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Principi di termodinamica nelle reazioni chimiche

G=H-TS- L'energia libera diminuisce durante una reazione esoergonica- L'energia libera aumenta durante una reazione endoergonica. Una reazione può avvenire spontaneamente solo se il suo G è negativo. G fornisce la direzione del processo:

  • G<0 reazione esoergonica (spontanea) ossidazione del glucosio
  • G>0 reazione endoergonica sintesi del glucosio
  • G=0 reazione all'equilibrio

Le reazioni che di solito non potrebbero svolgersi spontaneamente vengono accoppiate a reazioni spontanee. Nelle reazioni accoppiate, la reazione esoergonica fornisce l'energia necessaria per far avvenire la reazione endoergonica come il trasporto attivo, i movimenti cellulari e l'anabolismo.

METABOLISMO CELLULARE:

  • Catabolismo
  • Anabolismo

Reazione esoergonica: libera energia durante la respirazione cellulare e il catabolismo (la sintesi di ATP a partire da ADP a Pi richiede energia).

Reazione endoergonica: richiede energia per il trasporto attivo, i movimenti cellulari e l'anabolismo (l'idrolisi).

dell'ATP e Pi rilascia energia)*quanto più un atomo di carbonio è ossidato, tanto minore è la sua energia libera.

Le reazioni redox trasferiscono elettroni ed energia.

Quando elettroni vengono trasferiti da riducenti ad ossidanti si libera energia.

I coenzimi fungono da trasportatori di elettroni nelle ossidoriduzioni: NAD(nicotinammideadenindinucleotide) e FAD (flavinadenindinucleotide)

ENZIMI

Energia di attivazione: energia necessaria a indebolire i legami preesistenti e ad iniziare la formazione di nuovi legami.

Solo molecole con energia relativamente alta possono reagire, non c'è però differenza nell'energia libera in gioco tra la reazione catalizzata e non catalizzata.

La temperatura aumenta l'energia cinetica delle molecole del reagente, aumenta il numero di molecole che reagiscono, aumenta di conseguenza la velocità di reazione fino ad un valore soglia, al di sopra del quale perde questo effetto poiché

l’eccessivo calore denatura l’enzima proteico. Esiste un ottimo di temperatura per il quale si ha l’effetto massimo. L’ottimo di pH per la maggior parte degli enzimi invece è compreso tra 4 e 8. Il potere catalitico degli enzimi deriva dalla loro capacità di avvicinare i substrati con un orientamento favorevole e promuovere la formazione di stati di transizione. Gli enzimi formano il complesso enzima-substrato in una specifica regione detta sito attivo. Il sito attivo è una regione a cui si lega il substrato. È costituito da una tasca o fenditura tridimensionale formata da gruppi che derivano da parti diverse della sequenza amminoacidica della proteina. L’enzima rimane invariato a seguito della reazione. Interazione substrato-enzima Gli enzimi sono specifici (esistono diversi livelli di specificità), sia nei riguardi della reazione catalizzata sia nei riguardi dei substrati. - Modello chiave-serratura: la forma del substrato e la

conformazione del sito attivo sono complementari- Modello adattamento indotto: l'enzima subisce una transizione conformazionale legandosi al substrato. La forma del sito attivo diventa complementare alla forma del substrato soltanto dopo che il substrato si è legato all'enzima.

- Orientamento: substrati orientati in modo da poter reagire

- Cambiamento chimico: l'enzima aggiunge cariche al substrato

- Tensione fisica: l'enzima stira il substrato

Un enzima accelera la reazione ma, in corrispondenza del valore massimo della velocità della reazione catalizzata, in ogni istante tutte le molecole dell'enzima si trovano combinate con le molecole di substrato.

In assenza di enzima, la velocità di reazione aumenta progressivamente all'aumentare della concentrazione dei reagenti.

Costante di Michaelis (Km): concentrazione del substrato a cui la velocità di reazione è la metà della velocità massima.

Numero di Turnover: numero

Di molecole di substrato che una molecola di enzima converte in prodotto nell'unità di tempo, quando l'enzima è completamente saturato. Gli enzimi sono proteine allosteriche, le sostanze che influenzano l'attività enzimatica, legandosi al sito allosterico, sono dette regolatori allosterici.

- Inibizione competitiva: l'inibitore compete con il normale substrato per il sito attivo dell'enzima. Un inibitore competitivo occupa il sito attivo solo temporaneamente. Aumenta la Km, l'inibizione può essere rimossa aumentando la concentrazione del substrato.

- Inibizione incompetitiva: l'inibitore si lega al complesso enzima-substrato e non gli lascia liberare i prodotti. Il substrato può ancora legarsi al complesso enzima-inibitore, ma il complesso enzima-inibitore-substrato non procede verso la formazione dei prodotti. La Vmax diminuisce, l'inibitore inoltre abbassa la concentrazione dell'enzima funzionale.

L'inibizione può essere reversibile, è irreversibile se l'inibitore si lega con legami covalenti. - Inibizione non competitiva: l'inibitore si lega con l'enzima in un sito diverso dal sito attivo, alterando la forma dell'enzima e di conseguenza inattivandolo. *acido folico essenziale per la sintesi e replicazione degli acidi nucleici, l'uomo lo assume con la dieta. L'attività catalitica di molti enzimi dipende dalla presenza di piccole molecole, chiamate cofattori, il cui ruolo può essere diverso da enzima a enzima. La proteina enzimatica senza il suo cofattore è detta apoenzima, mentre la sua forma completa e cataliticamente attiva è detta oloenzima. I cofattori possono essere suddivisi in due gruppi: - Coenzimi (piccole molecole organiche) - Metalli Inibizione a feedback Il flusso di metaboliti attraverso una via metabolica si arresta quando il primo enzima della via è inibito dal prodotto finale, che si

Lega ad un sito allosterico dell'enzima. L'inibizione a feedback tutela una cellula dallo spreco delle risorse per la produzione di composti non più richiesti. È una risposta rapida, mentre la repressione dell'espressione dei geni che codificano tutte le subunità degli enzimi del processo è una risposta a lungo termine.

- Attivazione proteolitica: zimogeni, precursori attivi di enzimi proteolitici

- Modificazioni covalenti

CENTRIFUGAZIONE

Una centrifuga è uno strumento progettato per produrre una forza centrifuga superiore alla forza di gravità terrestre.

Le particelle in soluzione se lasciate in condizioni di quiete tenderanno a sedimentare per effetto della gravità.

Per ogni particella la velocità alla quale essa sedimenta è proporzionale alla forza applicata, conseguentemente macromolecole in soluzione sedimentano più velocemente quando la forza applicata è maggiore di quella di gravità.

esocitosi. Esercitare una forza maggiore del campo gravitazionale terrestre Esercitare una forza maggiore del campo gravitazionale terrestre aumentando la velocità di sedimentazione delle macromolecole, è così possibile separare le macromolecole che differiscono per densità, forma e dimensioni, le quali quindi sedimentano con velocità diverse sotto l'influenza di un campo centrifugo applicato. Tipi di centrifughe: - Centrifughe a bassa velocità: si usano per raccogliere organelli di grandi dimensioni e precipitati grossolani - Microcentrifughe: sono capaci di accelerazioni rapide - Centrifughe a flusso continuo: utili per raccogliere grandi volumi di cellule. Durante la centrifugazione le particelle sedimentano mentre il liquido scorre attraverso il rotore. - Centrifughe ad alta velocità: utili per il frazionamento cellulare - Ultracentrifughe: possiedono sistemi di vuoto e refrigerazione sofisticati e vengono usate per isolare piccoli organelli come i ribosomi e le vescicole di esocitosi.membrana Tecniche centrifugative: Le tecniche di separazione per centrifugazione si basano sul comportamento delle particelle quando esse vengono sottoposte ad un campo centrifugo. - Tecniche di centrifugazione preparativa: permettono di separare, isolare e purificare cellule intere, organuli subcellulari, membrane plasmatiche, polisomi, ribosomi, cromatina, acidi nucleici, complessi proteici e virus. - Tecniche di centrifugazione analitica: servono a studiare macromolecole già pure o praticamente pure. Metodi di rottura delle cellule - Shock osmotico (eritrociti) - Cicli di congelamento e scongelamento - Digestione enzimatica con diverse proteasi - Metodi meccanici (frullatori, omogeneizzatori, ultrasuoni) Frazionamento cellulare Le cellule possono essere rotte in vario modo: shock osmotico, ultrasuoni, peromogeneizzazione. Questi procedimenti rompono molte membrane ma lasciano intatti gli organuli che possono essere separati sulla base delle loro dimensioni e densità. 1. Fase di

omogeneizzazione: disorganizzazione del tessuto e rottura di cellule -> omogenato

Fase di separazione: si crea un nuovo ordine raggruppando le componenti cellulari contenute nell'omogenato in base a uguali caratteristiche e proprietà di tipo fisico, quali dimensioni, densità centrifugazione (differenziale, in gradiente di densità) -> L'omogeneizzazione avviene in tampone solitamente ipotonico e a pH fisiologico, il tampone ipotonico facilita la rottura delle cellule. Si cerca tuttavia di mantenere condizioni in vitro non troppo drastiche, per non alterare la struttura delle proteine che vogliamo studiare.

METABOLISMO

Catabolismo e anabolismo

  • Fase iniziale
  • Fase intermedia
  • Fase terminale

NAD+/NADH

Glicolisi

  • Prima fase
  • Seconda fase

Fermentazione

Ciclo di Krebs (concetti generali, non importa imparare le formule)

FOTOSINTESI

DNA

Geni:

  • Elementi che contengono le informazioni che specificano le caratteristiche di un individuo
  • Localizzazione sui cromosomi, fatti da
DNA e proteine

Informazione genica: istruzione per la sintesi di proteine

Identificazione del DNA come vettore genico tramite una serie di esperimenti a partire dal 1928 ad opera di Fred Griffith:

Utilizzò il Pneumococco in due forme:

  • S (colonie lisce), capsulato, virulento
  • R (colonie rugose), acapsulato, non-virulento

Le cellule morte del ceppo S vennero mescolate con batteri vivi e non virulenti di ceppo R.

Dimostrò l'esistenza del principio trasformante.

Successivamente per mezzo di altri esperimenti Avery, MacLeod e MacCarty mostrarono che il principio trasformante era il DNA.

Analogamente nel 1951 Herriot suggerì l'idea che solo il DNA del virus entra nella cellula batterica, nel 1952 Harshey e Chase dimostrarono sperimentalmente tale idea.

Nel 1953 Watson e Crick deducono l

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A.A. 2020-2021
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SSD Scienze biologiche BIO/13 Biologia applicata

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JMili di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biologia applicata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Stio Maria.