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VIA ORALE
Siccome il meccanismo principale che controlla il passaggio dei farmaci dal lume gastrointestinale al sangue è la diffusione passiva, l'assorbimento per questa via è influenzato dal coefficiente di ripartizione del farmaco e dal suo eventuale grado di ionizzazione. La porzione del tratto digerente dotata di maggiore superficie e vascolarizzazione è rappresentata dal piccolo intestino che è sede dove avviene l'assorbimento di molti farmaci somministrati per via orale. Per giungere alla circolazione sistemica, un farmaco somministrato per via orale, deve dissolversi nel lume del tubo digerente, attraversare la mucosa gastrointestinale e, dopo essere stato immesso nel sistema portale, superare anche il fegato. Ciascuna di queste tappe può limitare la quota di farmaco in grado di distribuirsi nel corpo del paziente e questo concetto viene espresso con il termine di biodisponibilità orale che definisce la percentuale, della dose somministrata.
Che effettivamente entra nella circolazione sistemica e che è in grado di distribuirsi in tutto l'organismo. La biodisponibilità orale e la velocità di assorbimento possono mutare quindi: in relazione allo stato funzionale dell'apparato digerente, allo stato fisico e alla composizione del contenuto, alla velocità di transito attraverso lo stomaco e il piccolo intestino, all'attività della flora intestinale e all'eventuale metabolizzazione del farmaco da parte del fegato.
Come detto prima la porzione del tubo gastroenterico in cui avviene la maggior parte dell'assorbimento dei farmaci è rappresentato dal piccolo intestino e questo, fondamentalmente, perché la superficie assorbente è molto estesa, il flusso ematico è relativamente alto e la mucosa del piccolo intestino è permeabile a molte sostanze di piccole dimensioni anche se dotate di coefficiente di ripartizione relativamente basso.
mentre per le sostanze chimiche di grosse dimensioni o dotate di un notevole grado di idrofilia la velocità di assorbimento è più lenta e relativamente indipendente dal flusso ematico. Un altro fattore importante per l'assorbimento di un farmaco sono le alterazioni della peristalsi intestinale che possono ridurre o prolungare enormemente il tempo a disposizione per l'assorbimento di un farmaco e quindi alterare l'entità della quota assorbita. Ancora, un altro parametro importante, è la velocità di svuotamento dello stomaco in quanto lo stomaco non deve essere considerato tanto come superficie assorbente quanto come organo di deposito che rilascia il farmaco assunto per via orale alla superficie assorbente, ovvero il piccolo intestino. È quindi importante ricordare quali sono i fattori che controllano la velocità di svuotamento gastrico e ci possono essere diversi scenari: a digiuno, lo svuotamento gastrico di liquidi.includono antiacidi, è importante tenere conto di questi fattori nella somministrazione dei farmaci.che tamponano l'acido presente nel lume (utilizzando ad esempio antiacidi) bisogna tenere in considerazione anche questi fattori nel caso si dovessero somministrare un farmaco per via orale. Anche la presenza di cibo nell'intestino può modificare la velocità di assorbimento intestinale dei farmaci e la loro biodisponibilità, questo ovviamente varia in base alla presenza e al tipo di cibo che si trova nel lume intestinale. Infatti, liquidi ricchi di proteine aumentano il flusso ematico nel territorio splancnico mentre liquidi ricchi di carboidrati lo diminuiscono. Nel lume intestinale e nel fegato possono avvenire anche alcune reazioni chimiche che possono andare a modificare sempre la biodisponibilità dei farmaci somministrati per via orale, tra queste ci sono la formazione di complessi insolubili con alcuni costituenti alimentari o altri farmaci presenti nel lume intestinale (un esempio è dato dalle tetracicline che formano complessi insolubili, equindi non assorbibili, con i cationi presenti nel latte e in alcuni antiacidi), oppure ci possono essere reazioni di decarbossilazione (come nel caso della Levodopa che quindi perde la sua attività farmacologica), reazioni di idrolisi, che a suavolta può essere acida (come nel caso della penicillina G) oppure enzimatica (come nel caso dell'aspirina), e infine reazioni chimiche (che possono essere di tipo enzimatico e non-enzimatico e dovute ad esempio l'acido cloridrico prodotto dallo stomaco, oppure catalizzate da enzimi digestivi o prodotti dalla flora batterica intestinale) per cui, l'effetto che queste reazioni hanno sui farmaci, è la riduzione della loro attività. Come detto prima queste reazioni possono avvenire anche nel fegato, il quale rappresenta il principale organo di metabolizzazione, per cui tutti i farmaci somministrati per via orale subiscono il cosiddetto effetto di primo passaggio che consiste nella loro cattura e nel passaggio.Attraverso il fegato che lo metabolizza, riducendone consistentemente la quota biodisponibile (cioè quella in grado di raggiungere la circolazione sistemica) e, visto che per alcuni farmaci l'effetto di primo passaggio abolisce quasi completamente l'efficacia della dose somministrata per via orale, invece di usare quest'ultima via si preferisce utilizzare quella buccale, cioè sottolinguale, in quanto in questo caso non vi è effetto di primo passaggio dal momento che il sangue venoso refluo della cavità boccale giunge alla circolazione sistemica attraverso la vena cava superiore senza passare per il fegato.
B) VIA BUCCALE E RETTALE
Come detto prima queste vie di somministrazione vengono utilizzate soprattutto per quei farmaci con scarsa biodisponibilità per via orale (dovuta all'inattivazione gastrointestinale o all'effetto di primo passaggio) e questo perché il sangue refluo del cavo buccale e dei plessi emorroidari inferiori,
in parte, medio, giunge direttamente al ventricolo destro senza passare per il fegato. La via rettale è particolarmente utile per somministrare farmaci a pazienti incapaci di deglutire o in preda a vomito e, poiché l'assorbimento rettale è in genere più lungo e prolungato, questa via è spesso usata per il mantenimento di concentrazioni efficaci di alcuni farmaci antinfiammatori o broncodilatatori durante le ore notturne. Occorre però precisare che la biodisponibilità per via rettale è in genere più imprevedibile rispetto alle altre vie di somministrazione.
VIE PARENTERALI SISTEMICHE- VIA INTRAVASCOLARE
Questa via è molto utile in tutte quelle condizioni in cui si richiede rapidità di intervento e/o controllo rapido dell'efficacia dell'intervento terapeutico. Il più importante vantaggio di questa via di somministrazione è che il farmaco viene immesso totalmente e direttamente nel circolo.
disponibilità a presentarsi sul suo sito d'azione è esclusivamente legata alla capacità di uscire dal letto capillare. L'iniezione viene fatta generalmente a livello venoso mentre l'uso della via arteriosa è limitato a quelle situazioni in cui si richiede che il farmaco si presenti in alte concentrazioni in un organo specifico (è l'esempio di alcuni chemioterapici). La somministrazione può avvenire sia in forma di un unico bolo che per infusione continua a velocità controllata. La via endovenosa è utilizzata anche per quelle sostanze che non sono assorbite in modo adeguato o prevedibile attraverso le altre vie (questo è il caso principalmente dei farmaci ad alto peso molecolare e dei farmaci che hanno scarsa biodisponibilità orale). Infine si utilizza questa via di somministrazione per tutti quei farmaci o preparazioni farmaceutiche che risultano essere irritanti e la cuisomministrazione per via intramuscolare o sottocutanea risulterebbe particolarmente dolorosa. La via endovenosa però comporta alcuni rischi che possono essere ridotti attuando alcuni accorgimenti: il primo rischio è il fatto che, una volta immesso nel torrente circolatorio, il farmaco non è più recuperabile (al contrario ad esempio della via orale in cui il farmaco può essere sottratto al paziente inducendo vomito oppure facendo una lavanda gastrica); il secondo rischio invece è legato ad una somministrazione troppo rapida del farmaco e, in questo caso, il danno che può subire il paziente riguarda soprattutto gli organi maggiormente perfusi come il cuore e il cervello, per cui è sempre raccomandabile somministrare la dose endovena molto lentamente e in un periodo di tempo che sia almeno pari al tempo di circolo (ovvero 2 minuti), ciò consente di rilevare eventuali effetti tossici acuti nel paziente e di sospendere
La somministrazione del farmaco prima di aver completamente svuotato la siringa; altri rischi possono essere l'embolismo e le infezioni, di cui il primo può essere indotto dalla somministrazione di farmaci in sospensione oleosa e non destinati alla somministrazione endovenosa, oppure dalla presenza di eventuali precipitati in soluzione, quindi si formeranno aggregati di globuli rossi (nel caso di somministrazione di soluzioni ipertoniche) oppure emolisi (in caso di rapida infusione di soluzioni ipotoniche). Le infezioni invece possono sopraggiungere in caso di utilizzo di siringhe da parte dei tossicodipendenti che si auto-somministrano farmaci per via endovenosa.
VIA INTRAMUSCOLARE
La somministrazione dei farmaci per via intramuscolare viene fatta iniettando una soluzione di farmaco nel tessuto muscolare. La scelta della sede dipende dalla quantità di liquido da iniettare infatti, se la quantità è minima, si preferisce il deltoide, mentre se è
maggiore si preferisce il quadricipite femorale o il gluteomedio. La sede deltoidea è preferita anche nel caso di farmaci che possono generare reazioni diipersensibilità, come ad esempio i vaccini, in quanto è possibile applicare un laccio alla spalla.