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Comportamento biomeccanico del tessuto osseo
Esso dipende da diversi fattori, poi analizzati:
ETA’ SESSO DIREZIONE APPLICAZIONE LOCALIZZAZIONE
tessuto VELOCITA’ DEFORMAZIONE UMIDITA’
COMPOSIZIONE
• Anisotropia: le proprietà dell’osso dipendono dalla direzione del carico. Il tessuto ha un
modulo elastico longitudinale (cioè la direzione dei sistemi haversiani) maggiore di
circa il 40% rispetto al trasversale (segno che evolutivamente la struttura si è sviluppata
per rispondere in modo ottimale ai carichi nella direzione tipica). Essa è data
dall’orientamento delle trabecole o degli osteoni.
• Per l’uomo non sono state riscontrate differenze tra il modulo elastico a trazione e
quello a compressione. In realtà le evidenze sperimentali non sono numerose, perché la
maggior parte degli esperimenti valuta solo la compressione (nanoindentazione) o non
riesce a distinguere le due modalità (tecniche acustiche che correlano la velocità di
propagazione dell’ultrasuono alla rigidezza del materiale).
• Per l’osso corticale, si rileva un diverso comportamento a rottura tra compressione e
trazione. In particolare a compressione lo sforzo a rottura è più elevato in entrambe le
direzioni; longitudinalmente è maggiore la deformazione a trazione, trasversalmente quella
a compressione. La capacità di assorbire energia (area sottesa dalla curva sforzo-
deformazione) è quindi comparabile in direzione longitudinale (i due valori si compensano),
mentre è decisamente maggiore a compressione in direzione trasversale.
• Il modulo elastico dell’osso spongioso è confrontabile con quello del corticale, a
conferma che il materiale che li costituisce è lo stesso. Nel caso di nanoindentazione,
ottengo n valore locale perché “taglio” una precisa trabecola ed effettuo numerose misure
in diversi punti; invece la tecnica acustica è integrale e calcola il valor medio del modulo
elastico nel provino.
• Le proprietà dell’osso spongioso dipendono dal sito anatomico da cui viene estratto il
provino, perché dipendono dall’architettura delle trabecole; invece per l’osso corticale sono
tendenzialmente indipendenti.
Variano in base al tipo di osso (femore, vertebra…) nonostante l’osso si sia formato nello
stesso modo. Prendo una “carota” di materiale osseo spongioso (NO CORTECCIA
ESTERNA) e faccio prove in laboratorio (pinze = estensometri misurano direttamente
deformazioni dell’osso anche in direzione trasversale -> modulo poisson (altrimenti potrei
solo misurare la forza alle estremità)).
Il modulo di Young è diverso (vertebra << femore di quasi un ordine di grandezza! sul collo
femorale si scarica tutto il peso del corpo-> modulo alto! Sul grande trocantere si
inseriscono i muscoli, non ho così tanto carico.). I limiti di deformazione elastica (quando si
rompe) sono simili; statisticamente si ha comunque una certa differenza tra compressione
e trazione, perché l’osso spongioso si deforma maggiormente e ha quindi resilienza
maggiore a compressione (intesa come capacità di assorbire energia senza rompersi).
• Inoltre dipendono anche dalla densità apparente dell’osso. Essa non è quella reale
dell’osso (indipendente da osso spongioso o compatto: il materiale osseo è lo stesso!
sempre 1.8/2), quella apparente tiene conto dei vuoti: nello spongioso è la densità della
struttura dato da trabecole + vuoti (cambia di un ordine di grandezza). Nel compatto è circa