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Beni Culturali

Gli archivi sono oggi sotto la tutela e la gestione del Ministero dei

Beni Culturali. Che cosa sono i beni culturali? Il concetto di bene

culturale nasce di recente, nella metà degli anni 60 venne istituita

una commissione parlamentare con a capo un deputato, Francesco

Franceschini, esponente di rilievo della democrazia cristiana.

Questa commissione aveva il compito di creare il fondamento di

una serie di provvedimenti che danno per la prima volta la

definizione dei beni culturali. Viene superato così il concetto di belle

arti: il bene culturale non è qualcosa che noi osserviamo e

apprezziamo soltanto per la sua bellezza, ma è una testimonianza

di civiltà, diventa qualcosa che ha un valore civile, che è tutelato e

apprezzato dalla collettività. Si ha la consapevolezza che esiste un

patrimonio della collettività che fa parte della nostra civiltà, della

nostra cultura. Ciò non riguarda solo i beni materiali ma anche altri

eventi (mostre, feste, eventi storici, manifestazioni folkloristiche).

Devono essere quindi valorizzati (metodo attraverso cui si aumenta

il loro valore). La valorizzazione non consiste però nell’aumento del

valore economico, ma nell’accrescere il valore della fruibilità, di

utilizzabilità di questo bene verso la collettività. Il punto principale è

quindi la condivisione, i beni culturali sono valorizzati quando sono

conservati e tutelati in modo tale da essere conosciuti da più

persone possibile. La sensibilità verso i beni culturali viene portata

alla luce nel trecento e soprattutto nell’ottocento nel regno

pontificio, il quale veniva costantemente saccheggiato dei suoi beni

culturali. Successivamente lo stesso accadde negli altri stati italiani.

Con l’unità d’Italia, viene applicato lo Statuto Albertino: questo

contiene un articolo (il 29) in particolare che enuncia una prima

forma arcaica di gestione dei beni culturali. Articolo 29: Tutte le

proprietà, senza alcuna eccezione, sono inviolabili. Tuttavia quando

l'interesse pubblico legalmente accertato, lo esiga, si può essere

tenuti a cederle in tutto o in parte, mediante una giusta indennità

conformemente alle leggi. La cosa importante di questa norma è

che lo Stato, per la prima volta e pur mantenendo il diritto della

proprietà privata, può garantire una sorta di protezione di questi

beni culturali. La norma aveva però dei limiti: gli interventi eseguiti

furono per lo più occasionali e non c’era un organo preciso dello

stato cui fosse affidato questo compito. Nel 1909 si fa un passo in

avanti con la legge Rosadi, nella quale si stabilisce che un bene è

un patrimonio inalienabile dello Stato. Solo nel 1939, durante il

ventennio fascista il problema viene affrontato in maniera più

efficace, attraverso la legge Bottai, con la quale vengono elaborate

una serie di norme che organizzano la struttura di vigilanza e di

tutela di questi beni da parte dello Stato, con un forte controllo

centralizzato nel ministero delle Belle Arti. Questo sistema rimarrà

immutato fino al 1965 e più in particolare nel 1999 con l’istituzione

del ministero dei beni culturali. Questo è un passaggio

fondamentale perché adesso lo stato ha la possibilità di violare la

proprietà privata del cittadino con l’obiettivo di espropriare i beni

culturali considerati come patrimonio inalienabile della collettività.

Nella Repubblica Italiana, l’articolo 9 della costituzione regola il

patrimonio dei beni culturali: la Repubblica promuove lo sviluppo

della cultura, della ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e

il patrimonio artistico e storico della Nazione. Ma ritorniamo al

Ministero. Gli archivi fino a questo momento erano considerati beni

amministrativi e quindi erano controllati dal Ministero dell’Interno.

Solo negli anni 70 questo problema viene superato attraverso la

legge Spadolini e quindi l’istituzione di un ministero incaricato a

gestire queste risorse. Dopo Spadolini il principale intervento fu

l’emanazione del “Codice dei Beni Culturali” del 2004.

Il Documento

Che cos’è il documento? Ogni mezzo che consente di tramandare la

memoria di un fatto che giustifichi un atto giuridico. Testimonianza

di qualunque genere che sia espressione di un ambiente o di un

periodo storico in particolare. La diplomatica è la disciplina che si

occupa in modo specifico di tutte le forme documentarie e ci porta

direttamente alla natura dei documenti. Per documento in

diplomatica s’intende una testimonianza di natura scritta di un fatto

di natura giuridica (un fatto che ha precise conseguenze nell’ambito

giuridico) che osservi forme determinate e destinate a dare la forza

di prova allo stesso documento. La diplomatica nasce per

riconoscere e smascherare i documenti falsi, seguendo le forme

determinate di un preciso momento storico. In archivistica il

documento è più in generale qualsiasi tipo di carta scritta che si può

trovare in un archivio e tutte le manifestazioni che hanno portato

alla loro creazione. Il supporto (mezzi attraverso cui i documenti si

trasmettono nel tempo) non è importante o determinante, incide

solamente sulla modalità di scrittura delle testimonianze e sui suoi

aspetti esteriori. Lo storico deve dimostrare ogni cosa che dice

attraverso documenti che diano fede alle sue affermazioni. I

documenti non danno informazioni neutrali, ma queste sono

condizionate dalle forme di uno specifico periodo e dalle istituzioni

che li hanno prodotti. Eugenio Casanova è stato uno degli archivisti

italiani più importanti, secondo lui l’etimologia della parola archivio

deriva dal greco “archeion”, che significa luogo di potere. Secondo

Sant’Isidoro il termine deriva invece da “archa”, che significa cassa,

contenitore in cui vengono conservati documenti con assoluta

segretezza. Le definizioni di archivio che si sono date nel tempo

sono molteplici:

Definizione Fanfani (erudito fiorentino dell’800): luogo in cui

vengono segretamente depositati e conservati atti pubblici.

Definizione dizionario Zingarelli: luogo dove si conservano le

scritture degli uffici pubblici e privati.

Definizione dizionario Battaglia: raccolta di documenti privati o

pubblici relativi a uffici privati o pubblici, famiglie, persone, aziende.

Definizione Moscadelli: l’archivio è il complesso delle carte, prodotte

e acquisite secondo uno spontaneo vincolo originario da un

amministrazione nell’esercizio della propria attività.

Giorgio Cencetti (Paleografo e archivista italiano) rivoluzionò il

concetto stesso di archivio, egli infatti per la prima volta disse che

uno delle caratteristiche importanti che questi devono rispettare

non sono l’ordine e il disordine della documentazione, ma il rispetto

del “Vincolo Archivistico”. Il Vincolo Archivistico spiega che i

documenti sono legati tra loro attraverso un nesso inscindibile

perché: 1. Ogni documentazione è prodotta sempre da un’attività di

un’amministrazione; 2. Ogni documento è legato ad un ulteriore

documento precedentemente creato (ogni documento non ha senso

di esistere senza un documento precedente ad esso collegato).

L’archivio si forma quindi secondo una precisa “necessità” di

un’amministrazione, che ha bisogno di giustificare sempre le

proprie azioni durante la sua attività con dei documenti che possa

avere fede in ambito giuridico. Questo si chiama anche “Metodo

Storico”, perché si collega intimamente all’istituzione produttrice.

Capire il Documento

C’è una netta differenza tra archivio online e archivio fisico:

nell’archivio online per trovare ciò che cerchiamo bisogna digitare

l’argomento cui siamo interessati; nell’archivio fisico lo studioso

deve calibrare le domande in una maniera ben precisa per

individuare i documenti che realmente possono dare delle risposte.

E’ proprio a causa di ciò che nasce la “Critica della Fonte”, cioè

l’esame ben dettagliato dei documenti per cogliere le informazioni

nella loro integrità. Senza un’accurata critica della fonte, gli archivi

saranno utilizzati in maniera errata. Le domande che ci dobbiamo

porre sono:

*Perché quel documento esiste? Quali sono le motivazioni per cui è

stato prodotto? Tutto ciò che ruota intorno alla sua produzione come

data, luogo, autore/i, documenti ad esso collegati.

*Come si è trasmesso fino a noi? Le tecniche di trasmissione

attraverso le quali il documento è giunto fino a noi. Bisogna infatti

ricordare che gli archivi non sono stati prodotti nel passato

pensando che nel futuro possano fare la storia o possano essere

studiati da archivisti del futuro; sono stati creati per necessità

immediate, funzionali alle amministrazioni che li producono (se

l’amministrazione cessa la propria attività, cessa di produrre

documenti e di tutelare e proteggere l’archivio.)

*Perché si conservano i documenti? Per tutelarci, perché siamo

obbligati da un procedimento amministrativo, per

autodocumentazione e per giustificare le proprie azioni dal punto di

vista giuridico.

Bisogna infine ricordare che ci sono delle documentazioni che per

volontà “esterne” vengono requisite e conservate in luoghi diversi

da quelli che li hanno prodotti. Esempio: Archivio di Grosseto

conservato nell’archivio di Stato di Siena.

Luoghi di Conservazione

Questi luoghi hanno bisogno di un custode, il quale è il garante di

queste carte, che dovranno essere conservati in maniera attenta.

Alcuni di questi luoghi divennero col tempo posti sacri (chiese,

monasteri) e inviolabili, sancendo così anche il loro carattere di

segretezza. Questa caratteristica è molto particolare, insieme con

l’introduzione di documenti falsi. Infatti l’antichità, per gli archivisti

del passato, era sinonimo di autenticità. Questo problema

sull’autenticità dei documenti incomincia ad essere discusso per la

prima volta nel basso medioevo: la società comincia ad alterarsi, si

apre, si condividono le consuetudini, le regole e si comincia a

diffondere nuovamente il diritto romano. Infine s’incomincia ad

andare dal giudice con delle prove giuridiche. Si supera il sistema

delle relazioni sociali basate sulla prassi, per passare ad una società

più aperta che vuole giustificare le proprie azioni con dei

documenti. Proprio a causa di ciò s’incomincia a sviluppare un

discorso sull’autenticità

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
16 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/08 Archivistica, bibliografia e biblioteconomia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Stevo_c98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archivistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Siena o del prof Moscadelli Stefano.