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DNA
Meiosi 2 (in breve: non prevede un’ulteriore duplicazione del DNA, i cromatidi fratelli dei
cromosomi si separano e allontanano verso i poli, metà del corredo cromosomico migra verso
ciascun polo)
1. Profase 2 (i cromosomi/cromatina si condensano di nuovo, non c’è nessuna nuova
replicazione ne crossing-over ne accoppiamento di cromosomi omologhi). A questa segue
la prometafase 2 dove si completa il fuso e si rimuove la membrana
2. Metafase 2 (i cromatidi fratelli che costituiscono ciascun cromosoma omologo si
dispongono sul piano equatoriale della cellula)
3. Anafase 2 (i cromatidi fratelli si separano all’altezza del centromero e si dirigono verso i
poli opposti. Da questo momento, cosi come nella mitosi, ogni cromatidio è indicato come
cromosoma)
4. Telofase 2 (in questa fase c’è un componente di ciascuna coppia di omologhi a ogni polo,
si ricostituisce l’involucro nucleare, i cromosomi tornano cromatina e si verifica la
citocinesi) 36
Ricapitolando: la mitosi è una singola divisione nucleare durante la quale i cromatidi fratelli si
disgiungono l’uno dall’altro dando luogo a due cellule figlie diploidi identiche alla cellula madre. La
meiosi invece, consiste in due divisioni nucleari successive (meiosi 1 e meiosi 2). Durante la meiosi
1 si separano i cromosomi omologhi mentre nella meiosi 2 si separano i cromatidi fratelli. La meiosi
si conclude con la formazione di quattro cellule aploidi geneticamente differenti causa variabilità
genetica dovuta a mescolamento di cromosomi paterni e materni. Durante la meiosi possono
avvenire degli errori. 37
38
CAPITOLO 7: FORMAZIONE DEI GAMETI (GAMETOGENESI) I E FECONDAZIONE
Come detto, la meiosi genera 4 cellule figlie con corredo cromosomico “n”. Queste cellule però
non sono ancora pronte per essere fecondate, infatti devono subire delle trasformazioni per
diventare gameti maschili (spermatozoi) o femminili (ovuli). Per formare gli spermatozoi si parla di
spermatogenesi, questo processo, che avviene nelle gonadi e per tutta la vita di un uomo a partire
dalla pubertà, prevede uno sviluppo/differenziazione e una maturazione delle 4 cellule figlie della
meiosi (tutte e quattro diventano spermatozoi). A queste cellule infatti, si aggiunge nella parte
bassa, un lungo flagello che consente il movimento allo spermatozoo, mentre nella parte alta si
aggiunge una vescicola con dentro degli enzimi litici, questa vescicola, arrivata all’ovulo, si rompe e
rilascia enzimi litici che rompono la barriera dell’ovulo e permettono allo sperma di entrare in esso
e mescolare i propri cromosomi con quelli dell’ovulo dando il via alla fecondazione.
Gli ovuli invece vengono formati nel processo della ovogenesi. Durante questo processo, solo una
delle quattro cellule alla fine diventa un ovulo vero e proprio (citodieresi disuguale, cioè una sola
cellula mantiene tutto il citoplasma e diventa funzionale), le altre tre infatti nutriranno l’ovulo
stesso. Questo processo non avviene per tutta la vita di una donna e gli ovuli non fecondati
invecchiano (questo può portare a mutazioni del feto in caso di fecondazione) e vengono
successivamente rimossi. La meiosi della donna può bloccarsi nella meiosi 1 (tipo dalla nascita alla
pubertà e in menopausa), questo blocca l’ovogenesi. In un ovulo entra solamente uno
spermatozoo che avvia la fecondazione.
Alla prole vengono trasmesse solo le caratteristiche presenti nelle cellule germinali (quindi se un
malfunzionamento è presente solo nella cellula somatica di un genitore, questo non viene
trasferito alla prole).
La fecondazione genera uno zigote (prima cellula del nuovo organismo) che avrà corredo
cromosomico “2n” (23 cromosomi della madre e 23 del padre), fattore che ristabilisce la diploidia.
CAPITOLO 8: I VIRUS
I Virus sono costituiti da una singola unità di DNA o RNA (core), questa unità è circondata da una
massa di natura proteica (capside), sono formati da due subunità uguali (capsomeri), rivestimento
esterno composto da materiale cellulare (involucro pericapsidico). Sono dei parassiti intracellulari
obbligati, infatti da soli non possono sintetizzare nulla. Il rivestimento esterno serve a proteggere
il genoma vitale (DNA o RNA), senza di questo infatti, i virus non possono riprodursi. Un virus è
specifico per ogni tipo di cellule, cioè attacca ed entra solo in un tipo di cellula, questo perché sul
capside sono presenti delle proteine che vengono attirate solo da determinati recettori presenti su
specifici tipi di cellule. Questa caratteristica prende il nome di tropismo virale e si basa sul
rapporto ligando-recettore. Alcuni virus fanno entrare nella cellula da infettare solo il genoma,
altre invece fanno entrare tutto il capside (proteine + DNA o RNA). I virus sono molto più piccoli
dei batteri, la loro unità base è il capsomero. Questi capsomeri si possono disporre in vari modi
dettando la forma del virus: possono disporsi in una struttura con simmetria “a chiocciola” 39
(elicoidale) o con simmetria icosaedrica (un poligono a 20 facce triangolari). Un virus si diffonde e
replica solo in condizioni favorevoli (difese basse, contatti tra persone portatrici di virus ecc.). I
virus non hanno enzimi ne ribosomi, ne possono produrre energia.
I virus possono infettare (vengono classificati):
Batteri (batteriofagi o fagi)
Animali
Vegetali
I batteriofagi hanno una struttura complessa
(presentano una coda con i ligando necessari al
riconoscimento delle cellule da infettare).
I virus hanno tre tipi di ciclo riproduttivo:
Ciclo litico (prevede la rottura della
cellula, specifico dei batteriofagi)
Ciclo lisogeno/lisogenico (la cellula dopo l’infezione non si rompe, sempre dei
batteriofagi che in questo caso prendono il nome di fagi temperati)
Gemmazione cellule ospiti viventi (la cellula non si rompe ma diventa secernente virus)
Nel ciclo litico il virus, dopo aver infettato una cellula e usato il suo materiale per produrre nuove
unità di esso, rompe la cellula infettata facendo fuoriuscire le nuove unità e causando la morte
della cellula. Le fasi di questo ciclo sono cinque:
1. Aggancio, il virus aderisce ai recettori della cellula ospite
2. Penetrazione, il virus passa attraverso la membrana ed entra nella cellula
3. Replicazione e sintesi, creazione di altre unità del virus non ancora assemblate, vengono
infatti create in questa fase i costituenti e tutto il necessario all’assemblaggio
4. Assemblaggio
5. Rilascio, uscita dalla cellula ospite con lisi della cellula, ricerca di nuove cellule da
infettare che riavvia il processo
Nel ciclo lisogeno invece, il genoma del virus si integra con quello della cellula infettata e resta li
(questo processo si chiama stato di latenza e prevede il genoma del virus unito al DNA della
cellula, la patologia non si manifesta in quanto, durante questa unione, il virus esprimerà solo la
proteina repressore che lo fa restare in stand-by finché non si creeranno condizioni favorevoli alla
riproduzione del virus che avverrà regolarmente tramite il ciclo litico).
Nella gemmazione delle cellule ospiti viventi, il virus entra nella cellula tramite delle vescicole, si
replica nella cellula ed esce sempre tramite delle vescicole (gemme). Con questo processo la
cellula infettata non si rompe e viene sfruttata più volte per produrre più unità virali.
I virus a RNA utilizzano per la loro replicazione e trascrizione enzimi della cellula ospite. La cellula
però, non ha sempre enzimi in grado di copiare l’RNA quindi il virus a RNA deve già possedere
l’enzima per la replicazione. In alcuni virus l’RNA è usato direttamente dalla cellula come un mRNA
che sintetizza enzimi ed è in grado di replicare l’RNA virale. In altri invece è presente l’unico
enzima, la retrotrascrittasi (enzima solo virale che da il nome ai retrovirus) che sintetizza DNA 40
partendo dall’RNA presente. Il DNA sintetizzato entrerà poi nella cellula o sarà tradotto
direttamente (come nel caso del virus del HIV).
Il virus del HIV penetra nella cellula e copia il proprio genoma su una molecola di DNA che si
integra col cromosoma della cellula. A questo punto può fare tre cose (a seconda del tipo di HIV
che è):
1. Il virus può riprodursi e liberarsi dalla cellula velocemente distruggendola
2. Il virus può entrare in un periodo di stasi (fino a 10 anni) per poi riattivarsi e indurre la
cellula a produrre una grande quantità di virus distruttivi
3. Il virus può causare un’infezione persistente con una produzione lenta di nuovi virus da
uccidere solo poche cellule ospiti
Questo virus genera l’AIDS (immunodeficienza acquisita), questa compromette il sistema
immunitario della persona che, se non tenuta sotto controllo, vedrà abbassarsi drasticamente le
sue difese immunitarie e rischierà di morire contraendo malattie (non si muore di AIDS ma di
malattie che l’AIDS ti fa contrarre). Il virus del HIV entra nel circolo ematico e si lega ai linfociti T
helper che sono la sua cellula bersaglio. La patologia si manifesta quando viene distrutto un
numero considerevole di linfociti T helper, con conseguente abbassamento delle difese
immunitarie.
Esistono poi dei virus oncogeni, cioè virus che si integrano col DNA e sono strettamente collegati
ad alcuni tumori. Questi infatti, alterano la sintetizzazione di alcune proteine, questa alterazione
porterà, quasi sempre, a una riproduzione cellulare incontrollata che quindi genererà masse
tumorali. Alcuni di questi virus sono quello della mononucleosi o il papilloma virus (virus che
genera delle verruche e se arriva all’utero può causare il tumore al collo dell’utero).
Contro i virus sono inefficaci gli antibiotici (questi servono solo contro infezioni batteriche). Solo gli
antivirali e i vaccini possono aiutare contro i virus anche se, quasi sempre, la malattia (tipo
l’influenza) può manifestarsi nonostante questi farmaci, anche se magari in maniera ridotta e più
debole. CAPITOLO 9: LA GENETICA E LE LEGGI DI MENDEL
La genetica è lo studio dell’eredità attraverso la variabilità.
Per eredità si intende la somiglianza della prole con i genitori. Per variabilità si intendono le
differenze tra genitori e figli. La variabilità è dovuta al rimescolamento dei geni durante la meiosi e
a crossing-over che avviene nella profase1 (oltre alle varie mutazioni e alla fecondazione casuale
della riproduzione sessuale).
Genoma: insieme di molecole del DNA (geni), unico per ogni specie.
Fenotipo: caratteri che si esprimono e appaiono all’esterno, caratteri espressi dagli alleli
dominanti, espressione esterna di un certo genotipo.
Genotipo: specifica composizione allelica di un organism