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L'ETÀ CLASSICA E LISIPPO
Nel IV secolo a.C. la riproduzione della natura passa per la conoscenza matematica chi si ottiene
tramite l'osservazione. Lisippo, che manifesta scarso interesse per le figure femminili, è noto per
aver rappresentato gli uomini “quali appaiono e non quali sono”; nelle sue opere si ha la contrazione
di una parte del corpo e le teste sono quasi inscrivibili in un cubo, così viene ottenuto un equilibrio
instabile della scultura. Alterna opere colossali a statue piccolissime.
L'artista venne scelto da Alessandro per lavorare a corte ma presto si rifiutò di ritrarlo in vesti divine
e venne allontanato.
Lisippo andò oltre il Canone di Policleto, introducendo nella scultura gli stessi accorgimenti
prospettici che si avevano in architettura. Le dimensioni ridotte della testa sono dovute al fatto che
per I greci le proporzioni passavano per una serie di sfere che si propagavano dall'occhio e che
spiegherebbero anche la predilizione per corpi longilinei.
Apoxyomenos:
è la statua più celebre di Lisippo e venne portata a Roma da Agrippa. Il corpo è ben
bilanciato, le braccia protese, la testa volta verso la parte del corpo contratta.
Ercole in riposo:
la posizione del braccio destro invita lo spettatore a girare attorno alla statua
ARCHITETTURA ELLENISTICA
La civiltà ellenistica vide la cultura greca diffondersi dove prima era assente. Ci furono molte città
di nuova fondazione e molte altre che vennero riformulate secondo nuovi canoni.
Cinte murarie e fortificazioni erano già presenti ma in questo periodo divennero monumentali e
venne inoltre inserito un teatro all'interno di ogni città.
L'agorà divenne uno spazio commerciale e non più politico e non più aperto ma spesso chiuso da
edifici. Ad Atene ad esempio venne rimodellata, chiusa da un solo lato, distita in due spazi e
circondata da stoà (colonnati); il dorico sostiene la struttura mentre lo ionico articola gli interni
(spazi ariosi). A Mileto invece l'agorà venne chiusa al traffico e circondata da botteghe.
Pergamo:
si sviluppò in altura, tra due fiumi, con una serie di terrazzamenti. È un documento
straordinario, capitale di un regno, con un palazzo intatto (I basylea sono tipici di questo
periodo e sono enormi palazzi reali).
Teatro di Epidauro:
le rappresentazioni si svolgevano al di sopra del piano dell'orchestra, che viene
cementificato.
Per quanto riguarda I santuari vennero ripensati in quanto la religione greca venne fusa con I nuovi
culti. All'interno potevano ora esserci anche ampi terrazzamenti e stoà. I templi presentano ordine di
file di colonne ioniche e l'altare è sovraelevato e accessibile tramite una grande scalinata. Tutto
attorno è presente ancora un colonnato.
Nell'edilizia funeraria e residenziale si ritrova l'interesse ellenistico per l'individuo. Nacque una vera
e propria edilizia residenziale che prima non esisteva e lo spazio abitativo si ampliò anche se ancora
era chiuso all'esterno e si affacciava su un cortile.
LA SCULTURA ELLENISTICA
L'interesse si spostò dall'uomo al movimento e ai sentimenti, tralasciando la ricerca di un equilibrio
in favore della resa del Pathos. La complessità dell'arte venne enfatizzata dall'uso del colore.
Alessandro venne divinizzato e nei ritratti in genere non si volle più descrivere il buon cittadino ma
la grandezza del singolo individuo. I volti, poco idealizzati, denotano vivacità e intelligenza.
Spesso le figure invitavano a girare attorno alla statua.
Tra il IV e il III secolo a.C. (Ellenismo) il mondo orientale vide l'affermazione della figura di
Alessandro Magno che a soli trent'anni creò il più grande impero esistito fino a quel momento.
Fu in quel periodo che la cultura greca si diffuse in zone dove prima era del tutto assente,
fondendosi con quelle locali.
Nel Santuario di Atena a Pergamo si trova un complesso di statue significative per il momento
storico e celebrative della vittoria della città sui Galatai, un popolo che per la Grecia
rappresentava una grande minaccia. L'attenzione viene portata sul Pathos, sul movimento e sui
sentimenti, tralasciando la ricerca dell'equilibrio che era stata propria del periodo classico. Permane
la rappresentazione anatomica del corpo umano che però non è più il punto su cui si concentra
l'attenzione dello spettatore.
Vedi anche Nike di Samotracia e Lacoonte.
Galata Morente:
La statua in figura, GALATA MORENTE, datata intorno al 220 a.C., rappresenta il
combattente celtico, ferito a morte. Il pathos viene dato dalla concentrazione del corpo e del
volto (tipicamente barbaro grazie alla rappresentazione dei baffi e dei capelli ispidi oltre che
alla collana presente nonostante il corpo nudo) nell'attimo immediataemente prima della
morte. Il dolore che l'espressione dello sconfitto comunica e allo stesso tempo la mano
destra a terra in un disperato tentativo di Galata di rialzarsi permette allo spettatore di
comprendere valore dolore dello sconfitto e allo stesso tempo esalta il potere militare del
vincitore.
Questa statua è la copia in marmo di un originale in bronzo e si trova ai Musei Capitolini a
Roma. ROMA ARCAICA
Non si può parlare di Roma arcaica senza prendere in considerazione gli altri popoli che vivevano
nel Lazio nel momento in cui I villaggi sulle sponde del Tevere si aggregarono per fondare l'Urbe
(si veda l'influenza etrusca e I rapporti con I Sabini e con Albalonga).
Gli unici re di cui abbiamo conoscenza storica oltre che legata a miti e leggende sono I re etruschi,
quindi I Tarquini (Servio Tullio incluso). I Tarquini sono legati per mitologia ad un personaggio
importante per la Roma di questo periodo, Demerato, un ricco mercante di Corinto che aveva
rapporti con l'Italia e si spostò in Etruria creandosi una famiglia. Grazie all'equipe di Demerato, si
passò dal tetto in paglia ad una struttura di mura portanti e tetto di tegole per l'architettura degli
edifici.
Tempio di Giove Capitolino:
E' uno dei più grandi templi di tutto l'occidente. Originale non è solo la dimensione ma
anche la pianta: abbiamo infatti tre celle che racchiudevano le statue della traide capitolina
(Giove, Giunone e Minerva). Il colonnato è simile a quello dei templi greci ma il lato
posteriore della struttura è chiuso. Il tempio greco prevedeva il colonnato attorno a tutta la
struttura e una sola cella centrale (naos) mentre il tempio etrusco aveva le tre celle ma il
colonnato era presente solo frontalmente: I Tarquini creano una nuova forma di tempio, in
tutto e per tutto romano.
Fino alla costruzione del tempio la religione romana non prevedeva immagini della divinità
ma feticci e pupazzi mentre da questo momento compare la statua del dio (la statua di Giove
doveva essere colossale).
Costruito sulla cima del Campidoglio il tempio rappresenta la superba dell'ultimo re di
Roma che si pone in alto rispetto al resto del popolo, con diritto di governarlo come un
tiranno. Non è quindi un caso che dopo l'espulsione dei re I santuari siano stati construiti in
pianura, nel foro.
Palazzo reale:
il palazzo vene nel tempo ricostruito più volte, ma la pianta planimetrica e l'ubicazione non
sono mai cambiate: 3 ambienti disposti sullo stesso lato dell'edificio. È un edificio piccolo
(120 mq) rispetto agli altri ritrovati (700 mq) e questo fa pensare che dato lo squilibrio di
potere in realtà il palazzo abbia una funzione rituale più che pratica. All'interno di esso sono
state trovate terracotte etrusche e il rivestimento architettonico è uno dei migliori.
Lapis Niger:
era una zona del foro dedicata ai comizi, in cui era presente un importante luogo di culto. Il
Lapis Niger. All'interno di esso era presente il cippo, arrivato a noi, su cui era incisa la legge
sacra esposta in pubblico. E' importante in quanto è il primo documento scritto ad uso
pubblico.
Sant'Omobono:
all'interno del sito sono presenti due templi degli inizi del V secolo a.C., uno dedicato alla
Dea Fortuna e un altro a Mater Matuta, gemelli tra loro. Il rapporto particolare con la dea
Fortuna si deve a Servio Tullio, anche a causa della sua storia.
Vi erano colonne doriche, di cui abbiamo un capitello, con l'anima in legno e rivestite di
ceramica.
Si doveva trattare di un tempio per gli scambi commerciali, questo spiegherebbe la tessera
ospitale, il leoncino d'avorio con iscrizione etrusca.
La seconda fase del tempio è riconducibile a Tarquinio il Superbo.
La ricostruzione del frontone ha messo in evidenza una gruppo scultoreo che rappresenta \
Eracle e Atena (Eracle veniva raffigurato in Grecia anche come simbolo della tirannia). Lo
stesso concetto è riutilizzato anche a Veio. Oltretutto Eracle era un diretto antenato, secondo
la leggenda di Demerato e quindi dei Tarquini.
E' da questo presupposto che Tarquinio il Superbo si pose come di origine divina è come
avente diritto a governare sul resto delle popolazioni.
Lupa Capitolina:
più grande dono votivo dell'età arcaica, in bronzo, inzi V Secolo a.C. La lupa era sacra a
Marte e ne aveva allattato I figli. Di conseguenza diventa l'animale di Romolo e con questo
si ha un ritorno alle origini.
Nb. Lavinio → Santuario dei XIII Altari e tumulo arcaico con finto ingresso e finta stanza simile ai
tumuli in Macedonia e al sud d'Italia.
L'ELLENISMO A ROMA E NEL LAZIO NELLA TARDA REPUBBLICA
L'ellenizzazione fu un processo che iniziò quando Roma uscì dai propri confini e si portò a
compimento con Augusto. In particolare quando vennero conquistate città importanti della Magna
Grecia come Siracusa e Taranto arrivarono a Roma una notevole quantità di sculture, pitture, etc.
Oltre a questo bottino di guerra arrivarono anche artisti portati a lavorare per le famiglie
aristocratiche che ormai avevano capito che per governare sulle regioni ellenistiche dovevano
adattarsi al loro stile di vita e alla loro cultura. L'ellenismo divenne una moda.
Un esempio sono le statue nude, fino a quel momento non era mai capitato che un romano si facesse
rappresentare nudo. I modelli furono le opere di Fidia, non l'arte contemporanea, così che non
rappresentasse un pericolo culturale.
Circo Flaminio:
divenne l'ambiente in cui esibire al pubblico le prede belliche per poi farle circolare nel
circuito trionfale. All'interno di esso vennero costruiti importanti templi e edifici tra cui il
Portico d'Ottavia (Cecilio Metello). L'ingresso aveva due facciate uguali e simmetriche,
esterna e interna, con quattro colonne tra due pilastri a capitelli corinzi figurati, con
un'aquila. Si trattava di un quadriportico al cui in