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SERVE UN TITOLARIO NELL’ERA DELL’INFORMATICA? ‐1
Il mito della ricerca globale sulle banche dati ha fatto ritenere a molti che l’organizzazione archivistica
fosse un evento ormai superato dall’ingresso prepotente delle nuove tecnologie e in particolare di quelle di
information retrieval. dati e informazioni archiviabili nelle memorie digitali ha amplificato l’esigenza di
Proprio la grande mole di
un’organizzazione archivistica, basata non tanto sui documenti (dai quali ricavare dati e informazioni),
quanto piuttosto sulle relazioni stabili (e da mantenere stabilmente) tra i documenti all’interno di un
sistema informativo documentale.
Una prova èdata proprio dal testo del CAD, che pur occupandosi di documenti informatici non manca di
riferirsi all’organizzazione dell’archivio.
La classificazione individua il documento all’interno di una catena logica funzionale.
Ma la logica della classificazione deve essere tradotta in ordine fisico e archivistico : quindi il documento
al repertorio dei
deve essere fascicolatoe poi individuato attraverso l’indice di classificazione collegato
fascicoli, assieme alle responsabilitàpreviste dalla legge (UOR + RPA).
Che cos’èun fascicolo ?
Il fascicolo èl’unitàdi base dell’archivio (di cui i singoli documenti sono unitàelementari).
Èquindi una aggregazione ordinata e non casuale di documenti archivistici : difatti contiene, in ordine di
sedimentazione, i documenti che riguardano un singolo affare, attivitào procedimento amministrativo.
Èquindi anche elemento di una rete di relazioni reciproche (ricordare che l’archivio va inteso non come
somma, ma come complesso).
dai documenti relativi a una determinata pratica, collocati, all’interno di una camicia
Il fascicolo ècostituito
(o copertina), in ordine cronologico.
Il fascicolo costituisce l’unitàdi base, indivisibile, di un archivio, mentre la busta [= faldone, carpettone], che
contiene diversi fascicoli, si considera un’unitàsoltanto ai fini dell’indicazione della consistenza dell’archivio
(…).
[differenza fra unitàarchivistica/fascicolo e unitàfisica di condizionamento]
I documenti sono collocati, all’interno del fascicolo, secondo l’ordine di archiviazione, pertanto il documento
piùrecente èil primo aprendo la copertina e il piùantico èl’ultimo.
Una corretta classificazione, integrata con la fascicolazione, rappresenta uno degli snodi cruciali per
ed economica, in linea con il dettato
effettuare la gestione dei documenti in maniera corretta, efficiente
normativo mirato alla riorganizzazione e alla semplificazione dell’attivitàamministrativa.
Ogni fascicolo, a seconda della sua consistenza e/o complessità, potràessere suddiviso in:
SOTTOFASCICOLI, che potranno essere suddivisi in:
INSERTI, che a loro volta potranno essere suddivisi in:
ANNESSI
FASCICOLAZIONE
e ARCHIVIAZIONE
Il modo migliore per garantire l’efficienza dell’archivio èquindi di gestirlo in modo ordinato e controllato
sin dall’inizio.
Bisogna anche mantenere l’archivio in ordineanche dopo l’“archiviazione”: i fascicoli, e peggio ancora i
singoli documenti, se accantonati e accumulati senza metodo creeranno disordine e inefficienze crescenti,
con conseguenze sull’efficacia, sulla trasparenza, sull’economicitàetc.
si deve conservare tutto ?
Per le amministrazioni pubbliche la risposta generale èSĺ: i documenti e gli archivi delle PA sono tutelati
dalla legge e soggetti a un generale obbligo di conservazione permanente.
esiste un termine per la conservazione ? èNO.
Per le amministrazioni pubbliche la risposta generale
Il D. L.vo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio ,ha stabilito che gli archivi pubblici
sono beni culturali sin dalla loro formazione: ciò estende gli obblighi di tutela e conservazione non piùsolo
documenti conservati nei depositi e ai documenti/archivi
agli archivi storici (post40 anni data) ma a tutti i
correnti, compresi quelli appena formati o acquisiti.paesaggio
la “conservazione sostitutiva”
La normativa (CAD, art. 23 ter, c. 3; e giàla deliberazione CNIPA n. 11/2004) prevede la possibilitàdella
“conservazione sostitutiva”: i documenti “analogici”[= cartacei], qualora siano riprodotti in formato
elettronico a certe condizioni, possono essere conservati [permanentemente ?] in formato elettronico. A
queste condizioni i documenti “analogici”originali possono essere distrutti.
si deve conservare tutto ?
La normativa prevede comunque la possibilitàdella selezione conservativa e quindi dello scartodi
documenti originali. Si tratta di operazioni estremamente delicate, che vanno valutate caso per caso.
Per gli archivi pubblici si deve comunque escludere una competenza esclusiva del soggetto produttore
(Universitào, peggio ancora, singoli dipartimenti, centri etc.)
Ècomunque obbligatorio per legge il parere del Ministero per i beni e le attivitàculturali (MiBAC), emesso
dalle Sovrintendenze archivistiche.
La procedura di selezione conservativa e scarto di documenti originali ècompetenza dell’Archivio di
Ateneo, al quale quindi ci si deve rivolgere qualora si ponesse il problema di conservare, selezionare ecc., la
documentazione dell’ufficio.
L’Archivio di Ateneo, nei limiti delle sue possibilità, supporta la tutela e la gestione dei documenti e degli
archivi dell’amministrazione.
Purtroppo gli spazi disponibili per l’archiviazione sono ormai saturi: anche per questo motivo ènecessario
razionalizzare al massimo la gestione degli archivi, evitando di creare o favorire situazioni che possano
mettere a rischio la documentazione.
L’ARCHIVIO DI DEPOSITO
L’archivio di deposito comprende tutti i documenti e le pratiche la cui trattazione èconclusa e che pertanto,
non essendo piùnecessari alla ordinaria amministrazione vengono appunto “archiviati”.
Deve però essere possibile riprenderli in ogni momento per le necessitàdell’amministrazione
custodisce tutti i documenti e le pratiche “archiviati”.
L’archivio di deposito quindi conserva e
Deve però garantire anche la loro accessibilitàda parte degli uffici e delle persone autorizzate.
Come per l’archivio corrente, non èconsentito l’accesso ai documenti alle persone non autorizzate se non
tramite le procedure previste dalla L. 241/1990.
L’archivio di deposito èUN CONCETTO, quindi può coincidere con uno o piùluoghi fisici.
Questi luoghi saranno i concreti e materiali depositi d’archivio.
ARCHIVI : passati, presenti e futuri
Gli archivi negli ultimi secoli sono stati prevalentemente costituti da DOCUMENTI CARTACEI.
il giorno in cui TUTTI i
Oggi i documenti sono prevalentemente formati con strumenti elettronici:
documenti saranno formati, gestiti e conservati SOLO in formato elettronico formeranno ARCHIVI
(esclusivamente) ELETTRONICI.
Da alcuni anni stiamo vivendo una (lunga ?) fase di transizione: i documenti e quindi gli archivi sono IBRIDI,
cioèmisti di documenti cartacei (nativi o derivati) ed elettronici (nativi o derivati), costringendoci a
complesse operazioni per la loro gestione e la loro salvaguardia.
carta & byte
I principi per la gestione dell’archivio non cambiano anche se l’archivio èinteramente informatico sin dalla
sua formazione: si tratta di gestire in maniera archivisticamentecorretta –quindi classificando e
(.doc, .xls, .pdf, .eml,
fascicolando–documenti elettronici anzichécartacei, in qualunque formato essi siano
.ppt, .dwg, etc. etc.) !
L’archivio storico svolge fondamentalmente i seguenti compiti :
conserva la documentazione “storica”
ne permette la consultazione da parte del pubblico in generale, sia per finalitàdi studio sia per eventuali
usi amministrativi
L’archivistica si divide in tre parti:
1. Archivistica pura; si occupa dell’ordinamento e del riordinamento del materiale, la storia, la natura
e della costituzione del materiale
2. Archiveconomia; si occupa dell’edificio, dei locali, dei sistemi di illuminazione ecc.
3. Natura giuridica dell’archivio; si occupa delle norme giuridiche relative alla conservazione e alla
comunicazione degli atti, secondo le leggi dello Stato.
Nel tempo sono state date diverse definizioni di archivistica :
E. Casanova, (Siena 1928)
L’ARCHIVIO
Si definisce “archivio”
1. Come raccolta del materiale
2. Come locale in cui si conserva il materiale
3. Come istituto o ufficio che custodisce e amministra il materiale archivistico
Le discipline ausiliarie
> Filologia utile per capire i documenti
> Paleografia per leggerli
> Diplomatica per classificarli
> Storia del diritto e delle istituzioni per comprenderne il valore giuridico
> Cronologia per datarli
> Sfragistica per conoscere i sigilli
> Chimica e fisica per conservarli e restaurarli
> Buona cultura generale storico‐letteraria‐ artistica
L’archivio è una raccolta ordinata: perché un gruppo di carte versate alla rinfusa non costituisce archivio.
GLI USI DI UN ARCHIVIO
1. Uso amministrativo delle scritture: quando le carte servono per uso della pubblica amministrazione
precedenti e documentazioni circa un affare o un ufficio da trattare.
che le ha emesse; per la ricerca di
2. Uso privato (archivio notarile ecc.)
3. Uso di studio (storia, politica, arte, ecc.)
1. Acquisto: individuo o enti privati possono acquistare fondi documentari
2. Donazioni: privati, famiglie ecc. possono donare i propri archivi
propri archivi presso l’archivio di Stato
3. Depositi: Privati possono depositare i
4. Versamento: per l’Italia gli archivi storici pubblici vengono versati nell’archivio di Stato
1. Scarto: prima del versamento viene effettuata la scelta e si scartano gli atti inutili. Operazione non
facile (quali sono gli atti inutili?) Per i documenti antichi il problema non si pone. Va tutto conservato. Per i
documenti moderni si pone il problema della storicità.
Ma quali sono i documenti senza storia?
Il microfilm non sostituisce il documento originale.
1. Protocollo: è l’ufficio in cui si registra ogni atto prodotto dall’ente o pervenuto all’ente
che viene stabilito
2. Titolario: in ogni ufficio vi è un titolario cioè una tabella di classificazione
dall’autorità centrale.(es. i comuni e le prefetture hanno 15 categorie, ecc.)
Categoria I Amministrazione (in 12 classi)
1. Ufficio comunale
2. Protocollo e archivio
3. Economato
4. Liste ed elezioni amministr