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Teoria della modernità

Essa è messa a punto nella seconda metà degli anni 80 del novecento. Nei primi anni novanta Bauman accoglie il termine postmodernità. Tra il vecchio e il nuovo secolo usa il termine modernità liquida.

La prima tappa della teoria si sviluppa attraverso quella che lo stesso autore definisce la "trilogia della modernità" dal 1987 al 1901. Nel 1989 premio amalfi di sociologia e teoria sociale.

L'incontro con Gramsci lo aiuterà a non diventare "antimarxista" ma lo allontanerà dall'ortodossia del partito.

Con la crisi del fordismo il ruolo della classe operaia è sempre meno centrale. Il socialismo reale smette di apparire un'alternativa plausibile. La caduta del muro di Berlino sancisce definitivamente la fine della sua epoca. È importante come il collasso del sistema sovietico venga considerato uno della più ampia crisi del progetto della società razionale. Un a duplice serie di

Trasformazioni sociali e politiche sono dunque alla base della modernità contemporanea. 1) Chi mette in discussione i principi di integrazione e legittimazione occidentale; 2) quelle che portano a conclusione i regimi e il socialismo reale. La modernità è per Bauman un modo di interpretare il mondo, di concepirlo come un campo governabile con l'ausilio dell'azione razionale. Lo sguardo colonizzatore moderno è guidato dall'ideale di una continua trasformazione e di un perenne progresso. La modernità è espressione di un intrinseco dinamismo, di una volontà e di una capacità di dare ordine e direzione al cambiamento e della coscienza di questa capacità. Da qui nasce la convinzione degli ideali di civilizzazione della modernità, fondati sull'abilità di fare spazio all'inedito, al non ancora sperimentato e al miglioramento continuo. Le stesse istituzioni sono considerate per definizione perfezionabili.

Secondo Bauman uno degli aspetti più salienti della modernità è la centralità al suo interno della dimensione dell'ordine e del controllo sociale. (superiorità dell'occidente sull'oriente, bianchi su neri, uomo su donna) .. la modernità mira all'ideale della perfettibilità umana e sociale. Il progetto moderno di eliminazione dell'ambivalenza evoca il nitore di un giardino ben curato in cui i sentieri sono segnalati con attenzione delineato da tratti chiari e armonici. Un ruolo strategico nella diffusione di questa visione del mondo è svolto dall'Europa, depositaria di un destino storico. Al centro c'è la cultura europea di grado superiore e alla periferia le altre, le culture "arretrate" che vanno conquistate e portate al corretto grado di sviluppo. (PROSELITISMO E COLONIZZAZIONE sono il portato di questa visione) L'Europa può essere considerata a suo modo.l’emblema della figura del giardiniere che costituisce il simbolo della moderna costruzione dell’ordine. Le simmetrie del giardino richiedono una costante supervisione opera di supervisione e monitoraggio. E in questa cornice prende corpo la ridefinizione dei poveri e degli umili come classi pericolose da tenere a bada e avviare nella giusta direzione per preservare l’ordine sociale così costruito. L’orientamento alla conquista è sostenuto da un immaginario che identifica lo strumento del dominio. L’industrialismo e il capitalismo moderno ne sono le incarnazioni perfette. Il passato non è più depositario di conoscenze utili alla costruzione dell’avvenire. La ricerca dell’ordine si accompagna alla volontà di chiusura e di esclusione nei confronti di chi si sottrae alla presa della razionalità strumentale che dell’ordine moderno è la base. Nelle cosiddette società tradizionali. Il controllosociale veniva esercitato con "io guardo te tu guardi me"; ciascuno era controllato e controllore. Nelle società moderne dove si vive per lo più con persone che non si conoscono dove la sorveglianza visiva viene meno e il senso comune tende a pluralizzarsi, l'ordine deve trovare altre vie per essere mantenuto. In primo luogo, la vita privata e quella pubblica si separano, 2) si introducono norme morali universali, 3) si consolidano istituzioni preposte al rispetto della legalità. Le azioni sono ora giudicate in accordo a regole generali. Il moderno stato-nazione diventa garante del rispetto sulla base dei principi di efficacia e adeguatezza. Nel 1988 "Freedom" B. richiama il Panopticon di Bentham e l'interpretazione che ne ha dato Foucault. L'umanità sottoposta a questa gigantesca macchina di controllo viene confinata in una pluralità di istituzioni (condotte su comando). Ciò che conta è la voce deidecisori non sono la voce dei subordinati. Mentre una parte della popolazione viene ritenuta idonea ad agire in conformità all'ordine sociale, l'altra, quella degli imperfetti, viene presa a carico da autorità esperte che si occuperanno di far loro adottare le condotte desiderate. La modernità non è solo una civiltà costruita sulla razionalità, il dinamismo e la conoscenza scientifica, ma anche una società consapevolmente diseguale (gli outsider e gli insider). Il Panopticon di Bentham e il modello di sistema elaborato da Parsons hanno in comune la potente ambizione di fornire un modello equilibrato e una struttura di coabitazione umana. Dove per Bentham l'integrazione è garantita dal riconoscimento delle differenze tra gli esseri umani, per Parsons è frutto della somiglianza. Condividono le stesse norme culturali, dove si esprime la massima libertà d'azione. Bauman è consapevole che la società.moderna non è una prigione: la libertà di alcuni rende ladipendenza e l'illibertà di altri non solo necessaria ma indispensabile. L'ingegneria sociale è posta al servizio della lotta contro l'ambivalenza delle condotte umane e contro il disordine. La visione sociologica di Bauman è data dall'identificazione del progetto della modernità con la ricerca dell'ordine in condizioni di instabilità, cambiamento, insicurezza. Vedremo nell'analisi dell'Olocausto. Secondo Bauman, "la Germania fece quello che fece a causa di ciò che condivide con noi" e sottolinea come esso rappresenti il prodotto della modernità. La soluzione finale, lo sterminio contro gli ebrei, per le creature più detestabili ma allo stesso modo erano i detentori di potere; essi incarnavano quell'ambivalenza nemica dell'ordine contro la quale la modernità da sempre combatte. Barman suggeriscedi questa prosciugamento sono molteplici: la frammentazione sociale, la perdita di senso di comunità, l'individualismo sfrenato, la cultura del consumo e del divertimento, la superficialità delle relazioni umane. Bauman sottolinea anche l'importanza della comunicazione nella società moderna. La comunicazione diventa sempre più veloce e globale, ma allo stesso tempo diventa sempre più superficiale e priva di significato. Le persone si connettono attraverso i social media e i dispositivi tecnologici, ma spesso si sentono sempre più soli e isolati. Inoltre, Bauman critica il concetto di liquidità nella società moderna. La liquidità si riferisce alla mancanza di stabilità e certezza nelle relazioni umane e nella vita in generale. Le persone sono costantemente in movimento, cercando sempre nuove esperienze e relazioni, ma alla fine si sentono vuote e insoddisfatte. In conclusione, Bauman mette in evidenza i problemi e le contraddizioni della società moderna, invitando a una riflessione critica sulla nostra cultura e sulle nostre scelte di vita. La sua analisi mette in luce la necessità di ripensare i nostri valori e orientamenti, al fine di costruire una società più umana e solidale.della responsabilità che la modernità enfatizza appaiono assai distanti dall'identificazione di responsabilità e soggettività di Lévinas. La disciplina, l'adesione delle regole prende il posto della responsabilità morale. Il sommarsi delle due cornici di burocrazia e tecnologica potenzia l'effetto di responsabilizzazione. L'Olocausto è il simbolo di una congiunzione nefasta tra agire burocratico e agire tecnologico, che sterilizza la violenza. Nella modernità, il genocidio rappresenta un elemento di ingegneria sociale consonante con il progetto di una società che si batte per eliminare "sporco" e "disordine" e ricercare purezza e trasparenza dell'ambiente. L'Olocausto appare come un aspetto interno alla modernità piuttosto che come sua terribile anomalia. La modernità prende posizione per l'ordine ma rifiuta la fissità. La crescita della

consapevolezza dell'impossibilità di estirpare l'ambivalenza della vita sociale segna per Bauman il passaggio dalla modernità alla postmodernità: "post modernità o vivere con l'ambivalenza": non possiamo più fare leva su quel vocabolario costruito attorno alle parole di universalismo, certezza e trasparenza. La coabitazione forzata crea nuove forme esistenziali, nuove modalità di ricerca di un rifugio di comunità, di etica. Secondo Bauman la diffusa incertezza e la riconosciuta ambivalenza della vita sociale contiene un potenziale emancipativo con la relazione delle differenze con le quali la post modernità è obbligata a confrontarsi. L'universo post moderno genera anche una serie di potenzialità: aprire al riconoscimento dell'altro, accrescere l'autoconsapevolezza, e esercitare una critica nei confronti dei principi della modernità di ordine e di controllo sociale.

Il mondo non è più concepito come totalità ordinata e strutturata dalla tensione verso il miglioramento continuo. I singoli individui debbono confrontarsi con l'obbligo della scelta e la relativa assunzione della responsabilità. Sono costretti a prendere su di sé "la responsabilità della propria responsabilità"; a dimensione morale finisce per ri-personalizzarsi. Come conseguenza la moderna adiaforizzazione dell'azione viene usata per riferirsi a una forma di neutralizzazione delle organizzazioni delle decisioni che implicano una presa di posizione morale sia l'espulsione del significato morale dell'azione dai criteri attraverso i quali quest'ultima viene giudicata. Nella postmodernità mentre l'autonomia morale può ritornare al centro della scena, la solitudine al momento della decisione e della presa in carico della responsabilità tende a render problematico l'agire morale.

come un periodo storico e culturale che segue la modernità. Si caratterizza per una critica e una riflessione sulle certezze e le verità assolute della modernità, mettendo in discussione i grandi narrazioni e i grandi sistemi di pensiero. La post modernità si contraddistingue per la frammentazione, la pluralità e la diversità, sia nel campo dell'arte che della filosofia e della società in generale. In questo contesto, si assiste a una mescolanza di stili, di linguaggi e di riferimenti culturali, che rendono difficile definire un'unica identità o un'unica verità. La post modernità è caratterizzata anche da una forte attenzione al presente, al consumo e alla comunicazione di massa, che influenzano la produzione culturale e artistica.
Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
11 pagine
23 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher trick-master di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e teoria sociologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Borghini Andrea.