forza di traspirazione si oppongono FORZE DI
ADESIONE alle pareti del vaso, forze di adesione che sono inversamente proporzionali al diametro
del vaso. Questo significa che tanto è più grosso è il vaso tanto minore sarà la forza di adesione (fa
= 1/d).
Cosa succede in estate ad un vaso grande?
D'estate fa molto caldo le foglie perdono molta acqua per traspirazione, la forza di traspirazione è
molto elevata in estate, e questa forza di traspirazione in un vaso grande si contrappone a una forza
di adesione bassa che non riesce a tenere aderente alla parete la colonna d'acqua e quindi l'acqua si
stacca dalla parete e si possono formare delle bolle d'aria. Se invece il vaso è di piccole dimensioni
e il diametro è di piccole dimensioni la forza di adesione è superiore e questo fenomeno non si
verifica cioè la forza di adesione è sufficiente a rimanere adesa alle pareti la colonna d'acqua. Ecco
perchè in estate si differenziano vasi con diametro più piccolo.
Cos è che controlla il differenziamento dei vasi?
Il differenziamento dei vasi è controllato da segnali ormonali di natura auxinica. Auxine che
vengono prodotte nelle gemme quindi nella parte aerea della pianta. In primavera quando si
formano nuove gemme il segnale auxinico è molto elevato e induce, in certe piante, il
differenziamento di vasi grandi.
Questo fenomeno della porosità anulare non si verifica in tutte le piante, ci sono delle piante in cui
si differenziano sempre vasi grandi e vasi piccoli. I vasi grandi non sono mai grandissimi di modo
da evitare la formazione di bolle d'aria a livello interno. In questo caso quando non esiste porosità
anulare si parla di POROSITA' DIFFUSA
a) b)
Legno eterogeneo, dicotiledone, Legno eterogeneo, dicotiledone,
porosità diffusa. porosità anulare.
La porosità anulare evidenzia che i vasi sono molto utili per gli studi sul clima degli anni passati
quando non c'erano centraline metereologiche, in quanto il differenziamento dei vasi è influenzato
dal cambiamento di stagione (vasi grandi o piccoli).
Il legno è caratterizzato dalla DUREZZA e quindi si può distinguere il legno DOLCE o TENERO
che è il legno caratteristico delle conifere come l'avena, il tiglio, il salice e il pioppo, questo
rappresenta il 90 % del legname usato nei paesi industrializzati. Questo legno dolce può essere reso
molto duro da trattamenti speciali oppure viene reidratato e quindi ricostruito,rigenerato.
Il legno duro delle latifoglie dove il più duro di tutti è il leccio.
Ci sono poi dei legni particolari come il legno fetido, il legno saten (India e Brasile), il legno verde
e ancora il legno di balsa che è il più leggero di tutti.
Se guardiamo la sezione di un tronco d'albero, la porzione centrale più scura viene definita CUORE
o DURAMEN. Il duramen è la parte più resistente del legno, è la parte più umidificata, è la parte
impregnata di polifenoli quindi più resistente agli attacchi di microrganismi. La porzione più chiara
attorno al cuore del legno prende il nome di ALBURNO, il cuore cresce sempre di più l'alburno
mantiene sempre lo stesso spessore. A mano a mano che il duramen si ingrandisce una parte di
alburno diventa duramen. Abbiamo visto il legno con delle fissurazioni oppure legni che si sfaldano
lungo i cerchi annuali. Questo fen