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Limiti della triplice elica
La triplice elica è ancora solo una idea, non è ancora stata usata nella pratica clinica. Presenta una limitata penetrazione all'interno delle cellule. Sono stati utilizzati anche vettori virali, ma si è visto che possono causare reazioni immunitarie verso il vettore. Sono stati utilizzati anche lipidi cationici e policationi, che funzionano bene in vitro ma non in vivo. Le catene della triplice elica presentano ancora un forte grado di instabilità all'interno della cellula. Un problema aggiuntivo rispetto agli antisenso è la necessità di raggiungere il DNA, che si trova compattato nella struttura cromatinica, associato agli istoni. La triplice elica quindi deve formarsi all'interno di una struttura complessa e compatta, e quindi c'è un problema di accessibilità al bersaglio.
Mechanismo d'azione
Se si riuscissero a superare i limiti della triplice elica, sarebbe possibile ottenere sia un blocco che una
Attivazione dell'atrascrizione genica. Potremmo cioè bloccare la trascrizione di un gene che la sua attivazione, questo dipende se l'atriplice genica va a formarsi su un promotore genere, in questo caso avremmo il blocco del complesso di inizio dell'atrascrizione e quindi l'inibizione dell'espressione del gene; se la triplice elica andasse a formarsi nel sito di regolazione a livello di un repressore, impedendone il funzionamento, in quel caso si può arrivare alla stimolazione di quel gene. Posso attivare in caso di una patologia che porta ad una downregulation, posso bloccare in caso di patologia di sovraespressione. Tutto molto bello ma ancora nessuna applicazione clinica funzionante.
APTAMER. Come bersaglio hanno le proteine, negli altri due casi abbiamo visto come bersagli il DNA o l'mRNA. Anche qui si produce un oligonucleotide, in questo caso si va ad avere un riconoscimento che porta ad un blocco della funzione di quella proteina. Sono degli oligonucleotidi.
- Specificità: gli aptameri sono in grado di legarsi in modo altamente specifico a una determinata proteina o molecola bersaglio.
- Stabilità: gli aptameri sono stabili e resistenti alle condizioni ambientali, consentendo un utilizzo più versatile rispetto agli anticorpi.
- Facilità di produzione: gli aptameri possono essere prodotti in modo rapido e conveniente utilizzando tecniche di sintesi chimica.
- Modificabilità: gli aptameri possono essere facilmente modificati per migliorare la loro affinità o selettività verso la molecola bersaglio.
- Applicazioni diagnostiche: gli aptameri possono essere utilizzati come sonde per rilevare la presenza di specifiche proteine o molecole in campioni biologici.
- Applicazioni terapeutiche: gli aptameri possono essere utilizzati come agenti terapeutici per inibire l'attività di specifiche proteine o molecole bersaglio.
Svantaggi:
- I parametri farmacocinetici sono estremamente variabili e difficili da prevedere nella maggior parte dei casi
- Sono piccoli e quindi possono essere più facilmente eliminabili attraverso la filtrazione renale, quindi si ha vitamedia bassa sia per via dell'attività delle nucleasi che per via della filtrazione
- Se non vengono modificati chimicamente, subiscono immediata degradazione da parte delle nucleasi
MODIFICHE A CARICO DEGLI APTAMERI
Modifiche a carico dello zucchero in 2'. Oltre al metossile si può trovare un fluoro (alogeno) o un gruppo amminico
Fosforotioato.
Cappucci. Sono modifiche per proteggere dalle esonucleasi. Si può aggiungere in 3' una base invertita, cioè inserisco un legame 3'-3'. In 5' invece si può funzionalizzare con un polietilenglicole, facendo una
PEGilazione.
- Pegaptanib sodium (Macugen, prodotto da Pfizer insieme ad Eyetech)
È un aptamero che presenta 2’metossi purine, 2’ fluoro pirimidine, due 2’ ribo purine; coniugate con un 40kD di PEG in5’ e in 3’ una desossiTimidina invertita. Approvato sia in USA che UE.
Bersaglio: è la VEGF cioè il fattore di crescita vascolare endoteliale, quello che stimola la crescita dei vasi piccoli
Indicazione terapeutica: degenerazione maculare correlata all’età, un disturbo visivo che riguarda pazienti in età adulta, generalmente con età superiore ai 50 anni.
Adesso un po' superato con gli anticorpi monoclonali.
15/10/2019
Il target è il VEGF, ma in realtà ne esistono diversi, si parla di A, B, C, D ed E. alcuni svolgono la stessa funzione altri invece hanno anche altre funzioni. Esistono anche diversi recettori per questi VEGF: VEGFR1, 2, 3.
VEGFR1 sono i recettori coinvolti nella R3 è coinvolto
Nella linfoangiogenesi, cioè la formazione dei vasi linfatici, il recettore VEGFR2 è il più importante, in quanto coinvolto nella vascolarizzazione diretta. Il recettore VEGFR1 sembra invece avere una funzione regolatoria, controllando la quantità di VEGF che si lega a VEGFR2.
Quando si parla di VEGF senza specificare le lettere, ci si riferisce al VEGFA, che presenta varie isoforme. Queste isoforme sono il risultato di uno splicing alternativo, ovvero di un processo in cui vengono rimossi diversi introni da un gene.
Le isoforme di VEGFA sono le seguenti:
- VEGFA-121: sempre secreta
- VEGFA-143 e VEGFA-165: meno comuni
- VEGFA-189 e VEGFA-206: sempre contenute all'interno della matrice extracellulare e per essere liberate necessitano di un processo proteolitico
L'isoforma predominante e con maggiore attività che si ritiene coinvolta nella formazione di nuovi vasi è l'isoforma 165, presente sia in forma libera che legata all'interno della matrice extracellulare.
Altri fattori che possono essere coinvolti nella linfoangiogenesi sono VEGFB e PLGF1,2.
di crescita placentare 1 e 2) svolgono un ruolo ridondante.VEGFC e D, sono coinvolti nello sviluppo dei vasi linfatici
VEGFE è un omologo virale, non presente nei mammiferi, appartiene ad un pox virus (wtf?)
VEGFR2 riconosce come ligando essenzialmente VEGF (VEGFA), in seguito al riconoscimento tra ligando e recettore avviene una dimerizzazione del recettore che porta all'attivazione, attraverso auto fosforilazione, acquisendo attività chinasica nei confronti di una serie di proteine citosoliche che danno il via ad una cascata di segnali intracellulari, con effetto finale una promozione della formazione e sviluppo di nuovi vasi (sprouting e crescita).
Attivazione della catena di chinasi porta a: aumento permeabilità vascolare, aumento della sopravvivenza, della migrazione e della proliferazione delle cellule endoteliali.
Oltre agli aptameri che sono stati sintetizzati per il riconoscimento del VEGF, esistono anche anticorpi antiVEGF e anche anticorpi in grado dibloccare i recettori per i VEGF. Nel 2004 viene approvato il Macugen per la degenerazione maculare legata all'età. La macula è la parte più sensibile della retina e si trova nella zona posteriore dell'occhio, è una zona ricca in cellule fotosensibili ed è responsabile della visione frontale. La degenerazione maculare legata all'età è molto diffusa nei soggetti oltre i 50 anni di età, porta ad una degenerazione progressiva della macula. Come cause di questa degenerazione c'è di sicuro una neo vascolarizzazione, una eccessiva crescita di vasi a livello di macula, la relazione causale fra neo vascolarizzazione e AMD è stata verificata già negli anni Novanta, durante i quali sono stati condotti anche degli studi preclinici utilizzando dei topi, dove si è osservato che la neo vascolarizzazione può essere indotta dalla somministrazione di VEGF e può essere controllata mediante bloccare i recettori per i VEGF.lasomministrazione di fattori anti VEGF. Dopo aver scoperto questa correlazione, sono stati sviluppati approcci terapeutici quali la fotocoagulazione laser (si andava a distruggere i vasi che erano responsabili della AMD e si sviluppavano in maniera incontrollata nei pazienti, applicabile solo in una piccola percentuale di casi); terapia fotodinamica, cioè si andava a somministrare per via sistemica un composto, un farmaco, che fosse attivato dalla luce laser, dopodiché si andava a irradiare di nuovo la zona maculare e la attivazione del farmaco provocava l'inibizione della neo vascolarizzazione. Sono due tecniche applicabili a pazienti con un determinato quadro angiografico, con Macugen invece non si ha questo vincolo e può essere utilizzato per tutti i pazienti affetti da AMD. AMD porta a una diminuzione della visione centrale, portando ad una difficoltà nella concentrazione, con difficoltà nella guida, nella lettura, nei lavori di precisione; i pazienti.compensano solo con la visione periferica, laterale, che rimane inalterata. Sviluppo di Macugen: 1994 primi studi sullo studio degli aptameri, si preparano 37 sequenze divise poi in 6 famiglie. Tutte queste sequenze dimostravano una buona affinità nei confronti di VEGF, c'era però la necessità di renderli più resistenti alle nucleasi e avere migliori parametri farmacocinetici. Vengono modificati, tra le prime modifiche si ha l'inserimento di un gruppo amminico NH2 in posizione 2' a livello delle pirimidine. Successivamente vengono inseriti dei cappucci protettivi (desossitimidine fosforotioate) in 3' e 5'; successivamente si vanno a modificare anche le purine con l'inserimento di un gruppo metossi in 2' (inserire tabella parametri farmacocinetici). Quelli che hanno le ultime modifiche presenta emivita più lunga e una costante di dissociazione molto bassa, inoltre riconosce VEGF 650 volte meglio di PDGF. L'NH2è reattivo e quindi richiede tappe di protezione e deprotezione, economicamente viene a costare molto. Al suoposto si mette allora un alogeno, il fluoro, preparando una serie di 2' f