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GTP.
Via della MAP chinasi:
L’attivazione di Ras attiva la cascata delle MAP chinasi, proteine chinasi attivate da mitogeni. Questa via può
promuovere la proliferazione cellulare, attivando la trascrizione di alcuni geni che codificano per le cicline G1.
Normalmente l’attivazione di Ras è la risposta cellulare ad uno stimolo, mediata dall’interazione tra un ligando e il
RTK, ma nelle cellule in cui il protooncogene Ras è mutato, la proteina è sempre attiva e la risposta cellulare avviene
anche in assenza di ligando. Questo accade in alcune forme di autismo.
Come avviene l’attivazione della via MAP chinasi:
La Ras una volta attiva va ad attivare una MAP chinasi chinasi
chinasi (Raf), andando ad iniziare una cascata di fosforilazioni
delle MAP chinasi; infatti, Raf andrà a fosforilare la MAP chinasi
chinasi (Mek), la quale a sua volta andrà a fosforilare la MAP
chinasi (Erk).
Erk è una proteina effettrice che andrà ad attivare a valle altre
proteine effettrici a seconda della risposta cellulare che si
andrà ad innescare: cambiamenti nell’attività di alcune
proteine (X e Y), cambiamenti nell’espressione genica.
Via di segnalazione JAK/STAT:
Questa via partecipa alla regolazione delle risposte cellulari alle
citochine ed ai fattori di crescita. Tramite le proteine JAK chinasi e le proteine trasduttrici del segnale ed attivatore
della trascrizione STATs, la via trasduce il segnale generato dall’attività delle citochine e dei fattori di crescita ad una
risposta intracellulare, provocata dall’azione delle proteine STAT attivate che, una volta nel nucleo, modificano
l’espressione genica.
La via svolge un ruolo centrale nelle decisioni principali riguardanti il destino delle cellule, regolando i processi di
proliferazione, differenziamento e apoptosi. È particolarmente importante nell’ematopoiesi.
Il fattore di necrosi tumorale alfa (TNFalpha) è una citochina coinvolta nell’infiammazione sistemica. È prodotta
principalmente dai macrofagi sebbene possa essere prodotta da linfociti T, cellule NK, neutrofili, mastociti, ecc.
Meccanismo d’azione:
Due recettori, TNF-R1 e TNF-R2, si legano al TNF. Dopo il contatto con i loro ligandi, i recettori formano dei trimeri
provocando un cambiamento conformazionale portando alla dissociazione della proteina inibitoria SODD dal
dominio intracellulare detto di morte DD. In tal modo la proteina adattatrice TRADD è in grado di legarsi al DD e
possono iniziare 3 diverse vie biochimiche:
• Attivazione di NF-kB: è un fattore di trascrizione eterotrimerico che, traslocato nel nucleo, media la
trascrizione di un vasto numero di proteine coinvolte nella sopravvivenza cellulare e nella proliferazione,
nella risposta infiammatoria, nella funzione anti-apoptotica.
• Attivazione della via della MAP chinasi: il TNF induce una forte attivazione della cascata enzimatica legata
allo stress del gruppo JNK. La via di JNK è coinvolta nel differenziamento cellulare, nella proliferazione ed è
generalmente pro-apoptotica.
• Induzione di segnali di morte: TRADD lega FADD che recluta la proteasi caspasi-8. Un’alta concentrazione di
caspasi-8 induce la propria attivazione autoproteolitica e il susseguente clivaggio di altre caspasi effettrici
che inducono il processo apoptotico.
La Matrice Extracellulare
La matrice extracellulare o ECM rappresenta la più complessa unità di organizzazione strutturale dei tessuti degli
organismi viventi. Infatti, i tessuti non sono costituiti solo da cellule, ma una parte rilevante del loro volume è
formata dallo spazio extracellulare, occupato da un’intricata rete di macromolecole.
L’analisi biochimica dell’ECM rivela che essa è composta da una pletora di proteine e polisaccaridi che si aggregano
in un reticolo organizzato in maniera compatta e connesso alla superficie delle cellule che l’hanno prodotto e di
quelle circostanti.
L’ECM rappresenta il substrato su cui tutte le cellule dei tessuti possono aderire, migrare, proliferare e differenziare,
e ne influenza la sopravvivenza, la forma e la funzione; infatti, le macromolecole della matrice sequestrano fattori di
crescita, molecole come acqua o minerali e controllano fenomeni fisiologici, quali la morfogenesi, la guarigione delle
ferite, ecc.
Pertanto, il comportamento cellulare non dipende solo da caratteristiche intrinseche delle cellule, ma è strettamente
condizionato dall’interazione tra cellule, matrice e microambiente cellulare.
Le due classi principali di macromolecole extracellulari che compongono la matrice sono:
• GLICOSAMMINOGLICANI: catene di polisaccaridi che solitamente si trovano legati covalentemente alle
proteine per formare i proteoglicani.
• PROTEINE FIBROSE: divise in due gruppi, uno con funzione principalmente strutturale (collageni ed elastina)
ed uno con funzioni adesive (fibronectina, laminina e vitronectina).
PROTEINE FIBROSE:
Fibre Collagene: rinforzano l’ECM, la organizzano, la rendono flessibile e ne assicurano la resistenza alla
trazione. Esse appaiono al microscopio come strutture ondulate di larghezza e lunghezza variabile.
Fibre reticolari: forniscono un supporto per le componenti cellulari dei vari organi e tessuti.
Fibre elastiche: determinano l’elasticità consentendo ai tessuti di rispondere allo stiramento e alla
distensione. Sono più sottili delle fibre di collagene e sono organizzate in strutture ramificate che formano
reticoli tridimensionali.
GLICOSAMMINOGLICANI:
Glicosamminoglicani e proteoglicani costituiscono la rete tridimensionale a maglia fine tra le cellule
dell’organo, i capillari e i vasi linfatici. Si tratta di catene di polisaccaridi non ramificate composte da unità di
disaccaridi ripetute. I glicosamminoglicani tendono ad assumere nello spazio conformazioni distese che
occupano un volume enorme rispetto al loro peso e formano gel anche a concentrazioni molto basse.
Inoltre, data l’elevata densità delle loro cariche negative attraggono nubi di cationi con un afflusso di grandi
quantità d’acqua nella matrice, e ciò rende la matrice capace di resistere alle forze di compressione.
Acido Ialuronico: è la più semplice molecola di glicosamminoglicano. Gioca un ruolo importante nella
resistenza dei tessuti ed articolazioni alle forze di compressione e svolge una funzione importante durante lo
sviluppo embrionale, dove è coinvolto nei cambiamenti morfologici dei tessuti.
La molecola di acido ialuronica presenta elevata polarità e di conseguenza è in grado di formare idrogel contenenti
tante molecole d’acqua; ciò consente alla matrice di mantenere l’appropriato grado di idratazione, turgidità,
plasticità e viscosità.
Infine, ha la funzione di filtro contro la diffusione libera nel tessuto di particolari sostanze, quali batteri e agenti
infettanti.
Proteoglicani: fatta eccezione per l’acido ialuronico, tutti i glicosamminoglicani sono legati covalentemente a
proteine per formare proteoglicani. Un esempio sono la decorina, secreta dai fibroblasti, e l’aggrecano, uno
dei principali componenti delle cartilagini.
Le glicoproteine multidominio contribuiscono ad organizzare la matrice e ad aiutare le cellule ad attaccarsi ad essa.
Ad esempio, la fibronectina si lega ad alcune proteine integrali di membrana, le integrine, implicate nell’adesione
cellulare e nella trasduzione del segnale.
La lamina basale è una struttura laminare specializzata della matrice extracellulare che di solito interfaccia tra un
tessuto connettivale e un tessuto non connettivale, come gli epiteli. Oltre che tra tessuto connettivo ed epiteliale, la
lamina basale si riscontra anche sopra gli endoteli dei capillari, intorno agli adipociti, a livello dei nervi periferici, ecc.
I componenti principali della lamina basale sono la laminina e il collagene di tipo 4; le laminine sono una famiglia di
glicoproteine extracellulari che consistono in 3 differenti catene polipeptidiche legate da ponti disolfuro ed
organizzate a formare una molecola che assomiglia a una croce con 3 bracci corti ed uno lungo.
Cellule Tumorali
I tumori conseguono alla perdita del normale controllo della crescita cellulare; infatti, nei tessuti normali esiste un
bilanciamento tra il tasso di crescita e quello ci morte cellulare che nei tumori si rompe; ciò può essere dovuto ad
una crescita cellulare incontrollata o alla perdita dell’apoptosi.
Quindi il cancro si genera quando si verifica una violazione delle regole fondamentali del comportamento sociale
delle cellule, andando a riprodursi sfidando le normali limitazioni di crescita e divisione cellulare e invadendo e
colonizzando territori di altre cellule.
In base al tessuto e al tipo di cellula da cui ha origine, il cancro è classificato in:
o Carcinomi, se si formano da cellule epiteliali;
o Sarcomi, se si formano dal tessuto connettivo o da cellule muscolari;
o Leucemie e linfomi, se derivati dai globuli bianchi e dai loro precursori.
Le neoplasie sono principalmente una malattia ambientale con il 90 % dei casi attribuibili a fattori ambientali e per il
5 % alla genetica. Alcuni comuni fattori ambientali che contribuiscono alla mortalità da cancro sono il fumo,
l’alimentazione, le radiazioni ionizzanti, la mancanza di attività fisica e gli inquinanti ambientali.
Le neoplasie ereditarie sono prevalentemente causate da un difetto genetico. Meno dello 0,3 % della popolazione è
portatrice di una mutazione genetica che ha effetto sul rischio di sviluppare un cancro. Alcune di queste condizioni
sono rappresentate da alcune mutazioni ereditarie dei geni BRCA1 e BRCA2.
Progressione tumorale:
Alcune lesioni, dette precancerose, spesso sono identificabili come sintomo di un processo tumorale maligno in
quanto è elevata la possibilità di un passaggio allo stadio degenerativo. Generalmente sono lesioni che insorgono su
cute e mucose e sono di vario carattere, vanno da processi infiammatori cronici alle prolificazioni iperplastiche
benigne o da disontogenie a modificazioni tissutali dovute a squilibrio ormonale.
Affinché una cellula diventi tumorale deve accumulare una serie di danni al suo sistema di controllo della
riproduzione. Tutte le cellule cancerose e precancerose presentano alterazioni del loro assetto cromosomico, dove il
numero può essere alterato e i cromosomi stessi possono essere danneggiati, multipli o mancanti.
L’alterazione cromosomica delle cellule tumorali è talmente estesa che spiega l’estrema variabilità per aspetto,
sintomi e prognosi delle molte forme di cancro note.
Alla base della patogenesi del tumore c’è la mutazione di determinati geni:
• I proto-oncogeni: codificano per proteine che favoriscono la perdita di controllo di crescita e possono
condurre ad instabilità genetica, impedire l’apoptosi e