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ARCHITETTONICO DI SISTO IV
Nel XV secolo,dopo che la sede papale tornò da Avignone a Roma,il Papato riafferma di essere l’erede degli
ideali universalistici dell’Impero Romano e il recupero dell’Antico assume forti connotazioni ideologiche.
L’”ANTICO”, è un aggettivo volutamente vasto e impreciso che comprende quei periodi ai quali artisti e
committenti del XV-XVI si rivolsero come la Roma Repubblicana,intreccio tra cultura romana e cultura
greca,Roma Imperiale. Ciascun pontefice scelse di seguire una linea artistica più congeniale al suo
pontificato: ALESSANDRO VI BORGIA scelse l’Egitto dei Faraoni, GIULIO II scelse il fasto della Roma
Imperiale.
SISTO IV: della Famiglia della Rovere (1471-1484). Il suo programma mira alla “cristianizzazione
dell’antico”, che diviene la cornice che racchiude i contenuti che devono essere percepiti dal clero,dalla
cittadinanza e dal governo papale,ad ognuno è indirizzato un messaggio che deve essere recepito grazie
all’uso di un codice specifico. Con la città si apre un dialogo diretto costituito dalle opere di rinnovamento
edilizio e dalle scritte apposte sopra. Sisto IV apparteneva all’Ordine Francescano e già da bambino il suo
destino era segnato (il primogenito diventava l’erede, il secondogenito si avviava alla carriera ecclesiastica).
-La MEDAGLISTICA,per la sua funzione celebrativa fu da sempre utilizzata dai Papi e anticamente dagli
Imperatori. Prendiamo in analisi la MEDAGLIA DI SISTO IV eseguita da Antonio Guazzalotti da Prato: qui il
pontefice appare di profilo, a mezzo busto, e sul capo porta il “TRIREGNO” (=simbolo dei tre poteri papali:
potestà sacerdotale, di magistero, temporale). Appare anche una scritta che definisce il Papa “sacro
cultor”, ovvero sottolinea la cultura teologica del pontefice. Il VERSO della stessa medaglia ci mostra Sisto
IV in trono con ai lati SAN FRANCESCO e SANT’ANTONIO che pongono sul suo capo la triplice corona
pontificale. La scritta riportata sopra riporta un precetto cristiano: ciò che facciamo in vita ci sarà restituito
in cielo per l’eternità. SIGNIFICATO DELLA SCENA: San Francesco simboleggia l’Ordine Francescano,
l’adesione a una religiosità attiva concentrata non solo sulla preghiera e sulla meditazione ma soprattutto
sui problemi concreti e quotidiani della vita umana (differenza fondamentale con il clero tradizionale).
Il binomio tra San Francesco e Sant’Antonio ricorre spesso (anche nell’Ospedale di Santo Spirito i due frati
consigliano a LUCHINA DELLA ROVERE di vestire suo figlio con il saio).
SANT’ANTONIO: era canonico regolare di Sant’Agostino e per 9 anni si dedicò agli studi e alla pietà. Entrò
poi in contatto con i francescani, prese l’abito francescano e si recò in Africa a predicare, dato che San
Francesco gli aveva concesso tramite una lettera di insegnare ai frati la teologia.
Il FRANCESCANESIMO nasce fuori di ogni Ordine e tradizione monastica ed ecclesiastica, rifiuta il concetto
tradizionale del monachesimo quale “separazione dal mondo” e il nuovo ideale che porta avanti è quello di
porsi al servizio del mondo e non separato. In Sisto IV la devozione a San Francesco è un modo particolare
di concepire il proprio ruolo pontificale,più aperto alle esigenze del suo tempo, e al servizio sia della città
che della cristianità. Francesco della Rovere diviene Papa poiché si impegnò a vendere il Tesoro di Papa
Paolo II e a destinare il ricavato per finanziare una CROCIATA che verrà affidata alla conduzione militare di
OLIVIERO CARAFA (nell’Ospedale di Santo Spirito è affrescata questa crociata, con la vittoria della flotta
pontificia e la presa di Smirne). Dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453 ad opera dei Turchi si era diffuso
in Italia il terrore per una minaccia turca; è quindi in questo clima ideologico che si sviluppa il pensiero di
Sisto IV aperto a tutti gli Ordini mendicanti e predicatori. Durante il suo pontificato questi Ordini
aumentano di importanza e ce lo testimoniano soprattutto il numero e le dimensioni degli edifici costruiti
in funzione della quantità di fedeli che accorrevano alle prediche. Sisto IV con la Bolla “MARE MAGNUM”
aveva confermato tutti i loro privilegi.
Sisto IV, come nota anche CALVESI,impronta le proprie scelte artistiche e edilizie a una certa semplicità
formale, più attenta ai contenuti religiosi; è proprio Calvesi che nota, nella “Consegna delle Chiavi” del
Perugino, le due scritte sopra i fornici di entrambi gli archi di trionfo, <Tu Sisto IV, inferiore a Salomone per
ricchezze, ma superiore a lui per religione e devozione, consacrasti questo tempio immenso>. Capiamo
quindi che il riferimento a Salomone era presente nella mente del pontefice ed è per questo che egli con la
sua arte senza sfarzo gli si contrappone, introducendo il suo ideale francescano ispirato alla sobrietà;
sceglie una linea d’azione moderata dove è presente il confronto con Salomone per le fattezza del Tempio
ma rifiuta il fasto,mostrandosi così inferiore a lui per ricchezze ma superiore nel sentimento religioso.
Secondo Giulio II la superiorità del Papa su Salomone, del Nuovo sull’Antico Testamento, del Cristo su
Mosè, è il fatto che i primi sono illuminati dalla luce del Cristianesimo (è questa la chiave per capire l’intero
programma iconografico della Sistina). Secondo FLEMING nel 1477, Sisto IV non adorna Roma con archi,
circhi o obelischi, ma con santuari ed edifici sobri che dovevano ispirare sentimenti devozionali, anche per
questo il Pontefice si interessa di più alle proporzioni dell’edificio che non alle sue decorazioni.
-Sia il ciclo della Cappella Sistina che quello di Santo Spirito dimostrano una profonda conoscenza dei
Vangeli, affreschi che sono riconducibili non a un laico ma a un credente con la presenza del Pontefice
stesso. Si pensa che ad aver fornito un contributo sia stato AMBROGIO MASSARI: formatosi nella provincia
romana del XV secolo,nel 1476 fu eletto PRIORE da Sisto IV e dal Cardinale Rotomagense (protettore della
parte “osservante” degli Agostiniani, uomo facoltoso che finanzierà numerosi progetti di Sisto IV). Nel 1485
fu imprigionato nella Mole Adriana (Castel Sant’Angelo) e fatto uscire fu affidato ad un monastero in stato
di carcerazione. Tutto ciò lo fiaccò molto e morì nel 1486. Sisto IV fece sorgere due chiese sul sito di
precedenti chiese agostiniane,c iò perché era aumentata l’affluenza dei fedeli e bisognava allargare gli
edifici e sono SANTA MARIA DEL POPOLO e SANT’AGOSTINO. L’architettura di entrambe si presta ad
un’interpretazione numerologica circa le proporzioni delle navate e del tiburio ottagono (sormontato da
una cupola in Santa Maria del Popolo e piatto in Sant’Agostino). Ad esempio il numero “8” è il numero
simbolico della “Salvazione”.
-MEDAGLIA PER RAFFAELLO MAFFEI DA VOLTERRA: eseguita da Lisippo il Giovane. Qui una donna velata
sulla dx tiene in mano la lettera “Y” nella mano sx mentre con la dx indica il cielo. Come scrive Servio la
lettera Y era usata da Pitagora per divide i tempi della vita. La parte in basso rappresenta l’età giovanile nel
quale l’uomo unisce virtù e vizio e non distingue le due cose. La biforcazione rappresenta l’adolescenza
quando l’uomo sceglie di seguire la virtù a dx o il vizio a sx. Questi sono gli anni della rinascita epigrafica
come le medaglie, le lapidi e i manoscritti.
GLI AFFRESCHI DELLA CAPPELLA SISTINA E DELL’OSPEDALE DI SANTO SPIRITO
Nell’ottica degli Ordini Mendicanti assume grande rilievo il momento della predicazione. L’interesse per la
predicazione fu dovuto al forte interesse dei Padri della Chiesa verso il commento e l’interpretazione dei
Vangeli. L’epoca costantiniana aveva visto la nascita di grandi oratori sacri: in Oriente Gregorio Nazianzeno
e Giovanni Crisostomo e in Occidente Ambrogio e Agostino. INNOCENZO III in questi affreschi è raffigurato
come il primo fondatore dell’Ospedale di Santo Spirito (nel 1200 aveva accolto in seno alla Chiesa San
Francesco e i suoi seguaci). Sisto IV invece è rappresentato come il secondo fondatore dell’Ospedale e
protettore dei francescani (parallelismo vita Sisto IV e predecessori).
-Gli affreschi della Cappella Sistina rappresentano episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento e i titula
costituiscono il commento dell’episodio rappresentato e lo apre verso significati più profondi e più
trascendentali che investono di fede la rappresentazione. È molto probabile che a improntare l’intero ciclo
sia stato Sisto IV grazie alla sua profonda e ampia formazione culturale.
-DIFFERENZE E ANALOGIE: il ciclo di affreschi dell’Ospedale è più semplice nell’esecuzione e nei contenuti
rispetto a quello della Sistina. La sua semplicità è dovuta alla diversa destinazione che nell’Ospedale doveva
essere un pubblico popolare quindi non colto, di conseguenza doveva essere semplice, immediata,
comprensibile. Le scritte poste sotto gli affreschi nell’Ospedale sono meno raffinate e riassumono
semplicemente ciò che accade dei dipinti.
L’OSPEDALE DI SANTO SPIRITO
Da una Bolla del 1477 si deduce che in tale anno la parte principale dell’edificio era già compiuta. Il Santo
Spirito aveva una duplice funzione: 1) luogo di cura e rifugio dei malati; 2) istituto dove venivano allevati i
bambini abbandonati (Innocenzo III volle che fosse dipinto questo compito difatti c’è un affresco che lo
rappresenta mosso a compassione dinanzi alla scena di madri che gettano nel Tevere i neonati).
Nell’affresco del Botticelli “Tentazioni di Cristo” è presente l’edificio prima delle manomissioni di Benedetto
XIV che per inserire una nuova corsia aveva distrutto la facciata originaria. È a questo affresco che
l’architetto LEPRI si è ispirato per il restauro del 1929 ripristinando la facciata verso il Tevere quadripartitica
(quindi in parte la facciata è un falso). Nel 1650 vennero aperto nuove finestre che intaccarono numerosi
quadri, ma il precettore STEFANO VAI fece ridipingere gli affreschi e rifare le iscrizioni. La tecnica
costruttiva è quella del “muro a sacco” e ricorda internamente, anche se con qualche diversità, le
dimensioni della Cappella Sistina. La sua decorazione interna è divisa in due zone: quella INFERIORE è
ornata da 12 nicchie terminanti in alto a conchiglia in cui sono racchiuse 12 statue di stucco (cfr. nicchie dei
Papi-Sistina). Ogni riquadro è scandito da paraste dipinte che simulano capitelli e a mezza altezza si trova lo
stemma roveresco. Agli episodi della vita di Sisto IV sono alternati figure