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• A CORTA O LUNGA CATENA;
• SATURI, INSATURI che suddividono a loro volta in:
Monoinsaturi (un doppio legame);
➢ Polinsaturi (più doppi legami);
➢ La presenza dell’insaturazione vede la formazione di un angolo e il doppio
legame è sempre nella conformazione cis.
Gli acidi grassi insaturi sono presenti solo nei tessuti vegetali.
Acidi grassi saturi ⟶ solidi a temperatura ambiente.
Acidi grassi insaturi ⟶ liquidi a T ambiente (a causa della struttura larga).
ACIDI GRASSI A CORTA CATENA HANNO CARATTERISTICHE SENSORIALI
➢ PARTICOLARI, conferiscono aroma tipico. Es.: acido butirrico e caproico.
Lipidi saponificabili possono essere TRIGLICERIDI, FOSFOLIPIDI E SFINGOLIPIDI.
Trigliceridi
• Sono la classica forma di accumulo di acidi grassi nell’organismo
• Una molecola di glicerolo con le sue 3 funzioni alcoliche
esterificate da 3 acidi grassi (saturi o insaturi)
• Sono molecole apolari
• Vengono accumulate come sostanze di riserva perché:
Hanno un’elevata efficienza energetica (la loro
o ossidazione libera molta energia)
Il loro accumulo non porta all’accumulo simultaneo di
o acqua (posso immagazzinarli in forma concentrata)
Fosfolipidi
• Sono costituiti da una molecola di glicerolo con esterificati 2 acidi grassi (oleico e stearico)
e un acido fosforico acido fosfatidico
© Laila Pansera - 35
• Sono molecole anfifiliche (coda idrofobica e testa idrofilica)
• Lo ione fosfato ha doppia carica negativa, quindi per limitarla uno dei 2
ossidrili si esterifica con varie molecole Acido fosfatidico + amminoalcol; carica
negativa del fosfato bilanciata dalla carica
positiva dell’amminoalcol
Acido fosfatidico + ammonio quaternario
La sua carica dipende dal pH
Deriva dagli zuccheri
Lecitina: stabilizza le emulsioni
Sfingolipidi
• In queste molecole è assente il glicerolo
• Un amminoalcol (sfingosina) lega tramite legame
ammide un acido grasso
• Sfingosina: amminoalcol a lunga catena, insaturo
• Il doppio legame della catena idrocarburica è molto
vicino
• Sono molecole anfifiliche; il risultato è che la porzione
idrofilica è laterale e non in testa alla catena; questo
© Laila Pansera - 36
viene sfruttato per creare strutture diverse da quelle dei fosfolipidi
• Possono formare direttamente legami con gli zuccheri, perché la funzione ammidica vicino
all’ossidrile terminale conferisce acidità a quest’ultimo, per cui si lega con gli zuccheri
ottengo GLICOLIPIDI (compresi negli sfingolipidi): Non ho cariche, non ho
o
il fosfato, la parte idrofilica è
rappresentata dai residui di
zucchero La sua importanza è
o
dovuta al fatto che la maggior parte
dei glicolipidi si trova nelle strutture
cellulari rivolta verso l’esterno per
contrassegnare le cellule in base alla
loro funzione: per esempio la
presenza o assenza di glicolipidi sui
globuli rossi determina il gruppo
sanguigno
Colesterolo
• È l’unico lipide non saponificabile di cui ci occupiamo
• Ha una struttura rigida gli anelli connessi fra loro non
hanno punti di mobilità
• C’è uno squilibrio tra la porzione apolare (quasi tutta la
molecola) e l’estremità apolare formata dal gruppo
ossidrile sul C
3
• In una struttura complessa (come una membrana fosflipidica) il colesterolo tende a
nascondersi
Lipidi non saponificabili
STEROLI o CERE ⟶ COLESTEROLO
I lipidi formano molti complessi con le altre strutture biologiche. Con le proteine esistono 2 tipi
di interazioni permanenti:
1) LIPOPROTEINE;
2) MEMBRANE BIOLOGICHE;
LIPOPROTEINE (associazione permanenti di lipidi e proteine in soluzione)
Sono di grande rilevanza per la salute, sono EMATICHE (circolano nel sangue)
© Laila Pansera - 37
Nel nostro organismo ci sono 70 g/L di ALBUMINA SERICA, che trasporta gli acidi grassi dal
fegato ad alcuni organi che li utilizzano.
NON sono lipoproteine, perché l’associazione è tra acido grasso (e non lipide) e proteina e non
è permanente.
Nel nostro plasma le lipoproteine vengono distinte in base alla loro DENSITÀ: il grasso
galleggia, le proteine no ⟶ più il sistema e ricco di proteine, più è denso per unità di volume.
Ho 4 famiglie di proteine:
1) CHILOMICRONI
Sono composti da una minima percentuale di proteine e da una grande quantità di
trigliceridi più piccole quantità di colesterolo e fosfolipidi.
Questo tipo di lipoproteina deriva dall’assorbimento intestinale del grasso ingerito con
l’alimentazione.
Il grasso entra nella mucosa intestinale (che riveste gli organi digerenti), entra in contatto con
il circolo sanguigno e quello linfatico, viene trasportato al fegato sotto forma di goccioline di
grasso con piccole quantità di proteina. Arrivato al fegato, esso prende i chilomicroni e li
trasforma in lipoproteine utili ai vari tessuti.
2) VLDL very low density liproteins
Lipoproteine destinate a rifornire i tessuti periferici di trigliceridi e fosfolipidi. Quindi partono
dal fegato e raggiungono i tessuti periferici. Queste lipoproteine sono arricchite da molecole di
produzione epatica, hanno quindi: circa 60% di trigliceridi, circa il 20 % di fosfolipidi, una
modesta quantità di proteine e il colesterolo, la maggior parte del quale è del tutto idrofobico
perché viene esterificato il suo ossidrile. Se non fosse per la presenza dei fosfolipidi sarebbero
molecole/strutture totalmente idrofobiche.
Strutturalmente è una struttura sferica, al cui interno troviamo i trigliceridi e il colesterolo
esterificato, mentre il rivestimento esterno è composto da fosfolipidi, colesterolo non
esterificato e componente proteica.
VLDL viene utilizzata dai tessuti, che grazie a degli enzimi particolari estraggono dalla
lipoproteina gli acidi grassi, da cui:
Muscoli ricavano energia;
➢ Altri tessuti ricavano lipidi: ghiandola mammaria (i trigliceridi delle VLDL
➢ vengono trasformati nella componente lipidica del latte) e tessuto adiposo;
dopo aver rimosso la componente dei trigliceridi rimangono le LDL.
3) LDL low density lipoproteins
Lipoproteine derivate da VLDL a cui sono stati tolti i trigliceridi ed è rimasta una forte
componente di colesterolo. © Laila Pansera - 38
Definito colesterolo cattivo perché non sa dove andare e in condizioni opportune si deposita
sulle pareti dei vasi sanguigni generando grumi che tappano i vasi (ostruiscono lo scorrimento
del sangue) con conseguenze devastanti: trombosi, infarti.
4) HDL high density lipoproteins
Per fortuna il nostro organismo ha un sistema inverso del trasporto del colesterolo dai tessuti
del fegato. Protagonista del trasporto di questi lipidi in eccesso: HDL.
Differenza con LDL: HDL ha molta più proteina. Viene chiamato colesterolo buono, perché
contribuisce a ridurre il colesterolo depositabile sequestrandolo e lasciandolo libero solo
quando è giunto nel fegato.
⟶ APO-LIPO-A1-MILANO: analizzando la popolazione di Limone del Garda si è notato che gli
abitanti vivevano a lungo senza disturbi cardiovascolari grazie alla presenza di questa
apolipoproteina che cattura il colesterolo cattivo.
INTESTINO CHILOMICRONI⟶ FEGATO⟶ VLDL⟶ TESSUTI⟶ LDL⟶ HDL⟶ FEGATO
Membrane biologiche
Importanti perché consentono la compartimentazione tra le cellule e all’interno delle cellule.
Sono una struttura ANFIFILICA formata da molecole anfifiliche (fosfolipidi e colesterolo)
disposte su due facce distinte, in una struttura in cui le code idrocarburiche che sono affacciate
all’interno del doppio strato, mentre le teste polari sono affacciate verso l’ambiente acquoso. In
queste strutture sono presenti diversi tipi di PROTEINE ASSOCIATE DELLA MEMBRANA,
attaccate alla struttura verso la faccia interna di SOLUTO. Distinguiamo tre tipi di interazioni
con la membrana:
1. Interazioni tra cariche possedute dalla proteina e cariche possedute dai fosfolipidi⟶
PROTEINE PERIFERICHE (attraverso legami deboli);
2. Le proteine possono essere state modificate post-traduzionalmente, attaccando un
acido grasso (acido palmitico oppure miristico) che si inserisci nella parte idrofobica
della membrana. Creo delle interazioni idrofobiche e la proteina si ancora alla
membrana ⟶ P. LEGATE AI LIPIDI;
3. PROTEINE INTEGRALI DI MEMBRANA⟶ affondate nella membrana la parte proteica
nella membrana è idrofobica per interagire con le catene idrocarburiche; le interazioni
create molto forti e la proteina è difficile da rimuovere dalla membrana. Una sottoclasse
di queste proteine sono le PROTEINE TRANS-MEMBRANA⟶ sporgono su entrambi i
lati del doppio strato; © Laila Pansera - 39
⟶ nelle proteine trans-membrana la parte nella regione a palizzata ha una struttura ad α-
elica perché in quest’ambiente apolare non c’è acqua e non si crea competizione per
formare legami a idrogeno;
⟶ i glicolipidi sporgono dalla membrana ma solo sul lato esterno
⟶ negli eucarioti alcune proteine, soprattutto quelle integrali di membrana sono glicosilate
(hanno legati residui zuccherini idrofilici per due motivi:
• Riconoscimento/etichettatura;
• Anti-ribaltamento: impediscono che la proteina si giri da dentro a fuori, perché gli
zuccheri sono polari e non possono attraversare la membrana;
Ruolo delle membrane nella compartimentazione
STRUTTURA A MOSAICO FLUIDO DELLA MEMBRANA: i singoli componenti della membrana
traslano galleggiando.
• proteine⟶ si possono muovere sul piano della membrana ma non possono ruotare
attraverso la membrana;
• lipidi⟶ è possibile la diffusione laterale e succede molto frequentemente e si creano
isole di lipidi. È molto improbabile la diffusione trasversale (o ribaltamento);
La membrana esiste per controllare l’accesso:
• dall’interno all’esterno della cellula;
• dal citoplasma agli organelli;
MECCANISMI DI TRASPORTO
Ce ne sono di due tipi:
DIFFUSIONE: È un meccanismo a-specifico e può avvenire solo nella direzione di un
➢ gradiente di concentrazione.
È scarso come rilevanza: nei sistemi biologici riguarda solo sostanze liposolubili: passano solo i
gas e non tutti;
⟶passano O , N, non passano CO ,H O;
2 2 2
⟶ cloroformio e etere sono due anestetici liposolubili, che attraversano la membrana e la
scombussolano; © Laila Pansera - 40
TRASPORTO MEDIATO DA PARTE DI PROTEINE
➢
Esistono due tipi di proteine: trasportatori e proteine canale.
Ho due classi:
1. Trasporto mediato attivo: la cellula usa energia chimica per sostare una molecola
da una parte dove ce n’è poca a una parte dove ce n’