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La pornografia e il movimento femminista

La pornografia condotta negli anni '80 da Andrea Dworkin, femminista americana radicale, veniva definita una violenza contro le donne. Dworkin considerava i prodotti di questa industria delle rappresentazioni sessiste che rendevano la donna subordinata all'uomo, arrivando a paragonare la pornografia allo stupro. Tuttavia, sin dagli anni Settanta, il movimento femminista aveva sviluppato una riflessione non solo politica ma anche teorica sul rapporto tra violenza, rappresentazione e uso del corpo e della sessualità.

Gli studi di genere, iniziati dalla seconda metà degli anni Settanta, ampliavano la critica anche alle norme oppressive che definivano la mascolinità e la femminilità in modi rigidamente opposti e binari, funzionali a mantenere una gerarchia tra i sessi. La critica femminista alle norme di genere e sessuali insisteva sull'idea che tutte queste dimensioni dell'essere umano erano anche sociali e politiche, e avevano a che fare con il potere e la dominazione.

fare con il potere. Il femminismo in Inghilterra e negli Stati Uniti entrò gradualmente anche all'università, sviluppando una tradizione di pensiero teorico e politico femminista, molto articolato e sempre più diversificato anche al proprio interno. Alcuni dei testi pubblicati da queste pensatrici femministe diventarono dei capisaldi che influenzarono il movimento delle donne anche fuori dell'università. Ad esempio, nel 1970 Germaine Greer, femminista australiana docente all'università di Warwick nel nord dell'Inghilterra, pubblicò "The Female Eunuch", in cui affermava il potenziale di indipendenza e autonomia rappresentato dalla sessualità femminile, che invece, se relegata nell'istituzione del matrimonio, diventava una forma di schiavitù e di castrazione. Greer paragonava inoltre l'espropriazione della sessualità femminile a uso e consumo del maschio con la castrazione applicata negli allevamenti.

degli animali, in cui questi ultimi che vengono sterilizzati perché servono ai loro allevatori per altri scopi. Allo stesso modo la donna, espropriata della sua libertà sessuale, viene indirizzata dalla società a considerare la propria sessualità solo in funzione dell'atto riproduttivo. Analogamente, nel 1971 Juliet Mitchell indagò le origini dell'oppressione femminile attraverso un'analisi politica e metodologica vicina a quelle del marxismo e della psicoanalisi; cercava al contempo di rivendicare l'azione di donne del passato dimenticate o emarginate dalla storia ufficiale. Nonostante le numerose voci femministe presenti nelle università inglesi dall'inizio degli anni Settanta, la disciplina di studi accademici denominata diventò parte Women's Studies dell'offerta formativa universitaria inglese solo a partire dal 1980. Verso la fine degli anni '70 il femminismo entrò in una fase critica, sia

perché la generazione che aveva combattuto per la rivoluzione sociale aveva esaurito le sue energie, sia a causa della pluralità e della conflittualità delle varie differenze che man mano avevano reclamato visibilità all’interno del femminismo: le lesbiche e le donne di colore, in primo luogo. Le idee femministe erano però penetrate nei sindacati, nei mass media e nella mentalità di molte donne. Il dibattito si era spostato anche nelle sfere istituzionali, dove si discuteva sul coinvolgimento delle donne nella vita politica; a partire dagli anni '80 vennero creati gruppi antiviolenza e di supporto per le donne maltrattate. Nel 1979 Margaret Thatcher, conservatrice, diventò la prima donna inglese a coprire la carica di primo ministro. Il decennio degli anni Ottanta, dominato dal governo Thatcher, fu segnato dalla politica di liberalizzazione del mercato e di privatizzazione di molti servizi prima affidati ad enti statali, ma anche da untentativo conservatore di "rigenerazione morale" con la volontà di ritornare ai Victorian parallelamente a quanto accadeva negli Stati Uniti con l'amministrazione Reagan. I values, conservatori iniziarono battaglie per il ritorno della censura e l'adozione di sanzioni disciplinari per chi conduceva una vita "deviata": un esempio fu il cosiddetto "Clause 28", che intendeva impedire la promozione dell'omosessualità nelle scuole. A partire dalla metà degli anni '80, intanto, l'AIDS, ancora senza una cura, aveva iniziato a decimare la comunità omosessuale, in particolare maschile, provocando aspre controversie dinanzi ad affermazioni di moralisti e conservatori, secondo cui questa epidemia era una conseguenza della promiscuità sessuale ed era quindi una sorta di "punizione" dell'immoralità. Un'altra battaglia molto aspra fu quella conservatrice contro l'aborto con.

Tentativi di impedire l'applicazione dell'Abortion Act, interrompendo la gravidanza e tagliando i fondi alle cliniche specializzate. Il movimento "Pro Life" cercò di restringere i casi in cui poteva essere somministrata la pillola RU-486, utilizzata per l'aborto chimico. Un'altra polemica interessò l'educazione sessuale nelle scuole e l'informazione sulle tecniche contraccettive. Nello stesso periodo nacquero anche le prime cliniche per la fecondazione in vitro, dapprima molto costosa. La sessualità e la riproduzione erano entrate in una nuova fase, quella in cui la tecnologia avrebbe avuto un'influenza sempre più marcata sul corpo "naturale" dell'uomo e della donna, sino a mettere in discussione la distinzione tra naturale e artificiale. Verso la fine degli anni Settanta, in parte come ribellione alla restaurazione di una mentalità conservatrice, anche

La controcultura giovanile reagisce con forme radicali sia di musica che di stile: ne è un esempio il punk, che proponeva il nichilismo come rifiuto dell'establishment. L'abbigliamento caratteristico prendeva spunto da subculture gotiche e sessuali come il bondage grazie a Vivienne Westwood, che con il compagno Malcom McLaren, manager del gruppo punk Sex Pistols, aprì a Londra in Kings Road, centro della moda giovanile, un negozio di abbigliamento chiamato Sex, che negli anni '70 rese il punk uno stile di tendenza.

A destra, Vivienne Westwood

Analisi

Il racconto "Black Venus" è contenuto nell'omonima raccolta e si concentra sulla figura di Jeanne Duval, una delle amanti di Baudelaire e delle muse ispiratrici della sua raccolta poetica I Fiori del Male. Il titolo del racconto si riferisce alla sua erotizzazione (Venere è la dea dell'amore) legata alla differenza razziale.

allostereotipo della exotic mistress, essendo lei originaria della Martinica. Questo tema, in particolare rivolto alle donne creole, è stato molto sfruttato dalla letteratura francese dell'Ottocento, di cui Baudelaire costituisce una delle voci più importanti. La rappresentazione che il poeta fa di Jeanne, descrivendo ad esempio i suoi capelli e il suo profumo, la rende selvaggia, legata indissolubilmente al suo luogo di origine e alla natura, che Baudelaire connota con caratteristiche paradisiache. Nella poetica di Baudelaire il poeta ricerca l'idéal, ovvero la condizione massima di evasione dalla realtà, che per lui è causa di spleen, cioè di un sentimento di noia e repulsione. L'obiettivo può essere raggiunto sia con l'elevazione verso la divinità, sia attraverso la degradazione ricercata attraverso immagini di morte e putrefazione. Ciò avviene poiché il poeta si sente incompreso dalla

: si identifica quindi nell'albatros, un uccello che vola in modo principesco, simbolo del poeta che grazie al dono della poesia può comprendere meglio la realtà attorno a sé, ma che, una volta a terra, è goffo ed è oggetto di crudeltà da parte dei marinai. Anche la visione della figura femminile in Baudelaire è contraddittoria ed è stata oggetto di numerosi studi: infatti, dato che il poeta ripudia la bellezza naturale, per contraddire la tradizione poetica precedente, anche la donna diventa artificiale trasformandosi in una creatura fatta di metalli preziosi o mitica, ad esempio diventando sfinge o vampiro. Vi è inoltre nella poesia di Baudelaire una ricerca dell'esotico e una fascinazione per i luoghi lontani e sconosciuti. Questi elementi di poetica sono necessari perché il racconto parte dal presupposto che Jeanne sia innanzi tutto una rappresentazione filtrata dalla voce poetica di Baudelaire.

un filtro che è impossibile eludere, pur con il tentativo di cercare di restituire, o per meglio dire, immaginare un'altra Jeanne Duval: una donna che possa affrancarsi dallo sguardo maschile, bianco e colonizzatore di un poeta come Baudelaire, suo cantore, amante e protettore. La voce narrante del racconto si pone il problema di come sia possibile restituire giustizia a Jeanne, pur nell'impossibilità di recuperare tutti i dati fattuali della sua biografia e, soprattutto, nell'impossibilità di recuperare una voce e un punto di vista soggettivo per sempre perduto.

Jeanne Duval è "altra" almeno in due sensi: per il suo essere donna e per la sua identità coloniale e razziale. Per entrambi i motivi Jeanne è idealizzata dal suo amante come se fosse una nuova dea, non una donna concreta e individuale, ma un mito, simbolo per il poeta di un ritorno nostalgico alla natura e alle origini. Nell'incipit del racconto la voce

narrante richiama l'episodio della Genesi in cui Eva riceve il frutto dell'albero proibito (il frutto della conoscenza che è connotato come metafora della sessualità): un mito occidentale per cui la donna è identificata come causa del peccato originale. La voce narrante introduce subito il tema dell'Eden, del peccato e della sessualità legata al corpo della donna per interpretare la relazione che Baudelaire (il Baudelaire fittizio di questo racconto) ha con Jeanne e con le colonie francesi dei Caraibi che egli vede incarnate in lei. Per il poeta Jeanne è indissolubile dal mito, sia quello di Venere, sia quello dell'esotismo erotizzato della sua pelle nera. Jeanne, però, a differenza di Baudelaire conosce davvero quei luoghi, caratterizzati dalla povertà, dallo sfruttamento e dall'abbandono. Inoltre, la voce narrante aggiunge una lettura postcoloniale di Jeanne Duval, vale a dire una riflessione critica sui modi in cui.atto sì che la donna perdesse la sua voce e la sua identità. La voce narrante sostiene che Baudelaire, facendo della donna la sua musa, l'ha privata della sua individualità e l'ha ridotta a un oggetto senza voce.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
27 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher _byce27_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - Unipmn o del prof Pustianaz Marco.