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REAZIONE VASCOLARE

Grazie ai mediatori infiammatori si riesce a modificare la permeabilità dei vasi sagngnigni, che serve per riuscire a far passare

le cellule del sangue dal torrente circolatorio al tessuto infiammato permeabilità

Infatti, una delle prime cose che avvengono durante l’infiammazione è l’aumento di vascolare che provoca la fuori

uscita delle cellule

In condizioni normali:

La pressione del flusso sangningo dipende:

pressione idrostatica

• = è attuata dal cuore

pressione osmotica

• = è data dalla proteine plasmatiche

Lungo i capillari, più ci allontaniamo dal cuore e più la pressione idrostatica tende a diminuire

Infatti all’inizio dei vasi si ha la fuoriuscita di fluido dovuto alla pressione idrostatica che è più forte, invece alla fine dei vasi, in

cui la pressione idrostatica si abbassa, subentra la pressione osmotica che fa rientrare il fluido fuoriuscito, così da mantere un

equilibrio e non formare edema

In condizioni infiammatorie:

In caso di infiammazione, le proteine plasmatiche riescono a fuori uscire dai vasi sanguini, quindi non si ha più il contributo della

pressione osmotica

Quindi il fluido all’inizio esce per via della pressione idrostatica, ma poi non rientra perché manca la pressione osmotica

edema rigonfiamento

Questo comporta la formazione di = cioè il della zona infiammata dovuta la fluido che non rientra nei vasi

sanguigni

Ciò che esce dai vasi infiammati viene chiamato essudato

Ce ne sono di vari tipi:

Le proteine plasmatiche riescono a passare la parate dei vasi grazie a un mediatore che è l’istamina, che viene rilasciata dai

mastociti, che va a contrarre le cellule endoteliali creando così dei fori dove le cellule possono passare

permeabilità

Quindi si ha l’aumento della vasodilatazione NO monossido di azoto

Oltre all’aumento della permeabilità, si ha anche indotta dal rilasciato dalle cellule

endoteliali

Il NO va a rilassare la muscolatura liscia del vaso sangnugno e quindi si ha l’aumento del diametro del vaso sagugni

Per aumento il volume, diminuisce la velocità del flusso osmotico

Modificazione della distruzione delle cellule all’interno del vaso:

Normalmente, il flusso sanguigno è abbastanza veloce da mantenere le cellule al centro del vaso

Però, in condizioni infiammatorie, si ha la vasodilazione indotta dal NO che fa dimunuire la velocità del flusso sangnugno

parete

Questa diminuzione porta le cellule a spostarsi dal centro del vaso verso la

globuli bianchi selectine

Quando i si avvicinano alla parete del vaso, entrano in contatto con le che si trovano sulla parete

Però il legame che si forma tra i globuli bianchi e le selectine è un legame debole, quindi questo legame non porta a fermare

il globulo bianco ma inizia a rallentarlo perché inizia a rotolare sulla parete del vaso

integrine

Però questo legame va ad attivare le che si trovano sul globulo bianco

Queste integrine riescono a interagire con il recettore ICAM che si trova nella zona infiammata

Il legame, che si instaura tra l’integrina del globulo bianco e del recettore ICAM sulla parete del vaso, è un legame forte che

riesce a far fermare il globulo bianco nella zona infiammata

Successivamente riesce a penetrare nel tessuto grazie all’aumento di permeabilità indotto dall’istamina che ha creato delle

finestre tra le cellule endoteliali

IMMUNITA ACQUISITA

Differenze tra immunità innata e acquisita

Innata:

• presente dalla nascita

• è una aspecifica perché riconosce un gruppo di molecole che appartengono

ai microrganismi

• ulteriori contatti non la rafforzano

Acquisita:

• è presente dopo qualche mese dalla nascita

• riconosce molecole specifiche

• il secondo incrontro con lo stesso antigene è reso più rapido e efficace

rispetto al primo

Infatti l’immunità acquisita ha meccanismi più sofisticati per il riconoscimento del patogeno, infatti a livello evolutivo è comparsa dopo l’immunità innata

A differenza della immunità innata, si ha memoria del riconoscimento effettuato

L’immunita acquisita di divide in due tipi di risposte:

Risposta umorale linfociti B

• = è rappresentata dai

Risposta cellulare linfociti T

• = è rappresentata dai

Infatti l’immunità acquisita è rappresentata dai linfociti, dove ciascun linfocita riesce a riconoscere un epitopo diverso

presenti sugli antigeni, quindi riconoscono in maniera specifica l’antigene

LINFOCITI Organi linfoidi

Provenienza dei linfociti =

Nel midollo osseo si ha la formazione e maturazione dei linfociti, dove i linfociti T completeranno la loro maturazione poi nel timo

cellule staminali pluripotenti emopoietiche

I linfociti derivano da

Infatti queste cellule staminali pluripotenti si trovano del midollo osseo, e possono prendere due vie distinte per poi formare le

cellule che compongono il sangue, tra cui i linfociti citochine emopoietiche,

Questa differenziazione delle varie cellule ematiche avviene sotto lo stimolo di e per quanto riguarda i

linfociti, la citochina di interessa è l’interleuchina-17

midollo osseo

Nel si formano e maturano i linfociti, dove:

• i linfociti B completano la loro maturazione nel midollo osseo

timo

• i linfociti T completano la loro maturazione poi nel

Infatti midollo osseo e timo sono definiti organi linfoidi primari

Dopo che sono maturati i linfociti, vengono riversati nel sangue dove raggiungono gli organi linfoidi secondari (linfonodi, milza,

tonsille) e qua possono venire in contatto con il proprio antigene (se è presente), per poi ripassare nel sangue e ritornare in circolo,

ricircolazione linfocitaria

infatti si ha una

LINFOCITI B

I linfociti B completano la loro maturazione nel midollo osseo

umorale

Sono i protagonisti della risposta Infatti i linfociti B riconoscono patogeni a

extracellulare

livello

Recettore BCR: recettore BCR

I linfociti B esprimono sulla loro superficie il che serve per riconoscere l’antigene

diretto

Il riconoscimento del antigene è un riconoscimento perché non serve l’intervento di altre molecole

per farlo avvenire (invece i TCR hanno bisogno del MCH a cui è legato l’antigene)

I recettori BCR riconcino sia antigeni di natura proteica ma anche di natura lipidica e glucidica

immunoglobulina

Il BCR è rappresentato da una che può essere di classe IgM o IgD

Quindi si avra una regione variabile che serve per riconoscere l’antigene e una regione costante che serve per tenere legate

questa immunoglobulina al linfocita B

catene pesanti

Le due del BCR sono inserite nella membrana plasmatica del linfocita B e ad ognuna di queste catene è associata,

Ig-alfa Ig-beta

in prossimità del sito di ancoraggio alla membrana, una coppia di molecole chiamate e che sono deputate alla

trasduzione del segnale per l’attivazione dei linfocita B

Quindi si ha il legame tra BCR e antigene, e questa interazione induce un cambio di conformazione di BCR che fa trasdurre il

segnale alle Ig-alfa e beta, così che il linfocita venga attivato

LINFOCITI T

La loro maturazione viene completata nel timo

cellulare

Sono i protagonisti della risposta

Maturazione dei linfociti T:

Le prime tappe della loro maturazione avviene nella corticale del timo e si ha:

• vengono espressi i loro recettori, cioè i recettori TCR

• viene espresso CD3, che è un complesso di quattro proteine proteiche che serve a trasdurre il segnale per l’attivazione dei

linfociti T dopo che avviene l’interazione recettore-antigene

Le ultime tappe della maturazione consistono nel espressione del marcatore di membrana CD4 e CD8 che servono a distinguere

la popolazione dei linfociti T in due gruppi che hanno funzione differenti:

Linfociti CD4 linfociti T helper

• = riconoscono gli antigene che sono presentati dai MHC di classe II sulle APC. Sono chiamati

e hanno la funzione di regolare tutta la risposta immunitaria

Linfociti CD8 =

• riconoscono gli antigene che sono presentati dai MHC di classe I su tutte le molecole del organismo. Sono

linfociti T citotossici

chiamati perché hanno la funzione di uccidere il patogeno

Selezione clonale dei linfociti T:

Nel timo, dopo la maturazione, bisogna selezione i linfociti T che riescano a riconoscere solo gli antigene non-self, cioè quelli non

appartenenti al nostro organismo, così da evitare che il sistema immunitario attacchi il proprio stesso organismo (che è quello che

succede nelle malattie autoimmuni)

Si ha prima una selezione positiva e poi una selezione negativa

selezione positiva

Nella si va ad indurre l’apoptosi in quei linfociti T che non riconoscono molecole MHC autoloche, quindi

rimangono in vita solo solo i linfociti T che hanno un recettore TCR che si lega a MHC self che presentano sia peptidi self che

non-self

selezione negativa tolleranza

Nella si va a indurre l’apoptosi in quei linfociti che si lega a peptidi autologhi, così da attuare una

verso i le molecole self e quindi non vanno a distruggerle (tolleranza tratta più avanti)

Recettore TCR: recettore TCR

I linfociti T esprimono sulla loro superficie il che serve per riconoscere l’antigene

A differenza del BCR che riesce a riconoscere direttamente l’antigene, per i TCR l’antigene deve essere esposto dalla cellule

APC MHC

in associazione con gli (complesso maggiore di istocompatibilità), e riesce a riconoscere solo antigeni proteici

Quindi:

Il microrganismo contente l’antigene deve essere fagocitato dalle cellule APC, poi le APC espongono

sui MHC l’antigene così dal TCR sui linfociti T intracellulare,

Infatti i linfociti B riconoscono patogeni a livello quindi che si trovano all’interno della cellula

eterodimeri

I TCR sono dove nell’estramità ammino-terminale costituisce la regione variabile e contiene il sito dove viene

riconosciuto l’antigene, e nell’estramità carbossi-terminale costituisce la regione costante dove il TCR si ancora alla membrana

dei linfocita T riarrangiamento genetico

Repertorio linfocitario =

Ogni recettore dei linfociti riconosce solo un tipo di epitopo grazie alla numerosa variabilità in cui si assemblano i geni durante

riarrangiamento genetico

il

Il riarrangiamento genetico che va a codificare diversi BCR e TCR è simile per i due tipi diversi di recettori

Si ha il riarrangiamento sia per i gene che codificano per le catene pesanti e sia per le catene leggere

Codificazione delle catene pesanti:

I geni che codificano per le catene pesanti sono situati nel cromosoma 14

Ci sono geni che codificano per la re

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A.A. 2023-2024
29 pagine
SSD Scienze mediche MED/04 Patologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chi02ara di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Perin Paola.