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2. Fu Romolo in origine a creare tale istituzione. Vennero scelti 100 membri da lui
personalmente fra i patres delle famiglie più in vista della città. Successivamente, Tarquinio
Prisco eleva il numero a 300, inserendo anche soggetti presi dal popolo che si erano distinti.
Il consiglio dei patres rappresenta l'organo consultivo del Rex, la sua funzione infatti
consisteva nel consigliare il sovrano. Altra funzione era quella svolta durante l'interregnum.
3. Il comizio curiato rappresenta la prima assemblea del popolo riuniti in curie. Le curie che
componevano i comizi erano 30, 10 per ciascuna tribù genetica e ciascuna curia era
composta da 10 gruppi gentilizi. Vi era una stretta connessione tra l'organizzazione sociale e
l'assetto dell'esercito. Ogni curia, infatti, doveva fornire 100 fanti e 10 cavalieri. Inoltre,
aveva il compito di approvare la lex curata de impero nel processo di formazione del rex.
Disponevano anche di funzioni rituali legate alla vita sociale. Il comizio presenziava ad alcuni
atti di diritto privato, tra cui l'adrogatio, ovvero la sottoposiziome volontaria del pater
familias alla potestà di un altro pater, diventando così suo filius; e il testamentum calatis
comitis, ovvero la più antica forma di testamento. Avveniva di fronte ai comitia curiata,
riuniti in un'adunanza pubblica e religiosa sotto la presenza del pontefice massimo in due
giorni fissi all'anno, 24 marzo e il 24 maggio.
Fonti dell'età monarchica:
1. Mores Maiourum.
2. Ius pontificium, diritto proveniente dal collegio ponteficale.
3. Leges regie.
1. Sono i costumi degli antenati, regole di condotta rispettate da generazioni.
Ritenevano che questi precetti fossero stati dati dalle divinità e che il loro rispetto fosse
fondamentale per assicurare la cd. pax deorum. In quanto sacri, erano inviolabili e
immutabili. Venivano rispettati volontariamente dai cittadini, come se fossero leggi
giuridiche. Non obbedire alla forma di un precetto era un sacrilegium, generava l'ira
degli dei. Essi venivano conservati dai pontefici che facevano da ponte tra la realtà
divina e quella attuale.
2. La conoscenza del ius fu, in precedenza, patrimonio esclusivo e gelosamente
custodito del collegio dei pontefici. ('pontifices', letteralmente 'facitori di vie'). Il sistema
sacerdotale romano era rappresentato, oltre dai pontefici, anche dai tre flamines, dagli
augures e dalle vestali. Tale sistema era esclusività del patriziato. Dal 300 a.C. sarà
concesso anche ai plebei. I flamines erano coloro che si occupavano del culto della
divinità. Gli auguli erano, invece, sacerdoti divinizzatori, osservavano in particolar
modo il volo degli uccelli. Infatti, erano consultati ogni qualvolta si dovesse
intraprendere un azione (es. inaguratio del re). Il gruppo delle vestali, infine, era un
sacerdozio femminile in onore della dea Vesta, dea del focolare domestico, insediato
misteriosamente in una società patriarcale. Le vestali avevano il compito di custodire il
fuoco sacro. Erano giovanissime, caste fino a 30 anni e poi libere di sposarsi. Godevano