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EXPLOSION
L’intensità del processo di steam-explosion può essere regolata. La
cellulosa è il polimero più resistente. Se la severità è elevata in modo
da rompere la cellulosa, l’hemicellulosa si rompe in composti inibitori
dei lieviti. In altre parole polimeri diversi richiedono pretrattamenti
diversi. Una csoluzione alla questione è quella di fare steamexplosion
in due passaggi: Zuccheri
Steam Explosion
a bassa intensità Steam Explosion
Cellulosa Zuccheri
ad alta intensità
Il green diesel può essere ottenuto anche tramite upgrading del
biodiesel. Il gruppo carbossilico contenuto all’interno del biodiesel
può essere rimosso saturando la molecola con idrogeno in presenza
di un catalizzatore idrogenato. Il processo di hydrotrating quindi
combina FAME con H2 per ottenere Green Diesel e acqua.
6 Microalghe
Le alghe sono un raggruppamento di organismi fotosintetici, Sono
tipicametne autotrofe (producono la materia organica necessaria al
loro sostentamento in maniera autonoma grazie alla fotosintesi) e di
varie dimensioni; dall’unicellulare al multicellulare. Le Microalcge
sono la varietà monocellulare. Vi sono varietà di microalghe che
vivono in “comunità”. Sono in altre parole organismi unicellulari che
vivono agganciati tra loro a formare una spirale oppure una
superficie sferica.
Le microalghe sono note fin dall’antichità come una naturale fonte di
proteine in quanto sono ricche di spirulina.
Sono in grado di vivere in acqua dolce e salata e in habitat
particolarmente inospitali.
Crescono rapidamente e hanno un rendimento di conversione
energetica particolarmente eleato. Non necessitano di acqua dolce e
possono utilizzare CO2 di scarto, mitigando potenzialente l’impatto di
grandi impianti. 48
Le microalghe possono essere sia autotrofe che eterotrofe. Nel caso
di eterotrofia le microalghe non sono in grado di sintetizzare
autonomamente i composti organici necessari al proprio
sostentamento. Necessitano comunque di luce solare, la loro coltura
è pertanto simile a quella delle microalghe autotrofe ma necessitano
dell’aggiunta di zuccheri. Possono essere utili in processi di
purificazione di acque di scarto industriali.
Le microalghe sono composte principalmente da olio vegetale,
proteine e carboidrati. Le percentuali di queste tre componenti
variano moltissimo a seconda della specifica specie come di può
vedere in figura. Tuttavia a livello indicativo la microalgha può
contenere fino al 55% di protine, fino al 65-70% di lipidi e fino al 50%
di carboidrati.
Il processo che permette alle microalghe di vivere è la fotosintesi:
6CO2 + 6H2O + light energy → C6H12O6 (sugars) + 6O2
La crescita di una coltura di microalghe può esser descritta da 4 fasi:
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1. Lag Phase: In questa fase le cellule iniziano a prepararsi alla
scissione. La durata di questa fase è influenzata dalla qualità
del primo embrione della coltura.
2. Crescita esponenziale: le microalghe si moltiplicano a ritmi
sempre più veloci
3. Declinig Growth: La crescita rallenta. Questo è dovuto
principalmente al fatto che le microalghe iniziano ad
ombreggiarsi a vicenda
4. Stationary phase: La concentrazione di microalghe si
mantiene stazionaria. Non aumenta in quanto i nutrienti
all’interno della vasca iniziano a scarseggiare. Vi sono
comunque dei cambiamenti; ad esempio alcuni tipi di alghe
iniziano a produrre betacarotene o lipidi.
5. Death phase: Il metabolimo vegetativo non può essere
mantenuto a causa della mancanza di nutrienti e la coltura
inizia a morire molto rapidamente.
Alcune varietà di microalghe sono oleaginose, ovvero producono olio
vegetale. La produzione di olio avviene in una fase successiva
all’accrescimenoto della coltura ad esempio durante le fasi 3 e 4. Il
rendimento di conversione dell’energia solare è piuttosto elevato e
può arrivare fino al 3-4%. Sono in grado di produrre fino a 50000
litri/ettaro all’anno di olio contro i 5000 dell’olio di palma (resa
dell’olio di palma è fi per se già molto elevta, si pensi ai circa 1000
litri/ettaro del girasole).
L’esposizione alla luce solare può inibire la crescita delle microalghe
se diviene troppo intensa. Inoltre la crescita delle microalghe può
essere inibita anche per mancanza di CO2 e altri nutrienti (Fosforo,
Azoto, Zolfo). Tutti questi fattori possono essere superati garantendo
un corretto rimescolamento della coltura. Questo limita infatti
l’esposizione al sole delle microalghe in quanto queste tenderanno a
farsi ombra a vicenda. Inoltre permette un adeguato apporto di CO2
e nutrienti a tutta la coltura. Si parla in generale di due funomeni;
Fotolimitazione se la coltura non cresce a causa della scarsa
esposizione alla luce solare, fotolimitazione se la coltura non cresce a
causa della troppa esposizione alla luce solare.
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Poiché le concentrazioni di microalghe in colture artificiali sono
tipicamente maggiori di quanto è possibile rilevare in natura, l’acqua
deve essere arricchita di nutrienti. I principali sono a base di nitrati e
fosfati.
6.1 Applicazioni
Le alghe hanno svariati settori di applicazione. Questi vanno dal
settore alimentare a quello dei mangimi, fino ai settori della
cosmetica, della chimica e dell’industria energetica.
Un’applicazione delle microalghe nel settore alimentare è negli
integratori alimentari. In alcuni paesi inoltre queste sono usate come
cibo.
6.2 Teconologie e Processi
Le microalghe possono essere allevate all’aperto o in sistemi chiusi.
Nel primo caso si parla Race Way Ponds, nel secondo di Photo Bio
Reactors.
6.2.1 RaceWayPonds
Sono sistemi da utilizare all’aperto. Prendono il nome da la loro
cratteristica forma come è possibile vedere in figura.
Open pond sono semplici da gestire, hanno richieste energetiche
contenute e costi di investimento bassi. Presentano anche degli
svantaggi, come la difficoltà nel controllare la coltura e produttività
generalemente inferiori rispetto ai PBR.
La coltura necessita di CO2 per svilupparsi. La CO2 contenuta nell’aria
non è sufficiente a sostenere le elevate concentrazioni di microalghe
che si vuole produrre. SI deve ricorrere allora a sistemi di aggiunta di
CO2 all’interno della coltura stessa. Grandi impianti utilizzano fumi di
scarico di centrali termoelettriche, piccoli impinati utilizzano
tipicamente i gas di scarico di un MCI oppure CO2 stockata in
serbatoi. La CO2 è aggiunta tramire dei diffusori posti sul fondo della
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RWP. Il processo di aggiunta di CO2 è rilevante anche dal punto di
vista del miscelamento, che viene fortemente incrementato.
L’efficienza di carbonazione indica la quantitò di CO2 che le alghe
riescono ad assorbire rispetto a quella immessa nell’ RWP. Valori
tipici si aggirano attorno al 20%.
Si dovrà ovviamente provvedere al reintegro dell’acqua persa quando
si asporta la biomassa e quella persa per evaporazione. Il consumo di
acqua può essere anche molto elevato ed arrivare a 100m3/ha al
giorno. Pertanto è importante che l’impianto sia collocato vicino ad
una fonte di acqua salata.
In un allevamento all’aperto anche il clima gioca un ruolo importante.
È infatti necessario un clima temperato e una irradiazione annua
abbastanza elevata.
Ricapitolando, affinche si possa pensare di utilizzare le microalghe su
larga scala nelle filiere energetiche, nel sito di produzione di devono
verificare le condizioni giuste di clima, avere adeguata disponibilità di
nutrienti, di CO2 e di acqua salata e devono essere disponibili vasti
appezzamenti di terreno pianeggiante e possibilemte argilloso.
Inoltre, la contaminazione delle colture con altre specie eterotrofe a
volte predatori delle microalghe stesse è un problema. Questo ha
portato a favorire le colture che sopravvivono in condizioni estreme
come quelle desertiche che non soffrono quindi di problemi di
competizione con altre specie. Risulta quindi evidente che benchè la
tecnologia sia promettente, l’ottenimento di buoni risultati a prezzi
competitivi non è semplice.
Benchè RWP siano una tecnologia piuttosto semplice le variabili di
cui tener conto sono tante. Le opere murarie ad esempio possono
esser fatte in fari modi; comunqemente le pareti del bacino sono in
mattoni. In alcuni casi tuttavia questi possono anche essere in
cemento. La soluzione meno costosa è quella di scavare il bacino in
un terreno argilloso che garantisce senza necessità di opere in
muratura o liner impermeabilizzanti una impermeabilizzazione.
Il fondo del bacino può essere di vari materiali; asfalto (molto
costoso), fibra di vetro (costi proibitivi) o molto comunemente in
PVC. Il problema delle coperture in PVC è legato alla dilatazione
termica. LA copertura attraversa durante il ciclo giorno-notte una
fase di dilatazione e una successiva fase di restrizione. L’attrito con il
terreno a lungo andare consuma e rompe la copertura. Questo è
causa di fermate dell’impianto per manutenzione e quasi
sicuramente della perdita della coltura. Un modo per mitigare questo
problema è interporre tra il terreno e il PVC un geotextile liner che
attenua i fenomeni di usura. 52
Il sistema di movimentazione e mescolamento della biomassa è
tradizionlemnte costituito da un paddle wheel. IL sistema di
movimentazione delle microalghe deve garantire un adeguato
mescolamento ed evitare la sedimentazione. La paddle wheel è un
sistema piuttosto inefficiente.
La spinta sul fluido risulta buona soltanto quando la pala è
ortogonale al fondo del bacino. Per mantenere tale ortogonalità sono
necessari grandi raggi che inplicano grossi pesi e queindi molto
materiale e costo elevato. Inoltre all’aumentare del gap tra il fondo e
la pala e tra la pala e il bordo laterale del bacino aumentano le
perdite e le inefficienze del sistema. Tali giochi devono essere
mantenuti in una certa misura per non compromettere l’affidabilità
del sistema in condizioni, ad esempio, di elevata dilatazione termica.
Per ridurre i costi del sistema spesso viene prevista una strizione del
canale in corrispondenza della paddle wheel, che può quindi essere
più stretta e meno costosa. Spesso vengono realizzate paddle wheel
costituiteda più seioni sfalsate tra loro. Questo causa dei moti di
taglio del fluido e un migliore rimescolamento, a scapito di una
perdita ulteriore in efficienza di spinta. Le velocità devono essere di
almeno 20cm/s, in genere sufficienti per evitare sedimentazione.
Metodi