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ATP.
Tuttavia un altro componente essenziale per svolgere questa funzione è il NAD che si trasforma in
NADH cedendo elettroni e protoni → il glucosio nella cellula è tantissimo mentre il NAD è
pochissimo. Ciò significa che se nella cellula non troviamo un sistema per rigenerare questo
composto tutto il ciclo per produrre energia non è percorribile e la glicolisi si ferma. Come posso
riciclare il NAD nella forma ossidata? Ci sono due strade:
• negli organismi aerobi il NAD riduce l'ossigeno per formare acqua → questo di norma
avviene nei mitocontri ed è la rigenerazione del NAD in condizioni aerobie
• negli organismi anaerobi ci sono due sistemi di riciclo del NAD.
1. Il primo è la fermentazione lattica → l'enzima lattico-deidrogenasi che prende il piruvato
che residua dalla glicolisi e lo trasforma nel suo equivalente ridotto che è l'acido lattico.
Questa reazione ci interessa come esseri umani perché se non c'è un sufficiente apporto di
ossigeno ai muscoli essi per sopravvivere devono fare glicolisi e produrre acido lattico. Esso
si stanzia nei muscoli e abbassa il pH dei muscoli che smettono di funzionare e sono soggetti
ai crampi. L'acido lattico viene smaltito nel fegato che lo elabora → è per questo che gli
atleti devono fare una dieta sana di modo da mantenere un fegato sano e funzionante.
L'acido lattico ci interessa anche come alimentaristi perché ad esempio se macelliamo un
animale stressato il pH sarà basso e la carne sarà dura perché il muscolo è contratto e andrà
incontro a perdita di acqua perché essa non sarà associata alle proteine. L'altro aspetto per
cui questa storia ci interessa è perché la fermentazione lattica è sfruttata dall'industria
lattero-casearia.
2. Il secondo è la fermentazione alcolica → utilizza l'enzima piruvico-decarbossidasi che
trasforma il chetoacido nell'aldeide corrispondente. Questo composto ora lo uso per ossidare
il NAD ridotto per produrre l'etanolo. Gli eventi particolari della fermentazione alcolica
sono la formazione di anidride carbonica e quella di etanolo → esso rimane nel vino e nella
birra mentre evapora nel pane.
Come controlliamo questa serie di eventi? La cellula può regolare la velocità delle reazioni?
Ovviamente si infatti alcuni enzimi controllano la velocità di queste reazioni tramite 3 reazioni:
1. fosforilazione del glucosio → essa da avvio alla glicolisi e può essere inibita dal prodotto
della reazione stessa che è un inibitore competitivo
2. fosfofruttochinasi → enzima che converte il fruttosio 6 fosfato in fruttosio 1,6 bisfosfato
3. l'enzima che trasforma il fosfo-enol-piruvato in piruvato con simultanea produzione di ATP.
23 novembre 2017
DEGRADAZIONE DI DISACCARIDI E POLISACCARIDI
Non tutti gli zuccheri che assumiamo sono monosaccaridi come il glucosio, infatti assumiamo
anche disaccaridi e polisaccaridi.
SACCAROSIO
Il primo zucchero di cui ci occupiamo è il saccarosio.
È uno zucchero bizzarro perché sono uniti tra loro
carboni anomerici con un legame abbastanza fragile. Ci
sono due modi per rompere tale legame:
1. il primo è una semplice idrolisi che spezza il saccarosio in fruttosio e glucosio. È un sistema
non efficiente perché il legame aldeide-aldeide ha un po' di energia che può essere
recuperata.
2. I nostri epatociti del fegato (a differenza ad esempio delle api) effettuano invece una
fosforolisi per cui rilascia il fruttosio e ottiene il glucosio-1-fosfato.
LATTOSIO
Un altro zucchero importante è il
lattosio. È il principale zucchero
del latte e viene metabolizzato con
un sistema interessante.
Inizialmente, quando arriva nel
tratto digerente umano, il legame
beta-1,4-galattosidico viene rotto
da un enzima detto
beta-galattosidasi ottenendo galattosio e glucosio che vengono assorbiti e portati al fegato che li
processa. Il problema qui è che la quantità di beta-galattosidasi è altissima nell'eta infantile quando
il latte materno è la principale fonte energetica, e decresce con l'età. Tale decremento è blando in
alcune razze umane come quelle caucasiche, mentre è evidente nei neri e negli asiatici → il
fenomeno che li colpisce è l'intolleranza al lattosio = se esso non viene tagliato non può essere
assorbito e va incontro alla microflora che smonta il lattosio. Dato che siamo in ambiente
anaerobico si genera fermentazione con produzione di gas come anidride carbonica e altri composti
che causano gonfiore e flatulenza. In commercio esistono i latti delattosati e quindi ad alta
digeribilità in cui il lattosio è stato precedentemente scisso.
Sembra facile trasformare il galattosio in qualcosa di metabolizzabile ma non è così. La differenza
tra galattosio e glucosio sta nella conformazione a livello del carbonio in 4 della struttura di questo
esoso. Toccare il C 4 è difficile e bisogna usare degli accorgimenti → il galattosio che entra nel
fegato viene contrassegnato come galattosio da smontare da una molecola di fosfato → essa viene
attaccata in posizione 1. Il galattosio 1-fosfato reagisce con un derivato del glucosio:
Esiste un enzima detto fosfoglucomutasi che fa la reazione soprastante → il glucosio 6-fosfato è
molto più stabile del glucosio 1-fosfato e per stabilizzare questo intermedio si usa un trucco →
faccio reagire l'intermedio di reazione con UTP che fa si che il glucosio 1-fosfato si converta in una
cosa molto interessante grazie all'enzima transferasi → il comporto è detto uridin-di-fosfato ed è
interessante perché non viene smontato! Questa specie viene riconosciuta da una famiglia di enzimi
diversa rispetto a quella che riconosce i primi due intermedi di reazione. Inoltre dal punto di vista
della stechiometria della reazione si vede che nella UTP ci sono 3 fosfati mentre nel glucosio
1-fosfato c'è un fosfato → 3+1 fa 4 ma nell'ultimo composto ci sono solo 3 fosfati → 2 se ne sono
andati sottoforma della molecola pirofosfato (ione dell'acido pirofosforico).
Questo meccanismo si chiama rottura pirofosforica di un nucleotide trifosfato ed è fondamentale
per spingere tutta questa catena di reazioni verso la produzione di ciò che realmente mi interessa
ossia UDP – Glucosio. L'UDP – Glucosio scambia il suo UDP con il fosfato del galattosio 1-P per
ottenere UDP – Galattosio → esso in questo modo può essere utilizzato.
Infatti l'UDP-Galattosio è il substrato per la prossima reazione catalizzata dall'enzima UDP-
galattosio-isomerasi. Questo enzima può funzionare soltanto se c'è attaccato UDP perché esso lo
tiene fermo e in questo modo l'enzima può lavorare sul galattosio. Che cosa fa precisamente?
Prima si forma una funzione chetonica che viene ridotta da NAD ottenendo una forma più stabile,
infatti il prodotto della reazione dell'UDP-galattosio-epimerasi è UDP-Glucosio → quest'ultimo può
essere rimesso in gioco e metabolizzare un'altra molecola di galattosio 1-fosfato che produce
glucosio 6-fosfato che poi rientra nella glicolisi. In questo modo il meccanismo diventa
autosostenuto, ossia produce da sè le specie che servono per farlo procedere.
GLICOGENO
Il glicogeno è un polisaccaride di riserva contenuto nei nostri tessuti, principalmente nel fegato ma
anche nei muscoli. Esso è necessario perché ci permette di avere a disposizione delle riserve di
zuccheri che sono velocemente utilizzabili a differenza delle riserve lipidiche. Il motivo per cui
l'organismo conserva gli zuccheri all'interno di un polisaccaride è di tipo osmotico → il glucosio è
una molecola piccola a differenza del glicogeno che è più grande. Uno stesso peso di glicogeno e di
glucosio corrisponde perciò a una concentrazione diversa e quindi a una diversa pressione osmotica.
→ Se nelle nostre cellule avessimo glucosio esse scoppierebbero perché l'eccessiva presenza di
glucosio richiamerebbe acqua dall'ambiente per fenomeno osmotico.
Il glicogeno è reso rapidamente
disponibile grazie alla sua struttura.
Esso ha una struttura classica ad
albero in cui un polimero formato da
unità di glucosio unite fra loro con
legami alfa 1,4 glicosidici a un certo
punto di ramifica. Il punto di
divaricazione corrisponde alla
presenza di legami alfa 1,6
glicosidici.
Come viene degradata questa molecola?
Partendo dall'estremità ramificata una molecola di glucosio alla
volta viene staccata dall'enzima glicogeno-fosforilasi tramite una
reazione di fosforolisi → l'uso di un fosfato invece che una
molecola d'acqua permette di staccare la molecola di glucosio
direttamente come glucosio 1-fosfato, perciò gia fosforilato! Questo
è un grande vantaggio perché ho risparmiato una molecola di ATP
perciò la resa di glicolisi non è più di 2 ATP ma di 3 ATP → ho
migliorato la resa del 30%.
Al punto di ramificazione interviene l'enzima deramificante. Esso
rimuove i residui di glucosio legati con legame alfa 1,6 glicosidico
e li trasferisce sulla catena adiacente → quella che prima era una
ramificazione diventa qualcosa che l'enzima glicogeno-fosforilasi
può degradare.
Questo ci spiega perché il glucosio depositato come glicogeno
rappresenta una sorgente di energia importante e di facile accesso → la sua struttura lassa
ramificata consente di degradarlo con eccezionale facilità.
AMIDO
A differenza del glicogeno nell'amido ci sono due tipi
di strutture: amilosio e amilopectina. L'amilosio è
una struttura lineare in cui le molecole di glucosio
sono legate da legami alfa 1,4 glicosidici mentre
l'amilopectina è ramificata con legami alfa 1,6
glicosidici. A differenza del glicogeno i punti di
ramificazione sono molto più distanti e il risultato di
ciò è una struttura molto più compatta che non
consente l'ingresso dell'acqua nella molecola a meno
che non si innalzi la temperatura. A differenza
dell'amido, la cellulosa non è digeribile perché non è
presente una struttura ramificata. Si tratta di un
polimero lungo con legami beta 1,4 glicosidici e ciò è
fondamentale perché consente la formazione di molti
legami a idrogeno tra le catene.
L'amido entra nel nostro tratto digerente e la prima
digestione avviene nella bocca dove c'è la tialina.
Dopodichè incontra l'alfa-amilasi che è un enzima che taglia l'ami