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Opere di Friedrich Schlegel
Tra le sue opere letterarie sono da ricordare il dramma classicista Alarcos (1802), e Lucinde (1799), romanzo a sfondo autobiografico, che suscitò scalpore per il suo intento di conciliare amore sensuale e amore spirituale.
Come per il fratello August, più importanti a noi risultano i suoi scritti critici e filosofici. Tra essi: "Sul valore dello studio del greci e dei romani" (Vom Wert des Studiums der Griechen und Römer, 1794), "Storia della poesia dei greci e dei romani" (Geschichte der Poesie der Griechen und Römer, 1798). E soprattutto i "Frammenti" (Fragmente, 1798) pubblicati nell' "Athenäum", seguiti dalle originalissime "Idee" (Ideen, 1801): il suo è un tentativo di fondere in una lingua concentrata, ricca di paradossi, elementi poetici filosofici e religiosi. Friedrich Schlegel diede avvio alla poetica romanticista, sostenendo la necessità di svincolare la letteratura dai modelli classicisti.
Nelle ultime opere, come la "Storia della letteratura antica e moderna" (Geschichte der alten und neuen Literatur, 1815) lavorò a una storia letteraria di taglio sistematico. (Hannover 1772 - Dresda 1829), scrittore e filosofo tedesco. Schlegel, Friedrich von Dopo gli studi di legge alle università di Gottinga e di Lipsia, si rivolse alla letteratura e scrisse numerosi trattati sul mondo classico, tra i quali Sullo studio della poesia greca (1797). A partire dal 1798, anno in cui fondò con il fratello August Wilhelm von Schlegel la rivista "Athenäum", fu il punto di riferimento filosofico per il primo romanticismo tedesco. Su "Lyceum der schönen Künste" e "Athenäum" – organo, quest'ultimo, del nuovo movimento – pubblicò una serie di frammenti nei quali enunciò le proprie teorie sulla poesia, intesa come poesia "universale" ovvero in grado di comprendere tutti i.generiletterari e, in senso ampio, di convogliare in sé l'intera esperienza umana, inclusa quella storica, religiosa, filosofica e scientifica. Questi concetti, ai quali si aggiunse una rivalutazione del Medioevo, furono poi ripresi nel Dialogo sulla poesia, pubblicato nel 1800, di nuovo, su "Athenäum".
Dall'interesse di Friedrich Schlegel per il sanscrito e per le letterature orientali scaturì Sullalingua e sapienza degli indiani (1808), un'opera che contribuì all'affermazione dellalinguistica comparativa moderna. A Schlegel si deve anche Lucinda (1799), romanzo autobiografico con il quale l'autore mise in pratica le proprie teorie poetiche, e la tragedia (1802).
Alarcos
August Wilhelm von Schlegel
August Wilhelm von Schlegel nacque ad Hannover nel 1767 (morì a Bonn nel 1845), dal 1798 professore a Jena. Nel 1808-1817 viaggia in europa insieme a Madame de Staël, divenendo il teorico ufficiale e l'ambasciatore
itinerante del romanticismo: una funzione che fu fondamentale per l'affermazione del nuovo movimento in Europa. Tornato in Germania divenne professore di storia dell'arte e della letteratura all'università di Bonn, dove promosse studi di filologia indiana.
Le sue opere propriamente letterarie comprendono ballate, liriche, drammi come Ione (1803) tratta dall'omonima tragedia di Euripides ecc.. Si tratta di opere accademiche, poco originali. Molto più importanti i suoi saggi. Enunciazioni teoriche del romanticismo sono le sue "Lezioni sulla letteratura e le arti belle" (Vorlesungen über schöne Literatur und Kunst, 1801-4) e le "Lezioni sull'arte e sulla letteratura drammatica" (Vorlesungen über dramatische Kunst und Literatur, 1809-1811). Notevoli anche i commenti alle "Elegie romane" e all'"Hermann e Dorothea" di Goethe. Tradusse Alighieri, Calderón, Shakespeare, in collaborazione con altri romanticisti.
tra cui Tieck.In August Schlegel l'affermazione dei valori romanticisti si unisce all'esigenza di unrigoroso equilibrio formale e compositivo: il suo romanticismo non fu mai unacontrapposizione formale al classicismo. Sul piano teorico, le sue posizioni si confondonocon quelle del fratello; August vi mise di suo una vastità di interessi culturali, per tutte leletterature moderne e antiche, l'attenzione per gli studi glottologici e storico-linguistici.
Novalis1) notizie biograficheSi chiamava Friedrich Leopold von Hardenberg, nacque a Oberwiederstedt [Franconia] il 2maggio 1772. Figlio di un piccolo proprietario terriero, crebbe in un ambiente rigidamentepietistico. Aveva una debole costituzione fisica, e ciò influì sulla sua opera, impregnata dalsenso della morte. Compì studi privati, poi un anno di ginnasio a Eisleben (1789), e corsi1"Schlegel, Friedrich von," Enciclopedia Microsoft® Encarta® 99. © 1993-1998 MicrosoftCorporation.
Tutti i diritti riservati.di giurisprudenza in vista di una carriera nell'amministrazione sassone. Studiò filosofia a Jena, dove ebbe come maestri Fichte e Schiller. A Lipsia frequentò Friedrich Schlegel.
Evento decisivo per la sua accesa emotività fu l'incontro nel 1794 con Sophie von Kühn, che morì di tisi dopo il fidanzamento nel 1797, a 15 anni. A Jena, dove si recava per visitare la fanciulla malata, entrò in contatto con i romanticisti.
Dopo la morte di Sophie, Novalis si trasferì a Weissenfels-Saale [Halle] come funzionario delle saline sassoni. Nel 1800 ebbe un importante incarico nelle miniere. Pochi mesi dopo morì improvvisamente di tisi, era il 25 marzo 1801.
Opere
Le opere di Novalis furono pubblicate solo in parte, durante la sua vita, in "Athenäum" e negli almanacchi dei romanticisti. Esse per la prima volta furono raccolte e pubblicate postume dai suoi amici Friedrich Schlegel e Tieck, nel...
1802. Dopo gli esordi poetici influenzati da Schiller, Novalis acquisì una sua individualità che ne fece il massimo lirico e narratore del primo romanticismo tedesco. Novalis esprime la sua struggente intensa nostalgia di morte negli Inni alla notte (Hymnen an die Nacht). Essi furono scritti nel 1797 (pubblicati nel 1800), e celebrano in prosaritmica l'amata perduta con idealizzata sensualità. All'arduo e acceso intellettualismo degli Inni alla notte fa riscontro nei Canti spirituali (Geistliche Lieder, 1799), e soprattutto nei Canti a Maria (Marienlieder) un certo tono popolare, in cui Novalis esprime uno spirito di devozione volutamente elementare. Nello scritto filosofico-religioso Cristianità o Europa (Christenheit oder Europa, 1799) auspica una comunanza di fede dell'occidente, nello spirito del medioevo. Esso divenne un testo programmatico dei romanticisti. La sua visione universalistica che include romanticisticamente
Letteratura e politica, si era già espressa nei frammenti Pölline (Blütenstaub, 1798). Si tratta di pensieri sulla religione, la poesia, la filosofia, la scienza, la musica, la lingua ecc. Essi rivelano la tendenza di Novalis a una concezione mistico-romantica intrisa di sogno e di redenzione. Gli stessi elementi, approfonditi in senso lirico-allegorico, nel romanzo incompiuto I discepoli di Sais (Die Lehrlinge zu Sais, 1798-1799), con la delicata fiaba di Giacinto e Fior di Rosa. L'allegoria del concetto di verità è qui simbolo di una visione magica della natura: è visibile l'influsso del mistico Jakob Böhme, che Novalis aveva conosciuto tramite Tieck. L'opera più significativa di Novalis è il romanzo incompiuto Heinrich von Ofterdingen, scritto nel 1798-1801 e pubblicato da Tieck nel 1802. Il titolo riprende il nome di un minnesänger. Si tratta di una biografia esemplare, un romanzo-fiaba, che riflette
Le vicende dell'autore e la sua concezione del poeta romanticista. Novalis lo concepì in polemica con il "prosaico" "Wilhelm Meister" di Goethe. Esalta l'unità magica del visibile e dell'invisibile attraverso la poesia, evocata nel simbolo del "fiore azzurro". Il romanzo fu definito da L. Mittner come "l'opera più squisita del romanticismo tedesco". Oggi noi leggiamo questo romanzo soprattutto per le caratteristiche filosofiche e storiche legate a un aspetto del romanticismo.
3) il mito del passato
Nell'ambito della rilettura del passato operata dal romanticismo, la svolta nella cultura europea con cui all'antichità comincia a sostituirsi come elemento decisivo di confronto e vagheggiamento fantastico il passato del medioevo popolare e cristiano (il processo che poi approderà con il decadentismo wagneriano al medioevo mitologico germanico) il pensiero di Novalis ebbe una funzione decisiva.
«La poesia sana le ferite inferte dall'intelletto. Essa è appunto formata da elementi contrastanti - da una verità sublime e da un piacevole inganno». Oppure ancora il frammento sulla traduzione, pubblicato su «Athenaeum» nel 1789 quando distingue tra tre tipi di traduzione e soprattutto delle «traduzioni mitiche che sono traduzioni nello stile più alto. Esse espongono il carattere puro e compiuto dell'opera d'arte individuale. Non ci presentano l'opera d'arte reale bensì il suo ideale [...]». Nel corpus degli scritti di Novalis sono innumerevoli anche le intuizioni, precorritrici di movimenti e climi poetici che saranno in altre stagioni della storia poetica europea. Così l'idea di linguaggio come attività separata e autonoma capace di giungere al significato proprio quando lo si separa dall'intenzionalità razionale: una posizione che rimanda alle "parole in
libertà dei dada e dei surrealisti. "Nessuno sa", scrive Novalis intorno al 1789-1790, "che la peculiarità"