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abbassare l’energia di attivazione ΔG . In sintesi gli enzimi riescono ad aumentare la velocità di reazione
tramite il rilascio di energia durante la formazione di altri legami.
Il sito attivo si un enzima è una piccola porzione dell’enzima stesso che di solito è in corrispondenza con
una tasca o una fessura ed è una regione di circa 20 amminoacidi, è tridimensionale e lega il substrato
tramite interazioni deboli.
Le interazioni tra enzima e substrato sono ancora fonte di studio ma si è arrivati a due tipi di modelli:
• modello chiave-serratura
• modello di adattamento indotto
Con il modello chiave-serratura si era ipotizzato in primis che il sito attivo era perfettamente
complementare al substrato, se così fosse però l’enzima sarebbe inutile in quanto invece che accelerare la
reazione semplicemente stabilizzerebbe il substrato. Nel modello a chiave-serratura quindi si ipotizza una
perfetta complementarietà tra il sito attivo e la fase di transizione del substrato.
Con il modello di adattamento indotto viene tenuto conto la capacità delle proteine di cambiare
conformazione e quindi si ipotizza che il cambiamento conformazionale dell’enzima avviene solo dopo
il legame del substrato al sito attivo.
La specificità di un enzima è strettamente collegata al discorso di catalisi in quanto in un sito attivo sono
presenti gruppi funzionali disposti in maniera tale da avere un’interazione ottimale con uno specifico
substrato, in generale si può dire che anche la specificità dipende da interazioni deboli tra enzima e
specifico substrato.
L’interazione enzima-substrato porta anche alla desolvatazione del substrato in quanto molti dei legami
idrogeno che si formano tra l’enzima ed il substrato sono a spese dei legami ad idrogeno tra il substrato
stesso e l’acqua.
CATALISI
Esistono 3 tipi di catalisi enzimatiche:
• Catalisi acido-base
• Catalisi covalente
• Catalisi da ioni metallici
Catalisi acido-base
Quando si è in presenza di reazioni chimiche spesso ci si trova davanti alla formazione di intermedi di
reazione piuttosto instabili. Per stabilizzare questi intermedi bisogna che venga trasferito un protone al o dal
substrato in modo da stabilizzare l’intermedio quindi arrivare ad i prodotti di reazione più facilmente. Il
trasferimento di un protone coinvolge o i costituenti di una molecola di acqua o di altri donatori/accettori
+ -
deboli di protoni. Catalisi a cui partecipano ioni H o OH viene chiamata catalisi acido-base specifica. Nel
caso di una catalisi enzimatica questo interscambio di protoni avviene grazie ad alcune catene laterali
amminoacidiche all’interno del sito attivo.
Catalisi covalente
La catalisi covalente comporta la formazione di legami covalenti transitori tra il substrato e l’enzima. Il
legame covalente tra enzima e substrato attiva il substrato a promuovere la reazione in maniera specifica.
Catalisi da ioni metallici
In questo caso l’interazione avviene con uno ione metallico che può essere legato sia all’enzima che al
substrato stesso. Il legame tra enzima e substrato può orientare il substrato verso la formazione dei prodotti o
per stabilizzare un intermedio di reazione. I metalli possono partecipare anche mediante reazioni di ossido-
riduzione mediante variazioni reversibili dei loro stati di ossidazione.
CINETICA ENZIMATICA
La velocità di reazione di un enzima è strettamente correlata alla concentrazione del substrato ed
aumenta in maniera lineare finché tutti i siti attivi degli enzimi non saranno stati occupati dal substrato. Una
volta che i siti attivi sono stati saturati viene raggiunta la velocità massima di reazione e diventerà
indipendente dalla concentrazione di substrato con la formazione di un grafico di una iperbole rettangolare.
Come indice dell’attività catalitica si può usare il numero di turnover ossia il numero netto di molecole di
substrato convertite in prodotto da una singola molecola enzimatica nell’unità di tempo quando
l’enzima è totalmente saturo di substrato.
Cinetica di Michaelis-Menten
Il primo modello di cinetica enzimatica fu strutturato da Michaelis e Menten che ipotizzarono la
presenza di due reazioni durante la reazione catalizzata da un enzima. La prima reazione era quella
relativamente più veloce e reversibile:
⇌
E+ S ES
mentre la seconda era più lenta (quindi era la reazione limitante)
⇀
ES E+ P
In pratica secondo questa teoria la velocità di reazione complessiva deve essere proporzionale alla
concentrazione di ES.
Questa teoria sfrutta quella che è una cinetica di saturazione in quanto in una reazione enzimatica l’enzima
sarà presente sia in forma libera sia in forma associata con il substrato S, se la concentrazione di substrato è
minima la maggior parte dell’enzima si troverà in forma libera, se la concentrazione di S aumenta i siti attivi
degli enzimi verranno occupati fino al punto in cui diventa trascurabile la quantità di enzima in forma libera.
In questa condizione sarà presente la Vmax o la velocità massima di reazione. Questa condizione viene
mantenuta fin quando ci sarà abbastanza substrato da mantenere occupati i siti attivi degli enzimi in quanto
dopo la formazione del complesso ES si avrà la formazione dei prodotti P quindi l’enzima tornerà libero
pronto a catalizzare la reazione successiva.
L’ipotesi di Michaelis-Menten si può sviluppare anche algebricamente. Loro ipotizzarono che la tappa
limitante di una reazione enzimatica fosse quella di demolizione del complesso ES per la formazione di
enzima libero e prodotti.
V [S ]
max
V =
0 K +[S]
m
dove Km è la costante di Michaelis.
Per arrivare a questa formula si parte dalla reazione di ipotesi di base, ossia:
k k
⇌ ⇌
E+ S ES E+ P 1 2
k
k -2
-1
dove però nei primi tempi della reazione la [P] è molto bassa quindi la k può essere ignorata:
-2
k k
⇌ ⇀
E+ S ES E+ P 1 2
k -1
La V (velocità iniziale) viene determinata dalla demolizione di ES in favore alla produzione di P
0
quindi: [ ]
V ES
=k
0 2
[ES] non è facilmente valutabile, viene quindi introdotto il parametro [E ] che rappresenta la quantità di
t
enzima totale (enzima libero + enzima legato al substrato). Tenendo conto di ciò si può ricavare
un’equazione per la V con dei parametri valutabili.
0
La velocità di formazione e demolizione del complesso ES sono regolate dalle costanti di velocità k 1
(formazione) e k +k (demolizione):
-1 2 [ ] [ ] [ ]
Velocità di formazione ES=k E ES S
( )
−
1 t
[ ] [ ]
Velocità di demolizione ES=k ES ES
+k 2
−1
dove [E ]-[ES] è la quantità di enzima libero.
t
Supponiamo ora che la velocità di formazione del complesso ES sia uguale a quella di demolizione di ES,
avremo quindi:
[ ] [ ] [ ] [ ] [ ]
k E ES S ES k ES
( )
− =k +
1 t 2
−1
si risolve quindi l’equazione:
[ ] [ ] [ ][ ] [ ]
k E S ES S ES
−k =(k +k )
1 t 1 2
−1
si aggiunge k [ES][S] ad entrambi i membri dell’equazione che diventa:
1 [ ]
[ ][ ] [ ] [ ][ ] [ ] [ ] [ ]
k ES S E S ES S k ES k ES S
( )
+k −k = +k +
1 1 t 1 2 1
−1
si risolve l’equazione:
[ ] [ ] [ ] [ ]
k E S k S ES
( )
= +k +k
1 t 1 2
−1
ricaviamo quindi il parametro [ES]:
[ ]
k E [S]
1 t
[ ]
ES = [ ]
k S k
+k +
1 2
−1
dividiamo tutti i membri per k :
1
[ ]
E S
[ ]
t
[ ]
ES = k +k 2
−1
[ ]
S + k 1
k k
+ 2
−1
dove però è proprio la costante di Michaelis indicata con Km, quindi l’equazione diventa:
k 1
[ ]
E S]
[
t
[ ]
ES = [ ]
S k
+ m
andando a sostituire questo valore di [ES] nell’equazione della velocità iniziale V si avrà:
0
k E
[ ][S ]
2 t
V =
0 [ ]
S k
+ m
ma dato che k [E ] è proprio la Vmax andremo a sostituire:
2 t
V [S]
max
V =
0 [ ]
S +k m
che è proprio l’equazione della velocità di una reazione catalizzata da un enzima con un solo substrato di
Michaelis-Menten.
Tramite questa equazione se si pone V = 1/2Vmax e l’equazione precedente diventa:
0
V V [S ]
max max
=
2 [ ]
S k
+ m
dividendo tutto per Vmax diventa:
[ ]
S
1 =
2 [ ]
S k
+ m
risolviamo poi per km:
[ ]
k S
=
m
e questo avviene quando V =1/2V . Quindi k è equivalente alla concentrazione del substrato quando V è
0 max m 0
uguale a metà della V . Tutti gli enzimi possono seguire questa regola, tranne quelli regolatori.
max
La km
La km è un valore sperimentale in quanto nella realtà le reazioni enzimatiche possono non svolgersi nelle
due reazioni ipotizzate da Michaelis-Menden e può essere considerata come una misura di affinità
dell’enzima per un substrato: più alto è il valore di km minore sarà l’affinità con il substrato. La km
inoltre rappresenta la quantità di substrato necessario affinché la reazione enzimatica proceda con una
velocità pari a metà della velocità massima raggiungibile.
Nel caso che k sia molto minore di k può essere non considerata quindi km risulterebbe uguale a:
2 -1
k
−1
k =
m k 1
questo tipo di relazione è uguale a k ossia alla costante di dissociazione.
d
I doppi reciproci
Considerando l’equazione di Michaelis – Menten diventa molto complicato determinare la V in quanto
max
[ ]
V S
( )
max
V =
questa equazione descrive un’iperbole rettangolare che essendo un asintoto non
0 [ ]
K S
+
m
raggiungerà mai un valore definito ad una concentrazione finita di substrato. Si trasforma quindi questa
equazione in quella di una retta facendo i reciproci dell’equazione stessa.
[ ]
K S
+
1 m
= [ ]
V V S
0 max
Risolvendo questa equazione per ottenere l’equazione di una retta avremo che:
K
1 [S]
m
= +
V V V S]
[S ] [
0 max max
K
1 1 1
m ∙
= +
V V V
[ ]
S
0 max max
Che è proprio l’equazione di Linewea