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Il diritto all'istruzione

Il diritto all'istruzione è un diritto umano fondamentale (individuale e collettivo, e rientra tra i diritti culturali) e riveste un ruolo indispensabile per l'esercizio di tutti gli altri diritti: nessuno dei diritti civili, politici, economici e sociali può essere esercitato con consapevolezza senza che l'individuo abbia ricevuto un livello minimo di istruzione.

Per alfabetizzazione si intende la capacità di un individuo di saper leggere, scrivere e contare, ma nei Paesi più sviluppati viene considerato analfabeta chiunque non sappia compilare un questionario complesso o di assimilare istruzioni tecniche scritte. Purtroppo si registra una crescita del tasso di analfabetismo, dovuto principalmente all'esplosione demografica, all'aumento del debito estero dei PVS e alla povertà diffusa. I bisogni basilari, quali cibo e acqua, hanno infatti naturalmente la precedenza rispetto all'istruzione.

Per riuscire nei suoi compiti,

l'unica istituzione che offre un percorso strutturato di apprendimento. Tuttavia, l'educazione non si limita alla scuola, ma si estende a tutte le esperienze di vita che contribuiscono alla formazione di una persona. I 4 pilastri dell'educazione sono: 1) Imparare a conoscere: acquisire gli strumenti della comprensione per sviluppare la conoscenza di sé stessi, degli altri e del mondo che ci circonda. 2) Imparare a fare: sviluppare le competenze pratiche necessarie per agire in modo efficace nel proprio ambiente, acquisendo abilità manuali, tecniche e professionali. 3) Imparare a vivere insieme: imparare a partecipare attivamente alle attività umane, sviluppando competenze sociali, relazionali e di cittadinanza per vivere in armonia con gli altri. 4) Imparare ad essere: l'evoluzione dei tre stadi precedenti, che mira a sviluppare la personalità e il carattere di un individuo, promuovendo valori come l'autonomia, la responsabilità, l'etica e la consapevolezza di sé. È importante sottolineare che l'educazione degli adulti deve essere diversa da quella dei bambini, poiché si basa su una formazione sia teorica che pratica, al fine di affrontare i problemi della vita quotidiana e familiare. In particolare, l'istruzione delle donne riveste un ruolo fondamentale, poiché esse sono in grado di crescere i figli in condizioni migliori e contribuire all'aumento delle entrate familiari. L'istruzione, intesa come educazione formale, rappresentata dalla scuola, è solo una parte dell'educazione complessiva di un individuo.mentre educazione significa apprendimento di nozioni necessarie per la soluzione di problemi, come ad esempio l'acquisizione di principi etici e morali che conciliano le esigenze dell'individuo con quelle della società. È infatti dimostrato che nella maggior parte dei casi i conflitti sono di natura culturale, pertanto l'istruzione è fondamentale per garantire la convivenza sociale. Numerosi istituti e organi dell'ONU sono coinvolti nel finanziamento di programmi di educazione, come l'UNICEF che si occupa principalmente dei problemi dell'infanzia, e l'UNESCO che si prefigge lo sviluppo dei sistemi d'istruzione allo scopo di soddisfare le esigenze di natura culturale che possono manifestarsi in un contesto collettivo. Bisogna tener presente che esiste una stretta correlazione tra le risorse economiche di un Paese e il tasso di scolarizzazione: esso tocca il 98% nei Paesi ricchi e scende al 57% nei Paesi a basso reddito. E il costo

Dell'istruzione risulta proporzionalmente più elevato nei PVS, circa il 12% della spesa pubblica, mentre ai Paesi industrializzati basta investire il 4% per avere risultati di gran lunga superiori. Non bisogna poi dimenticare che tra gli anni '70 e gli anni '90 gli aiuti in ambito di cooperazione internazionale per lo sviluppo sono stati quasi dimezzati (-40%).

L'art.26 della Dichiarazione universale dei diritti umani adottata dall'Assemblea generale nel 1948 afferma che ogni individuo ha diritto all'istruzione. Questa deve essere gratuita ed obbligatoria almeno per le classi elementari, e deve essere a portata di tutti l'istruzione di grado superiore. Inoltre i genitori hanno la priorità nella scelta del genere d'istruzione da impartire ai loro figli.

La Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo è stata adottata dall'Assemblea generale a New York nel 1989 ed è il primo strumento a garantire una

protezione piena e completa del bambino, che da destinatario di protezione diviene titolare di diritti. Viene introdotto inoltre il principio di non discriminazione in materia di apprendimento: secondo le stime dell'UNESCO del 2000 su 860 milioni di adulti analfabeti, 2/3 erano donne. Il loro tasso di abbandono è ovunque più alto rispetto a quello maschile e questo perché sin da piccole sono oberate dai lavori domestici che ne limitano la frequenza scolastica. I genitori, infatti, non ritengono necessaria l'istruzione delle figlie femmine o non accettano che stiano a contatti con individui di sesso maschile, che sia l'insegnante o i compagni di scuola. Inoltre viene messa in risalto l'importanza dell'assistenza finanziaria nei casi di necessità: quando, infatti, i bambini più poveri non sono tagliati fuori dal costo elevato dei libri, lo sono perché la frequenza delle lezioni costituirebbe un mancato guadagno per la famiglia.famiglia.Nel Vertice del Millennio, tra gli otto Obiettivi, vi è quello di garantire l'istruzione elementare a tutti i bambini e di raggiungere l'uguaglianza tra i sessi nell'accesso all'istruzione, da raggiungere entro il 2015.Nel 2002 l'Assemblea generale proclama il Decennio per lo sviluppo sostenibile (2005-2014), con lo scopo di garantire l'integrazione dei principi di sviluppo sostenibile in tutte le fasi del processo di educazione e apprendimento.La Convenzione contro la discriminazione nell'educazione dell'UNESCO del 1960, incoraggia gli Stati a eliminare la discriminazione nell'insegnamento, esistano sia a livello culturale che giuridico. Precisa, allo stesso tempo, che non costituiscono discriminazione i sistemi educativi separati per alunni dei due sessi, o per motivi religiosi e linguistici, se tali sistemi garantiscono un equivalente accesso d'istruzione e un corpo insegnante ugualmente qualificato.MEDITERRANEOMediterraneo può essere definito come sistema socio-economico a base geopolitica, ossia un insieme di Stati politicamente e socialmente diversi, collocati in uno spazio geografico definito, che in un preciso momento storico presentano interdipendenza dei processi di cambiamento. La questione dei rapporti tra la Comunità Europea e i Paesi Terzi del Mediterraneo si pone all'inizio degli anni '60, quando la Francia sottolinea la necessità di rafforzare le interdipendenze economiche con le ex-colonie. Nel 1972, il Vertice di Parigi definisce la Politica Globale Mediterranea (PGM) che copre dal 1976 al 1990, al fine di creare un'area euro-mediterranea di libero scambio dei prodotti industriali e un trattamento preferenziale per l'80% delle esportazioni agricole di ogni Stato. Di fatto però molti obiettivi non furono raggiunti, nemmeno in seguito all'ulteriore sforzo anche in termini monetari del FMI e della BM. La Conferenza di Barcellona del
  1. Creazione di un'area di prosperità comune mediante l'instaurazione del libero scambio tra UE e partner, nonché tra partner stessi
  2. Scambio interculturale
  3. Creazione di una zona di pace basata sul rispetto dei diritti dell'uomo e dei principi fondamentali della democrazia
Dagli obiettivi elencati derivano tre ambiti del processo, ossia i tre pilastri:
  1. Partenariato politico e di sicurezza, con lo scopo sia di promuovere un comune concetto di sicurezza, nel rispetto della diversità, sia di raggiungere forme politiche democratiche, nel rispetto dei diritti inviolabili dell'uomo. Il progresso di questo pilastro è tuttavia compromesso dal conflitto arabo-israeliano.
  2. Partenariato economico e finanziario, volto a rimuovere gli ostacoli al libero scambio e promuovere la cooperazione economica tra i Paesi del bacino mediterraneo.
  3. Partenariato sociale, culturale e umano, con l'obiettivo di promuovere lo scambio interculturale, la comprensione reciproca e la cooperazione nel campo dell'istruzione, della cultura, della ricerca scientifica e dello sviluppo umano.
commercio e agli investimenti al fine di armonizzare i mercati.
Partenariato sociale, culturale e umano, ha l'obiettivo di promuovere la reciproca comprensione dei popoli tramite una serie di iniziative, ad esempio il programma TEMPUS nel settore dell'istruzione e della formazione.
Il Programma MEDA è il principale strumento finanziario dell'UE a servizio del partenariato euromediterraneo. Esso prevede un'assistenza finanziaria e tecnica per la riforma delle strutture economiche e sociali dei partner mediterranei.
Dai risultati conseguiti, si deve purtroppo constatare che il partenariato, se da un lato ha ottenuto numerosi successi, dall'altro non è riuscito ad avere alcun effetto sui grandi conflitti irrisolti che dividono la regione mediterranea.
MIGRANTI
Le migrazioni sono sempre esistite, ma oggi cambia il contesto in cui queste sono inserite, sempre più segnato dal processo di globalizzazione. A livello europeo, soprattutto, la migrazionefusione prevede l'integrazione delle diverse culture presenti nel territorio, mentre il modello di assimilazione richiede agli immigrati di perdere la propria identità pregressa per diventare cittadini del Paese di accoglienza. Questi flussi migratori portano diverse conseguenze nel Paese ricevente, tra cui l'aumento della forza lavoro, il movimento di risorse umane e monetarie, la crescita demografica e la riduzione dell'astenia demografica. I Paesi riceventi rispondono a questi flussi migratori con politiche di integrazione diverse.

Integrazione pluralistica (Regno Unito), ha l'obiettivo di stabilire pari opportunità tra individui, nel mantenimento delle diversità culturali in un contesto di mutua tolleranza.

Modello della segregazione, prevede la creazione di ghetti cui costringere le minoranze etniche.

Accanto a tali politiche, si sta espandendo la regolarizzazione della dimensione numerica della pressione migratoria, che non viene più considerato come un problema domestico, ma come un fenomeno globale da affrontare attraverso la collaborazione tra tutti i Paesi interessati.

Per comprendere il rapporto tra cooperazione allo sviluppo e processi migratori, è interessante guardare il caso del Maghreb. L'emigrazione maghrebina verso l'Europa avvenne nel periodo postcoloniale, contemporaneamente al boom economico dell'Europa settentrionale. Inizialmente la manodopera maghrebina serviva per coprire la carenza dei Paesi industrializzati, tanto che si arrivò

all'emigrazione programmata, attraverso accordi ufficiali di reclutamento, special
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
11 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeria0186 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Governance Internazionale della Cooperazione allo sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Cadin Raffaele.