vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
AUMENTO
di solvatazione dell’ acqua DI ENTROPIA.
2. Quando un composto polare viene posto in acqua, si hanno due effetti:
- una diminuzione netta dei legami idrogeno per unità di massa;
- si forma uno strato di solvatazione delle molecole di acqua strutturate attorno alla molecola
polare.
3. Quando una proteina assume la sua conformazione nativa, la formazione di legami
AUMENTO
intramolecolari porta alla riduzione dello strato di solvatazione DI ENTROPIA.
La maggior parte della variazione di energia libera che si ha quando in una proteina si formano
interazioni deboli deriva dall’aumento di entropia della soluzione acquosa circostante, per effetto
dell’ammassamento delle superfici idrofobiche circostanti.
4. In una proteina nella sua conformazione non nativa, la presenza di gruppi polari o carichi che
non abbiano una controparte idonea con cui formare legami idrogeno o interazioni ioniche,
determina una condizione destabilizzante e termodinamicamente sfavorita. Lo strato ripiegato
non nativo non è più favorito.
5. I legami idrogeno tra gruppi presenti nelle proteine si generano attraverso un meccanismo
cooperativo. Inoltre, le interazioni tra gruppi con cariche opposte (ponti salini), possono avere
effetti stabilizzanti su uno o più stati conformazionali nativi di alcune proteine.
Struttura secondaria di una proteina
Il termine struttura secondaria si riferisce alla conformazione locale, ripetitiva, di alcune parti di
un polipeptide.
-elica:
1. lo scheletro covalente è strettamente avvolto ad un asse immaginario tracciato
longitudinalmente attraverso il centro dell’elica
-foglietto:
2. lo scheletro covalente è esteso con un andamento a zig-zag
-turn):
3. Ripiegamenti (inversioni di catena o collegano le estremità di due segmenti
-elica
α-elica
Nell’ si ha una disposizione ottimale dei gruppi che possono formare legami idrogeno.
1. Legame idrogeno tra H del gruppo amminico e l’O carbonilico del quarto residuo successivo,
posto in direzione dell’estremità N-terminale.
2. All’interno dell’-elica ogni legame peptidico partecipa alla formazione di questi legami
idrogeno. struttura
3. Ogni giro d’elica è tenuto insieme a quelli adiacenti da tre o quattro legami idrogeno
molto stabile.
α-elica
Non tutti i polipeptidi possono formare un’ stabile le catene laterali R possono interagire
tra di loro e stabilizzare o destabilizzare l’elica.
Le catene laterali possono destabilizzare l’elica a causa di un effetto legato alla loro carica o al loro
ingombro sterico. non
PROLINA: l’atomo di azoto fa parte di un anello rigido è
ogni
possibile alcuna rotazione attorno al legame N-Cα residuo
α-elica.
Pro introduce un ripiegamento destabilizzante nell’ Inoltre
non è presente il secondo H, legato all’N, necessario per creare un
legame idrogeno con altri residui.
GLICINA: ha una flessibilità conformazionale elevata, che mal si
adatta alla struttura altamente ordinata dell’α-elica.
Ogni legame peptidico genera un dipolo elettrico. Questi dipoli si
il
sommano attraverso i legami idrogeno presenti nell’elica dipolo netto aumenta con la
lunghezza dell’elica.
I quattro amminoacidi all’estremità dell’elica non partecipano completamente alla formazione di
le
legami idrogeno catene laterali cariche positivamente tendono ad essere localizzate
all’estremità C-terminale di un’elica, quelle cariche negativamente all’estremità N-terminale.
Per lo stesso motivo, anioni come il fosfato tendono ad interagire favorevolmente con l’estremità
N-terminale dell’elica.
Esistono 5 tipi di interazioni che determinano la stabilità dell’α-elica:
1. La repulsione – o attrazione – elettrostatica tra i gruppi R carichi;
2. La dimensione dei gruppi R adiacenti;
3. L’interazione tra le catene laterali spaziate tra 3 residui;
4. La presenza di residui di Pro o di Gly;
5. Le interazioni tra gli amminoacidi all’estremità dell’elica e il dipolo generato da questa struttura.
La formazione di un’α-elica dipende dal tipo di residui amminoacidici presenti e dalla loro
sequenza all’interno del segmento di catena polipeptidica.
-foglietto β
CONFORMAZIONE lo scheletro covalente della catena polipeptidica è esteso con un andamento
a zig-zag. si
Le catene polipeptidiche a zig-zag sono disposte parallelamente l’una rispetto all’altra forma
un modulo a pieghettature, in cui i legami idrogeno si formano tra segmenti adiacenti della catena
polipeptidica.
I legami idrogeno nei segmenti antiparalleli sono più ordinati e perpendicolari alla catena
principale la forza che tiene uniti due segmenti adiacenti è maggiore.
β
Le proteine costituite da foglietti antiparalleli sono generalmente più stabili e rigide.
β
I segmenti che formano un foglietto sono in genere vicini lungo la catena polipeptidica, ma
possono anche essere abbastanza lontani l’uno dall’altro lungo la catena, o essere segmenti di
catene polipeptidiche diverse. β
In alcune strutture si possono avere delle limitazioni al tipo di residuo presente in una struttura
quando β
in una proteina due o più foglietti sono vicini, i gruppi R dei residui amminoacidici
alto
sulle superfici di contatto devono essere poco ingombranti contenuto di Gly ed Ala
Anche in questo caso i residui di Pro destabilizzano la struttura e le interazioni tra residui adiacenti
sono determinanti.
Ripiegamenti
Nelle proteine globulari circa un terzo dei residui è localizzato in ripiegamenti, a livello dei quali la
catena polipeptidica modifica la sua direzione. β
I ripiegamenti collegano le estremità di due segmenti adiacenti.
β:
RIPIEGAMENTO ripiegamento di 180° che comprende 4 residui amminoacidici, in cui il gruppo
carbonilico del primo amminoacido forma un legame idrogeno con il gruppo amminico del quarto.
Comprendono spesso residui di Pro e Gly.
Sono presenti sulla superficie della proteina dove i gruppi peptidici dei due residui centrali della
struttura possono formare legami idrogeno con l’acqua.
Il tipo I è più frequente del tipo II. Il tipo II contiene un residuo di Gly in terza posizione.
I due tipi di struttura secondaria possono essere descritti dagli angoli di legame e dei residui
amminoacidici, e cadono nelle regioni ipotizzate come permesse, con una grande concentrazione
β-foglietto.
vicino ai valori previsti per l’α-elica e il
Struttura terziaria di una proteina tiene
La struttura terziaria definisce la disposizione dei suoi atomi nello spazio tridimensionale
conto delle relazioni a lungo raggio esistenti nella sequenza amminoacidica.
β)
• I cambi di direzione della catena polipeptidica (ripiegamenti durante il processo di
avvolgimento e gli angoli generati da queste inversioni, dipendono dal numero e dalla
localizzazione di specifici residui amminoacidici capaci di indurre inversioni (Pro, Thr, Ser, Gly).
I segmenti delle catene polipeptidiche che devono interagire sono mantenuti nella loro posizione
terziaria caratteristica da diversi tipi di interazioni deboli tra i segmenti.
La struttura terziaria di una proteina è costituita dall’interazione reciproca dei segmenti.
α β,
polipeptidici con conformazioni ad -elica e/o a foglietto uniti da tratti di connessione.
La struttura di una proteina può essere descritta definendo come questi segmenti si dispongono
TOPOLOGIA
l’uno rispetto all’altro e come sono organizzati i segmenti di connessione della
macromolecola.
STRUTTURE SUPERSECONDARIE O MOTIVI O RIPIEGAMENTI: Organizzazioni stabili costituite da più
elementi di struttura secondaria e dalle connessioni che li uniscono.
L’unione di strutture secondarie porta alla formazione di motivi strutturali che possono essere
descritti da diagrammi topologici.
Attraverso i diagrammi topologici si possono identificare facilmente motivi strutturali ricorrenti in
proteine diverse. Esempio: pannello (c) cilindro beta a chiave greca (superossido
dismutasi, immunoglobuline, cristalline)
Proteine globulari hanno strutture globulari diverse:
Nelle proteine di piccole dimensioni diventa meno
facile nascondere all’interno della struttura i residui
quanto
idrofobici più piccola è una proteina, tanto
minore è il suo rapporto superficie/volume. Le
proteine piccole sono stabilizzate mediante legami
covalenti (ad es. ponti disolfuro), che generano un
effetto stabilizzante sull’intera molecola.
Basi energetiche del folding
Il ripiegamento di una proteina dipende
dall’interazione reciproca di elementi di struttura secondaria mediata principalmente da
interazioni di natura idrofobica che portano alla formazione di un nucleo (core) idrofobico.
Altre interazioni deboli (legami idrogeno, interazioni di van der Waals, ponti salini) contribuiscono
alla stabilità della forma ripiegata.
Nelle proteine di membrana la situazione è spesso invertita. Sono immerse nel doppio strato
lipidico e la loro superficie esterna è di natura idrofobica.
Avendo spesso funzioni di trasporto transmembrana di molecole polari e di ioni (canali ionici) il
loro interno è di natura polare.
Le proteine globulari mostrano aspetti strutturali comuni:
I polipeptidi con qualche centinaio di amminoacidi si ripiegano in due o più
unità stabili chiamate domini. Le proteine di piccole dimensioni hanno un
solo dominio.
In alcuni casi i diversi domini sono nettamente separati e facilmente
identificabili. In altri casi l’identificazione dei domini si basa sulla loro architettura costituita
da diversi motivi strutturali (destra, dominio di legame al FAD; sinistra,
dominio di legame del substrato).
La struttura tridimensionale di una proteina globulare può essere considerata
-elica
come un insieme di segmenti polipeptidici con conformazioni ad o a
-foglietto, uniti da tratti di connessione. La struttura di una proteina può
essere descritta definendo come questi segmenti si dispongono l’uno rispetto
all’altro e come sono organizzati quelli di connessione. Strutture
supersecondarie o motivi o ripiegamenti: organizzazioni stabili costituite da più elementi di
struttura secondaria e dalle connessioni che li uniscono.
Il ripiegamento delle catene polipeptidiche è sottoposto a numerose restrizioni di natura chimica e
fisica.
1. Le interazioni idrofobiche contribuiscono in modo essenziale alla
stabilità delle strutture proteiche. L’ammassamento degli
am