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PATOLOGIE EPATICHE

Cause:

  • Infiammatorie (epatiti): infezioni; sostanze tossiche; malattie immunologiche, abuso di farmaci o alcool.
  • Vascolari: Ipertensione portale che è la complicanza più frequente delle cirrosi (encefalopatia epatica; varici; asciti)
  • Metaboliche: (carenza di alfa1-antitripsina, emocromatosi, malattia di Wilson), la carenza di alfa1 porta a gravi complicanze perché è un importante inibitore della proteasi, emocromatosi è dovuta a difetti nell'assorbimento del ferro e la malattia di Wilson è dovuta a problemi di assorbimento del rame.
  • Neoplastiche

Epatiti (danno epatocipi): infiammazione acuta mediata direttamente (danno da farmaci) o indirettamente (immunità indotta da virus).

Le cause sono: virus epatite A, B, C, D, E, G, farmaci, avvelenamento (paracetamolo e carbonio tetracloruro).

Queste epatiti acute nella maggior parte dei casi (95%) possono guarire perché il fegato ha una grande capacità.

La malattia può cronicizzarsi in alcuni casi (mai se epatite di tipo A), oppure in pochissimi casi si può avere epatite acuta fulminante in cui la prognosi è estremamente severa. Quindi la maggior parte dei casi si risolve con la guarigione, in una piccola parte essa persiste per più di 6 mesi e quindi si chiama epatite cronica, lo stesso discorso vale per l'insufficienza renale.

Le cause principali di epatite cronica sono:

  • Virus epatite B (10%) e C (75%)
  • Epatiti autoimmuni (presenza di auto-anticorpi, antinucleari e anti-cellule muscolari liscie)
  • Abuso di farmaci o alcool

L'evoluzione di queste patologie epatiche è molto variabile e dipende molto dalla causa che ha portato all'infiammazione del fegato, se per esempio la causa è un farmaco spesso l'epatite cronica si può risolvere in modo positivo una volta sospeso il farmaco, nel peggiore dei casi dal danno cronico si passa ad una

Condizione di fibrosi che conduce ad un eccessivo accumulo di tessuto connettivo al posto degli epatociti e delle cellule della matrice extracellulare (collagene e fibrina) quindi si forma un tessuto cicatriziale al posto del fegato, questa condizione si stabilisce in presenza di uno stimolo rappresentato da lesioni infiammatorie o da danni ripetuti a carico dell'organo che non guarisce nel modo corretto attraverso un processo naturale.

Se la fibrosi è massiva e continua nel tempo allora si può avere la cirrosi che è uno stadio avanzato della fibrosi in cui il tessuto epatico è stato quasi completamente sostituito dal tessuto connettivo dalle proteine, la cirrosi può essere compensata o scompensata, la scompensata porta ad ulteriori complicanze che sono ipertensione portale (10%) e alla fine porta alla morte a meno che si riesca a sostituire il fegato e questo porterebbe alla guarigione dell'individuo.

Le forme di epatite cronica:

  • Virali
  • Autoimmuni- Alcoliche (steatosi alcolica)- Genetiche (emacromatosi, malattia di Wilson, deficit di alfa- antitripsina)- NASH (steatosi epatica alcolica)

    A destra vediamo un fegato con la e si nota dal colore, da come riflette la luce e come sia ricco di grassi che si trovano anche sulla superficie sono soprattutto trigliceridi.

    Steatosi epatica: si ha quando vi è un accumulo di lipidi nell'epatociti superiore al 5%, una percentuale relativamente bassa, questo ci indica che il fegato fa fatica a gestire i lipidi, bastano pochi lipidi in più per far soffrire il fegato e a fargli perdere qualche funzionalità, mentre sappiamo che gestisce meglio i carboidrati.

    L'unico modo per sbarazzarsi di lipidi in eccesso è produrre lipoproteine che richiede grande quantità di energia e questo fa si che il fegato si affatichi.

    Dalla steatosi epatica che spesso è una condizione che non dà grossi sintomi e segni clinici, si può passare

    asteatopatite quando si ha una persistenza condizione di steatosi epatica, questo porta allo sviluppo della complicanza necro-infiammatoria fibrosa, le steatopatiti si possono distinguere in alcolica ASH, non alcolica NASH e virale HCV (dovuta ad epatite C). La steatosi non alcolica (NASH): è molto simile come quadro diagnostico e segni clinici alla steatopatia alcolica, per distinguere si fa un'anamnesi e se l'individuo ha una steatopatia però è un soggetto che ingerisce meno di 20gr di alcool al giorno allora si tratterà di steatopatia non alcolica, queste steatosi non alcoliche hanno una prognosi positiva, spesso è asintomatica, il 20% può diventare NASH ed evolvere in cirrosi. La biopsia epatica è indispensabile per confermare la diagnosi: infiltrazione grassi, fibrosi pericentrale (flogosi), necrosi cellule. Cause: L'aumentato introito di alcol comporta: aumento di radicali liberi, acetaldeide e acetato che sono.mancanza di ossigeno e nutrimento. La cirrosi epatica porta a una serie di complicanze, tra cui l'insufficienza epatica, l'ipertensione portale e lo sviluppo di tumori epatici. L'alcolismo è una delle principali cause di cirrosi epatica, poiché l'assunzione cronica di alcol danneggia progressivamente il fegato. Altri fattori che possono contribuire allo sviluppo della cirrosi epatica includono l'epatite virale, l'accumulo di grasso nel fegato (steatosi epatica non alcolica) e le malattie autoimmuni. La diagnosi di cirrosi epatica viene solitamente effettuata attraverso esami del sangue, ecografie, biopsie epatiche e altre indagini diagnostiche. Il trattamento della cirrosi epatica dipende dalla gravità della malattia e può includere modifiche dello stile di vita, terapia farmacologica, interventi chirurgici e, in alcuni casi, trapianto di fegato. È importante sottolineare che la cirrosi epatica è una malattia grave e progressiva, ma può essere prevenuta o ritardata adottando uno stile di vita sano, evitando l'abuso di alcol, mantenendo un peso corporeo sano e sottoponendosi regolarmente a controlli medici.

    necrosi epatica. Agli stadi iniziali la patologia non si manifesta con segni clinici evidenti (cirrosi compensata), la cirrosi scompensata ha sintomi tipici di problemi del fegato oramai evoluto (ipertensione portale):

    • Asciti:
    • Ginecomastia
    • Pruriti
    • Ittero
    • Perdita di massa muscolare
    • Nausea
    • Inappetenza
    • Sanguinamenti (fattori di coagulazione)
    • Encefalopatia (fattori di coagulazione) perché il fegato non è più irrorato dal sangue proveniente dal circolo portale e quindi i metaboliti non passano dal fegato e non sono più trattati e processati quindi bypassano l'organo e vanno direttamente al cervello dove creano grandi danni al tessuto neuronale.

    L'evoluzione da compensata a scompensata varia col tempo (10%:1 anno 66%: 20 anni).

    Lo strato fibroso del fegato cirrosico comporta un ostacolo al flusso sanguigno, si ha una resistenza al flusso del sangue che proviene dalla vena porta che raccoglie il sangue

    refluodall'intestino portandolo al fegato (con ossigeno e sostanze tossiche da eliminare), quindiaumenta la pressione idrostatica nella vena porta e aumenta il processo di filtrazione checomporta la fuoriuscita all'esterno della vena porta alla cavità peritoneale, questo porta aldeposito di litri di fluido nella cavità peritoneale formando asciti e gonfiando la pancia che ètipica dei soggetti alcolizzati.

    La formazione di asciti non è altro che uno degli effetti della complicanza vascolare della cirrosi epatica, un'altraconseguenza è lo shunt porto-sistemico e relativa encefalopatia epatica data dallo sviluppo di vasi collaterali chepermettono di bypassare il sangue che giunge ad altri organi come il cervello senza essere detossificato (es.dall'ammoniaca), in più i nuovi vasi collaterali hanno un'elevata tendenza alla dilatazione e se la tensione portalerimane elevata si possono avere episodi emorragici, queste

    fenomeno prende il nome di varici.
    Livelli di test:
    - Test di I livello di funzionalità
    - Test di II livello di funzionalità specifica
    - Test diagnostici di patologia epatica

    Test di I livello di funzionalità:
    1. Valutazione della capacità di sintesi e di metabolismo (in seguito ad una compromissione estesa e prolungata).
    - Es.: Proteine totali, albumina, profilo elettroforetico, pseudocolinesterasi, fattori della coagulazione (fattore VII, PT, fibrinogeno)...
    2. Test di escrezione
    - Es.: bilirubina totale, diretta, indiretta, ammonioemia...
    3. Test di citolisi
    - Es.: enzimi plasmatici (AST, ALT, fosfatasi alcalina...)

    Questo gruppo di test consente di distinguere correttamente circa l'80% dei casi di epatopatia.

    Finalità delle indagini:
    1. Individuare la presenza di una malattia del fegato
    2. Distinguere tra diversi tipi di alterazioni del fegato
    - danno epatocellulare
    - colestasi, danno al livello del sistemaBILIARE: alterazione delle sintesi epatiche, disordini metabolici come il morbo di Wilson, infezioni e neoplasie, etc.
    Quantificare l'entità delle alterazioni epatiche
    Valutare la risposta al trattamento quindi per il monitoraggio del paziente trattato farmacologicamente.

    ITTERO: manifestazione clinica assai frequente nei soggetti con patologie epatiche, è dovuto ad un accumulo di bilirubina nel plasma, una bilirubina che si attesta su 1,0 mg/dL, quando supera i 3-4 mg/dL si parla appunto di ittero e si manifesta con una pigmentazione giallastra di cute e bianco degli occhi.
    La bilirubina è un prodotto della degradazione del gruppo EME dell'emoglobina costituita da una parte proteica chiamata globinica e la parte prosterica, quando un globulo rosso che contiene emoglobina invecchia e ha terminato il ciclo vitale, va nelle cellule del reticolo endoteliale come macrofagi della milza o midollo osseo o altre cellule specializzate presenti nel fegato e queste.

    Le cellule hanno il ruolo di preservare il ferro che non deve essere perso ma neanche libero di circolare perché è estremamente tossico. Abbiamo anche altri sistemi proteici per preservare il ferro. Gli eritrociti, morendo, liberano emoglobina che viene scissa in globina, che viene demolita in aminoacidi che arricchiscono il pool amminoacidico e che saranno riciclati in proteine. Poi c'è il gruppo M che subisce vari processi di lavorazione. All'interno delle cellule del reticolo endoteliale ci sono degli enzimi come emeossigenasi che ossigenano la molecola di emoglobina facendola diventare biliverdina, che cambia colore da azzurro a verde senza atomo di ferro e da anello chiuso diventa aperto. Il ferro poi non è perso ma preservato da sistemi proteici come ferritina, transferrina e altre proteine. Poi la biliverdina subisce una riduzione della biliverdina reduttasi, acquisisce una forma linearizzata che è quella propria della bilirubina, inoltre non ha.

    polarità o porzioni davvero idrofile e il suo destino è quello di andare al fegato andandonel circolo sa

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
132 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/10 Biochimica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher piccipicci4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Biochimica clinica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Cervellati Carlo.