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GIUSEPPE TERRAGNI (1904-1943)
Studia al Politecnico di Milano dove si laurea nel 1926. L’insegnamento era radicato nella ripresa degli stili
del passato, e studiandolo scopre una capacità di rielaborarlo in chiave moderna. Amava dipingere. Si
rappresentava in divisa nonostante non avesse partecipato alla
Prima Guerra Mondiale. Era convinto della forza di avere
un’identità come gruppo e non come singolo. Uno dei suoi
primi progetti, l’Officina del Gas (non realizzato), mostra la
conoscenza dell’architettura straniera in cui capisce il
sua l’industria provoca sul gruppo,
fascino che ispirandosi con
tutta probabilità ai progetti di Walter Gropius del padiglione
del Werkbund a Stoccarda (1914) e degli edifici del Bauhaus
a Dessau (1925/'26). realizza l’Edificio per abitazione
Sempre a Como nel 1927-28 Novocomum che si presenta come un
parallelepipedo con i due angoli svuotati (allusioni a Le Corbusier). Si tratta di corridoi che distribuiscono
una serie di stanze. Non vi è una pianta libera. Quello che è nuovo è il trattamento dei volumi e delle
facciate. Un volume depurato. Utilizzo dei diversi materiali. Mostra della Rivoluzione Fascista.
Casa del Fascio a Como, 1932-36
Edificio che non esisteva precedentemente. Sorge a ridosso del centro della città. Isolato, autonomo, un
parallelepipedo accompagnato da una torre, prisma con corte centrale. Elemento che deve rendere
riconoscibile l’edificio all’interno della città. Viene poi abbandonata
l’idea progettuale e ne rimane
un’altana.
solo Sezione
differente tra pilastri e travi.
Palazzo del Littorio.
Concorso a cui partecipano tutti gli architetti italiani. Il
progetto vincitore andava a decretare lo stile del fascismo. Il
Palazzo del Littorio doveva sorgere in un'area "antica" di
forma triangolare, compresa tra il Colosseo, i fori romani, i fori
di Augusto e Traiano e la Basilica di Massenzio, posta proprio
di fronte all'area di progetto, in quanto Mussolini intendeva
porre il regime fascista in ideale continuità con l'impero
L’edificio sorge in uno dei luoghi più rappresentativi ovvero sulla via imperiale che non esisteva
romano.
fino al 1932. Una scelta precisa che vuole sottolineare una continuità fra l’ordine del passato e quello del
fascismo. Come confrontarsi con i resti del passato ma allo stesso tempo proporre una nuova espressione
architettonica. Il progetto A si pone di fronte alla basilica di Massenzio. Il progetto A, si allineava con il foro
d’Augusto e assieme alla Basilica di Massenzio, creava un cono ottico che inquadrava il Colosseo, così
come richiesto da bando. La facciata posta di fronte alla Basilica aveva la stessa altezza della Basilica e si
presentava come una parete ricurva a creare un piazza antistante che doveva servire come teatro all'aperto.
La facciata ricurva era costituita da porfido rosso a pietra tagliata (richiamo dell'antico della Basilica).
Parete della facciata concava. Una serie di linee sulla facciata rappresentano gli sforzi alla quale la parete è
sottoposta. Parete monumentale.
Il progetto B è del tutto diverso dal punto di vista
planimetrico. L'impianto appare riprendere il concetto
dei fori imperiali romani, come insieme di tessuti e di
edifici e non come un monumento unico. Il legame con
il passato è affidato alla ripresa delle proporzioni
geometriche delle architetture antiche. Si tratta di una
composizione di volumi diversi. Dietro un muro di
pietra che costituisce la facciata c’è una scatola vetrata.
Si presenta come un prisma vetrato, purezza dell’idea
fascista, ma che allo stesso tempo è anche modernissimo. Il concorso non vede nessun vincitore. Il concorso
viene riproposto successivamente in una diversa area di progetto.
Nel 1937 l’edificio verrà costruito vicino al foro italico. Oggi
attuale Farnesina. Composizione di volumi diversi basati
ancora sull’uso del vetro. L’area scelta è una zona a sud di
Roma. L’incarico inizialmente viene dato a cinque architetti
diversi, di diverse tendenze (Piacentini, Pagano..). Si trattava
di una strada sopraelevata racchiusa tra edifici di acciaio e
vetro. I principali edifici erano stati concepiti come permanenti che dovevano rappresentare valori della
civiltà romana.
Palazzo della civiltà italiana, 1937
Ernesto Lapadula, Giovanni Guerrini, Mario Romano
La storia del Palazzo è legata strettamente a quella dell'EUR (complesso urbanistico e architettonico di
Roma). Dopo l'assegnazione a Roma (da poco capitale di un impero) dell'Esposizione universale del 1942, il
governo italiano intese cogliere l'occasione per celebrare in tale data il ventennale del regime fascista e per
sviluppare, contemporaneamente, l'urbanizzazione della città lungo l'asse viario che portava al mare. La
forma sostanzialmente cubica presentava quattro facciate caratterizzate dalla presenza di archi. Il palazzo, i
cui lavori presero inizio nel luglio del 1938, assunse la forma di un parallelepipedo a base quadrata che sulle
quattro testate riporta, scolpita sul travertino che lo ricopre, la dicitura in stampatello su tre righe: «Un
popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori»
Palazzo dei Congressi
E’ un edificio di Roma che si trova nel quartiere dell'EUR progettato da Adalberto Libera e iniziato nel
1938, fu completato nel 1954.Originariamente uno dei progetti più importanti della prevista esposizione
universale di Roma del 1942, mai realizzatasi a causa della guerra, era quasi ultimato quando le urgenze
postbelliche misero in secondo piano le esigenze architettoniche e di rappresentanza della Capitale, e solo
negli anni cinquanta vide il definitivo completamento dei lavori e la sua apertura al pubblico. In ragione
della sua capacità e dei suoi ampi volumi liberi fu destinato anche a ospitare le gare di scherma ai Giochi
olimpici di Roma del 1960.
Progetto per il Danteum, Roma, 1938-40.
Il Danteum è un edificio non costruito, progettato dall'architetto Giuseppe Terragni e Pietro Lingeri, che
doveva sorgere a Roma nella Via dell'Impero. I residui del progetto ci rendono il sogno non realizzato di
Terragni per un monumento a Dante, in cui veniva proiettata la Divina Commedia in uno schema
architettonico. Il rettangolo aureo (il cui lato maggiore è pari al lato minore della basilica di Massenzio) e
scomposto in tre spazi rettangolari a cui si aggiunge una corte chiusa. Per cui lo schema planimetrico a croce
determina la partizione in uno (la corte aperta) e tre (grandi sale destinate alla rappresentazione delle tre
cantiche), a questo schema distributivo planimetrico se ne sovrappone uno altimetrico a tre (le tre sale sono
su tre livelli diversi).