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MODIFICANTE BERSAGLIO PRODOTTO
formaggi a
prevalenza
pH Caseine acida
ricotte, uovo
lattoalbumine, sodo,
ovoalbumine, gelatina,
calore collagene brodo
ioni metallici leguminose, viciline tofu
formaggi,
birra non
enzimi k-caseina, ordeine torbida
Queste proprietà sono alla base di una serie di trasformazioni alimentari.
La proprietà del pH l’abbiamo già visionata.
Il calore influisce sull’acqua che, aumentando la temperatura, perde le sue capacità
strutturante; non riesce a formare strutture ordinate attorno ai gruppi idrofobici delle
proteine con perdita della sua struttura perché le proteine cercano nuovi stati di equilibrio
riformando interazioni idrofobiche più forti con altre formando un termocoagulo con
inglobato, all’interno delle proteine, parte del solvente.
N.B: questi trattamenti disavvolgono la struttura della proteina rendendola più digeribile di
quanto non lo fosse la proteina avvolta.
Interazioni con agenti non polari
2)
In questa categoria si parlerà di proteine anfifiliche (proteine con parti polari e con parti
apolari) che hanno la capacità di stabilizzare schiume ed emulsioni.
Sono proteine con una cavità idrofobica alla quale si andranno a legare le molecole
apolari.
EMULSIONE: emulsione di grasso (olio) in una fase acquosa (tuorlo d’uovo) maionese.
Le goccioline di grasso sono stabilizzate grazie ad un rivestimento di proteine provenienti
dal tuorlo dell’uovo. Le condizioni per farla avvenire al meglio è che bisogna avere l’uovo
fresco (pH molto elevato) e a temperatura ambiente (le gocciole devono prendere una
determinata conformazione cristallina) grazie ad una denaturazione meccanica
(sbattimento) che permette lo stiramento delle proteine e l’esposizione delle parti
idrofobiche. Per stabilizzare queste interazioni si usa l’amido che rende il sistema più
viscoso.
SCHIUMA: emulsione acqua e aria (schiuma della birra, gelato, panna, meringa).
In questo sistema le proteine svolgono un’azione che stabilizza perché la lamina è la fase
polare e l’aria la fase gassosa; perciò le proteine si dispongono con la loro parte idrofobica
verso la fase non polare (aria) e le regioni polare verso la fase acquosa (lamina). 16
Senza le proteine il sistema sarebbe instabile perché l’aria evaporerebbe molto
velocemente e scorrerebbe verso i punti nodali , ma con la presenza delle proteine questo
non avviene perché l’acqua è associata ad esse rendendo il sistema più viscoso.
Ma nella tecnologia non sempre questi fenomeni servono, anzi si cercano di evitarli
alzando la temperatura rendendo il sistema meno viscoso. 17
DENATURAZIONE DELLE PROTEINE
cap.6
Vi sono vari modi per far perdere alle proteine i loro livelli di organizzazione intervenendo
sulla struttura primaria, secondaria e terziaria in modo controllato .
Vi sono tra famiglie di agenti in grado di far perdere alle proteine la loro struttura:
Agenti fisici
1) Agenti chimici
2) Agenti biologici
3) Agenti fisici
1)
Questa famiglia si può classificare in base alla loro energia (energia in funzione della
frequenza più alta è l’energia e più alta è la frequenza):
Radiazioni ionizzanti: usano i raggi gamma che colpiscono solo l’acqua e le
- proteine rimangono quasi intatte causando solo modificazioni al contenuto
microbico dell’alimento. L’acqua si rompe formando dei radicali che sono i pochi
composti che riescono ad alterare la struttura primaria delle proteine rompendo il
legame peptidico causando anche l’ossidazione dei gruppi sulle catene laterali. Ma
se noi irradiassimo un alimento secco non gli succederà nulla alla proteina.
Radiazioni termiche: lasciano intatte le virtù dell’alimento, ma vanno ad interagire
- su: Struttura dell’acqua : diminuendo la capacità di organizzarsi lasciando
la possibilità alla proteina di esporre la sue regioni idrofobiche (oppure
esponendo i siti -SH). Entro certe temperature il processo è
reversibile, ma se questa t° venisse superata le proteine si
agregerebbero formando una termocoagulazione troppo grande da
restare in soluzione.
Legami idrogeno
Gruppi carichi: perché il pK (la loro acidità) varia con la temperatura
cambiando la loro capacità di interagire con altri componenti del
sistema (es: metalli).
Pressione: utilizzando altissime pressioni si schiaccia l’acqua che non sarà più in
- grado di muoversi, ma questo processo influisce anche le proteine perdendo la loro
struttura, ma non andando incontro a reazioni chimiche (eliminazione dei
microrganismi, ma senza le conseguenze delle alte temperature –reazioni di
Malliard ecc..)
Denaturazione meccanica: le proteine sono sensibili agli sforzi di taglio causando
- un srotolamento di essa (es: omogeneizzazione del latte dove i globuli di grasso
sono circondati da proteine ottenendo, nello stesso tempo, una riduzione dei globuli
di grasso e la denaturazione delle proteine che ricopriranno decentemente il globuli
facendo non causare l’affioramento di quest’ultimo). Oppure con il burro si ha il
procedimento opposto; il burro è un’emulsione di acqua in grasso e le proteine si
staccano dai globuli e si disperdono nella fase acquosa perché sui globuli non
servono più.
Un altro processo è l’impastamento del pane; l’impastamento crea uno scambio di
disolfuri grazie anche all’idratazione delle proteine e si crea un reticolo che, con i
lieviti, si gonfia e con la temperatura tutta l’acqua delle proteine passa all’amido; ed
è per questo che se lasciamo la pagnotta all’aria diventa molle perché il sistema
tende a tornare all’equilibrio. 18
Agenti chimici
2)
In questa famiglia vi sono molti composti che possono interagire:
pH: aumentando o diminuendo la concentrazione di protoni si influisce sullo stato
- strutturale della proteina perché stabilizzate anche da interazioni elettrostatiche:
alzando il pH faccio sparire la carica + (o abbassandolo tolgo la carica -) causando
l’apertura della proteina. Possiamo usare anche i Sali, ma quelli che si usano di
solito non sono in grado si penetrare la proteina ed andare ad intaccare le cariche
interne; solo i Sali che legano meno acqua riescono a farlo.
Alcoli: usati come disinfettanti e come conservanti. Riescono a denaturare le
- proteine perché: sono meno polari dell’acqua (maggiore esposizione dei siti
idrofobici e quindi apertura e denaturazione della proteina) e grazie alla loro K
dielettrica (capacità di separare le cariche elettriche, un alcol ha scarsa capacità di
schermare le cariche e quindi saranno più attratte le une con le altre causando la
denaturazione delle proteine deformandole)
Metalli pesanti: mercurio, piombo e cadmio bloccano le funzioni tioliche delle
- proteine causando un legame irreversibile.
Ferro e rame: questi metalli catalizzano la formazione di specie attive dell’ossigeno
- attraverso una semplice reazione che prende il nome di reazione di Fenton
causando l’ossidazione del ferro e la riduzione dell’ossigeno. L’acido citrico non ha
nulla di ossidante, ma è un eccellente complessante di questi metalli perché li
sequestra impedendo che si ossidano a contatto con l’ossigeno (succo di limone
sulla macedonia).
Agenti biologici
3)
Gli enzimi e soprattutto le proteasi riescono a denaturare la proteina tagliando la struttura
primaria; questo avviene soprattutto quando un alimento si sta decomponendo, ma in
alcuni alimenti la possiamo usufruire a nostro favore (es: la coagulazione presamica del
latte). 19
FUNZIONE CATALITICA DELLE PROTEINE
cap.7
Le proteine sono anche usate dalla cellula come la principale categoria degli enzimi. Sono
delle proteine che sono in grado di accelerare in modo controllato le reazioni chimiche
(catalizzatore).
Una reazione spontanea ha i seguenti grafici:
N.B: il ∆G è denominata anche energia libera
Se il ∆G è maggiore di zero la reazione non è spontanea e quindi richiede energia
endoergonica, ma se anche quest’ultima richiede energia dovremmo usare un
catalizzatore.
Il ∆G è composto da due parametri:
∆H : formazione e rotture legami
- T x ∆S: variazione di entropia
-
Per far avvenire la reazione del grafico dobbiamo usare a tutti i costi un catalizzatore
perché ci aiuterà a superare la barriera di energia di attivazione che è l’energia che devo
fornire ad A per trasformarsi in B. 20
La funzione del catalizzatore è mostrata con il grafico di colore verde: abbassa l’energia di
attivazione, ma non cambia mai l’energia libera, il risultato termodinamico e non influisce
sul meccanismo di trasformazione da A a B.
La differenza sta nella velocità di reazione; cioè il è il numero di molecole che nell’unità di
tempo passano da A a B.
La proteina che funge da catalizzatore, grazie alla loro organizzazione tridimensionale,
sono in grado di scegliere in modo specifico quali molecole trasformare:
La struttura complessa delle proteine conferisce
loro due virtù:
Abilità catalitica: far procedere una
- reazione abbastanza velocemente.
Specificità: solo per un certo tipo di
- molecole (substrato dell’enzima).
Possono accoppiare più substrati
- (A+CB)
Nel disegno a fianco è il modello con il sito di
riconoscimento chiamato modello
chiave/serratura. Vi è anche un altro modello di
nome indotto nel quale non si modifica il substrato, ma i reagenti.
Esempio: la tripsina e la chimotripsina si trovano nell’intestino e hanno il compito di
tagliare le proteine che noi ingeriamo: la tripsina tagli solo gli aa basici (lisina o arginina)
mentre la chimotripsina taglia gli aa idrofobici (tirosina). Tagliano diversi aa perché
differiscono dalla struttura terziaria: la tirosina ha una tasca con il glutammato (carico
negativamente) mentre la chimotripsina ha una tasca idrofobica, ma tutti e due hanno lo
stesso meccanismo di taglio.
N.B: le proteine sono meno affini al prodotto della reazione che ai suoi prodotti.
S + E ES EP prodotto + E
La velocità ci dice quanto prodotto si forma ed è quello che ci interessa perché gli enzimi
ci permettono di aumentare o diminuire i prodotti o chiudere una via per evitare di
continuare a produrre.
Quindi la velocità con cui decorre una reazione dipende dalla velocità con cui si forma il
prodotto o sparisce il substrato.
Ci sono due fattori che limitano la velocità:
Quanto complessi ES riusciamo a fare. Abilità catalitica intrinseca dell’e