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REGOLAZIONE DELLA TRASCRIZIONE
La regolazione della trascrizione è evidente dalla risposta agli stimoli esterni. I livelli di
regolazione sono vari:
controllo trascrizionale, ovvero capacità dei fattori di regolazione di legarsi al sito
• promotore;
controllo delle modificazioni dell'mRNA;
• controllo del trasporto nel citosol dell'mRNA attraverso canali specializzati;
• controllo della traduzione;
• controllo della degradazione dell'mRNA;
• controllo della funzionalità della proteina;
•
Il controllo della trascrizione prevede 2 meccanismi principali: l'utilizzo di fattori di regolazione
e proteine regolatrici che possono modulare la velocità di trascrizione del gene, e la modifica
conformazionale della struttura cromatinica in cui risiede il gene. Le sequenze di regolazione si
distinguono in sequenze di regolazione di base, come ad esempio la TATA box o la inr, che
costituiscono il promoter e che sono responsabili del posizionamento corretto dell'RNA
polimerasi sul +1 del gene, e in sequenze di regolazione di ordine superiore.
Tra le sequenze di regolazione di base si distinguono altre sequenze che regolano la velocità di
trascrizione, ovvero che velocizzano il reclutamento dei fattori di regolazione necessari per far
attivare l'RNA polimerasi; tra queste troviamo la sequenza CAAT box e la sequenza di isole C-
P-G.
La sequenza CAAT è posta a circa 75-80 nucleotidi a monte rispetto al sito di inizio della
trascrizione, e lega la proteina CTF, mentre la sequenza di isole C-P-G si trova a circa 100-200
nucleotidi a monte rispetto al sito di inizio della trascrizione, e lega la proteina SP1. Entrambe
legano proteine di regolazione, che successivamente prenderanno contatto con i fattori di
regolazione. Il legame delle proteine CTF e SP1 con le rispettive sequenze, provoca una modifica
conformazionale del DNA che pone entrambe le proteine in vicinanza delle proteine che si
assembleranno sulla TATA box; tale meccanismo di assemblaggio aumenta la velocità di
reclutamento dell'RNA polimerasi sul complesso del PIC; un'altra ipotesi è quella che il PIC è
sempre legato alla proteina CTF, e quindi, successivamente al legame con la RNA polimerasi,
una modifica conformazionale trasporta il PIC a livello della TATA box.
Le isole C-P-G sono presenti nel genoma dei mammiferi in un numero minore rispetto alle
aspettative. Ciò è dovuto al fatto che la citosina può andare in contro a metilazione in posizione
5, cosi come può essere rapidamente deaminata. La deaminazione della citosina non metilata
porta alla formazione di uracile, un nucleotide riconosciuto come errore; la deaminazione della
citosina metilata, invece, porta alla formazione di timina, che a questo punto può essere
sostituita con una citosina per ripristinare la coppia C-G, o può portare alla sostituzione della
guanina con una adenina, eliminando così una coppia C-G. Le sequenze C-G possono trovarsi
oltre che in vicinanza della TATA box, anche in zone lontane da essa. In generale, sono presenti
25000 isole, di cui solo la metà vicino la TATA, queste ultime mai metilate. Ricordiamo infatti
che la metilazione della citosina porta a silenziamento genico. Le citosine metilate sono solo
quelle lontane dalla TATA box. Le isole C-P-G sono inoltre presenti in prossimità di tutti i geni
che codificano per proteine del metabolismo e per proteine del ciclo cellulare e dell'apoptosi.
Tra le sequenze di regolazione di ordine superiore troviamo le sequenze enhancer (permissive) e
le sequenze silencer (inibitrici). Non hanno una localizzazione specifica; possono infatti trovarsi
a monte o a valle del +1 del gene, così come vicine o lontane fino a migliaia di basi dal sito di
inizio della trascrizione.
Alcune sequenze vengono trascritte solo in presenza di un determinato stimolo; di
conseguenza, nel nucleo sarà presente una proteina di regolazione che, legandosi all'enhancer,
consente l'assemblamento del PIC o l'inibizione dell'assemblaggio. Sull'enhancer non si
assembla un solo fattore di trascrizione, ma un numero elevato di proteine; uno o più di queste
proteine sono correlate allo stimolo, mentre altre vengono assemblate allo scopo di modificare i
nucleosomi dei geni in questione (come ad esempio le HAT o i complessi di rimodellamento).
Viene a costituirsi il cosiddetto enhanceosoma, l'insieme delle proteine assemblate
sull'enhancer. Le sequenze enhancer sono molto lunghe, anche migliaia di paia di basi; alcune
proteine che si legano ad esse sono costanti, come la HMGI, una proteina architetto come la
TBP, ricca in fenilalanina, che consente la modificazione conformazionale dell'enhaner e quindi
del DNA; altre proteine sono invece legate allo stimolo, come ad esempio le p50 e p65, presenti
nell'enhanceosoma per l'interferone che costituiscono il fattore di trascrizione NF-kB.
β,
L'attivazione dei fattori di trascrizione può seguire tantissime tipologie di meccanismi, tra i quali
la fosforilazione dell'inibitore del fattore di trascrizione che si distacca e diventa attivo (avviene
in NF-kB), l'attacco di un ligando al fattore che determina la sua attivazione, l'aggiunta di una
seconda subunità, la fosforilazione del fattore di trascrizione, attivandolo, il rilascio del fattore
dalla membrana, la rimozione della proteina inibitrice che rende possibile l'ingresso del fattore
all'interno del nucleo, così come la diretta sintesi del fattore di trascrizione.
La trascrizione di un gene può essere inibita in vari modi: attivazione dei silencer tramite legame
con l'inibitore, che determina una modifica conformazionale tale da consentire l'azione
dell'attivatore sull'enhancer; competizione della proteina inibitrice con l'attivatore per il legame
con il DNA, quando le sequenze enhancer e silencer sono sovrapposte tra loro; formazione di
un dimero tra inibitore e attivatore al momento del legame con le rispettive sequenze,
impedendo la formazione dell'enhanceosoma, fenomeno che si verifica quando la sequenza
enhancer e silencer si trovano ad una distanza tale da consentire la formazione del dimero;
reclutamento da parte delle sequenze silencer di complessi di rimodellamento negativi o
deacetilasi.
Un esempio di meccanismo di controllo della trascrizione è il controllo genico da parte degli
ormoni, che superano la membrana plasmatica senza problemi, grazie alla loro idrofobicità per
quanto riguarda quelli di origine steroidea e grazie alla loro piccola struttura per quanto riguarda
gli ormoni tiroidei, che ne permette la penetrazione attraverso i pori. Degli ormoni lipofili
distinguiamo i glucocorticoidi, gli ormoni sessuali estrogeni e progestinici, la vitamina A la
vitamina D e gli ormoni tiroidei. Mentre i glucocorticoidi e gli ormoni sessuali legano recettori
a livello citosolico, le vitamine A e D legano recettori a livello nucleare. I recettori per gli
ormoni lipofili, comunque, posseggono tutti una struttura molto simile, caratterizzata da un
dominio aminoacidico centrale di legame del DNA (DNA binding protein), un estremo
aminoterminale che costituisce il dominio di attivazione, di dimensione variabile, ed un estremo
carbossiterminale che costituisce il dominio di legame dell'ormone, di dimensione costante.
I recettori proteici citosolici agiscono a partire dal legame ormone-proteina, che determina una
modifica conformazionale della proteina che porta a omodimerizzazione di quest'ultima.
L'omodimero venutosi a formare viene riconosciuto dalla chaperonina importina, che importa
il complesso proteina-ormone nel nucleo; qui avviene il legame con le sequenze enhancer, che
determina l'assemblaggio dell'enhanceosoma e quindi l'avviamento della trascrizione.
L'azione dei recettori proteici nucleari inizia con l'arrivo degli ormoni nel nucleo; qui avviene il
legame con le proteine recettoriali, che si troveranno già legato al DNA; il legame con gli
ormoni determinerà una modifica conformazionale del recettore, che verrà riconosciuta dalle
proteine accessorie, con conseguente assemblaggio dell'enhanceosoma
Un altro esempio di meccanismo di controllo è il controllo genico da parte di proteine, che non
riescono ad attraversare la membrana a causa della loro polarità. Un meccanismo di questo tipo
è quello attuato dal fattore di trascrizione STAT, che regola l'espressione genica mediante
citochine. La citochina si lega ad un recettore transmembrana avente 2 domini, un domino
aminoterminale esposto all'esterno ed uno carbossiterminale esposto verso il citosol. In
presenza di citochine, tale recettore dimerizza. Il recettore ha legato a se la proteina JAK, una
proteina ad attività serin treonin chinasica, che si attiva quando il recettore dimerizza. La JAK, in
presenza di ATP, a questo punto fosforila se stessa, autoattivandosi, ed il recettore. La
fosforilazione del recettore diventa il sito di riconoscimento per la proteina STAT, che tramite il
suo dominio SH2 riconosce il sito fosforilato e vi si lega. La JAK quindi fosforila anche la STAT,
che dimerizza con un'altra STAT che si fosforila. Le STAT, in queste condizioni, possono
staccarsi dal recettore ed entrare nel nucleo, dove potranno legarsi a sequenze enhancer di geni
che danno resistenza alla cellula sotto processo di infiammazione.
Altro sistema di controllo è il meccanismo di regolazione delle MAP chinasi RAS dipendente. In
questo caso la molecola segnale è un fattore di proliferazione, che si legherà a un recettore di
membrana tirosin chinasi, che dimerizza. La dimerizzazione attiverà l'azione tirosin chinasica del
recettore, che si autofosforila. A questo punto la proteina Grb 2 si lega ad un'altra proteina
chiamata SOS, ed il dimero formatosi si lega a sua volta con il recettore, a formare un trimero.
Al trimero, a sua volta, si lega una proteina RAS ad attività GTPasica. La RAS di solito lega GDP
quando è inattiva, ma quando il recettore è attivo, la RAS scambia GDP con GTP. La RAS legata
al GTP diventa così la proteina effettrice della MAP KKK (chinasi chinasi chinasi) serina
treonina. La RAS attiva la MAP KKK chiamata Raf che, in presenza di ATP, fosforila e attiva la
MAP KK chiamata Mek che, sempre in presenza di ATP, fosforila la MAP K chiamata Erk, che
attivatasi potrà fosforilare le proteine di regolazione, che potranno così passare nel nucleo.
La regolazione genica può anche essere posttrascrizionale. In generale, questa rende
indisponibile al ribosoma l'mRNA formatosi, evitando la traduzione. I meccanismi di
regolazione posttrascrizionale possono riguardare il controllo delle modificazioni dell'mRNA, il
controllo dell'accesso dell'mRNA nel citosol, il controllo della traduzione, il controllo
dell'attività delle proteine (modifica posttraduzionale), e l'