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Urbanistica e urbanizzazione
Disciplina che studia la formazione, la trasformazione e il funzionamento dei centri urbani, il rapporto con l'economia e la società, analizzando problemi di carattere sociale, economico, statistico, sociale, ecc.
- Disciplina che studia le condizioni, le manifestazioni e le esigenze di vita
Il PRE e il PSE dividono il territorio in zone omogenee, l'organizzatore del territorio in questa torta organizza la proposta progettuale del piano strutturale ed esamina l'urbanizzazione.
Urbanizzatore
Conferisce a un centro abitato carattere di città, favorendo lo sviluppo ed abilitando delle necessarie strutture costitutive, ad esempio urbanizzazione in complesso rurale.
Una qualsiasi programmazione di tipo urbanistico generalmente ha una durata che va dai 10 ai 20 anni; il PSE ha una previsione a 10-20 anni quindi deve riuscire a capire quali il futuro dal contesto ad un sistema operando e deve riuscire a cogliere gli elementi che possono determinare la sopravvivenza di quei contesti.
Alcuni individui esistono fa parte di consapevolezza e consista e non sappiano. I, dati ISTAT sono decennali. Su questi schediamo i dati economici, è noto che l'economia è basata nelle province e sul lavoro statale; mentre la rete economica, non gli artigiani che esportano i loro prodotti, non c'è.
Legislazione Urbanistica Nazionale
La legge del '42 è stata scritta nel '36, quindi in un contesto di guerra in cui vi erano forti bombardamenti causando una forte riduzione del patrimonio edilizio. Si comincia a parlare di una trasformazione della struttura economica. L'Italia è ancora basata sull'economia agricola e passa al settore industriale e comincia a nascere la classe operaia.
L'urbanistica moderna introduce un concetto di controllo della crescita quantitativa delle città. Uno a favore di questa legge possiamo dire che c'era una grande necessità di edificare.
1942: legge nazionale n. 1150, Legge Urbanistica Nazionale: legge quadro di riferimento.
1962: legge nazionale n. 167 "Disposizione per favorire l'acquisizione di aree".
Nel '62 viene nominato il concetto di edilizia popolare che non si diffondeva, non strutturato, che deve dare delle case anche al tipo pubblico con le condizioni. Ha convinto di realizzare case ma non affiancato di piani di integrazione sociale, ovvero realizzavano in zone periferiche del contrario unico.
Nel '68 vengono definiti gli standard urbanistici e definisce che per ogni abitante bisogna individuare almeno 15 m2 di area a servizi (scuole, verde, parcheggi e servizi).
Nel '71 viene introdotto l'esproprio di aree produttive per gli insediamenti produttivi. Si parla poi di piani di insediamenti produttivi (P.I.P.) nuovi piani per progettare le aree industriali. Alcuni non rientrano in nessun settore, anche le aree industriali hanno bisogno di una loro organizzazione.
Il P.R.G. è composto da 3 gruppi di elaborati:
- Elaborati di analisi: descrivono la situazione attuale, sia a livello geografico che demografico, lo stato delle infrastrutture ed economie, piano paesistico, analisi delle problematiche e delle necessità.
- Progetto: contiene la descrizione del progetto proposto, i parametri urbanistici e le indicazioni delle previsioni di sviluppo futuro.
- Norme: leggi, leggi regionali, piani di settore, piani comunali.
Il P.R.G. è formato da 40 a 100 tavole
- Elaborati grafici:
- Il piu importante è la zonizzazione in scala 1:5000 o 1:2000 in base alla grandezza del territorio interessato.
- Viabilità con la viabilità esistente e quella di progetto.
- Norme tecniche di attuazione che sono lo strumento che disciplina le caratteristiche di ogni singola zona, in quanto i parametri urbanistici, i parametri edilizi, gli standard, ecc.
Tra gli elaborati che non posso mancare c'è il confronto tra lo studio geologico e la zonizzazione proposta: per dimostrare che ad esempio se c'è una zona a frana ho messo zona agricola e non edificabile.
C'è anche una tavola di confronto di zonizzazione tra il nuovo e il vecchio strumento urbanistico: questa tavola è utile per l'applicazione delle norme di salvaguardia.
Verifica degli standard urbanistici
Ogni abitante deve avere almeno 18 m2 di standard urbanistici.
Da quantità di un abitante dal punto di vista urbanistico, è definito con il valore di 100 m3 perché se 20 divido per 3 sono 33 m2 che sono equivalenti ad 1 vano. Quindi quando faccio un P.R.G., sommando a tutti i volumi l'entità tutto il volume di progetto edilizio, arrivo ad esempio a 1000 m3 lo divido per 100 mi ottengo 10 abitanti
Quindi per ogni abitante devo avere 18 m2 allora devo realizzare 180 m2 di servizi. Questa regola è prevista anche per il P.S.C.
Nei comuni costieri arriviamo anche a 30 m2 gli standard.
Intervento di manutenzione straordinaria, ad esempio ricoprire l'intera parte di facciata o cambiare tutti gli infissi.
Intervento di ristrutturazione edilizia, che serve a modificare parti strutturali dell'edificio, ad esempio modificare tutta la distribuzione interna (anche di prospetti con apertura di finestre ecc).
Intervento di ristrutturazione urbanistica, che non consiste ad esempio in un edificio ma a ricostruire una parte di volume quindi modifico l'assetto urbanistico di un centro con un intervento di demolizione e ricostruzione.
Intervento di restauro/conservativo, finalizzato ad sottrarre vincolari dallo sbarratimento e in maniera per conservare le caratteristiche originali dell’edificio.
LE UNITA MINIME DI INTERVENTO
Non posso intervenire su tutto il centro storico, allora utilizzo le unità minime di intervento, che sono piccoli comprati omogenei, e quindi posso intervenire in un comprato.
Il piano di recupero ha la caratteristica di definizione di pilota di qualità.
Generalmente nei piani di recupero nell'analisi dello stato di fatto troviamo uno studio dove il centro storico viene diviso in tanti stati, e troviamo una prima tabella chiamata piano similatorio e riporta cosa c'è e dove seguono utilizzando poi piani tipo [...]
Per cui adesso classifico il tipo di intervento che devo fare.
PROGRAMMI PLURIENNALI DI ATTUAZIONE
Sono degli strumenti finanziari che definiscono la programmazione temporale di attuazione di un determinato contesto. Hanno avuto delle applicazioni perché dagli anni '30 nei centri italiani avevano scadenze, non poteva derogare e quindi si poteva avere un tempo massimo per la realizzazione attraverso i finanziamenti europei. Quindi non si sa tra 5 anni che tipo di interventi saranno finanziati.
I dati li prendo dal GTRP e dal sito del PAI, e devo riportare le aree ancora, per quanto riguarda le frane e per il rischio idraulico devo riportare le aree attualmente in fase di evoluzione con cicli plurimi. Per la tavola 2b devo reperire l'uso del suolo, per lo studio agropedologico e fa riferimento alla rappresentazione fatta nel GTRP, ma potrebbero non essere disponibili queste informazioni, quindi devo chiedere al Geologo Di Mauro (studio a fianco Edilcer) la tavola dell'uso del suolo. Ogni tavola c’è una relazione da presentare. Se nello strumento urbanistico c'è una tavola in cui si prevede di redigere un piano attuativo devo riportare il contorno preciso del piano attuativo estraendolo inte rallato e apporlo quando sarà tutta la sovrapposizione. Per il piano di protezione civile noi abbiamo solo un'area quindi conviene scegliere un colore per ogni piano attuativo e poi dare abbiano più informazioni esolgo da meglio diretti con lo stesso colore (ad esempio se metto i altrini uguali sotto il numero e in legenda specifico a quale piano corrisponde).