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MATRICI BIOLOGICHE
URINA: è la matrice biologica di prima scelta nell’analisi delle sostanze d’abuso. Il suo
utilizzo presenta vantaggi quali: a) Prelievo non invasivo b) Possibilità di campionare
grandi volumi c) possibilità di analizzare sia le sostanze che i metaboliti anche a
diversi giorni dall’assunzione Vi è da mettere in evidenza che le analisi delle sostanze
d’abuso nelle urine possono solo dare un’indicazione della presenza o l’assenza di tale
sostanza ad un definito valore soglia, ma non danno alcuna indicazione sulla quantità
di sostanza assunta o sul momento dell’assunzione.
SANGUE può dimostrare solo una esposizione relativamente recente (poche ore dopo
l’assunzione) ed inoltre il prelievo è invasivo. Ha il vantaggio che il sangue, al contrario
dell’urina, non può essere soggetto a modificazione e/o adulterazioni.
SALIVA : Il motivo per cui viene determinato un farmaco nella saliva è che la sua
azione farmacologia dipende dalla frazione di farmaco nel plasma non legata alle
proteine seriche: questa frazione è normalmente escreta dalla ghiandola salivare nella
saliva. I vantaggi sono dati dalla possibilità di quantizzare la frazione libera del
farmaco. Gli svantaggi sono costituiti dalla necessità di tecniche analitiche sensibili per
i farmaci presenti in piccole concentrazioni, dall’alterazione della concentrazione
salivare di un farmaco nei casi di stimolazione del flusso salivare per la raccolta.
Inoltre le concentrazioni trovate non sono sempre correlabili a quelle plasmatiche e
urinarie.
CAPELLI : negli ultimi anni l’analisi dei capelli per la ricerca di farmaci e dei loro
metaboliti ha ricevuto moltissima attenzione, soprattutto a causa dei vantaggi rispetto
a liquidi biologici quali urine o siero. I farmaci e loro eventuali metabolici rimangono
all’interno del capello per un tempo indefinito, fornendo una finestra di rivelazione (da
settimane a mesi) molto più ampia rispetto a quella nel siero o urine. Inoltre, la
raccolta dei capelli è semplice, non invasiva e ripetibile per eventuali conferme sui
risultati. Il capello è una matrice stabile e molto difficile da manipolare al fine di
adulterare il contenuto. Vantaggi: monitoraggio dei farmaci assunti , non invasività
del prelievo, possibilità di differenziare consumatori leggeri, moderati e pesanti,
possibilità di individuare l’uso passato del farmaco con effetti collatelari ancora in atto,
difficoltà nell’adulterare la matrice. Svantaggi: variabilità nella cinetica di
incorporazione dei farmaci dovuta alla velocità di crescita del capello, di produzione
del sebo e del sudore, e dalla presenza di Melanina, contaminazione esterna
(detergenti per il lavaggio del capello, tinture, nicotina) , mancanza di standard di
riferimento scarsa correlazione capelli/peli pubici o ascellari a causa di crescita più
lenta e di maggior contatto con il sudore/deodorante.
TEST INIZIALI ( SCREENING ) Sono test che permettono di analizzare in tempi brevi
numerosi campioni. Il valore soglia è una definizione operativa stabilita in modo da
definire un campione negativo o positivo. E’ importante distinguere però il valore
soglia dal limite di determinazione del metodo (sensibilità) che è la più bassa
concentrazione dell’analita che può essere determinata con certezza. I metodi di
screening sono pertanto idonei a: contribuire all’accertamento dell’abuso di sostanze
stupefacenti; contribuire a valutare il grado di abuso e di tossicodipendenza;
verificare la compliance del soggetto in trattamento; contribuire ad identificare la
dose terapeutica efficace del farmaco sostitutivo; fornire informazioni preziose nelle
situazioni di emergenza. Ricordiamo che con il test di screening vengono rilevate
sostanze appartenenti a “famiglie” di stupefacenti e non la singola componente.
Sostanza Durat Emivita Presenza Cutof
a nell’urina
d’azio
ne
Amfetamine 2-4 ore 7-34 ore 3-5 giorni 1000
ng/ml
Barbiturici a sec. 1-10 giorni 300 ng/ml
del
farmac
o
Benzodiazep 4-12 2-97 ore 3-5 giorni 200 ng/ml
ine ore
Cannabinoid 2-4 ore 14-38 ore 3-30 giorni 50 ng/ml
i
Cocaina 1-2 ore 2-5 ore 3-5 giorni 300 ng/ml
Metadone 12-24 15-55 ore 3-5 giorni 250 ng/ml
ore
Oppiacei 3-6 ore 1,3 – 6,7 1-3 giorni 300 ng/ml
ore
Reattività crociata: Si tratta di un fenomeno che avviene in una reazione
immunoenzimatica quando un anticorpo reagisce con sostanze che hanno strutture
chimiche similari. L’alta sensibilità analitica dei test immunologici ha come effetto
positivo il fatto che il test è in grado di rilevare tutti i derivati di una data classe
farmacologica. Il lato negativo è la possibilità di reattività crociata tra anticorpo e
sostanze che, pur avendo la struttura chimica simile, non sono correlate alla sostanza
in esame.
Sia la tecnica RIA (radioimmunologica) sia l’ EIA (immunoenzimatica) utilizzano
come evento primario una reazione immunologica antigene anticorpo con formazione
di un immunocomplesso antigene-anticorpo la cui presenza e testimoniata da un
rivelatore che è diverso per le due tecniche. Nel caso del RIA il rivelatore è un
tracciante radioattivo nel caso dell’EIA è un enzima. L’EIA può essere classificata in
omogenea: EMIT (Enzyme Multiplied-Immunoassay Technique) l’enzima coniugato
all’antigene viene inibito (o attivato) dalla reazione immunologica o per esclusione del
substrato o per un’alterazione conformazionale dell’enzima. Il farmaco nel campione
compete con il farmaco legato all’enzima nel legarsi all’anticorpo. L’enzima non legato
è disponibile a legarsi con il substrato determinando un cambio nell’assorbimento.
Ed eterogenea: ELISA (Enzyme Linked Immuno Sorbent Assay) che si basa
sull’assobimento dell’antigene all’anticorpo legato ad una fase solida (superficie di
provetta, pozzetto, pallina di plastica ecc.) che consente così una facile separazione
della frazione libera da quella legata, mediante lavaggio. La metodologia EIA in fase
eterogenea si differenzia poi in competitiva e non competitiva. Nella tecnica
competitiva si sfrutta sostanzialmente la competizione per i siti anticorpali fra
antigene da dosare e antigene marcato introdotto come rivelatore; in quella non
competitiva si realizza una misura diretta della concentrazione antigenica in base alla
quantità di anticorpo marcato aggiunto in eccesso.
La tecnologia FPIA (fluorescenza a luce polarizzata) si basa sul principio della
fluorescenza a luce polarizzata. Durante l’analisi ad un’aliquota di campione del
paziente si aggiunge un tracciante (composto formato dall’analita in esame
covalentemente legato al fluoroforo). L’analita presente nel campione del paziente e il
tracciante competono per legarsi ai siti di legame localizzati sull’anticorpo. Quelli che
si legano rallentano la loro velocità di rotazione perchè uniti ad una grossa molecola. Il
tracciante legato all’anticorpo continua ad essere fluorescente, ma impiega più tempo
a ruotare. Un valore di polarizzazione alto sta ad indicare che la soluzione contiene
solo una piccola quantità di analita non marcato, ossia dell’analita presente nel
campione, un valore basso indica che la soluzione contiene una grande quantità di
analita non marcato, ossia di analita presente nel campione del paziente.
La tecnica LIA (lattici ad inibizione di agglutinazione) è una tecnica
immunologica rapida a cut off. In questo caso il sistema di reazione è costituito
dall’antigene, l’anticorpo e da un mezzo rivelatore costituito da un lattice
sensibilizzato con l’antigene da determinare. In caso di presenza di antigene nel
campione, sarà questo che si legherà all’anticorpo, impedendogli di legarsi al
complesso lattice-antigene e di dar luogo alle macro-particelle. In tal caso la miscela
di reazione si presenta omogenea e lattescente ed è in questo caso indice di
positività.
Immunofluorescenza (FIA) e immunoluminescenza (LIA)
L’uso diretto di sistemi fluorescenti o luminescenti, sia da soli che abbinati a marcatori
enzimatici, sono recentemente divenuti vantaggiose alternative ai RIA, a seguito dello
sviluppo di metodi adeguati e di strumentazioni affidabili per la misurazione del