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Movimento strisciante delle cellule su un substrato solido

● Movimento amebe;

● Migrazione cellule embrionali (morfogenesi);

● Invasione dei tessuti da parte dei globuli bianchi (infezioni);

● Migrazione cellulare (riparazione ferite e rigenerazione);

● Diffusione cellulare (metastasi)

Tutte queste funzioni sono dovute alle funzioni citoscheletriche dei microfilamenti di actina.

Movimento strisciante delle cellule: inizia con la polarizzazione della cellula in una direzione, e lo fa grazie all'estensione del bordo avanzante mediante l'emissione di lamellipodi, ovvero estensioni citoplasmatiche lamellari piatte contenenti una ricca rete di microfilamenti di actina. A seconda del tipo cellulare l'estensione del bordo avanzante forma lamellipodi e/o filopodi, prolungamenti sottili e rigidi, contenenti lunghi filamenti di actina a fasci (coni di crescita in migrazione, alcuni fibroblasti).

Lamellipodi e filopodi sono strutture di esplorazione mobili che si formano e

ritraggono rapidamente.
  1. Estensione del bordo avanzante e protrusione della membrana plasmatica (lamellipodi e filopodi);
  2. Adesione dinamica al substrato del bordo avanzante, per consentire la trazione e migrazione in avanti della cellula;
  3. Trazione e movimento della massa cellulare in avanti;
  4. Retrazione della parte posteriore della cellula (riorganizzazione delle adesioni).
La forza per l'espansione del margine guida è fornita dalla polimerizzazione continua di una rete di actina vicino al bordo avanzante. La riorganizzazione del citoscheletro di actina che spinge la protrusione della membrana plasmatica e la formazione del lamellipodio è iniziata da segnali extracellulari (es. fattori di crescita). Una rete di filamenti di actina è assemblata (anteriormente, al margine guida) e disassemblata dietro al bordo in avanzamento per la propagazione della protrusione ed il movimento del lamellipodio. La migrazione cellulare è favorita anche da adesione.

cellulare (raggruppamento di integrino e formazione diadesioni focali).Polimerizzazione dell’actina con un meccanismo di nucleazione de novo di filamenti mediante agentinucleanti, complesso Arp2/3, considerato il mediatore primario della polimerizzazione dell’attica nellamellipodio. Complesso Arp2/3: Arp - Actin related protein. Multimerico, polimerizzazione de novodell’attica )in direzione +) e ramificazione di corti filamenti di actina (allungamento di nuovi filamentilateralmente a filamenti esistenti). Modello della enucleazione dendritica.Componenti per formare la rete dinamica di filamenti di actina durante la formazione ed il movimento inavanti del lamellipodio:

  1. Actina, profliga (scambio ADP con ATP);
  2. Complesso Arp2/3 (mima un terminale -) attivato nuclea l’actina alla membrana plasmatica;
  3. Fattore attivatore del complesso Arp2/3;
  4. Una capping protein +, corti filamenti di actina (per spingere la membrana in avanti);
  5. ADF (Actin Depolymerizing

Factor) / cofilina.Arp2/3 viene attivato da NPFs (Nucleation Promoting Factors)

● NPFs regolati da vie di segnalazione che coordinano la polimerizzazione dell'actina;

● 1° NPF identificato WASP, ovvero Wiskott-Aldrich Sindrome Protein

Gli NPF sono il tramite tra il nucleatore e il segnale che arriva ai recettori di membrana. WASP una volta attivata ha una conformazione distesa e attiva Arp3/3, quando non è attivo ha forma ripiegata e non può interagire con Arp2/3. In questa forma ha un dominio per la proteina G monomerica, un dominio per la profilina e per Arp (solo in forma attiva). Proteine G monomeriche Rho: proteina G ras, regolatori del citoscheletro di actina.

Segnalazione cellulare, legame col recettore, attivazione (tramite fattore GEF) della proteina monomerica Rho, recluta a livello della membrana la proteina WASp e il legame induce una parziale distensione di WASp. Per la completa apertura occorre che si leghino agli altri domini i monomeri di profilina

associata adactina, actina. In conformazione distesa può legare Arp2/3. Arp2/3 si associa lateralmente a un filamento diactina preesistente, i due monomeri di actina vengono rilasciati da WASp e legano Arp2/3, ciò permetterà la formazione di una ramificazione con inclinazione di circa 70°. L'allungamento e la ramificazione dei filamenti di actina in prossimità della membrana ne determinano la protrusione verso l'esterno, perché la protrusione avvenga i filamenti di actina devono essere corti e quindi intervengono delle proteine cappuccio che inibiscono l'allungamento. I filamenti posteriori, vecchi, vengono disassemblati tramite idrolisi dell'ATP legata ai monomeri di actina, poiché l'idrolisi riduce l'affinità di Arp2/3 per il terminale -. Arp2/3 è considerato il mediatore primario della polimerizzazione dell'actina nel lamellipodio; altri nucleatori sono stati identificati per

Promuovere l'allungamento dei filamenti di actina. Per la protrusione del lamellipodio è stato proposto un modello che prevede la collaborazione di più fattori nucleanti e di allungamento, e cross-linking proteins per stabilizzare la rete di actina. Questo complesso non è attivo solo a livello dei lamellipodi per la mediazione del movimento, ma anche in altre sedi cellulari per funzioni differenti.

Regolazione e riarrangiamenti del citoscheletro di actina in risposta a segnali. Le proteine responsabili di questa funzione sono le GTPasi Rho (Rho, Rac, Cdc42) che legano molti effettori (proteine chinasi, alcune ABPs...). Queste proteine G monomeriche della famiglia delle GTPasi Rho hanno un ruolo in molte funzioni cellulari: regolano direttamente o indirettamente l'assemblaggio e il disassemblaggio (riarrangiamenti) del citoscheletro di actina, controllano anche morfologia della cellula e motilità cellulare. Inoltre esse regolano gli eventi di adesione.

(quando correlata al citoscheletro di actina), il traffico vescicolare (esocitosi, endocitosi), sono coinvolte nel ciclo cellulare (mitosi-cell rounding, contrazione dell'anello acto-miosinico...), sono regolatori di espressione genica (attivando vie di segnalazione). Questi fattori Rho vengono attivati da dei fattori correlati, i fattori GEF, che promuovono lo scambio del nucleotide (promuovono lo stadio attivo) e i GAP (promuovono lo stato inattivo); esistono anche dei fattori GDI che interferiscono con lo scambio GDP/GTP e idrolisi del GTP, mantenendo la proteina inattiva finché non sarà necessaria la sua successiva attivazione.

Le Rho GTPasi regolano l'organizzazione dell'actina per formare lamellipodi, filopodi e fibre da stress, filamenti contrattili che contribuiscono a generare le forze necessarie per mantenere forma e adesione cellulare. Esse sono intermediari tra i segnali esterni e l'organizzazione dell'actina e delle adesioni. Altre...

protrusioni dinamiche ricche di actina, che si estendono nelle 3 dimensioni e permettono ad alcuni tipi cellulari di invadere i tessuti circostanti sono gli invadopodi e le strutture ad essi correlate chiamate podosomi (più sono lunghi più sono podosomi). Invadopodi e podosomi si formano alla superficie ventrale della cellula (quella a contatto col substrato) sono strutture adesive e degradative che consentono alla cellula di coordinare la degradazione della ECM con la motilità cellulare. La degradazione della ECM è facilitata dal reclutamento e dall'attivazione di proteasi pericellulari multiple, ad opera dei podosomi. Invadopodi e podosomi facilitano la migrazione cellulare attraverso il microambiente dei tessuti. I podosomi sono presenti in vari tipi cellulari e sono coinvolti in sviluppo embrionale, rimodellamenti tissutali, sorveglianza immunitaria: sono presenti in leucociti, cellule endoteliali, osteoclasti (riassorbimento della matrice ossea), cellule.

muscolari lisce ecc. Sono strutture dinamiche con un core centrale di actina circondato da proteine di adesione, ABP, proteine di segnalazione. I podosomi sono costitutivi (sempre presenti) in alcuni tipi cellulari, e strutture transitorie in altri tipi cellulari. Hanno diversa organizzazione in vari tipi cellulari o in una stessa cellula in diversi stati: in un macrofago stazionario ad esempio sono scattered, mentre nei macrofagi migranti formano strutture ad array o a rosette. In altri tipi cellulari possono formare clusters, rings e belts.

Microtubuli Funzioni:

  1. Funzione meccanica (sostegno strutturale, organizzazione e mantenimento della forma della cellula);
  2. Funzione morfogenetica;
  3. Motilità cellulare (disposizione e movimento degli organelli, trasporto vescicolare, movimento dei cromosomi in fase M, motilità cellulare tramite ciglia e flagelli).

Ai microtubuli sono associate due famiglie di proteine motorie: le chinesine e le dineine. I microtubuli sono costituiti da

dimeri polarizzati di tubulina, ogni dimero è data da due monomeri che sono isoforme diverse della tubulina, tubulina α e β, e i vari dimeri si associano a formare dei protofilamenti testa-coda; 13 protofilamenti formano un microtubulo, che è una struttura cava. Ogni protofilamento e il microtubulo stesso ha due estremità a polarità differenti. Anche la tubulina, come l'actina, lega un nucleotide, ma nel caso della tubulina viene legato il GTP. In particolare la tubulina α lega una molecola a GTP in un sito ad altissima affinità (non idrolizzabile, intrappolato nel dimero, in una GTP-binding pocket coperto da β-tubulina), mentre la tubulina β lega GTP in un sito a bassa affinità (facilmente idrolizzabile, importante nella dinamicità del microtubulo). Tra i dimeri si formano legami di tipo longitudinale e tra i protofilamenti si formano invece legami laterali. La tubulina, analogamente all'actina, è

una proteine altamente conservata intutti gli eucarioti, e le sequenze α e β sono identiche al 40%; tuttavia nei mammiferi esistono diversi genicorrelati che codificano per le subunità. È nota inoltre una terza isoforma di tubulina, la γ-tubulina, che costituisce circa il 5% di tutta la tubulina cellulare ed è localizzata prevalentemente nel centrosoma (principale centro organizzatore dei microtubuli in interfase) ed è cruciale per l'assemblaggio dei microtubuli. Recentemente sono state identificate altre isoforme, non ancora completamente note. L'organizzazione dei microtubuli e loro stabilità non è uguale in tutte le cellule, entrambe dipendono dal tipo cellulare e dalla fase del ciclo cellulare. Per quanto riguarda i tipi cellulari ad esempio, un fibroblasto in coltura presente dei microtubuli spesso organizzati in un reticolo citoplasmatico esteso fino alla periferia cellulare che inizia circa in prossimità del nucleo,

mentre ad esempio in una cellula nervosa la complessa specializzazione morfologica del neurone dipende dal citoscheletro (in particolare dai microtubuli stabili); nell'aspetto funzionale, invece, il neurone è caratterizzato dalla sua capacità di generare e trasmettere segnali elettrici, che avvengono attraverso l'attivazione e la propagazione di impulsi nervosi lungo le sue estensioni, chiamate dendriti e assone.
Dettagli
A.A. 2018-2019
57 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/13 Biologia applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher zuccherofilato97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia cellulare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof Franchini Antonella.