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COSTANTINIANO.
• Il lato est-> poi venne chiuso da transenne-> tracce di transenne tra le colonne.
• L’iscrizione correva sui 4 lati interni e sui 2 larti esterni (lato N ed E).
• I testi vanno letti dal lato interno partendo dal lato occidentale e proseguendo in senso orario
(O-E-N-S), nel lato esterno si parte da E. L’iscrizione veniva letta da chi veniva da est.
Provenendo da est, quindi dalla vetus, si aveva la visione più importante, si traguardava la
tomba di Felice. Si accenna anche ad un anonimo che risistemò gli ambienti.
• La grande esedra si conclude con l’abside di 10mt che si addossa all’antico muro di facciata
da sud, è costruita in tufelli, e sul lato lungo c’è una finestra e sulle pareti ci sono nicchie
che dovrebbero essere arcosoli. Si accedeva all’ambiente absidato da una porta che insisteva
sul lato sud e da una porta a Nord che dava sull’atrio tra la vetus e la nova. Nello scavo di
Chierici, si trovarono sotto l’abside, i mausolei.
• Alla base delle 2 arcate sul lato occidentale, ci sono 2 tombe di vescovi sotto la soglia->
vescovo Prisco (523, vescovo di Nola)la copertura di una delle tombe è sistemata come
soglia della triplice arcata.
• Un’altra tomba di vescovo, Musonius, sotto l’arco sud della triplice arcata-> definito santo
deposto dopo il consolatum paolini junior (535).
• La tomba di Felice attrae la tomba di un diacono, REPARATO (554) trovata da Chierici e
distrutta-> è nell’angolo S-E dell’aula absidata.
• Altre sepolture privilegiate di Paola (556 ca) tra l’altare di Felice e la tomba a cassa di
Paolino junior-> chiusa da una lastra tomba a 2 posti-> Paola e Giovanni. Nell’epitaffio si
dice che proprio lei ha deciso di esser sepolta qui. Si allude all’altare di Paolino e Felice.
“deposte nel grembo del martire Felice”-> ci fa capire al meglio la concezione della
sepolture ad sanctus. Ultime sepolture privilegiate.
• Altomedioevo-> il passaggio dall’arcosolio dell’abside fu murato e ospitò la tomba di
Aureliano-> presenziò ad un concilio a Roma del 680-> morì dopo il 680. È una tomba a
cassa in muratura foderata con marmo. Epitaffio-> D M N-> abbreviazione per Domini. Fu
vescovo per 38 anni (lo diventò a 50 anni). Non c’è la data consolare.
S. TOMMASO (in VI d.C.) 11
• Costruito un altro edificio funerario ad ovest della chiesa di San Felice, simile a santo
Stefano, che accoglie le sepolture in modo intensivoè ricordata da una sua dedica nel 551
sotto la basilica nova->sulle reliquie di Tommaso-> quindi la dedica a san Tommaso è
antica.
• Questo è stato oggetto di restauro e scavi degli anni ’60-> scavi che raggiunsero il piano
pavimentale (livello paleocristiano).
• Fine anni ’80-> campagna di scavo sistematica che indagò tutto l’edificio. Planimetria
identica a santo Stefano di 14x7 mt di larghezza. Ha una sola navata, la parte terminale ha
un’abside (come santo Stefano). La muratura è ha semplici tufelli (si conserva solo nella
parte inferiore). Come santo Stefano, fu adibita a uso funerario intensivo. Gli scavi hanno
portato alla luce un sistema a cassa preordinato di sepolture a cassa, tutte realizzate al
momento della costruzione della chiesa e ogni tomba è a due piani6 file parallele con
orientamento E-O, ogni fila a 7 tombe. Sono 42 tombe su due livelli, per un totale di 84
tombeI muretti di separazione sono unitari-> quindi le tombe furono costruite quando fu
costruito il complesso.
• Nelle fondazioni dei muri perimetrali furono lasciate in costruzione le riseghe su cui si
dovevano appoggiare le coperture delle tombe, quindi TUTTO ERA PREORGANIZZATO.
Le tombe sono chiuse da mattoni. Le coperture delle tombe e l’altare, fungevano da
pavimento della chiesa sono stati trovati elle tombe boccaletti in ceramica-> uno decorato
a bande rosse. Erano datati tra il VI/VII secolo.
• Anche la sequenza dei stratigrafica mostra che l’edificio fu costruito dopo l’alluvione
causata dall’eruzione del Vesuvio (VI secolo). I muri sono fondati sul limo fangoso (limo
datato all’inizio del VI secolo). Quindi la chiesa è posteriore agli inizi del VI secolo.
• San Tommaso ha anche un piccolo nartece in facciata e una porta all’estremità occidentale
che conduceva in un ambiente non indagato. Una porta esisteva in facciata che immetteva
nel nartece e anche qui c’erano tombe. Nel settore -> c’è una tomba di un bambino coperta
da un tumulo (piccolo bauletto). Le tombe nel nartece erano all’aperto, forse c’era una
tettoia.
ALTOMEDIOEVO
• La basilica Nova dovette in parte crollare e dopo il crollo si costruì un piccolo oratorio
dedicto a S.Giovanni Battista che comprendeva il triconco e una piccolissima parte della
navata centrale (fine VIII inizi IX). I muri altomedievali inglobarono 2 colonne terminali del
colonnato del V secolo e 2 pilastri. I muri sono a blocchi di tufo irregolari. La facciata fu
rifatta nel tardo medioevo. L’abside venne ricostruita e spostata verso l’interno riduzione
dello spazio della nova.
• Nella zona della tomba di Felice l’antico triforio (costruito nella vetus per dare l’accesso
all’atrio tra la vetus e la nova) venne chiuso e nell’arcata centrale venne costruita una
nicchia rettangolare. Le chiusure vennero smantellate da Chierici e si salvò la nicchia
altomedievale l’intento è di creare una chiesetta a sè stante con la tomba.
• si costruisce un ulteriore triplice fornice nell’edicolaa 2 colonne supportavano degli archi
al centro dello spazio-> di questo arco trasversale (è un triplice arco) rimangono solo le basi
delle colonne dato che venne demolito da Chierici.
• Il lato est dell’edicola viene prolungato da due archi, ma non rimane nulla, abbiamo solo un
disegno del ‘700 che riproduce i 2 archi aggiunti all’edicola della prima fase x creare nella
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vetus una specie di ulteriore ORATORIO AD CORPUS (chiesetta) nella zona della tomba,
separata da una PENTAFORA dalla navata centrale.
• L’altare in questa fase (fine VIII, inizi IX) è a cassa, di 2x2mt che insisteva sull’antica
recinzione (che poi nel VI secolo divenne l’altare)-> fu modificato quando furono trafugate
le spoglie di Paolino dopo questo furto, l’altare fu rifatto e nella parte seminterrata si
realizzò una sorta di RELIQUIARIO nel quale con ogni probabilità, furono sistemati i resti
di Felice e Paolino.
• Creata, accanto all’altare, sotto l’antica arcata dell’edicola, una parete in marmo di
Aquitania, che chiudeva la parte superiore dell’arcata, sorretta da 2 colonne. I 2 capitelli
delle 2 colonne, che già erano in opera nel santuario, sono tardo antichi, databili alla fine del
IV secolo e agli inizi V-> poi furono reimpiegati a fine VIIInel capitello sono rappresentati
2 santi in tunica e pallio, con un rotolo in mano. Sull’abaco del capitello due didascalie->
San Felice e San Faustilliusun martire di Brescia (capitale longobarda) che fu portato a
Cimitile.
• Nel ‘600-> ulteriore reliquiario incastrato nel muro in alto. Il legame con Felice-> immagine
del santo rappresentato in un mosaico dell’edicola.
• Tra fine VIII, inizi IX-> si risistema l’ingresso sud della chiesa, creando un piccolo
PROTILO, by Leone III decorò l’esedra occidentale fece delle pitture nella cappella di San
CALLIONIO (antico mausoleo 16)-> martire di Apella.
• Trasformazione di M13 diventa cappella dei santi martiri a fine IX inizi X-> sempre ad
opera di Leone. La cappella preceduta da un protilo su cui poggiano 2 capitelli e 2 mense
con il nome di Leone III.
Questo fenomeno di POLEOGENESI è un fenomeno ricorrente nelle città tardo antiche e
medievali.
S. TECLA a Seleucia ad Isauria
Siamo nella costa a sud della penisola Anatolica (Turchia). Attualmente è SILIFICHE a non molta
distanza dalla Siria. È una delle province della penisola Anatolica. Seleucia era la capitale
d’ISAURIA (metà del IV secolo). Conosciamo in maniera sporadica i monumenti romani->circo,
agorà..
Questa città ospita dal II secolo un culto per una donna, Tecla che le fonti antiche legano a san
Paolo-> originario di Tarso (lì vicino), fu un grande viaggiatoreIn uno scritto, Acta Paoli et Teclae,
(testo agiografico) si racconta la storia di Paolo e Tecla, racconto già era conosciuto da Tertulliano
(III secolo)-> testo anteriore almeno alla fine del II secoloTecla è una sorta di san Paolo.
• TeclaÈ di una città di nome ICONIO (a nord di Seleucia). Ha 18anni, promessa a Tamir,
ma è folgorata da Paolo e decide di consacrare la sua vita a lui e Dio e lo segue nei suoi
viaggi. Viene accusata di esser cristiana, si salva da un rogo a Iconio, segue Paolo a Pisidia
(Anatolia) e rischia di morire in un circo. Poi lo segue a Mira (sulle coste della Licia). Poi
decide di tornare a casa, ma Paolo, ripassando per Iconio, gli ordina di convertire la
comunità di Iconio. 13
• La parte finale degli Acta, riguarda Tecla che lascia Iconio e parte per Seleucia. Non si sa il
motivo. A Selucia avrebbe svolto il suo magistero di missionaria e infine “si addormenta in
un sogno beato”-> muore non martire.
• Tertulliano ne parla nel “sul battesimo” (capitolo 17) in modo polemico si scaglia contro
coloro che facevano battezzare le persone dalle donne. Addirittura in una versione più tarda
degli Acta, si dice che Tecla battezzò il leone che se la stava mangiando nel circo. Nella
prima lettera ai Corinti, Paolo non è così favorevole al battesimo fatto dalle donne.
• Appendice degli Acta della metà del V secolo dà altri particolari Tecla ha passato altri 72
anni a Seleucia, morendo a 90 anni. Dimorava su un monte distante 2 km da Selucia,
vivendo in una spelonca predicando e raccogliendo donne che conducevano una vita
ascetica. Grazie alla sua presenza, avvennero molte guarigioni. Il testo fa entrare in opera
dei medici pagani, arrabbiati perché i malati andavano da Tecla e la ritenevano una vergine
consacrata ad Artemide e assoldarono dei giovani per privarla della verginità, MA Dio la
salva. Lei si rifugia in una grotta, si apre un’apertura e qui lei scompare sotto terra. I
giovinastri riescono a prenderle solo un velo che cade a terra e si pietrifica. Di Tecla non c’è
più ombra il 24 settembre, è il suo dies natalis, spiegando così la mancanza del corpo di
Tecla.
• Un’ultima appendice di VI/VII secolo degli