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Tra il 1917 e il 19 al ministero della cultura c’è Lunacarskij che lascia ampia libertà al dibattito artistico tant’è che le avanguardie aderisco al bolscevismo. Durante il

primo periodo socialista vengono aperte scuole, potenziati i musei, varati piani per le opere d’arte a sostegno degli artisti, ecc. Possiamo quindi affermare che il

costruttivismo russo si svolge attorno alle vicende storiche che vanno dal 1917 al 1932 che a partire dalla costituzione dell’Inkhuk (Istituto per la cultura artistica) e del

Vchutemas (Studi superiori, artistici e tecnici) trova nel 1920 le principali sedi del dibattito e della sperimentazione in analogia alla Bauhaus di Gropius. Il primo manifesto

costruttivista, il Programma del gruppo produttivista, è firmato da Rodcenko e la moglie nel 1920, mentre due anni dopo Gan pubblica il libro Il Costruttivismo, dove

viene teorizzata la possibilità di definire i nuovi compiti della sorgente cultura comunista attraverso l’unione di aspetti tecnici e

funzionali a componenti ideologiche e formali; il manifesto dell’architettura costruttivista però appare nel 1923 da parte di Moisei

Ginburg.

La ricerca architettonica costruttivista ha il suo momento fondativo però con il progetto per il Monumento alla III Internazionale

di Tatlin (1919-20): è un enorme traliccio in acciaio a spirale alto più di 400m simile alla Tour Eiffel ma asimmetrico e inclinato,

che sostiene quattro volumi in vetro – un cubo, una piramide, un cilindro e una semisfera- sospesi e ruotanti su se stessi a diverse

velocità visti come sedi dei vari organi di governo e di propaganda dei Sovjet. La provocazione del progetto è eclatante, così come

il rifiuto degli elementi tradizionali: le strutture portanti sono esterne ed enfatizzate, i nuovi materiali sono esaltati e addirittura è

stravolto il millenario concetto della staticità dell’architettura. Costruttivismo= attraverso la costruzione mostro il valore del

concetto. Il progetto non venne mai realizzato se non con un modellino in scala esposto al Kommintern di Parigi.

La sperimentazione strutturale sta anche in altre proposte irrealizzabili come il Ristorante di Simbirchev sospeso su un burrone o

la proposta dei Grattacieli orizzontali di El Lissitzky Vicinanza del Costruttivismo con le altre avanguardie (Futurismo ed

Espressionismo). In molti progetti si enfatizza sull’uso di strutture in acciaio e impianti tecnologici a vista come per la Sede della Pravda a Leningrado (Fratelli Vesnin,

1919) o l’Istituto Lenin a Mosca di Leonidov(1927).

Si apre però in Russia un dibattito tra l’architettura produttiva e quella astratta soprattutto nelle due scuole Inkhuk e Vkhutemas: la prima difendeva l’astrattismo e

l’utopia dei propri progetti, mentre la seconda, molto simile alla Bauhaus, proponeva dei progetti realizzabili.

I veri problemi del costruttivismo russo arrivano però quando bisogna affrontare la costruzione degli edifici pubblici del nuovo stato socialista. Prima occasione arriva nel

1922 con il primo congresso dei Soviet in cui viene lanciato il concorso per il Palazzo del lavoro, edificio destinato alla riunione dell’assemblea generale dei Soviet e tra i

progetti più significativi c’è quello dei fratelli Vesnin, dalle forme straordinariamente simili a quelle di Gropius per il

Chicago Tribune. L’edificio, pensato come un palazzo della cultura, anticipa il tema dei Club Operai.

Altro tema di sperimentazione è quello delle abitazioni, che non deve più riprodurre il modello di vita borghese ma

facilitare la nuova organizzazione sociale post-rivoluzionaria. Nel 1925 il Soviet di Mosca lancia un concorso per la

progettazione di Dom Komuna (Casa comune), con lo slogan “Una vita nuova esige forme nuove”. Il programma

prevede la costruzione di un edificio con 800 posti letti in camere individuali di 9mq, collegabili per le famiglie, e dotato

di spazi comuni per tutto il resto delle funzioni (mensa, asilo, lavanderia, cucina comune, ecc); l’obbiettivo è quello di

superare l’individualismo della società capitalista e sviluppare una nuova socialità e liberare la donna dalla schiavitù

domestica. Negli anni successivi quest’idea venne perfezionata e anche se alcuni di questi progetti avevano un

impronta fortemente ideologica, sono un preludio alle teorie di Le Corbusier per l’Unité d’Habitacion. Ne è un esempio

il Centro Sociale Burevestnik di Melnikov (1926).

Durante i primi anni della rivoluzione anche i monumenti vengono rinnegati in quanto emblema della magnificenza e

della monumentalità del passato, ma dopo il 1924 vengono ricreati in chiave moderna. Ne è esempio il Monumento

a Marx di Vesnin del 1924, in cui riprende Gropius sul basamento, o il Mausoleo per Lenin del 1924: inizialmente

solo una struttura in legno costruita dal Scusev con sarcofago di Melnikov; viene costruito a ridosso del Cremlino con

forme al confine tra novità e tradizione; se ne possono contare tre versioni sempre più vicine ad un certo

razionalismo e tradizionalismo.

Per lo sviluppo della capitale – Mosca – il Soviet elabora inizialmente nel 1918-24 un piano generale chiama Novaja

Moskva (Nuova Mosca) che prevedeva la decentralizzazione delle funzioni sociopolitiche, nuove infrastrutture, diverse linee di metropolitana, un nuovo stadio e delle

case popolari rispettando l’originaria pianta a cerchi concentrici, rifacendosi alle teorie della “città giardino”. Questo progetto viene però presto eclissato dal progetto di

un Bol’scaja Mosvka (Grande Mosca) che prevedeva un ulteriore sviluppo dell’edilizia a fini abitativi e una parallela conservazione della aree verdi (1922). Nessuno di

questi progetti venne realizzato fino al 1928 quando si aprì un ulteriore dibattitto: modernizzare la città esistente o pianificarla evitando le grandi concentrazioni urbane

così tendendo a superare il conflitto città-campagna descritto da Marx ed Engels?

La fine del costruttivismo russo arriva indubbiamente con il concorso del 1931-34 per la costruzione del Palazzo dei

Soviet: partecipano moltissimi stranieri (Mendelsohn, Poelzig, Gropius, Perret, Brasini ed è presente anche Le corbusier)

ma nonostante le varie proposte avanguardistiche, vince il progetto tradizionalista di Boris Jofan la cui realizzazione sarà

avviata nel 1936 e poi abbandonata a causa della guerra. Il progetto era composto da una enorme aula coperta da una

cupola su cui si ergeva un basamento a più livelli sorretto da colonne e tutta l’opera era coronata da una gigantesca

statua raffigurante Lenin.

Nel 1932 con il Congresso degli scrittori sovietici tutte le organizzazioni di avanguardia vengono sciolte o assorbite sotto il

controllo culturale dello stato l’architettura torna alla monumentalità classica tipica di tutti i totalitarismi europei.

Neoplasticismo olandese

Il neoplasticismo olandese è l’esempio più emblematico di unione tra pittura, design e architettura nel periodo delle avanguardie. L’Olanda è

un paese neutrale durante la I Guerra mondiale; è ricco, industrializzato e con tanti condotti col mondo intero grazie alle colonie. È

particolarmente vicino alle avanguardie francesi e tedesche ma anche alle novità statunitensi (nel 1911 ad Amsterdam vengono pubblicati i

progetti di Wright). In questo ambiente particolarmente attivo culturalmente si forma il pittore Mondrian che insieme a Kandinskij sarà tra i

protagonisti della radicale emancipazione della ricerca pittorica della rappresentazione figurativa. A differenza di Kandinkskij però

l’astrattismo di Mondrian rifugge da connotazioni liriche per ricercare una certa razionalità e un certo rigore geometrico; questa sua

particolarità è evidente nella famosa sequenza dell’albero: il soggetto naturale viene smaterializzato sequenzialmente portando ad una pura

assonanza di linee e colori, che non hanno più niente dell’immagine naturale dell’albero ma si proiettano in un mondo idee perfette e

rigorose e, appunto, astratte.

Con l’incontro tra Mondrian e Theo Van Doesburg nasce nel 1917 la rivista “De Stijl” che si propone come obbiettivo veicolare una nuova coscienza estetica per rendere

l’uomo consapevole di quanto vi è di nuovo nell’arte plastica. La rivista esce regolarmente ogni mese fino al 1923 e poi in modo meno

regolare , con la pubblicazione di vari saggi sul rapporto tra architettura ed arte figurativa. Nel 1918 la rivista pubblica un primo

manifesto firmato da tanti artisti tra cui Van Doesburg e Mondrian: partendo dalla consapevolezza che la guerra abbia ormai distrutto il

vecchio mondo, si propone di raggiungere un equilibrio tra il vecchio dominio dell’individuale e il futuro dell’universale, come strumento

per una società nella quali sia possibile un rapporto tra Vita, Arte e Cultura. In questo filone di pensiero si inserisce la creazione tra il

1917-18 della Sedia Rosso/blu di Retveld, considerabile la prima opera neoplastica: oggetto di arredo pensato per la produzione

industriale assemblando alcuni elementi semplici in legno (due fogli di compensato e un certo numero di aste di faggio a sezione

quadrata e rettangolare). La sedia può essere vista come simbolo della ricerca estetica portata fino al limite e la necessità di ottenere

economicità e funzionalità della produzione industriale. Affermazione dell’arte nella

vita quotidiana.

Dopo la sedia Rosso/blu Rietveld progetta il suo capolavoro: la Casa Schröder-Schräder a Utrecht (1924). È un piccolo

edificio a due piani posto a termine di una tipica schiera di casette tradizionali. Senza tenere in conto dello spazio

circostante, Rietveld scompone l’edificio in piani e setti accostati tra loro perpendicolarmente, che nelle proiezioni

ortogonali riproducono ancora le immagini dei quadri astratti. La struttura portante in setti di cemento armato e

pilastrini di acciaio permette di articolare liberamente la pianta e i prospetti. Gli orizzontamenti e i panelli di

tamponamento tendono a non chiudere gli angoli, ma ad aprirsi su tagli vetrati e a proiettarsi all’esterno. I vuoti delle

aperture vetrate, l’aggetto dei tamponamenti, dei solai e dei balconi, la contrapposizione dei colori contribuiscono a

smaterializzare il volume e a proporre l’immagine di un oggetto “anticubico” che non ha confini, con un effetto di

astrazione del volume. Anche l’interno è concepito in modo innovativo: al piano superiore grazie a delle pareti mobili è possibile avere un grande spazio comune o

ricavare tre stanze da letto rispetto alle esigenze degli abitanti. Dopo l’edificio Van Doesburg nel 1924 pubblica sul “De Stijl” un

articolo in cui sintetizza i punti salienti della nuova estetica: l’architettura neoplastica deve superare qualsiasi idea preconcetta di

forma, deve essere elementare, economica, funzionale, ant

Dettagli
A.A. 2015-2016
4 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gian.luca.mazza di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Torino o del prof Montanari Guido.