PARAMETRI CHE INFLUENZANO L’ASSORBIMENTO
Alcuni di questi fattori dipendono dalla molecola stessa e quindi dal farmaco, altri dalla fisiologia e
dall’anatomia del paziente a cui il farmaco viene somministrato.
Il I° fattore da cui dipende l’assorbimento di un farmaco è la via attraverso cui il farmaco
viene somministrato.
Le vie di somministrazione di un farmaco vengono suddivise in 2 tipologie:
• PARENTERALI: le più utilizzate sono la via endovenosa, via intramuscolo e la via
sottocutanea.
Via endovenosa= via di somministrazione per la quale è precluso il fenomeno di
assorbimento farmacologico in quanto il farmaco viene iniettato direttamente nel torrente
circolatorio, quindi il 100% del farmaco somministrato si definisce assorbito.
Dato che la biodisponibilità è la percentuale (…), questa via di somministrazione ha il 100%
di biodisponibilità.
Via intramuscolare e sottocutanea= l’assorbimento è rapido per le soluzioni acquose, lento
e prolungato per le preparazioni a lento rilascio. Queste due vie permettono un
assorbimento piuttosto rapido del farmaco.
Tra le vie parenterali, se ne annoverano altre: via intraperitoneale (il farmaco viene iniettato
nel peritoneo), la via intravescicale, intradermica, intracardiaca, intraarteriosa,
intraarticolare.
• ENTERALI:
Via orale= la > parte dei farmaci prevede questa via di automedicamento.
Dal punto di vista della biodisponibilità, è una via piuttosto variabile perché l’assorbimento
dei farmaci assunti per via orale dipende anche da fattori diversi oltre la via di
somministrazione stessa.
È una via in cui l’assorbimento dal punto di vista temporale è più lento (gli effetti compaiono
dopo almeno 45-60 min).
Via rettale= via usata quasi esclusivamente quando la via orale non è perseguibile (x es.
patologie a livello gastrico che non permettono la OS). È caratterizzata da un assorbimento
variabile e incompleto (ecco perché il dosaggio per questa via, rispetto a quello della via
orale, è molto maggiore).
Via sublinguale= assorbimento rapido e l’effetto compare dopo pochi minuti perché il
farmaco penetra attraverso le vene linguali e le vene ranine (sublinguali), vene superficiali.
Dopodiché arriva a vena giugulare vena succlavia vena cava superiore atrio
destro del cuore e da qui pompato in tutta la circolazione (x es. farmaci salvavita).
• VIA TOPICA: insieme di modalità di somministrazione dei farmaci il cui effetto preponderante
si ha nel sito di applicazione del farmaco (vero e proprio effetto topico), parte del farmaco
arriva poi nella circolazione sistemica (effetto sistemico), escluso per alcune vie.
Comprende:
Via inalatoria x es. aerosol: il farmaco viene assorbito a livello degli alveoli polmonari e da
qui distribuito nella circolazione sistemica
Via dermica: x es. creme, unguenti, gel, paste fine: effetto nel sito di applicazione
Via transdermica: x es. cerotti transdermici fine: passaggio del farmaco dal sito di
applicazione alla circolazione sistemica. Vantaggi via transdermica:
- Potere controllare la velocità con cui il farmaco viene rilasciato e arriva al torrente
circolatorio (dipende dal tipo di cerotto transdermico)
- Mantenimento di efficaci livelli plasmatici del farmaco per un periodo di 1-7 giorni
- Maggiore biodisponibilità
- Diminuzione degli effetti tossici del farmaco
- Possibilità di interrompere istantaneamente la terapia, se necessario
Mucosale x es. Spray mucosali
Nasale x es. Spray nasali
Oculare x es. Colliri
CONFRONTO TRA CURVE DI CONCENTRAZIONE PLASMATICA DI UN FARMACO NEL
TEMPO A SECONDA DELLA VIA DI SOMMINISTRAZIONE
2 concetti:
• La concentrazione plasmatica di un farmaco nell’unità di tempo dipende non solo dalla
velocità con cui il farmaco viene assorbito ma anche dalla velocità con cui il farmaco
viene biotrasformato ed eliminato dall’organismo.
Se un farmaco è assorbito troppo lentamente, la curva non raggiungerà il picco massimo di
concentrazione plasmatica all’interno della finestra terapeutica perché, essendo l’assorbimento
molto lento, il farmaco passa lentamente nel torrente circolatorio ed una certa quantità viene
già eliminata prima che la quantità di farmaco rimanente venga assorbita.
Dunque, perché ci sia un picco di concentrazione plasmatica sufficientemente elevato perché
stia nella finestra terapeutica, occorre avere un assorbimento rapido o un’eliminazione
lenta.
• Il tempo necessario affinché venga raggiunto il picco di concentrazione plasmatica è
dipendente dal processo di assorbimento: tanto più l’assorbimento è rapido, tanto minore è
il tempo che il farmaco impiega per raggiungere il suo picco massimo di concentrazione
plasmatica.
Confronto tra curve di concentrazione plasmatica di 3 vie endovenosa, intramuscolare e orale:
- Via endovenosa: l’assorbimento è istantaneo (perché immettiamo tutto il farmaco nel
torrente circolatorio), il picco massimo è al tempo zero, segue poi la fase di eliminazione
- Via intramuscolare VS via orale: la prima avendo un assorbimento più rapido rispetto alla
via orale, raggiunge il picco plasmatico in tempi più precoci a parità di dosaggio
somministrato.
3 VARIABILI NELL’ASSORBIMENTO DI UN FARMACO ASSUNTO PER VIA ORALE
(caratteristiche che rendono la via orale diversa da tutte le altre vie):
(Variabile = in uno stesso individuo o in individui diversi, a parità di stesso principio attivo e della
stessa dose somministrata, si può avere una curva di concentrazione plasmatica che testimonia
l’assorbimento del farmaco, diversa).
1) L’interazione con il cibo.
- In generale i farmaci somministrati per via orale dovrebbero essere assunti sempre lontano
dai pasti per evitare la variabilità nell’assorbimento legata all’interazione con il cibo e ciò
comporta un assorbimento più rapido e completo.
- Molti farmaci assunti per via orale possono dare fenomeni irritativi alle mucose gastro-
intestinali, pertanto in questo caso si predilige l’assunzione in concomitanza al pasto (quindi
da un lato non si preclude la variabilità nell’assorbimento legata all’interazione con il cibo
ma dall’altro lato si preferisce evitare gli effetti dannosi alle mucose gastro-intestinali). X es.
Antinfiammatori non steroidei
- Alcuni farmaci possono interagire con componenti del cibo e ciò può modificare
notevolmente l’assorbimento del farmaco a tal punto da vanificare l’effetto terapeutico.
X es. Tetracicline (antibiotici): si legano al calcio contenuto nel latte o nei formaggi e questo
impedisce il loro assorbimento.
2) Effetto di primo passaggio epatico: molti farmaci assunti per via orale sono assorbiti
(=raggiungeranno il torrente circolatorio) a livello intestinale (intestino tenue) e subito trasportati
attraverso il sistema portale al fegato e poi immessi nella circolazione sistemica.
Poiché il fegato è la sede degli enzimi biotrasformativi dei farmaci, il farmaco viene in parte
biotrasformato (inattivazione metabolica) ancora prima di essere immesso nella
circolazione sistemica e quindi di raggiungere il suo bersaglio molecolare. Per questo
motivo i dosaggi di farmaci somministrati per via orale sono > rispetto a quelli di altre vie
perché parte del farmaco viene già inattivato.
In caso di alterazioni nella funzionalità epatica, la quantità di farmaco immodificato nella
circolazione sistemica aumenta, il picco di concentrazione plasmatica si innalza e sfora
nella finestra di tossicità.
Sono state identificate nella popolazioni varianti polimorfiche a carico di geni che
codificano per gli enzimi epatici deputati alla biotrasformazione dei farmaci: esistono
individui geneticamente meno capaci di biotrasformare i farmaci o di ultrametabolizzarli.
L’effetto di primo passaggio epatico viene alle volte sfruttato dal punto di vista
farmacologico: l’assorbimento dei farmaci per via orale è regolato oltre che dalla via di
somministrazione da altri fattori tra cui caratteristiche chimico-fisiche di qualche
principio attivo che lo rendono incapace di essere assorbito come tale attraverso la via
di somministrazione orale.
Spesso perciò si utilizzano pro-farmaci ossia molecole prive di efficacia terapeutica ma
che hanno una migliore capacità di essere assorbite dopo SO e che possono essere
successivamente convertite attraverso il primo passaggio epatico nel composto attivo
(bioattivati) e poi raggiungere la circolazione sistemica.
3) Sulla membrana delle cellule dell’epitelio intestinale è espressa la glicoproteina P o PGP:
pompa di efflusso ATP-dipendente. Presenta sul lato intracellulare 2 siti di legame e di idrolisi
dell’ATP che fornisce energia sufficiente per cui questa proteina sia in grado di estrudere
numerose molecole dal lato intracellulare verso il lato extracellulare. È una proteina aspecifica
ciò significa che sono substrati di questa pompa numerose molecole anche di diversa struttura
chimica.
Dal punto di vista fisiologico la presenza della glicoproteina P a livello intestinale è importante
perché ha un effetto protettivo e di regolazione di ciò che viene assorbito.
Questo vale anche per i farmaci: se un farmaco è substrato della glicoproteina P e viene
somministrato per via orale, il farmaco arriva all’intestino, passa le membrane delle cellule
dell’epitelio intestinale ma la glicoproteina P lo estrude nel lume intestinale.
Conseguenze farmacocinetiche: dal punto di vista dell’assorbimento, il farmaco tende ad avere
un assorbimento rallentato (assorbimento contrastato dall’estrusione del farmaco da parte
della glicoproteina P).
Cosa succede se assumiamo 2 farmaci alle posologie corrette ma che sono entrambi
substrato della glicoproteina P?
- Interazione tra farmaci ed effetti tossici indesiderati: fenomeno di competizione tra i
due farmaci a livello della glicoproteina-P: normalmente il farmaco più affine continuerà ad
essere estruso all’incirca come se l’altro farmaco non fosse presente; il farmaco meno
affine sarà assorbito molto più rapidamente perché non sarà più soggetto all’estrusione da
parte della glicoproteina-P, ci sarà un aumento significativo del picco di concentrazione
plasmatica che potrebbe sfociare nella finestra di tossicità.
- Aspetto genetico: il gene MDR1 (multi-drug-resistance) codifica per la glicoproteina-P
(questo gene venne chiamato così perché la glicoproteina-P venne identificata per la prima
volta in cellule tumorali umane particolarmente resistenti alla chemioterapia