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LA GLOBAL STRATEGY

Sulla base di considerazioni su quelle appena fatte già nel 1994 UNESCO lancia una nuova strategia che deriva da una serie di analisi fatte già negli anni 80 e inizio anni 90 sulla WHL analisi che noi abbiamo presentato in maniera blanda e aggiornate al 2020 ma che già negli anni 90 destavano preoccupazione. La Global Strategy lanciata nel 1994 si chiama più precisamente Strategia Globale per una lista del patrimonio dell'umanità rappresentativa, equilibrata e credibile. La Global Strategy ha 3 obiettivi: - rappresentatività - equilibrio - credibilità Lo scopo della Global Strategy che è ancora in corso è assicurare che la lista rifletta la varietà culturale e naturale del mondo dal punto di vista del Valore Universale Eccezionale. [la Global Strategy si preoccupa che nella WHL sia rappresentata la varietà del patrimonio naturale e culturale e che quindi non sia privilegiato solo un ceto tipo]

di beni, che diventa una sorta di valore di default del bene patrimonio dell'umanità. La Global Strategy parte dall'idea che allo stato delle cose a inizio anni 90 essere bene patrimonio dell'umanità tenda ad essere identificato con poche categorie, che ci sia una sorta di default di patrimonio dell'umanità che rischia di schiacciare la varietà e la ricchezza del patrimonio dell'umanità su troppo poche categorie; in questo modo compromettendo la rappresentatività, l'equilibrio e la credibilità della lista patrimonio dell'umanità].

Questa strategia ha un impatto molto significativo non solo sul patrimonio dell'umanità in generale, ma sul patrimonio dell'umanità italiano in particolare.

Iniziamo da questa descrizione che troviamo già nei riferimenti che si evincono dai documenti ufficiali di UNESCO, queste prime indicazioni si trovano addirittura sul sito di UNESCO.

sono naturali. Questo evidenziava un forte sbilanciamento verso i beni culturali e una scarsa rappresentanza dei beni naturali. La Global Strategy si proponeva quindi di correggere questo squilibrio, promuovendo una maggiore diversità e rappresentanza dei beni naturali nella WHL. L'obiettivo era quello di garantire una protezione equilibrata e completa del patrimonio mondiale, sia culturale che naturale. Per raggiungere questo obiettivo, la Global Strategy ha identificato cinque obiettivi principali: 1. Identificare e proteggere i siti di eccezionale valore universale, sia culturali che naturali. 2. Promuovere la conservazione sostenibile dei siti del patrimonio mondiale. 3. Sviluppare e rafforzare la capacità dei paesi membri di gestire e conservare i loro siti del patrimonio mondiale. 4. Promuovere la partecipazione delle comunità locali nella gestione e conservazione dei siti del patrimonio mondiale. 5. Sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza del patrimonio mondiale e promuovere la sua conservazione. La Global Strategy ha quindi contribuito a migliorare l'equilibrio e la rappresentanza dei beni culturali e naturali nella WHL, garantendo una protezione più completa e sostenibile del patrimonio mondiale.naturali[stiamo parlando di una relazione di 3:1, quindi ¾ culturali e ¼ naturali] e 16 erano misti, mentre la maggioranza erano collocati nelle zone del mondo sviluppate in Europa.[la parola developed si usa sempre meno perché evoca la metafora quasi fisiologica del distinguere da ciò che si è sviluppato ed è cresciuto e maturo e ciò che si trova ancora in una fase precoce, embrionale e non dispiegata, questo termine ha cominciato ad essere utilizzato massivamente dopo la seconda guerra mondiale per parlare della distinzione tra i paesi che erano economicamente e politicamente dominanti nel mondo rispetto ai paesi che si trovavano in condizioni economiche, sociali e politiche più difficili. Oggi questa parola non la usiamo più o molto poco ma qui troviamo i residui, ma il punto rimane; nel 1994 si indicava che i beni erano soprattutto presenti in zone del mondo più ricche politicamente, economicamente esocialmente più solide, mentre un secondo problema era che il tipo di beni scritti nella lista patrimonio dell'umanità era più sbilanciato]. 410 beni quindi di cui 304 culturali, il 74%, c'è uno sbilanciamento, 90 sono beni naturali, il 22% e 16 sono i beni misti, il 4%. La maggior parte era collocata in aree del mondo che allora venivano definite sviluppate. della Global Strategy: Obiettivi che tipo di obiettivi si prefiggeva la Strategy? Adottando questa strategia la commissione per il patrimonio dell'umanità voleva: - ampliare la definizione di patrimonio dell'umanità - meglio riflettere il pieno spettro dei tesori culturali e naturali - [l'idea è di reagire allo squilibrio presentato nella slide precedente, troppi culturali rispetto ai naturali, ma anche troppi beni in Europa e nord America rispetto ai beni nelle altre aree del mondo e per conseguire un quindi si trattava di ampliare la definizione]

Il diribilanciamento del patrimonio dell'umanità è definito in modo più ampio al fine di includere un patrimonio più variegato e riflettere lo spettro più ampio dei tesori culturali e naturali del nostro mondo. Questa nuova visione, introdotta negli anni '90, cerca di andare oltre le ristrette definizioni di patrimonio e si sforza di riconoscere e proteggere siti che siano dimostrazioni eccezionali di:

  • coesistenza umana del territorio
  • interazioni umane
  • coesistenza culturale e spiritualità
  • espressione creativa

Questo è ciò che si intende quando si parla di ampliare la concezione di patrimonio dell'umanità per includere forme di coesistenza tra gli esseri umani ed il territorio, quindi insediamenti particolarmente interessanti. Questo è già presente nel criterio 5, tuttavia l'insistenza su questo aspetto è significativa soprattutto rispetto a culture che nell'ambito della

configurativo. Tuttavia, l'insediamento tradizionale rappresenta un esempio di patrimonio che può contribuire a colmare questa lacuna. Utilizzando il tag html, il testo formattato sarebbe il seguente:

WHL del 1994 erano menorappresentate; l'insediamento tradizionale costituisce una forma di patrimonio che può contribuire a riequilibrare la presenza di beni in Europa rispetto al resto del mondo a favore dipaesi che fino a quel punto non hanno potuto competere sul piano di ad esempio benimonumentali.

Interazioni umane quindi forme di cultura, di coesistenza, spiritualità, espressione creativa: tutto questo fatica a rientrare nelle definizioni del 1972 che parla di beni immobili quindi siti, monumenti, gruppi di edifici, configurazione geologiche,..ecc come si fa di parlare di spiritualità, espressione creativa, interazioni umane e di coesistenza culturale quando queste sono entità e determinazioni che hanno una natura immateriale ed evanescente, si fa più fatica a riscontrare beni di questo tipo perché ciò di cui si parla si dispiega su un piano culturale, simbolico, linguistico, sociale più che un piano fisico, monumentale, configurativo. Tuttavia, l'insediamento tradizionale rappresenta un esempio di patrimonio che può contribuire a colmare questa lacuna.

urbanistico,..ecc infatti allo spirito della GlobalStrategy uscirà non solo la Global Strategy stessa ma anche un'altra iniziativa di UNESCO importantissima per il turismo di cui ci occuperemo].

Cruciale per la Global Strategy era lo sforzo di incoraggiare gli stati a:

  • diventare stati membri della convenzione
  • [non tutti gli stati del mondo ratificarono la convenzione del 1972, chi non la ratificava non faceva parte del circuito della WHL del patrimonio dell'umanità]
  • preparare le Tentative List
  • [alcuni stati che partecipavano e ratificavano la convezione non preparavano delle Tentative List, e parte della Global Strategy era anche di incoraggiare e aiutare i paesi a redigere delle Tentative List.

IMPORTANTE

Ricordiamoci che UNESCO non sceglie il patrimonio dell'umanità, non lo identifica e individua neanche propone agli stati sul cui territorio si trova un bene di poterlo iscrivere nella WHL, quindi se UNESCO reagisce e risponde a proposte che devono

venire a prima istanza dagli stati uno stato non ratifica la convenzione UNESCO non può inserire nella WHL un bene che si trova sul suo territorio, o se uno stato ratifica la convenzione ma non redige la Tentative List, senza di essa non si può neanche formulare una vera e propria candidatura quindi lo stato non sarebbe neanche in condizioni di candidare un bene e se uno stato non candida un bene questo bene non sarà mai nella WHL]. di beni da categorie o da regioni che non fossero Prepara delle vere e proprie candidature  attualmente ben rappresentate nella WHL [anche se ho Tentative List poi devi attingere da essa e formulare una vera e propria candidatura ma si tratta di fare una cosa più specifica che è molto interessante anche e soprattutto per noi italiani, ossia preparare candidature di beni da categorie o da regioni che non fossero attualmente ben rappresentate nella WHL, ossia Africa, America Latina e Caraibi, Asia e Pacifico,..ecc o sottoaree di

Queste regioni, quindi, quelle meno rappresentate, sono incoraggiate a rappresentare candidature (vedremo che avranno quasi una corsia preferenziale), ma poi come paesi come Italia, Cina, Francia, Spagna, Germania che sono in zone ben rappresentate cercare di candidare beni di categorie non ben rappresentate ossia per esempio categorie di beni naturali al posto di culturali, o sotto categorie che sono meno presenti rispetto agli evergreen come ad esempio cattedrali o palazzi reali].

Con chi ce l'ha la Global Strategy?

Nasce sull'onda di uno studio fatto da ICOMO dal 1987 al 1993 che rileva che ci sono alcuni tipi di beni che sono molto presenti in WHL mentre altri sono poco presenti. Questo studio rivela che sono (lo si dice nel 1994 ma lo è ancora oggi):

Sovra rappresentati:

  • Europa - è più rappresentata del resto del mondo
  • Città storiche e monumenti religiosi - nella WHL ci sono molti beni europei, ci sono molti centri storici e monumenti religiosi
  • Cristianesimo - chiese,
monasteri, cattedrali

periodi storici

Questo è paradossale, come se i periodi storici di cui abbiamo documenti significativi fossero più presenti di quelli di cui non abbiamo documenti significativi. La storia però non è che comincia per convenzione da una certa data ma è la capacità di attingere, raccogliete a documenti pertinenti. Se non abbiamo documenti fisici nemmeno è possibile avere le cose da inserire in WHL, tuttavia nella Global Strategy si diceva che i periodi storici propriamente detti quindi età antica, medievale, moderna, ecc sono molto presenti in WHL

architetture elitiste

Ossia architetture che distinguiamo da quella vernacolare, significa un tipo di architettura che ha anche a che fare con contesti sociali e poter influenzare quindi ad esempio la cattedrale è architettura elitaria rispetto alla pieve di campagna. Non si tratta necessariamente

Dettagli
A.A. 2019-2020
135 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/04 Museologia e critica artistica e del restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher QuelloCheTiServe di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Beni culturali e offerta turistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Giannasi Matteo.