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Aspetti generali della cellula
procariota
I procarioti costituiscono un raggruppamento di milioni di
organismi geneticamente distinti, attualmente inseriti nei due
Archaea Bacteria
domini (Archea) e (Batteri) dell’albero
Archaea,
filogenetico della vita, articolato su tre domini:
Bacteria Eukarya
ed (Eucarioti). Tale sistema classificativo e
stato generato da Woese sulla base dello schema tassonomico
gerarchico fondato sull’analisi genetica comparativa delle
sequenze nucleotidiche della piccola subunita dell’RNA
ribosomiale (ssrRNA) che e contenuta in tutti gli organismi
cellulari. Gli archea sono procarioti primitivi e comprendono i
metanogeni (anaerobi obbligati), gli alofili estremi e i
termofili. I batteri si sono evoluti parallelamente agli archea e
rappresentano gran parte dei procarioti presenti oggi sulla Terra
(compresi i patogeni), da cui la consuetudine di impiegare i
termini “batteri” e “procarioti” come sinonimi.
I batteri, scoperti da Leeuwenhoek nel 1677, sono microrganismi
unicellulari considerati le forme di vita più piccole, più
semplici e maggiormente diffuse in natura (si stima che sulla
Terra vi sia un numero di procarioti di 4 1030). Sono infatti
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provvisti di una struttura e un’organizzazione cellulare
essenziali che consentono loro di svilupparsi, autoreplicarsi e
colonizzare qualsiasi ambiente.
La cellula batterica è detta procariotica in quanto, in sintesi,
priva di una membrana nucleare e di un vero apparato mitotico. A
livello metabolico i batteri sono in grado di utilizzare ambienti
di vita (substrati) diversi per la sintesi dei costituenti e per
produrre energia, nei quali possono riprodursi rapidamente,
andando incontro a mutazioni cellulari (modificazioni nel
corredo genetico) che consentono loro una veloce adattabilità
alle mutevoli condizioni ambientali.