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La tradizione islamica attribuisce a questo luogo anche altri avvenimenti importanti per la fede abramitica: è

il luogo in cui ebbe inizio il Diluvio Universale e dove fu costruità l’arca, oltre ad essere anche il luogo dove

fu costruita da Adamo la prima moschea. Nella prima fondazione del 637 si può notare un tetto a due

spioventi coprire i portici (come le chiese dei Greci a Tabari).

Le dimensioni (100m per lato) furono delimitate dal lancio di quattro freccie ai quattro punti cardinali

secondo la tradizione . La sala di preghiera presenta una tettoia aperta su ogni lato. Venne ricostruita nel 670

dal governatore Ziyad , il quale fece arrivare un architetto sassanide. La moschea venne rilevata sul terreno,

senza scavo. Il tetto fu ricostruito su colonne di reimpiego prese da Hatra.

Moschea di Basra/Bassora: 635 delimitata da una serie di canne; ricostruita 665. Città di nuova

costruzione, malgrado l’area circostante fosse già abitata in epoca sassanide.

Principi guida per la formazione artistica e architettonica islamica:

• Apporto delle tribù arabe conquistatrici

• Prescrizioni della nuova fede

• Tradizione artistica dei paesi conquistati

۞

Cupola della Roccia

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( | )

Qubbat al- akhra| Kippat ha-Sel‘a

687 – 691

Bene UNESCO

Con la Moschea al-Aqsa, costituisce l' al- aram al-Sharīf , considerato dal Sunnismo il terzo sito più sacro

del mondo islamico dopo la Ka'ba e la Moschea del Profeta di Medina.

È la più antica moschea giunta fino a noi e fu terminata sotto ‘Abd al-Malik (il quale aveva prodotto

monetazione afigurativa con sure craniche in oro e argento e posto l’arabo come lingua amministrativa). L’

al-Haram al-Sharif si trova sui resti del tempio di Salomone, si tratta quindi dell’appropriazione di un sito

sacro già precedentemente l’Islam e la celebrazione della vittoria dell’Islam stesso (su un punto rialzato e

quindi facilmente identificabile). L’edificio è di tradizione bizantina, e fino alla fine dell’800 lo si riteneva

un edificio bizantino del 400; fu identificato grazie alla traduzione delle iscrizioni craniche al suo interno.

La Cupola ha subito diversi restauri nel tempo, l’ultimo dei quali nel 2000.

La Roccia è una rupe naturale di forma irregolare, attorno al quale si sviluppa un impianto a anulare a due

ambulacri che sorregge una cupola di legno di più di 20m di diametro, che poggia su di un alto tamburo,

illuminato da 16 finestre e sorretto da 4 pilastri e 12 colonne.

I due ambulacri sono destinati al tawwavaf, la circoambulazione attorno all’oggetto sacro (esattamente come

avviene attorno alla Ka’aba; entrambi sono coperti da un tetto in leggera pendenza. Le finestre in totale sono

56: oltre alle 16 del tamburo ce ne sono altre 40, 5 per ogni lato dell’ottagono che forma il muro perimetrale.

Le finestre sono schermate da doppia grata: quella esterna fa parte del rivestimento in ceramica ed è databile

ai tempi dei lavori compiuti sotto Solimano il Magnifico (1552), così come anche quello interno gli è

attribuito. Delle finestre originali non rimane più nulla, ma è possibile determinare le loro dimensioni nello

spessore dei muri.

Gli architravi dei 4 portali sono rivestiti sulla facciata inferiore da lamine di metallo, rame o bronzo, lavorato

a sbalzo con motivi vari, in particolar modo tralci e foglie di vite, uva e acanto. Le attuali porte laminate

risalgono a Solimano e di quelle originali non rimane nulla.

La copertura interna è frutto di un restauro recente è consiste in cassetti lignei dipinti.

L’apparato decorativo è chiaramente bizantino e le colonne sono di marmo. Nel ‘500 vengono sostituite le

piastrelle bizantine con quelle di tradizione prettamente islamica (blu/bianco/oro); le mura sono circondate

da nicchie cieche e finestre. La decorazione bizantina mostra l’influsso della tradizione sassanide, dalla quale

vengono presi gli elementi floreali, poi elaborati e denaturalizzati; corone e gioielli, sempre di tradizione

sassanide e che rimandano al concetto di regalità, sono intersecati con gli arabeschi.

Considerato che si tratta dell’ambito religioso, la rappresentazione degli esseri viventi è completamente

assente.

Max Von Berchen, epigrafo, identificò le iscrizioni come coraniche, con l’eccezione della parte in cui si

accenna al califfo e al completamento dei lavori.

La Roccia stessa assume un significato religioso solo con la costruzione della Moschea; la tradizione che la

riconosce come l’altare del sacrificio abramitico è di molto successiva. Un altro significato attribuitigli è

quello del luogo d’inizio dell’ascesa di Maometto.

Quando il califfo Omar conquista Gerusalemme non è interessato alla Roccia, quanto piuttosto al Tempio di

Salomone. ۞

I qusur: forme e funzioni

I qusur sono piccole tenute o insediamenti fuori città, nella steppa pre-desertica potenzialmente coltiva. Ne

sono stati rinvenuti una ventina, ma dovevano esserne stati costruiti molti di più. Si trovano tutti nella

“Grande Siria” (Siria-Libano-Giordania-Palestina-Israele).

Le fonti scritte a tal proposito sono assolutamente insufficienti per determinarne la funzione: per lungo

tempo si è pensato che fossero dei “palazzi del deserto” dei principi Omayyadi, dei luoghi destinati al piacere

e che presero il posto dello stile di vita nomadico. Tuttavia è plausibile che assieme ad una funzione di

questo tipo i qusur avessero anche quella di piccole cittadelle in cui veniva creata la possibilità di

coltivazione grazie a sistemi di canalizzazione (dei quali alle volte si è trovata traccia). Sono comparabili alle

ville romane, dove si praticava l’agricoltura oltre ad essere luoghi d’abitazione dei patrizi romani. Al loro

interno si trovano moschee e terme, inoltre ebbero sicuramente una funzione palatina vista la ricchezza delle

finiture e l’ambio utilizzo di decorazioni a mosaico, stucco e affresco.

Contrariamente a quanto si è a lungo tempo pensato i qusur non vennero abbandonati con la caduta della

dinastia, però non ne vennero nemmeno costruiti di nuovi durante il periodo di pregnanza degli Abbasidi.

Qasr al-Hayr al-Sharqi

“Il palazzo cintato orientale”

Fu costruito nel 728-729 dal califfo Omayyade Hisham ibn ‘Abd al-Malik, in un’area ricca di fauna, a 100km

da Palmira, un’area quindi nelle rotte commerciali che collegavano il grande centro al resto del califfato.

Sicuramente l’influenza artistica della vicina Palmira ha avuto il suo peso nello sviluppo di questo qasr. Fu

indagato negli anni ’60 da un’equipe americana, ma gli scavi non sono conclusi e nemmeno le ricerche sul

palazzo. Nel palazzo, oltre alle zone abitative, è stata per altro trovata anche una zona di produzione dell’olio

Le torri semicircolari che danno un ritmo al recinto presentano una decorazione nella parte superiore in

laterizio.

Come tutti i qusur, anche questo aveva delle terme.

Qasr al Har al-Gharbi

Siria

Questo qusur presenta sia delle statue che degli affreschi. L’impianto è quadrato, di tipo castrum, con torri

aggettanti agli angoli. Gli ingressi sono monumentali e l’edificio disponeva di due livelli. La corte centrale

era circondata da portici ed erano presenti delle unità di tipo bayt.

Le tecniche di costruzione mostrano una confluenza di tecniche e temi sia bizantini che sasanidi.

Khirbat al-Mafjar

Gerico, Palestina

La struttura è ispirata ai castrum romani del limen arabico e la parte sicuramente più importante sono le

terme, che dovevano sicuramente avere una funzione rappresentativa e che si trova nell’angolo nord-ovest.

La sala di ricevimento delle terme presenta un complicatissimo e prezioso mosaico pavimentale, anche nelle

sale private. In particolar modo quella absidata presenta un mosaico con delle antilopi che, mentre si cibano

da un albero, vengono attaccate da un leone. Dovrebbe trattarsi di una rappresentazione della pace islamica.

Oltre alle terme di questo qusur sono famosi anche le decorazioni ad intaglio e le statue (sempre in stucco),

realizzate in una tecnica estranea all’ellenismo siriano ma vicina all’arte sassanide dell’Iran (in particolar

modo il rilievo di un arciere a cavallo, che è nettamente sasanide). La ritrattistica presenta degli occhi

spalancati e lo sguardo fisso.

Mafjar è peraltro uno dei rarissimi luoghi in cui si sono ritrovate delle rappresentazioni umane (ovviamente

nella sfera non religiosa del palazzo). Qusayr ‘Amra

“Il piccolo palazzo di Amra”

Giordania, 711-715

Il complesso si trova a circa 80km da ‘Amman; è un edificio relativamente piccolo la cui struttura muraria è

in arenaria rossastra proveniente dalle colline vicine.

Apparato decorativo: I piccoli vani erano pavimentati in mosaico mentre le altre stanze con lastre marmoree

spesse 3cm molto mal conservate. Sopra lo zoccolo di marmo il muro era affrescato su intonaco. I dipinti

delle sale delle udienze hanno subito danni maggiori rispetto a quelli delle alcove.

Nell’alcova c’è l’affresco del monarca circondato da drappeggi. Una figura alata (NIKH) si trova tra l’alcova

e l’angolo sud-ovest e una raffigurazione dei nemici dell’Islam sconfitti si sviluppa al suo fianco a partire

dall’estremità sud della parete ovest. Sulla parete nord rimangono tracce di una scena di caccia.

Negli archi trasversali la decorazione si è conservata meglio e rappresenta musicisti e danzatori nudi. La

parte meglio conservata si trova nell’apodittero: un cupido alato spiega le ali e tende le mani verso due figure

giacenti; una donna seduta si regge il mento con la mano e rivolge lo sguardo ad un uomo. La volta a botte è

decorata a rombi e triangoli in ognuno dei quali è riprodotto un soggetto diverso (uomo, donna, animale o

uccello). Nel tiepidarium c’è una scena termale con due donne ed un bambino mentre il soffitto del

caldarium, emisferico, ha la più antica rappresentazione fedele della volta stellata dell’emisfero

settentrionale.

L’affresco più famoso è quello che rappresenta l’imperatore di Bisanzio, il re visigoto di Spagna,

l’imperatore Sasanide e il negus di Abissinia, ovvero i sovrani che erano stati sconfitti dalla crescente

potenza araba. L’edificio è stato datato grazie a questo affresco e in particolar modo dalla ricostruzione delle

identità dei personaggi mancanti.

In generale i qusur sono caratterizzati da una commistione di stili, temi e tecniche provenienti da tutte le parti

del Califfato, nonché dalla loro elaborazione – col tempo – in forme originali.

۞

Il Palazzo degli Umayyadi di ‘Amman

نامع

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Publisher
A.A. 2015-2016
11 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/11 Archeologia e storia dell'arte musulmana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nallasxh di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Archeologia e storia dell'arte musulmana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Tonghini Cristina.