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Il periodo di divisione del Senato a Roma
In questo periodo a Roma il senato era spaccato tra 2 posizioni, gli optimates, ovvero i tradizionalisti, e i populares, ovvero i riformisti.
Cicerone, esponente di una famiglia agiata, nasce ad Arpino nel 106 a.C. e viene ucciso a Formia. Possiamo definirlo un optimates un po' strano, perché realizza il mos maiorum e parla delle tradizioni romane di un popolo che nasce da un patrocinio, dall'unione di più popoli (es. Etruschi). I popoli vanno però a descrivere il mos maiorum.
Per il tributo della plebe è una novità in quest'epoca? Abbiamo un rappresentante con il principale potere dello ius probationis, ovvero lo strumento mediante il quale la plebe poteva bloccare una legge che andava a contrastare il suo potere. Un'altra novità della romanità è il cursus honorum, ovvero un individuo deve passare tutte le tappe per arrivare a vestire una carica più potente di quella precedente.
1.2 Opere de Repubblica, De
Officiis DeTra le opere principale di Cicerone vi troviamo eLegibus.1.3 PensieroCicerone pone al centro dei suoi studi la Repubblica, in un periodo di profondacrisi della Repubblica. Giulio Cesare (che rappresentava i populares) avevacome scopo di distruggere la divisione dei poteri per tornare ad una monarchia.Tanti livelli di carica e tante cariche portarono alla distruzione della Repubblica,ma Cicerone questo lo sapeva già (es. nel 70 a.C. quando denuncia Verre).Cicerone voleva mantere la Repubblica a Roma a tutti i costi e quindi studia unmetodo. Come primo modo istaura la figura del Princeps una figura dicoordinamento dei poteri (Augusto cerca poi di bloccare questa cosa).de RepublicaIl viene scritto nel 54 a.C. in un momento in cui ci fu un legato aGiulio Cesare, il quale cercò di esaltare Cesare e lo scrive perché Ciceronetemeva le aspirazioni di Pompeo e di Cesare, in cui appunto cerca di bilanciare ide Legibus)2 poteri. [concetto della legge (di cui parla
nel – Machiavelli]. Nel De Republica delinea la figura del Princeps incarnata da Ottaviano Augusto in cui il vecchio con il nuovo si incontrano, di fatto Ottaviano rivestiva il potere di un re. Ottaviano aveva instaurato il Principato, ovvero una nuova forma di organizzazione politica della Repubblica in cui la cura e l’amministrazione dello Stato dipendeva dalla volontà del Princeps. L’imperium non poteva essere scisso dal diritto, perciò, la volontà dell’imperatore non poteva che esprimersi e farsi valere mediante il diritto e ciò significava che le forme del diritto rappresentavano un limite alla volontà assoluta dell’imperatore non sconfinasse nell’arbitrio. Cicerone ritiene che la politica rappresenti il culmine dell’uomo e in essa si esprime la più compiuta virtù dell’uomo. La teoria politica deve realizzarsi e farsi concreta nell’attività di governo. Cicerone riconosce un intimonesso fra teoria e pratica, il quale non è altro che l'attuazione di quei principi, di quei valori, che vengono professati in sede teorica. Cicerone rifiuta l'idea utilitaristica e pattizia della società, egli infatti ritiene che sussistano una naturale predisposizione degli uomini a vivere in società (l'uomo è un animale socievole - Aristotele), ma la prima vera causa non è la necessità piuttosto che il desiderio dell'uomo di partecipare ai suoi simili, la sua umanità cioè i risultati della sua attività, perché solamente nella società può esprimere la sua natura razionale. La ragione è scoperta delle connessioni, individuazione degli antecedenti, consapevolezza del passato e quindi capacità di collegare il presente al futuro, una capacità possibile solamente nella società degli uomini. Quest'ultimo è portato per natura a conoscere la
verità e far conoscere la verità e a volere la giustizia e far rispettare la giustizia. Cicerone teorizza anche le forme di società, che sono tante quante le forme di solidarietà umana e rivolte a fini particolari che l'uomo intende raggiungere, ad esempio la famiglia, le aggregazioni o le associazioni. Lo stato è una forma di società politica naturale e quindi fondato dagli uomini, ma nello stesso tempo si distingue dalle altre per una specifica autonomia, ciò che consente allo stato di partecipare alla società, ma nello stesso tempo di esserne distinto è il diritto. Il diritto promana dalla natura dell'uomo, ed è connessa ai valori oggettivi che formano l'onesto, ovvero la sincerità, la benevolenza e la generosità. Nella sua intrinseca umanità e razionalità ritrova il suo più valido collegamento con la giustizia garantisce la sua efficacia di vincolo sociale. La res
pubblica grazie al diritto diventa organizzazione delle magistrature, distribuzione e limitazione dei poteri. Cicerone si pone il problema di quale costituzione sia preferibile per un popolo che intenda mantenersi libero. Svolge un'indagine sulla Costituzione migliore o ideale che deve avere per oggetto una Costituzione storica, quella romana, che ha come risultato l'esperienza di generazioni e d'illuminati uomini politici. I principi fondamentali possono essere individuati mediante un'analisi storica del suo processo di formazione e dei problemi che si sono dovuti affrontare e risolvere. Lo Stato definisce Res pubblica la cosa pubblica, per indicare l'organizzazione politica in quanto tale intimamente connessa con il diritto. In Cicerone lo Stato è la cosa che appartiene al popolo il cui ordinamento è caratterizzato dal rapporto diretto con lo stesso. Il popolo non è qualsiasi Insieme di individui ma quella moltitudine che si è associata.per una