Anteprima
Vedrai una selezione di 20 pagine su 128
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 1 Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 2
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 6
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 11
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 16
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 21
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 26
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 31
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 36
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 41
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 46
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 51
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 56
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 61
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 66
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 71
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 76
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 81
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 86
Anteprima di 20 pagg. su 128.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Attività farmacologiche dei componenti alimentari Pag. 91
1 su 128
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Effetti dei grassi monoinsaturi

I grassi monoinsaturi non hanno alcun effetto sulla colesterolemia totale e l'olio d'oliva, che è ricco di monoinsaturi, contrariamente a quanto si pensa, non riduce la colesterolemia a meno che non si sostituiscano i grassi saturi con quelli monoinsaturi.

In uno studio di PREDIMED è stato osservato che chi consuma molti grassi monoinsaturi, come in Spagna dove il consumo di olio d'oliva è elevato, riduce del 33% la mortalità per tutte le cause rispetto a chi ne consuma pochi o molto pochi. Negli USA, tuttavia, l'apporto di grassi monoinsaturi non è correlato al rischio cardiovascolare, infatti chi ne consuma pochi o molti ha lo stesso rischio di infarto.

Come è possibile che lo stesso acido grasso abbia un effetto così diverso? Il dato è spiegabile sulla base degli studi di PREMIMED, in cui si mostra che chi consuma molto olio extravergine ha una riduzione del rischio cardiovascolare del 40% rispetto a chi...

ne consuma poco e la mortalità per tuttele cause è ridotta del 20% circa. Tuttavia, chi consuma olio d’oliva normale, non extravergine, ha uneffetto opposto perché la mortalità non si riduce, ma anzi sembrano aumentare, ma in modo nonsignificativo.

In uno studio americano si mostra che gli acidi grassi monoinsaturi non hanno un effetto significativo sulla salute, mentre quelli che derivano dalle piante hanno un effetto blandamente protettivo a differenza di quelli che derivano dagli animali causano un aumento del rischio. Gli autori di questo studio affermano che la sostituzione die monoinsaturi di origine animale con monoinsaturi di origine vegetale porta a una riduzione del 25% del rischio.

L'acido oleico è acido oleico sia se deriva dalla carne di pollo sia che deriva dall’olio d’oliva. Quindi, ai monoinsaturi di per sé non fanno niente, ma segnalano molto probabilmente altri alimenti. Infatti, confrontando un olio di oliva

Ricca in polifenoli e uno povero in polifenoli si osserva un effetto antinfiammatorio favorevole con il consumo di olio di oliva ricco in polifenoli che non si manifesta con l'olio d'oliva povero in polifenoli (olio d'oliva extravergine è ricco in polifenoli).

I costituenti importanti per l'olio di oliva sono quindi i polifenoli: come idrossitirosolo, oleuropeina, tirosolo e altri. Molto probabilmente sono questi componenti che permettono l'effetto protettivo dell'olio e non il contenuto di acidi grassi monoinsaturi. Tuttavia, i polifenoli hanno spesso un sapore erbaceo/amaro non sempre gradito per cui questi polifenoli si scontrano con il fatto che evoluzionisticamente noi evitiamo gli alimenti amari. Nonostante ciò, i polifenoli hanno moltissimi effetti positivi, infatti:

  • Sono antiossidanti
  • Hanno un effetto sulla trascrizione genica
  • Inibiscono l'attività delle amilasi
  • Hanno effetti sul microbiota e sulla formazione di

metaboliti secondari- Hanno effetto infiammatorio- Altri….-

In uno studio del PREMIMED si è osservato che chi consuma più polifenoli ha una riduzione di circa il 40% rispetto a chi ne consuma pochi. In un altro studio si è osservato che un elevato consumo di polifenoli porta ad un azzerato rischio di diabete, dato poco plausibile.

In una metanalisi i soggetti che muoiono di più sono i soggetti che hanno un consumo di caffè pari a zero, il consumo di 2-3 caffè al giorno riduce la mortalità del 12% circa.

Il messaggio di tutti questi studi è che una fonte importante di polifenoli, come il caffè, andrebbe valutato con un'ottica totalmente differente rispetto a come si fa solitamente. Che siano i polifenoli e non la caffeina a dare questi effetti benefici è dimostrato dal fatto che se si utilizza il caffè decaffeinato rispetto a quello caffeinato porta a risultati pressoché identici.

Diventa molto

importante anche la preparazione, infatti questi risultati non si hanno con studi condotti in America, mentre sono molto chiari in Europa, molto probabilmente perché la percolatura è meno efficace ed è l'espresso che ha avendo una percolatura molto buona ha un buon quantitativo di polifenoli.

Anche il cioccolato è da prendere a cautela per cui l'effetto di dosi moderate è favorevole, mentre l'effetto di dosi elevate NON è favorevole perché aumentano il rischio di diabete e di scompenso cardiaco. Quindi, una quantità di cioccolato compresa tra i 10 e 20g al giorno sembra associarsi a effetti protettivi per la salute, tenendo sempre conto del contenuto calorico giornaliero. Il cioccolato amaro è più efficace di quello al latte perché contiene più cacao e quindi contiene più polifenoli.

In uno studio sul New England ha dimostrato che il consumo di noci/frutta secca si associa a

Una riduzione di tumori molto probabilmente perché questi alimenti sono ricchi di acido linoleico e a-linoleico, ma anche perché sono alimenti ricchi in polifenoli. Bisogna ricercare i polifenoli nell'alimentazione perché essi sono molto importanti per la riduzione del rischio cardiovascolare. Non bisogna concentrarsi sulla riduzione del consumo di certi alimenti, ma bisogna identificare gli alimenti che consumati in quantità superiore al normale, tenendo sempre conto dell'apporto calorico, possono avere un effetto protettivo.

EFFETTI dei GRASSI POLINSATURI: i polinsaturi hanno effetto opposto rispetto ai saturi, quindi più polinsaturi (w6) più basso è il colesterolo. Infatti, chi consuma tanti polinsaturi ha una mortalità dimezzata rispetto a chi ne consuma una quantità inferiore.

Gli w6 sono ossidabili, possono derivare da composti a 20C che sono aggreganti e infiammatori, ma in una metanalisi di FARVID viene mostrato

come gli eventi coronarici scendono linearmente più ω6, omega 6 si mangiano. È importante considerare che in Italia si consumano pochi anche se gli studi ben condotti di natura campionata per vedere quali sono i pattern di alimentazione italiani sono molto pochi; l'unico affidabile, perché coinvolto su un numero significativo di popolazione, ha più di 10 anni (pubblicato nel 2008 riferito a dati del 2004) e in questo studio si dice che noi consumiamo circa il 4% di calorie da polinsaturi. Se la metanalisi di FAVIRD è vera si può ridurre il rischio di eventi cardiovascolari aumentando il consumo di omega 6. Altri studi hanno cercato di concentrare l'attenzione non tanto sull'apporto alimentare stimato sui questionari dietetici, ma sui livelli plasmatici di acido linoleico perché questo acido grasso ha 18C con 2 doppi legami ed è essenziale, cioè è un acido grasso che non possiamo sintetizzar perché.

Nonsiamo in grado di inserire doppi legami in pozione 6. Quindi, l'acido lineolico bisogna assumerlo con la dieta e si può così rilevare la sua concentrazione e il risultato è molto veritiero poiché, non sapendo sintetizzarlo, il valore si rifà al consumo di alimenti che contengono tale acido.

In uno studio svedese si vede che per i primi 10 anni non succede nulla a soggetti con bassi livelli plasmatici di acido linoleico, ma se si procede con l'osservazione si nota che dopo 30 anni, chi ha bassi livelli di questo acido grasso ha una differente mortalità: chi ha alti livelli muore circa il 30% in meno rispetto a chi ha bassi livelli di acido linoleico.

Le differenze sono relativamente piccole e nemmeno accertabili dal punto di vista epidemiologico per i primi anni, ma proseguendo gli studi per un periodo di osservazione prolungata gli effetti diventano lampanti.

In uno studio americano, nel 2008, è stato osservato che in soggetti con

infarto recente aveva molto meno acido linoleico rispetto a soggetti controllo. Quindi, più linoleico significa minor rischio di infarto. In un ulteriore studio si osserva che avere una maggiore concentrazione di omega 6 si associa una riduzione sulla mortalità per rischio cardiovascolari, una riduzione del 30% circa per la morte da tumore e una riduzione del 40% di morte per tutte le cause. Altri aspetti degli omega 6 e dell'acido linoleico è che il rischio di diabete è parzialmente cancellato da un aumento di apporto di omega 6. Quindi, chi consuma omega 6 ha un rischio ridotto di 1/3 rispetto a chi ne consuma pochi con un effetto dose-dipendente e quindi più acido linoleico maggiore è la riduzione di diabete che diventa del 40% rischia in chi ha un apporto particolarmente elevato. Gli omega 6 soffrono di una stampa sfavorevole molte volte e infatti, circa 10 anni fa venne pubblicato un documento per esaminare in dettaglio il consumo di omega 6.

elevato potenziale infiammatorio e può contribuire allo sviluppo di malattie cardiovascolari. Pertanto, è importante mantenere un equilibrio tra gli omega 6 e gli omega 3 nell'alimentazione. Gli omega 3, invece, sono noti per i loro effetti benefici sulla salute cardiovascolare. Sono in grado di ridurre l'infiammazione, abbassare la pressione sanguigna, migliorare la funzione dei vasi sanguigni e ridurre il rischio di formazione di coaguli. In conclusione, è importante consumare una quantità adeguata di omega 6, preferibilmente tra il 5% e il 10% delle calorie totali, per ottenere i benefici per la salute cardiovascolare. Allo stesso tempo, è fondamentale assicurarsi di assumere una quantità sufficiente di omega 3 per mantenere l'equilibrio tra i due tipi di acidi grassi essenziali. Ricorda che consultare un professionista della salute o un nutrizionista può essere utile per ottenere informazioni specifiche sulle tue esigenze dietetiche.

effetto infiammatorio, vaso costrittivo, producono leucotrieni e trombossani che non hanno effetti positivi dal punto di vista vascolare. Invece, l'EPA, che è l'w3 a 20C, ha un effetto molto favorevole perché è un antinfiammatorio, non ha attività aggregante e produce certi composti che hanno un chiaro effetto risolutivo nell'infiammazione. 95concettualmente vero in vitro, ma in vivo negli studi epidemiologici la competizione tra omega 6 e omega 3 non si osserva. Infatti, in uno studio condotto su una popolazione che contiene pochissimo pesce (fonte di EPA e DHA si è notato che anche in queste popolazioni al crescere di omega 6 gli eventi di mortalità per tutte le cause si riducono. Quindi, anche in una popolazione che non mangia pesce, quindi nelle condizioni in cui il danno da presenza di omega 6 dovrebbe essere il massimo, si osserva in modo chiaro l'effetto protettivo. w6 w3In uno studio molto recente si osserva che il

o, può creare tensione e conflitto tra le persone coinvolte. Inoltre, può portare a fraintendimenti e incomprensioni, poiché il tono e l'intenzione del messaggio possono essere interpretati in modi diversi. È importante ricordare che la comunicazione online non è solo basata sul testo scritto, ma anche su elementi non verbali come l'espressione facciale e il linguaggio del corpo. Questi elementi sono spesso assenti nella comunicazione digitale, il che rende ancora più facile fraintendere o interpretare erroneamente i messaggi. Per evitare problemi di comunicazione online, è consigliabile utilizzare un linguaggio chiaro e conciso, evitare l'uso di toni aggressivi o offensivi e fare attenzione alle parole scelte. Inoltre, è importante essere consapevoli del contesto in cui si sta comunicando e considerare le possibili reazioni degli altri. In conclusione, la comunicazione online può essere un'ottima risorsa per connettersi con gli altri, ma è fondamentale utilizzarla in modo responsabile e consapevole per evitare problemi di comunicazione e conflitti.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
128 pagine
3 download
SSD Scienze biologiche BIO/14 Farmacologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gioia.belloni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Prodotti dietetici e attività farmacologiche dei componenti alimentari e fisiologia della nutrizione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Bellosta Stefano.