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Debiti - Crediti

Esempio: si immagina un pagamento di un debito verso fornitori per acquisto di materie prime 100 + IVA.

In partita doppia si rileva:

Registrazione

  • Con la prima scrittura viene aperto un mastrino debiti v/fornitori MP c/acquisti 10 che è una variazione finanziaria, e si rileva in avere un'eccedenza
  • Iva a credito 20 di 120. Con la rilevazione del pagamento tale mastrino viene
  • Debiti v/fornitori 120 azzerato grazie all'aggiunta di 120 in dare.

Pagamento DEBITI V/FORNITORI

  • Debiti v/fornitori 120
  • Banche c/c 120

Il mastrino è una variazione finanziaria, in quanto si assiste prima ad un maggior debito, e dopo ad una diminuzione di esso; dare e avere sono uguali, e il mastrino si azzera.

Le variazioni finanziarie per definizione si muovono ripetutamente in dare e avere, perché è normale che i crediti e i debiti nascano e muoiano, esattamente come la liquidità può aumentare o diminuire. Nelle variazioni economiche invece...

costi e ricavi si muovono in un'unica direzione: i costi non possono che aumentare ed essere riportati in dare, e i ricavi non possono che aumentare ed essere riportati in avere; le rispettive variazioni sia di costi che di ricavi possono essere sconti, abbuoni, resi, non vengono portati in diminuzione negli specifici mastrini a cui si riferiscono, ma registrati su mastrini separati nella sezione opposta. In riferimento all'esempio precedente, per quanto riguarda le variazioni economiche si fa una registrazione nel mastrino materie prime c/acquisto, e si segue non il debito ma il costo, il quale non subirà rettifiche di valore dirette come era successo col debito. Il mastrino presenta in dare 100; se ci fosse stato uno sconto nell'acquisto, la variazione sarebbe rimasta la stessa, mentre si sarebbe dovuto rilevare a parte un mastrino aggiuntivo nominato sconti su acquisti, rilevando in avere il valore dello sconto. In conclusione, per ogni conto che siutilizza c'è un mastrino che per quella specifica voce tiene traccia di tutto ciò che lo riguarda, e che è stato registrato o solo in dare o solo in avere, o in entrambe le sezioni per i mastrini con variazione finanziaria. Non è sempre detto che le aziende acquistino da fornitori italiani; a volte fanno acquisti su mercati esteri, da fornitori comunitari, che appartengono a paesi dell'Unione Europea, o extracomunitari. Le fatture che si ricevono dai fornitori esteri sono diverse da quelle dei fornitori nazionali, e vanno trattate in modo diverso a seconda se i fornitori sono o non sono all'interno dell'Unione Europea. Per la rilevazione della fattura si presentano due problemi, ossia l'IVA e la valuta; nella scrittura non possono inserirsi valori diversi dall'euro, quindi c'è l'esigenza di avere il cambio corrente nella data in cui avviene l'acquisto. Nel calcolo del costo per materie prime la.variazione economica negativa registrata viene convertita in euro. Acquisti su mercati esteri comunitari (UE): in questo caso si pone il tema della non imponibilità dell'IVA. Se si regolamentasse lo scambio in una valuta diversa dall'euro, potrebbe anche porsi il problema della riconversione in valuta nel caso di un cambio non in euro. La modalità con cui si gestisce il tema dell'IVA è diversa rispetto a quella usata sui mercati extra-comunitari; in questo caso si utilizza il cosiddetto reverse charge. L'esportatore considera le sue esportazioni non imponibili, manca il requisito della territorialità, in quanto il consumo delle merci non avviene nel suo paese. La fattura di acquisto non presenta IVA, ed essa non c'è nemmeno alla dogana, perché il fatto che si faccia parte dell'Unione Europea fa sì che ci sia un libero scambio di cose, quindi non c'è un formale momento di sdoganamento alle.frontiere; ciò significa che non è in quella fase che si sistema l'IVA, attraverso l'applicazione alla dogana, cosa che nel caso di fornitori extra-comunitari avveniva per opera dello spedizioniere. L'IVA, che comunque andrà pagata allo Stato, non viene pagata in fase di sdoganamento, ma viene autoimposta in un certo senso quando si registra la fattura. Per il valore dell'IVA si fa riferimento all'aliquota del paese importatore, non a quella del fornitore comunitario, perché altrimenti se nell'altro paese ci fosse un'aliquota molto più bassa, si sarebbe più incentivati ad importare prodotti da lì; l'aliquota si applica sempre nel paese di destinazione dei beni, non alla dogana perché è un paese comunitario, dunque per la libera circolazione non c'è il controllo alla dogana. L'imposizione avviene in fase di scrittura di contabilizzazione della fattura. Innanzituttosi inserisce il costo per merci c/acquisti; si aggiunge poi l'IVA a credito come in una normale fattura di acquisto, ma siccome non va pagata al fornitore straniero, non può aggiungersi al debito verso il fornitore estero che è pari solo al valore delle merci. L'IVA viene pagata direttamente all'erario italiano, diventando contemporaneamente anche un debito verso l'erario, cioè un IVA a debito. Questo è il metodo del reverse charge: l'azienda si autoimpone l'IVA, che diventa da pagare all'erario (IVA a debito), e poi come sempre quando è un'IVA su acquisti, avrà il diritto di averla in rivalsa, pertanto diventa anche IVA a credito; alla fine dei conti è come se si avesse acquistato con IVA, anche se non viene pagata al fornitore ma all'erario. Formalmente per questa operazione all'erario non si paga niente perché credito e debito si compensano, salvo che

nell'arco di quel trimestre, o mese, a seconda che la liquidazione IVA sia trimestrale o mensile, ci saranno state altre operazioni IVA, e ci farà una liquidazione alla fine del periodo.

Se il fornitore estero, o uno nazionale, fosse una società controllata, collegata, controllante, o sottoposta al controllo delle controllanti, il conto debiti v/fornitori non andrebbe in quelli normali, cioè in SP, P, D.7, ma andrebbe in D9, o D10, o D11, o D11 bis, perché dentro a queste voci ci vanno sia i debiti di funzionamento, sia i debiti di finanziamento verso queste società specifiche. Bisognerà leggere per ciascuna di quelle voci la nota integrativa e scoprire qual è la porzione di essi che è dovuta a debiti di fornitura o a debiti di finanziamento.

Acquisti su mercati esteri extra-comunitari: l'importo viene addebitato nel mastrino debiti v/fornitori esteri, ma non si rileva l'IVA, almeno in un primo momento.

Perché l'esportatore che ha venduto le merci non emette la fattura. L'IVA infatti grava solo ed esclusivamente su acquisti o vendite che avvengono all'interno del proprio paese, e quando un'azienda esporta, vende all'estero, quell'esportazione è esente dall'IVA, perché manca il requisito fondamentale della territorialità; l'IVA graverà sul consumo.

Si riceve una fattura dal fornitore estero senza IVA, quindi in un primo momento non la si registra nella contabilità generale, perché non è nel documento; quando i beni entrano nel territorio e vengono consumati nel paese diventano imponibili IVA, ma questa imponibilità viene tracciata attraverso un terzo soggetto, non direttamente nella fattura del fornitore straniero. Al fornitore estero non si paga l'IVA, dunque lui non la registrerà nell'IVA a debito e l'erario non incasserà l'IVA; nella fattura

risulteranno essercisolo due conti, ossia materie prime c/acquisti e debiti v/fornitori esteri. Fattura dello spedizioniere: l'azienda italiana però ad un certo punto deve pagare l'IVA, anche se non alfornitore extracomunitario; tutto il tema dell'IVA viene gestito alla dogana italiana per il tramite dello spedizioniere che si è occupato del trasporto delle merci. Le merci diventano imponibili IVA alla dogana, perché non c'è una libera circolazione tra paesi UE e paesi non UE, ma c'è lo sdoganamento che deve avvenire alle frontiere; in questa sede si applica l'IVA, ed è lo spedizioniere che gestisce le pratiche IVA alla dogana. Sempre a fronte dell'acquisto dal fornitore extracomunitario, l'azienda italiana riceve poi la fattura dello spedizioniere che ha trasportato, sdoganato e consegnato le merci; egli chiede il risarcimento per i dazi doganali che ha pagato alla dogana, fa pagare delle spese di trasporto.e in aggiunta a ciò, siccome egli ha anticipato l'IVA sulle merci per conto dell'azienda, le addebita nella fattura. La fattura quindi non contiene solo dazi doganali, spese di trasporto, ma anche l'IVA su tutte le merci che sta sdoganando, perché lo spedizioniere si rivale nei confronti dell'azienda addebitando l'importo nella fattura ad essa intestata; l'IVA nella fattura quindi è calcolata su una base imponibile che comprende i dazi, le spese di trasporto e il valore delle merci comprate dal fornitore estero. Quelle tre scritture sono rispettivamente variazione economica negativa, variazione economica negativa e variazione finanziaria positiva, e sono tutte e tre scritte in dare; a controbilanciare la loro sommatoria, si movimenta in avere il conto debiti v/fornitori esteri (spedizioniere). Pagamento del fornitore: le materie vere e proprie da pagare al fornitore hanno il valore in euro facendo riferimento al cambio che c'era almomento in cui è stata registrata la fattura; se però il pagamento viene fatto dopo un po' di tempo, il cambio nel frattempo muta, e allora il rapporto tra l'euro e la valuta estera non è più lo stesso. Quando poi concretamente si va in banca per pagare, il cambio potrebbe essersi modificato, allora bisogna andare a vedere il nuovo cambio al momento dell'effettivo pagamento. Se la moneta estera costa di più, il costo da sostenere è un po' più alto rispetto a quello ipotizzato in un primo momento. Innanzitutto si movimenta il conto debiti v/fornitori esteri, il cui valore va a chiudere il 28 NOEMI AMMIRATI mastrino aperto con la registrazione della fattura; l'uscita di liquidità dal conto corrente però è maggiore rispetto a quanto riportato, perché a questa data si spende di più per ciascuna moneta estera, e non c'è equilibrio tra dare e avere. Si aggiunge allora ilcaso di perdite su cambi, il testo potrebbe essere formattato come segue:

Il mastrino perdite su cambi è una variazione economica negativa, ed è un costo aggiuntivo dovuto al fatto che i cambi si sono modificati a proprio sfavore. Esso va a finire in conto economico alla voce C.17 bis (-).

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
72 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ammiratinoemi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ragioneria generale e applicata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Bartolini Monica.